[First Ride] Sender: la nuova arma da DH di Canyon

La primavera 2016 è densa di presentazioni di nuovi prodotti. Questa volta è il turno di Canyon che ufficializza la sua nuova arma da DH, di cui si sono visti alcuni spyshot di recente. Dopo aver realizzato la Spectral e in seguito la Strive, Canyon concentra gli sforzi sulla prima bici da DH race dalla sua storia e ci presenta la Sender, un crogiolo di soluzioni messe a punto da Fabien Barel insieme agli ingegneri dello staff Canyon per offrire performance elevate in gara con un occhio di riguardo alle linee del design.

Vogliamo sottolineare che alcuni degli ingegneri che hanno sviluppato la Sender sono anche i tester che l’hanno provata ripetutamente sul campo durante i 18 mesi di studio che sono serviti per darla alla luce. Abbiamo girato con questi ingegneri/tester durante la presentazione della Sender a Faro, in Portogallo, su alcuni tracciati veramente tecnici e impegnativi, e ci siamo meravigliati di quanto fossero veloci e capaci. Un paio di loro giravano a ruota di Fabien. Per la nostra esperienza è decisamente raro trovare degli ingegneri così performanti in sella e riteniamo sia un notevole valore aggiunto per unire alla teoria della progettazione i feedback delle prove sul campo.



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Dettagli

Fabien e gli ingegneri dello staff ci hanno fornito una quantità elevata di informazioni circa il telaio della Sender quindi, contrariamente a quanto siamo soliti fare, in questa analisi statica tralasceremo i dettagli riguardanti i componenti dell’allestimento, che trovate elencati nell’ultimo paragrafo di questo articolo, per concentrarci quasi unicamente sulle caratteristiche del telaio e del cinematismo.

Il sistema di sospensione della Canyon Sender è stato progettato attorno all’ammortizzatore ad aria, per ottimizzare il funzionamento adeguando la curva di compressione alle caratteristiche proprie degli ammortizzatori ad aria, ovvero un carico di stacco maggiore rispetto agli ammortizzatori a molla, una parte centrale lineare e fluida e una parte terminale spiccatamente progressiva. Questa scelta è dettata, oltre che dal minor peso, dalla facilità di setting dei moderni ammo ad aria che, a parità di idraulica rispetto alla versione a molla, consentono maggiormente di cucirsi addosso la sospensione lavorando sul volume dell’aria. La stessa curva di compressione del cinematismo rappresenta il focus principale del progetto Sender. Fabien Barel ha voluto concentrare il lavoro di progettazione partendo dalla possibilità di gestire la curva di compressione nei vari prototipi per individuare quella ottimale da applicare al telaio definitivo, non solo a livello teorico ma anche grazie alle ripetute prove in pista. L’obiettivo era quello di ottenere tre fasi principali durante l’escursione:

  • Prima parte estremamente sensibile, per minimizzare il carico di stacco degli ammo ad aria e offrire un elevato contatto della ruota a terra, fino alla zona di sag.
  • Seconda parte, quella centrale, stabile ed efficace nel bilanciare l’affondamento dovuto agli impulsi ricevuti dal terreno rispetto a quelli generati dal rider. Il concetto di Canyon è che la sospensione non serve prevalentemente ad assorbire gli urti, per i quali si utilizzano gambe e braccia, piuttosto a fornire il massimo controllo della bici grazie al grip delle ruote a terra, quindi una sospensione stabile nella sua parte centrale permette al rider di pompare la bici che gli restituisce velocità e dinamismo, senza perdere energia nell’affondamento delle sospensioni.
  • Parte finale moderatamente progressiva per attenuare la forte progressività degli ammo ad aria e fornire una sensazione di maggior escursione (bottomless). Qui il rider ha margine di personalizzazione grazie ai token da inserire nella camera d’aria dell’ammortizzatore.

