Street moves- saltare sopra ad un ostacolo.

Neve e pioggia non mollano e sicuramente i nostri sentieri saranno inagibili, o quasi, per un po’. Unica soluzione è allora continuare ad allenarsi in strada. Oggi vediamo insieme come fare ad “ollare” (o bunny hoppare che dir si voglia, sappiate che li uso come sinonimi) sopra un ostacolo. Nelle foto mi vedete salire su una panchina. È ovvio che l’ostacolo può tranquillamente essere più piccolo agli inizi, come più grosso se siete già dei veterani dell’argomento. Vediamo però l’utilità e le differenze da un normale ollie. Il bunny hop classico viene impiegato normalmente per evitare ostacoli fissi quali tronchi, pietre ecc ecc. Come si vede nel video di M.A. Fontana della scorsa settimana ha una grossa utilità in molte situazioni.

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Cosa avviene però se invece di avere un ostacolo netto io mi trovo ad avere uno scalino. Se tale scalino è nell’ordine dei 15-20 cm mi basterà alzare la ruota anteriore e incassare il colpo con la posteriore che mi porterà al di là dell’ostacolo. Questo metodo come si può intuire non è dei più efficaci. Si tratta infatti di impattare contro qualcosa con conseguente rischio di rottura della ruota, o di essere instabili sulla bici a causa dell’urto o di pizzicare la gomma. Inoltre la velocità non potrà essere “a piacere”, ma dovrà essere regolata (e ridotta) per scongiurare le rotture elencate poc’anzi. Infine anche con una full suspension, ipotizzando di non badare alle possibili rotture, insomma fregandosene altamente di cosa potrebbe succedere a noi e alla bici e prendendo lo “scalino” in pieno, avremo comunque un rallentamento cospiquo. Se l’ostacolo da salire superasse invece i 25-30 cm non potremmo nemmeno applicare queste regole, l’impatto della corona (o del bash) ci bloccherebbe sul posto e ci farebbe probabilmente cadere. Ecco che quindi in questo caso risulta fondamentale saper salire su un ostacolo. Non solo permette di rendere più fluida ed efficace la guida, ma risulta necessario in molti casi. Un altro esempio classico che mi viene in mente (e chi frequenta sentieri “naturali” sa perfettamente di cosa parlo) sono le canaline create dall’acqua. Spesso i sentieri, se molto battuti, vanno ad incanalare l’acqua che, erodendo il terreno, crea dei veri e propri canali in cui facilmente si entra, e difficilmente si esce. Se si ha una buona confidenza con questa tecnica (ed un altra che vedremo più avanti che è l’evoluzione di questa che sto spiegando, saltare su un ostacolo lateralmente) risulterà molto facile uscire dal “canale” per andare a scegliere la linea migliore. In caso contrario le sponde inclinate del canale ci intrappoleranno al suo interno senza poter fare niente al riguardo (spesso infatti non basta affidarsi ai tasselli laterali delle gomme perchè i bordi dei canali sono troppo ripidi).

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Veniamo dunque alla tecnica che vogliamo analizzare. Inutile dire che è necessaria un perfetto controllo del bunny hop classico. Mi raccomando che questo deve essere fatto con la tecnica giusta, alzando prima l’anteriore e poi il posteriore, e non tirando su le due ruote contemporaneamente, magari con l’ausilio delle tacchette. Vedremo infatti che proprio per salire su un ostacolo è fondamentale quello che possiamo definire “controllo indipendente delle ruote”. Questa definizione vuole esplicitare il fatto che le ruote della nostra bicicletta non devono sempre essere utilizzate allo stesso modo, devono essere invece utilizzate nel modo migliore per il sistema bici-rider. Come già detto in minima parte nell’articolo sulle salite ripide e viscide, ogni ruota ha il proprio compito e va trattata/caricata di conseguenza, ricordate che parlavamo di arretrare o avanzare per dare grip al posteriore o direzionalità all’anteriore. Perfetto, qui la cosa è ancor più evidente. L’anteriore ha un compito molto blando durante il salto. Al contrario assume grande importanza nella seconda fase della manovra.. come vedremo tra pochissimo. Viceversa il posteriore risulta fondamentale nel saltare e “fastidioso” nella seconda parte. (chi ha problemi su questo esercizio normalmente li ha a far salire il posteriore, che impatta sullo spigolo dell’ostacolo o non sale abbastanza ecc)

1° fase. Ollata classica. Si alza l’anteriore fin sopra l’ostacolo e si va a spingere con le gambe. Unica variante invece di rimanere centrali andiamo ad avanzare leggermente una volta che l’anteriore è già sopra l’ostacolo (ancora per aria).

