[Test] Orbea Oiz M Pro TR

Nel mese di luglio di quest’anno (fra un lockdown e l’altro), vi abbiamo presentato la nuova Orbea Oiz, definita da Orbea il telaio full da xc più leggero del mondo. La Oiz è allestita  in due versioni diverse, da xc puro e da trail, in cui sul telaio variano, seppur di poco, un po’ tutte le misure, rendendola, riferito alla taglia trail in taglia L, più lunga di 7mm nel passo e 2mm nel top tube, più alta nel movimento centrale e nello standover di 7mm, reach meno -10mm, stack +8mm e angolo sterzo 68° contro 69 e angolo piantone 64° contro 65. Ovviamente diverse sono anche le sospensioni, con corsa da 100mm per la versione xc e da 120mm per la versione trail, telescopico per la versione trail (presente anche nella versione top level da xc) e i copertoni più indirizzati ad uno o all’altro uso.

Il modello oggetto del test è la Oiz M Pro TR (trail) con ruote DT Swiss XRC-1501 Spline 30.

Materiale telaio: Carbon OMX, Fiberlink, Boost
Formato ruote: 29”
Corsa ant.: 120
Corsa ant.: 120                                                                                                                                                   Mozzo posteriore: 148×12
Mozzo anteriore: 110×15
Trasmissione: 1×12 (34t / 10-51)
Attacco per deragliatore: no
Attacco portaborraccia: 2
Peso rilevato: kg 11,200 in taglia L senza pedali.
Prezzo: 6.332€ (versione base 5499 euro , ruote upgrade +599, copertoni trail +15, reggisella telescopico Kashima +219)

Allestimento

Forcella: Fox Factory 34 Step-Cast, Kashima, 44mm offset, Boost110, 120mm travel;
Ammortizzatore: Fox i-line DPS 120mm travel Kashima;

Freni: Shimano XT 8100, 180mm/160mm;
Manubrio: FSA K-Force Flat 740mm;                                                                                                                                                   Attacco:Oc3 -8°  Sella: Selle Italia SLR Boost Fill titanium Rail;
Reggisella; Fox transfer Factory Kashima Dropper 31,6
Gruppo: Shimano XT 8100, deragliatore posteriore XTR 9100 con guarnitura Race Face Next SL Carbon corona da 34 denti;
Ruote: DT Swiss XRC 1501 canale 30mm (1544 gr.)
Copertoni: Maxxis Rekon 2,40 posteriore e Maxxis Dissector 2,40 anteriore, entrambi tubelessizzati.

 

La prova sul campo

Potevamo scegliere quale versione testare fra quella xc e quella trail. Abbiamo pensato di optare per la versione trail che sono un po’ la nuova tendenza nel mondo mtb, ossia quelle biciclette da downcountry, al confine fra l’xc puro e quello che in passato si definiva all mountain.

La Oiz versione trail, avendo di fatto geometrie e componenti diversi dalla versione xc, che pur non abbiam testato, potrebbe tranquillamente avere un nome diverso. In effetti, la versione in test, appare piuttosto diversa da una xc classica in rapporto alla quale, per dare un riferimento ai lettori mi rapporterò nel giudicare la resa. In salita si lascia pedalare bene, anche in virtù di un peso abbastanza contenuto per una full, ma alle basse velocità e nei rilanci, il peso e l’inerzia di copertoni di sezione molto generosa la rende abbastanza meno scattante di una normale xc. Entrambe le sospensioni, invece, sono abbastanza granitiche una volta bloccate e dunque anche sul liscio non si sente alcuna fastidiosa oscillazione. Nemmeno da parte del reggisella telescopico si avverte, in questo caso, alcuna fastidiosa flessione della sella. Sulle pendenze molto accentuate, le geometrie trialistiche, tendono a sbilanciare sul posteriore il peso del rider e per evitare il sollevarsi dell’anteriore  bisogna mettersi molto in punta di sella. Il complesso bici/ruote/copertoni, lascerebbe preferire una corona da 32. Con la 34 montata di serie, per il tipo di bici, il peso, l’allestimento e per l’uso per cui è pensata, ci vuole veramente ottima gamba per non soffrire, nonostante il 51 posteriore. Se rispetto a una xc, in salita la Oiz Trail cede un po’ il passo, ecco che sullo sconnesso e in discesa, si apre un altro mondo. Copertoni con trazione e tenuta perfetta, robusti nei fianchi e che consentono pressioni basse, opportunamente di diverso modello, con il posteriore con ottima trazione, ma un filino più scorrevole e l’anteriore molto tassellato.