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A livello meccanico, il cinematismo si suddivide in due parti con due compiti ben distinti. Il sistema di sospensione vero e proprio, a cui è affidato il percorso ruota, è un quadrilatero con giunto Horst, come consuetudine dei prodotti Canyon. Il posizionamento degli infulcri permette di gestire le quote di antirise e di antisquat in modo da rendere la Sender efficiente sia in relazione alle forze indotte dalla frenata che a quelle indotte dalla pedalata. Questi infulcri ruotano su cuscinetti sigillati: due cuscinetti per lato nel giunto Horst e cuscinetti maggiorati nei restanti 3 punti di infulcro. I due perni principali che collegano il cinematismo al telaio sono di dimensioni maggiorate e per il loro serraggio, in caso di manutenzione, si utilizza una chiave per cassette pignoni.

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L’attivazione dell’ammortizzatore, e di conseguenza la gestione della relativa curva di compressione, è affidata invece a due leveraggi che lavorano in trazione, quindi di fatto svincolati dalle forze di spinta a cui sono sottoposte le parti del cinematismo che controllano il percorso ruota. Grazie a questa caratteristica, questi link possono ruotare su boccole plastiche invece che su cuscinetti, dato l’attrito praticamente nullo. Per facilitare ulteriormente il lavoro di questi leveraggi, la connessione tra loro è leggermente flottante. Una questione di pochi decimi di millimetro che permette all’ammortizzatore di lavorare sempre in asse, centrandosi automaticamente nel momento in cui i leveraggi vengono tirati. Inoltre, tramite questo sistema di leveraggi, Canyon posiziona l’ammortizzatore perfettamente al centro del telaio, per una distribuzione dei pesi il più bilanciata possibile.

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Sullo snodo che assembla fodero alto, biella e leveraggio dell’ammo, troviamo un pratico riferimento per verificare il sag corretto, previsto da Canyon al 30% dell’escursione. Il misuratore è posizionato sulla parte alta dello snodo affinchè si veda comodamente stando seduti in sella, senza doversi sbilanciare per raggiungerlo con lo sguardo.

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Dopo numerosi prototipi in alluminio, serviti a raggiungere le feature definitive, il telaio della Sender vede la sua costruzione definitiva in carbonio, conservando però l’intero carro in lega di alluminio perché ritenuto da Canyon il miglior compromesso tra robustezza e rigidezza senza gravare in modo significativo sul peso, nonché tenendo basso il costo di produzione e il prezzo finale della Sender. In merito al corretto compromesso tra rigidezza e robustezza, anche il triangolo principale in carbonio adotta fibre miste con uno spessore complessivo generoso, per fornire robustezza e la giusta elasticità senza concentrarsi esclusivamente sulla riduzione di peso e sulla rigidezza, che non sono gli unici aspetti da tenere in considerazione su di un telaio da DH. Le fibre sono assemblate con tecnica di bladder molding, quindi con una membrana pressurizzata che si occupa di comprimere le fibre dall’interno del telaio verso lo stampo. Canyon si appoggia a 3 fabbriche a Taiwan per la produzione del carbonio e in ognuna di questa gode di un reparto di produzione separato per salvaguardare il know how e alcuni segreti di produzione. Nei test di fatica e rottura il triangolo in carbonio della Sender ha resistito a un carico superiore a 1,5 tonnellate.

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Canyon, sulla Sender, ha adottato quote geometriche moderne, con lunghezza del top tube generosa e altezza generale ridotta, per favorire una posizione di guida centrale che consenta di caricare agevolmente il peso sulla ruota anteriore. L’angolo di sterzo è regolabile tramite apposite calotte eccentriche della serie sterzo che variano di +/- 1° la posizione del cannotto della forcella rispetto ai 63° forniti dalle calotte standard.

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Variando la posizione di un apposito inserto integrato nei forcellini, anche la lunghezza del carro si può modificare dalla misura molto compatta di 430mm a quella più estesa di 446mm, per fornire maggiore stabilità su piste con determinate caratteristiche. A seguito dello spostamento del perno ruota, occorre cambiare anche il fissaggio del supporto della pinza del freno, già predisposto con due coppie di fori in relazione alle due differenti posizioni da adottare.

