Mi riferisco a: http://www.repubblica.it/tecnologia...enti_dei_lettori_-155302285/?campaign_id=A100
In pratica Facebook deve chiudere.
In pratica Facebook deve chiudere.
Scrivete quello che volete, non ne siete responsabili!
- Creatore Discussione marco
- Data di inizio
è quello che penso anche io: Tavecchio avrà avuto qualche amico altolocato, ed eccoti la sentenza ad hoc.
Già.
So io cosa ci vorrebbe in Italia...
Basta, se no ti condannano a 500 anni di galera e te li devi fare tutti, e ad una sanzione pecuniaria di 4.583.971,01 oltre a spese processuali comprensive di tante cose!
Diovolesse.
Battute a parte, un punto di equilibrio tra la censura e la gogna deve pur esserci. Nessuna libertà è assoluta, neppure quella di espressione...
Non puoi, ma se c'è un commento offensivo nei tuoi confronti (esempio), scrivi una mail al contatto che trovi sotto, e nel giro di poche ore il commento è sparito.
certo, pero' ....
se se mi scrivono frasi offesive, non e' detto che io mi accorga subito, potrei accorgemi dopo 2 giorni, se non si accorgono nemmeno i moderatori non mi pare giusto che venga condannato il Forum, per una frase scritta da un altra persona facilmente identificabile.
Infatti qui sta l'assurdità della sentenza, che solleva gli utenti da ogni responsabilità per farla ricascare sui gestori dei siti.
drmale
Biker perfektus
- 17/7/09
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- Oiz&Rise, RM Altitude, StbCubeAttain, GaryFisherProcaliber1991, BMWr65Cust+AfricaTwin1100
Ottimo, se scrivo su un muro di un palazzo che tizio e un cxxxxxne, il palazzo viene condannato. Siccome proprietario è un mio nemico, lo faccio apposta.
Paradossi a parte credo che la questione abbia delle ragioni che solo gli esegeti di dottrina del diritto sono in grado di spiegare. Ma a spanne credo finzioni così:se metto su un club e non mi accerto dell'identità dei soci, delle azioni delittuose che questi fanno all'interno del club risponde chi ha messo su il club. Ovviamente la prospettiva cambia per chi è liberale come me considera queste posizioni assurde, e chi invece ritiene che anche l'espressione debba essere limitata perché può produrre danni.
Di fatto la razio generale è questa: le leggi in Italia, per gli amici si interpretano e per gli altri si applicano.
Paradossi a parte credo che la questione abbia delle ragioni che solo gli esegeti di dottrina del diritto sono in grado di spiegare. Ma a spanne credo finzioni così:se metto su un club e non mi accerto dell'identità dei soci, delle azioni delittuose che questi fanno all'interno del club risponde chi ha messo su il club. Ovviamente la prospettiva cambia per chi è liberale come me considera queste posizioni assurde, e chi invece ritiene che anche l'espressione debba essere limitata perché può produrre danni.
Di fatto la razio generale è questa: le leggi in Italia, per gli amici si interpretano e per gli altri si applicano.
E se il responsabile del sito, una volta messo al corrente della presenza di una diffamazione, non fa nulla e lascia che la diffamazione rimanga scritta sul suo sito, secondo te è corresponsabile o lo è solo l'utente (anonimo o non) che ha materialmente scritto il messaggio diffamatorio?
Lo chiedo perchè io, leggendo le motivazioni della sentenza, l'ho trovata giusta (sempre se ho capito bene cosa c'è scritto, il legalese non è esattamente il mio campo
)
E se il responsabile del sito, una volta messo al corrente della presenza di una diffamazione, non fa nulla e lascia che la diffamazione rimanga scritta sul suo sito, secondo te è corresponsabile o lo è solo l'utente (anonimo o non) che ha materialmente scritto il messaggio diffamatorio?
Lo chiedo perchè io, leggendo le motivazioni della sentenza, l'ho trovata giusta (sempre se ho capito bene cosa c'è scritto, il legalese non è esattamente il mio campo
Se il responsabile non cancella il commento, deve essere sicuro che non sia diffamatorio. Se sbaglia, ne paga le conseguenze, questo è logico.
Io però avevo letto che il sito fosse stato oscurato prima che all'admin fosse stato chiesto di togliere il materiale compromettente, ma a quanto pare la cosa non è stata così nitida da parte sua.
Quello che volevo dire è che questa sentenza può creare un precedente per cui l'admin è responsabile, anche se nessuno gli comunica del commento denigratorio. E questo sarebbe fatale per praticamente tutti i siti che hanno commenti.
Ivo, pensi di essere anonimo quando hai scritto questo commento? Abbiamo il tuo IP, se dò anche l'ora esatta del tuo post alla polizia postale, ti rintracciano senza grossi problemi.
Ci arrivano delle volte alcune richieste della PP per frodi sul mercatino, e comunichiamo loro sempre IP e orario del "ladro".
Prima di scrivere che una cosa è una "cagata" occorrerebbe leggerla per sapere cosa c'è effettivamente scritto. Troppe volte i quotidiani (quelli online, poi...) riassumono in modo eclatante e superficiale quanto richiederebbe un'analisi attenta e complessa, come le sentenze o le ricerche scientifiche.
Ma anche così non si legge da nessuna parte che il sito sarebbe l'unico responsabile della diffamazione e che l'autore del post diffamatorio non sia stato a sua volta perseguito.
Ma anche così non si legge da nessuna parte che il sito sarebbe l'unico responsabile della diffamazione e che l'autore del post diffamatorio non sia stato a sua volta perseguito.
Beh, io non sono mai anonimo in quanto, come te, uso il nome effettivo, se fosse così banale rintracciare chiunque ci sarebbero meno truffe, non voglio dire che non si possa fare ma se si dovessero perseguire tutti gli oltraggi e le offese sai quanta polizia servirebbe...
Penso tu abbia ragione, sia perché la condanna è per "concorso in diffamazione", sia perché la legge è chiara da questo punto di vista (Soggetto attivo del reato de quo è, in primo luogo, lautore dello scritto dal contenuto diffamatorio).
La sentenza però condanna l'admin perchè sapeva della diffamazione e non è intervenuto, almeno se capisco bene queste frasi estrapolate dalla sentenza stessa:
"Il giudizio di responsabilità veniva pertanto formulato per l'aspetto dell'aver l'imputato mantenuto consapevolmente l'articolo sul sito, consentendo che lo stesso esercitasse l'efficacia diffamatoria che neppure il ricorrente contesta, dalla data appena indicata, allorché ne apprendeva l'esistenza, fino al successivo 14 agosto, allorché veniva eseguito il sequestro preventivo del sito; osservando inoltre la Corte d'Appello che l'invio della descritta missiva di posta elettronica smentiva la versione dell'imputato di aver saputo della presenza dell'articolo nel sito solo in conseguenza di detto sequestro, e che d'altra parte la conoscenza di quella presenza da parte dell'imputato, prima del sequestro, era confermata dalla pubblicazione di un articolo a firma dello stesso ecc. ecc."
Quindi secondo me non si è creato nessun precedente per il quale preoccuparsi