Foto foto

Sospensioni eccellenti, come sempre quelle di casa Fox,che presentano tripla modalità di settaggio, ma ove si sente realmente differenza solo tra bloccato e sbloccato, mentre la modalità intermedia, è di fatto molto simile allo sbloccato del tutto.

Un complesso che fa della Oiz Trail una bici divertente e permissiva, che consente di non cercare troppo le linee migliori, ma di mollarla giù senza particolari patemi. Il manubrio da 740 mm. è più da xc che da bici discesistica, ma non sono quei 2 cm in più a fare una grande differenza. La posizione in sella è abbastanza raccolta, la bici risulta agile, ben guidabile e pronta se si devono evitare ostacoli di una certa consistenza o nello stretto. Il gruppo XT (al di là del cambio posteriore che è XTR, che non fa una reale differenza tecnica) è perfettamente efficiente al pari dell’XTR, sebbene nella cambiata, probabilmente per via del differente comando, ha un funzionamento ben diverso dal top di gamma come raramente con trasmissioni della stessa marca si avverte. L’XT è più secco, simile un po’ agli Sram più che agli Shimano, mentre l’Xtr è molto più morbido. E’ tutto sommato una caratteristica, non un plus o un minus. Per il resto la cambiata è precisa sempre sottosforzo e con lo sporco e anche con qualche maltrattamento, rimane sempre ben regolato.

Il comando delle sospensioni, un tutt’uno con la leva del telescopico, ha leve abbastanza distanziate per via del supporto a cui è collegato al manubrio, che lo allontana forse un po’ troppo dalla manopola e risulta non sempre agevole da azionare se si hanno le mani in presa più larga possibile.

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Veniamo all’unica nota veramente dolente della bici: il telescopico. Su un tipo di bici del genere, pensata anche per discese lunghe ed impegnative è un accessorio molto utile, non essendo una bici in cui il peso è importante contenerlo il più possibile a fini cronometrici.

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Sin dalla prima uscita però, il telescopico ha avuto un ritorno molto lento e spesso incompleto, quando sarebbe bene che il rientro fosse rapido e soprattutto completo. Un difetto che già sul forum alcuni utenti avevano avuto modo di rilevare e che a quanto pare Fox, non è riuscita ancora a risolvere.  Oltre ai problemi nel ritorno, tende a non essere bloccato bene e dopo qualche minuto a scendere in salita per quasi un cm risultando fastidioso in spinta. In entrambi i casi, si fa presto a tirar su con la mano tenendo premuto il tasto di rilascio, ma non è e non può essere la norma una cosa del genere. Sorprende come Fox, un produttore che per il resto, commercializza prodotti eccellenti, non riesca a venirne a capo.

Conclusioni

La Orbea Oiz Trail, nella versione provata è una ottima bici per uscite lunghe e impegnative tecnicamente. Per come è montata è piuttosto leggera e quindi pur non avendo una indole corsaiola, ma non è il suo obiettivo, non è troppo impegnativa in salita rispetto a una xc, ma è molto più comoda, quasi altrettanto agile e guidabile nei pochi tratti ove serve e il mangiarsi gli ostacoli con facilità non basta e in discesa consente di divertirsi senza preoccuparsi del tipo di percorsi che si vanno a fare. Il nome Oiz, come quello della xc, non deve fuorviare. Una gara, che sia marathon e men che meno xc breve e tirata, non è la sua destinazione d’uso, e sarebbe limitante in ottica cronometrica. In quel caso meglio puntare sulla versione XC.

Da segnalare la possibilità direttamente sul sito, di personalizzare il colore e le grafiche del telaio oltre ovviamente ad alcuni componenti con indicazione della data di consegna prevista per l’opzione scelta.

https://www.orbea.com/it-it/biciclette/montagna/oiz/cat/oiz-m-pro-tr

 

 

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