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Un altro punto cardine della progettazione e costruzione della Sender è basato sulla silenziosità della bici durante il suo utilizzo. In realtà Canyon definisce questo punto come una sinergia di tre fattori: silenziosità, protezione e integrazione funzionale. Questi tre fattori li ritroviamo in alcuni dei dettagli che arricchiscono il telaio della Sender. Il primo è il batticatena integrato, realizzato in gomma a doppia mescola, con parte superiore in mescola morbida per assorbire il rumore provocato dalla catena che sbatte, mentre la carcassa è in mescola più dura per dare struttura all’intero batticatena e proteggere il fodero lateralmente.

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Stesso concetto sul fodero basso del lato non-drive, dove troviamo una protezione in gomma del tutto simile al batticatena ma di dimensioni ridotte, realizzata in mescola dura, per proteggere il carro dallo sfregamento del tallone. Si può spostare per essere posizionato esattamente in corrispondenza del tallone del rider.

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Anche la parte inferiore e terminale del tubo obliquo è riparata da un’apposita protezione in gomma integrata nella forma del telaio e fissata tramite due viti. Grazie alle dimensioni generose offre una protezione abbondante. La mescola della gomma con la quale è realizzata è di durezza media, quindi una via di mezzo tra le due mescole del batticatena, per offrire resistenza ma anche un minimo di assorbimento.

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I finecorsa della forcella, integrati ai lati della zona sterzo del telaio, servono anche da porta di ingresso per tubazioni e guaine che scorrono all’interno del telaio. Il passaggio dei cavi è estremamente ordinato, anche grazie alla guaina termorestringente che congiunge in un’unica soluzione la tubazione del freno posteriore con la guaina del cambio.

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Un dettaglio interessante del passaggio interno dei cavi è dato dalla tubazione interna in gomma soffice e leggera che ospita il passaggio cavi per tutta la sua lunghezza, eliminando qualsiasi rumore dovuto al movimento dei cavi stessi all’interno del telaio e facilitandone anche l’inserimento.

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La porta di uscita dei cavi, posta poco sopra al movimento centrale, è formata da una profonda feritoia a V in gomma, che permette ai cavi di seguire il movimento del carro e quindi di rimanere stabili quanto più possibile.

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Sulla Sender troviamo di serie un parafango dalle dimensioni generose che ripara l’ammortizzatore da fango, acqua e detriti sollevati dalla ruota posteriore. È rigido ma è realizzato in plastica molto flessibile affinchè non si spezzi e non si danneggi in caso di urti.

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La cura dei particolari e la pulizia delle linee passa anche per i piccoli dettagli, come il collarino reggisella integrato, con finitura anodizzata del colore associato a quello del telaio: nero sulla colorazione Stealth, rosso sulla Volcano Red e blu sulla Abyss Blue.

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Il design della Canyon Sender è stato oggetto di studi e di cure per quanto riguarda simmetrie e proporzioni, che integrano i dettagli funzionali del telaio. Il top tube e il fodero alto tracciano una linea continuativa, interrotta a metà da un design a V formato dalla biella e dal piantone sella, simmetrici tra loro. Anche la parte terminale dell’obliquo crea una linea parallela al top tube, generando una reciprocità di linee che rendono il design del telaio armonioso e geometricamente bilanciato.

