Alta valle del Sosio

Sicilia C2C West Coast: Nuovo Cinema Paradiso


Dopo una notte passata a recuperare le fatiche della seconda tappa ed a reintegrare tramite le caponate, i carciofi e le braciole alla palermitana, continuiamo a risalire la valle del Sosio. Saliamo ad un valico dove inizia un tratto panoramico, con uno sfondo decisamente lontano dai luoghi comuni della Sicilia: colli simili a quelli dell’ Appennino centrale, boschi, pascoli con mandrie di mucche e successivamente campi e frutteti.

Alla fine della vallata ci appare un paese: è Palazzo Adriano, diventato celebre perchè Giuseppe Tornatore vi ha ambentato e girato “nuovo Cinema Paradiso” con il quale ha vinto l’Academy Award il miglior film straniero nel 1990. L’arrivo di un guppo in bici in un paesino non manca mai di suscitare curiosità e le domande su dove andiamo e di dove siamo sono la regola.



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La piazza di Palazzo Adriano

Riprendiamo il cammino e cOntinuiamo in mezzo ad un bosco, stavolta in discesa più tecnica, fino ad un antico mulino dove inizia una delle salite spaccagambe della giornata verso il paese di Chiusa Sclafani, specializzato nella coltivazione delle ciliegie. Altro bar, altro giro di domande, altro giro di gelati. Alla fine ci svincoliamo dalla curiosità degli abitanti del luogo ed imbocchiamo il sedime di una ferrovia dismessa.

A questo punto però l’ambiente cambia completamente, appaiono sterminati campi di frumento che fanno assomigliare il panorama a quello che potremmo ammirare in Valdorcia o in Maremma, solo molto più ampi e conditi dalla presenza del grande invaso di Gracia il cui colore non ha nulla da invidiare a quello di tanti laghi dolomitici.

Ormai siamo nella valle del Belice, teatro di un devastante terremoto avvenuto nel 1968. E proprio in cima ad una allucinante salita cementata prima e lastricata poi arriviamo al paese fantasma di Poggioreale, completamente reso inagibile dal sisma e ricostruito a 7 km di distanza. Una visita che stringe il cuore e che fa pensare alla nostra incapacità di relazionarci con la natura.

Ho notato che le mie parole sulla reintegrazione hanno sollevato qualche diatriba. Conosco benissimo l’importanza di una corretta alimentazione per la pratica sportiva, e non sono ignaro degli effetti dell’alcol. Tuttavia volgio ribadire, a scanso di equivoci, che stiamo parlando di una birretta e non di tre litri, e di una lunga escursione sotto un sole cocente e non di una gara, come ha efficacemente fatto notare qualcuno è una vacanza e non una gara.
Battute a parte vorrei dare un’idea di come mi sono regolato per cibo e bevande. Durante il secondo giorno, che è risultato essere il più caldo ed impegnativo, in tutto il giorno ho bevuto tre litri di acqua, mezzo litro di reintegratori salini, una birra e un chinotto; a prazo ho mangiato due panini con prosciutto cotto ed un po’ di formaggio, ma lungo tutto il corso della giornata ho mangiato frutta: pesche e albicocche, ma anche un paio di arance, pere e diverse susine colte al volo. A mio parere la frutta è la mossa vncente, perchè fornisce zuccheri, sali minerali e toglie la sete, senza costringere a bere grandi quantità d’acqua che possono infastidire lo stomaco.

Oggi ultima tappa verso la costa settentrionale…

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