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2° fase.

Ora l’anteriore sta per atterrare sull’ostacolo e il posteriore sta iniziando a salire. Ecco che arriva il bello. A questo punto ci troviamo nella situazione in cui l’ant sta scendendo, mentre il post ancora sale. Se l’ostacolo è abbastanza basso (come in foto) possiamo semplicemente finire la nostra ollata stando attenti che il posteriore non impatti, e vedremo che, anticipando l’avanzamento come appena detto nella 1° fase ci ritroveremo già pronti per guidare e con i pesi messi giusti (nel bunny hop normale avevamo tutta la fase discendente per poter avanzare e rotravare la posizione “base”). Come potete notare dalle foto l’iniziale avanzamento permette di chiudersi sulla bici, nel senso che possiamo, in aria, arretrare leggermente col sedere e portare la sella verso il ventre/petto per permettere alla ruota post di salire. Se abbiamo avanzato bene prima e rimaniamo bassi con le spalle questa mossa non genera una arretramento ma aiuta molto la ruota posteriore a salire, scongiurando il pericolo di sbattere contro lo spigolo del nostro ostacolo.

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Se invece l’ostacolo risulta più alto, o meglio risulta più alto rispetto a quanto riuscite ad ollare di base voi dovremo utilizzare una tecnica leggermente diversa in questa seconda fase. Quando parlo di ostacolo più alto lo faccio con accezione soggettiva. Ad esempio in molti hanno difficoltà anche ad ollare sul marciapiede o su una panchina di 35-40 com come quella in foto. Io inizio ad avere problemi e a dover usare questa tecnica per salire su un tavolo, quindi circa un metro. Un trialista in gamba dovrà iniziare ad utilizzare una tecnica simile abbondantemente oltre il metro. Insomma varia da persona a persona. La tecnica consiste nello sfruttare la ruota anteriore come perno per far salire il posteriore. Se abbiamo fatto le cose come dovevamo e abbiamo avanzato per bene nella prima parte ci troveremo ad un certo punto con l’ant poggiato sul nostro ostacolo e caricato del peso del corpo. Il posteriore che sta salendo e quasi completamente scarico. Ecco che ci troviamo nella condizione ideale per poter aumentare l’efficacia del nostro bunny hop (soprattutto col posteriore). Andando a caricare ancor più in avanti il peso il posteriore sarà completamente scaricato e anzi sarà forzato a salire ancor di più di quanto non avrebbe potuto fare con la ruota anteriore in fase di discesa (come in un bunny hop normale). Questo ci permetterà quindi di alzare il posteriore anche su strutture più alte del nostro “bunny hop standard”. Ovviamente però non dovremo avanzare e rimanere bloccati lì con il peso oltre l’anteriore. Quello è solo un escamotage per alzare di più il post. Quello che è interessante notare è però come questa posizione (spalle sopra o oltre il manubrio e gambe scariche, come la ruota post) ci permetterà di far letteralmente scorrere sotto di noi la bici. Ricordate il movimento di arretramento del sedere con spalle basse spiegato poc’anzi. L’idea è la medesima, le braccia si stendono verso avanti e noi cerchiamo di arretrare col sedere (ma mantenendo le spalle basse e avanzate) in modo da portarci la sella sotto la pancia (o petto per chi tiene la sella molto bassa). Questo ultimo movimento darà alla ruota posteriore quell’elevazione in più che le permetterà di salire l’ostacolo senza impattarci. Inoltre noi ci troveremo in una posizione che non sarà proprio quella base, ma con i pesi ben centrati, quindi pronti per recuperare la posizione di guida, o di pedalata ecc ecc.

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Ingrediente segreto. Niente freni.

Ovviamente il dito sul freno deve esserci sempre, pronto a frenare in caso di bisogno. Quello che mi preme dirvi è però di non utilizzare il freno, soprattutto l’anteriore, nella fase in cui si fa perno sulla ruota davanti per fare salire quella dietro. Il freno oltre a rallentarvi toglie grip all’anteriore e innesca una rotazione in avanti che di istinto andrete a compensare arretrando. Ecco che così la ruota posteriore non riuscirà più a salire di sicuro. Quello che voglio dire è che se anche potrebbe sembrare che il freno possa aiutare a far salire il posteriore in realtà non è così, dovrà essere il vostro corpo e la distribuzione dei pesi a far salire la ruota post.

ps: trovate la sequenza completa nel fotoalbum.

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