Uno spunto di riflessione sulla situazione odierna.

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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albertocave

Biker ciceronis
23/6/14
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MVTINA
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Vorrei che fossero slegate dagli avvenimenti di Parigi, vorrei potessero apparire come un semplice spunto di riflessione riguardo al momento storico e, soprattutto, un ulteriore punto di vista per guardare la realtà con un'ulteriore angolazione.
So che non è semplice leggere quello che sto per scrivere senza avere in mente ciò che è successo, quello che spero è di innescare una scintilla di ragionamento dal quale ognuno possa trarre le proprie conclusioni.
Grazie ad un amico per il testo seguente.

23.57
Nei primi anni '80 la Germania era ancora divisa, come Berlino. La Jugoslavia era un pezzo unico, l'URSS anche, e la guerra fredda era al suo ultimo apice. La possibilità che in Europa i carri armati del Patto di Varsavia invadessero l'occidente (il viceversa non era possibile) era considerata una eventualità.
Nel nostro caso, sul fronte del Friuli Venezia-Giulia (i carri da noi sarebbero entrati dalla Jugoslavia, che era sotto la sfera militare sovietica) si stimava che il nostro esercito avrebbe retto l'urto per 45 minuti, un'ora al massimo. La 'fanteria d'arresto' si doveva sacrificare in quei bunker e quelle postazioni fatte con torrette di sherman interrate che ancora si possono vedere oggi, per rallentare il nemico, onde permettere l'intervento alleato.
L'intervento sarebbe consistito in utilizzare munizionamento 'speciale' (ovvero proiettili nucleari da artiglieria e mine nucleari trasportabili a mano) verso il nemico avanzante in territorio italiano. Queste armi nucleari erano custodite vicino Vicenza.
Era anche possibile che le due superpotenze si annichilissero a vicenda con armi nucleari... bastava che una lanciasse per prima, e nei 20-40 minuti di volo dei propri missili intercontinentali, l'altra aveva tutto il tempo di dare l'allarme e lanciare a sua volta, nella dottrina chiamata 'M.A.D.', mutual assured destruction...distruzione mutua assicurata.
Ai tempi ero abbonato a 'Il Giornalino', e ricordo una pagina centrale della rivista per ragazzi che illustrava i numeri degli schieramenti missilistici (stimati) dei due fronti: i Pershing di qui, gli SS-20 di là. Cose che al tempo stesso impressionavano ed esaltavano un ragazzino quale ero, perchè la guerra era ancora un gioco di difficile comprensione.
Nel settembre del 1983 il sistema di allarme satellitare sovietico, per una rara congiunzione fra la terra e il sole, inizia a segnalare che dei missili balistici intercontinentali sono partiti dagli Stati Uniti, e sono diretti verso l'Urss.
L'ufficiale sovietico responsabile di dare l'allarme, dando inizio alla rappresaglia, decide di sua iniziativa che si tratti di un falso allarme, che non ha senso che succeda una cosa simile, ed evita l'Olocausto nucleare sulla Terra. Un ufficiale più zelante o ligio agli ordini e forse i ragazzi degli anni '80 e '90 avrebbero trovato un mondo molto diverso, ammesso che fossero comunque nati. E io magari non sarei qui a scrivere.
Ma questo si venne a sapere solo quando quell'ufficiale andò in pensione, a fine anni '90.
Ma torniamo indietro. Nel 1983 viene girato un film spettacolare e sconvolgente allo stesso tempo, che in Italia arriverà l'anno dopo: The Day After (Il Giorno Dopo). Il film raccontava quello di cui si parlava: escalation della tensione, invasione della Germania da parte del Patto di Varsvia, scambio mutuo di missili nucleari fra USA ed URSS, dal punto di vista di un gruppo di cittadini di Kansas city. Le scene in cui le persone si volatilizzavano davanti al flash nucleare lasciando intravvedere per un attimo il proprio scheletro facevano impressione, come anche gli effetti delle radiazioni sui sopravvissuti.
Lo trasmisero anche sulla RAI (dove lo vidi) e alla fine rimanevi scioccato a dire 'Non saranno tanto pazzi da farlo'.
Quark trasmetteva documentari girati dalla BBC in cui si insegnava come costruirsi un rifugio antiatomico in giardino, e gli effetti delle radiazioni su capelli e gengive.
Nel 1984 gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists spostano le lancette dell'Orologio dell'Apocalisse sulle 23.57. Era dal 1953 che non si arrivava così vicini alla mezzanotte, che significava la possibile estinzione della razza umana.
Ma la vita quotidiana continuava, con una colonna sonora splendida (alla faccia dei più giovani, in quegli anni la musica ha detto quasi tutto quello che poteva dire).
Nel 1986 ci spaventammo di nuovo per il nucleare, con l'incidente di Chernobyl. Nei supermercati si faceva scorta di latte (aiuta ad eliminare le radiazioni dal corpo, se prodotto prima della contaminazione dei pascoli).
Ma passò anche quella paura, si arrivò alla caduta del Muro, alla fine della guerra fredda. L'orologio venne spostato indietro, alle 23.46.
Il mondo prese una forma simile a quella che ha adesso, e intanto eravamo cresciuti.

Ah, ora l'Orologio segna di nuovo le 23.57.
 
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