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Una curiosità sull’ammortizzatore dell’allestimento 7.0, ovvero il più economico dei tre proposti da Canyon. Per questo allestimento FOX ha prodotto appositamente per Canyon una versione dell’ammortizzatore Float X2 in versione economica, per offrire anche ai clienti con budget ridotto la possibilità di utilizzare un loro ammortizzatore di nuova generazione. Si tratta di una versione semplificata con regolazioni esterne di compressione e ritorno solo alle basse velocità e priva di finitura Kashima. Per il Float X2 Performance della Sender 7.0, così come per quello Factory della Sender 9.0 e per il RockShox Vivid Air R2C della Sender 8.0, Canyon ha studiato in collaborazione con i rispettivi produttori un tune custom, soprattutto sulla compressione alle alte velocità, per conformare al meglio gli ammortizzatori secondo le caratteristiche del cinematismo.

Geometrie

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In azione

Accompagnati, o meglio, “tirati” da Fabien Barel e dai veloci ingegneri di Canyon, abbiamo messo alla prova la Canyon Sender in allestimento 9.0 nel bike park di Ride Portugal, su una serie di tracciati estremamente impegnativi, ripidi, rocciosi e pieni di gap e step down. Non lasciatevi ingannare dalle foto in azione, che per comodità logistiche sono state scattate in fondo al tracciato più vicino alla base operativa, perchè i tracciati di Faro hanno veramente tutte le carte in regola per mettere alla prova una bici da DH race come la Sender.

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Sin dal primo giro abbiamo apprezzato la posizione di guida congeniale della Sender, come se ci fosse stata cucita su misura da un sarto. Le geometrie sono calibrate ottimamente e si nota la mano di Barel, che ha portato in Canyon il concetto delle geometrie lunghe e basse che ormai stanno adottando praticamente tutti, ma che lui ha iniziato a promuovere per primo già diversi anni or sono. Grazie alla distanza front/center aumentata e al movimento centrale piuttosto basso, ci si trova perfettamente “dentro” la bici. Una sensazione che si traduce in grande confidenza con il mezzo anche nei tratti più ripidi e tecnici, nonché in una straordinaria facilità di indirizzare la bici con dei movimenti del corpo minimi rispetto a quanto richiesto da altre bici. Di questo ce ne siamo resi conto non solo durante la guida ma anche a fine giornata, quando eravamo ovviamente stanchi per l’intensa giornata di riding, ma non avvertivamo affaticamento muscolare, segno che la Sender è in grado di essere guidata facilmente, facendo risparmiare energie preziose in gara.

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Anche le sospensioni, il cui set up è stato curato direttamente dai tecnici FOX presenti durante il test, hanno avuto un ruolo determinante nel rendere la guida della Sender efficace e poco affaticante, nonostante i tracciati decisamente impegnativi. Il cinematismo della Sender richiede una guida molto flow per dare il meglio di sé e tradurre in velocità le sue doti di sensibilità e stabilità. In termini di efficacia della sospensione, se si guida in modo nervoso e aggressivo la Sender si comporta come tante altre bici sul mercato, anzi, risulta anche un filo pigra. Viceversa se si adotta una guida flow, leggendo al meglio il terreno e pompando con le gambe su ogni asperità piuttosto che scattare sui pedali, la Sender sfrutta al massimo la stabilità del cinematismo restituendo velocità e prontezza, garantendo al contempo un ottimo assorbimento anche nelle sezioni più sconnesse.

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Conclusioni

Canyon approda al mondo della DH race con un mezzo all’avanguardia, curato nei dettagli, nel design e soprattutto nella progettazione, con un sistema di sospensione e delle geometrie mirati alle performance agonistiche. I componenti di ottimo livello per tutti e 3 i diversi allestimenti e i prezzi assolutamente competitivi rendono la Sender non solo un’ottima DH “ready to race”, ma anche una bici interessante per gli amatori che cercano un mezzo veloce e performante con cui divertirsi in bike park.

Allestimenti e prezzi

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Canyon Sender CF 7.0: €3.599 – Disponibile in colorazione Abyss Blue o Volcano Red
Canyon Sender CF 8.0: €4.299 – Disponibile in colorazione Stealth o Volcano Red
Canyon Sender CF 9.0: €4.799 – Disponibile in colorazione Stealth o Abyss Blue

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Canyon

 

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