Primo assaggio dei Magura MT8

Lo scorso weekend sono stato per voi a Port d’Andratx a Mallorca per un primo contatto con i nuovi prodotti di Magura e dei suoi partners. In particolare grande  protagonista è stata la nuova linea di freni MT a cui già vi abbiamo introdotto qualche settimana fa. Potete dare un’occhiata al comunicato stampa qui, dove trovate anche pesi e prezzi: http://www.mtb-forum.it/freni-magura-2012/.
Dopo essere atterrati e trasferiti all’albergo, noi del primo gruppo siamo stati accolti dalla direzione del marketing e da due ragazzi del product management, che ci hanno presentato la nuova linea ed hanno risposto alle nostre domande.

La linea MT



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I modelli sono quattro: MT8, MT6, MT4, MT2; il modello su cui ci siamo concentrati e che abbiamo potuto provare è il top della famiglia Mission Team: l’8.

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La novità che maggiormente salta all’occhio sta nel fatto che la pompa sia costruita con la nuova tecnologia Carbotecture: si tratta di fibre di carbonio inserite in una matrice termoplastica. Tra i molti video che Magura ha preparato per la presentazione del freno, vi consiglio di vedere questo, che alimenta una grande curiosità sul nuovo materiale (al 0:50 il tecnico al lavoro è Matthias Schmidt, product manager che ci ha presentato il freno a Mallorca). La pompa di MT8 e 6 è in Carbotecture SL (ovvero solo carbonio) mentre quella di MT4 e MT2 in Carbotecture (con aggiunta di fibre di vetro, un po’ più pesante). Le pinze sono invece tutte in lega ed in un unico pezzo tranne quella di MT2, che è divisa in due, anche se alcuni depliants assegnano erroneamente il “double arch single piece caliper design” anche a quest’ultima.

Molto apprezzabili dettagli come giunzione tubo-pinza orientabile; design flip-flop della pompa; compatibilità con matchmaker; possibilità di attaccare allo stesso collarino anche il comando remoto delle forcelle Magura: tutti contribuiscono a tenere la bici in ordine senza giri forzati nei tubi e senza troppi collarini (e di conseguenza limitazioni sulle posizioni dei comandi) sul manubrio.

Il design un po’ freddo dei freni precedenti come il Marta (parlo in particolare della pompa) è stato abbandonato e sostituito da uno forse meno particolare ma che probabilmente non solo a me piace di più. Ho ragione? Ditemelo pure rispondendo al topic!

Altra curiosità: le pastiglie sono disponibili in due mescole diverse. Non però le classiche organica e metallica ma due diverse mescole organiche: una che non scende a compromessi e punta alle massime prestazioni; l’altra che, con un occhio al portafoglio, offre una durata maggiore. L’ampia apertura nella parte superiore della pinza è sempre la benvenuta ed aiuta a tenere sotto controllo con facilità l’usira delle pastiglie. Non mi dilungo nel ripetere ulteriori dettagli tecnici che trovate nel comunicato stampa linkato più in alto.

E’ interessante che Magura abbia fatto di tutto per costruire il “freno totale”, che vada bene per tutto e tutti, quindi i modelli non sono differenziati per destinazione di utilizzo. Nei progetti della casa tedesca non ci sarebbe quindi da stupirsi se un rider montasse il freno MT8 (ad esempio) sia sulla bici da freeride che sulla front da xc.

La prova sui trails: ultime regolazioni sul campo ed assaggio delle prestazioni

Basta con la tecnica, è ora di mettere le mani sui freni!
Sabato mattina ci vengono forniti equipaggiamento e biciclette. Il giro nei paraggi di Porto d’Andratx si è tenuto su sentieri dal fondo di terra compatta e rossa, dalla quale spuntavano numerose rocce di diverse dimensioni. La ghiaia che ricopriva alcuni tratti rotolava sotto i pneumatici aumentando il livello di sfida. Le esperienze di chi aveva già  fatto quel giro suggerivano una pressione piuttosto alta nelle gomme per evitare pizzicature, che anche nel nostro gruppo non sono poi mancate.

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Preso posto in sella, mi accorgo con piacere che i comandi cambio sono ordinatamente fissati al collarino del freno MT8, compatibile con SRAM Matchmaker. La prima salita passa in fretta e subito arriva il momento di indossare le protezioni. Chiedo a Florian, che si occupa del supporto tecnico, di avvicinare le leve al manubrio. Per farlo usa una chiave Torx T25. Solo MT4 ha la regolazione tramite pomello della distanza leva-manubrio.

Ne parlerò col responsabile marketing, che mi darà le ragioni di Magura. Come potrete immaginare, innanzitutto per ottenere bassi pesi bisogna rinunciare a qualche comodità. La regolazione della distanza non è poi una di quelle che si variano spesso, una volta trovato il corretto set up, e dal momento che una chiave T25 è presente nella maggioranza dei minitools, l’assenza di una regolazione tool-free non è parso poi un handicap tanto grave. E poi ciò che non c’è non può rompersi! La stessa chiave serve per lo spurgo, il fissaggio al manubrio e l’aggancio delle pastiglie alla pinza, il che semplifica le cose.

Torniamo a noi: la discesa è discretamente tecnica e le rocce minacciose, non possiamo più farci distrarre dal blu intenso del mare, che sembra messo li apposta per come contrastare col rosso-bruno del percorso. I primi colleghi partono…

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Bene, tocca a me. Via! Il grande disco davanti (200mm) e quello perfettamente dimensionato da 180mm al posteriore fanno si che il limite si senta molto prima nell’aderenza dei copertoni che nella forza con cui devo tirare le leve. Dal momento che sono un minibiker (176cm x 58kg), non mi è permesso di mettere alla prova potenza e stabilità dei freni, che sono più che sufficienti in ogni condizione.

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D’altro canto non dimentichiamo che sono qui per un assaggio e non certo per un test. L’assaggio che ho fatto però nella prima discesa aveva un gusto molto buono, e se dovessi descrivere il freno con una sola parola sceglierei “intuitivo”. Forse vi sareste aspettati dei termini più convenzionali come “modulabile” o simili, ma questo è quanto mi è passato per la mente mentre scendevo. L’impressione che ho avuto è che il freno faccia molto bene quello che – di volta in volta – si vuole che faccia, e quasi perdoni qualche piccolo errore impedendo che la ruota si blocchi quando non deve. Insomma ci si può fidare.

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Pedala pedala pedala si fa ora di pranzo e ci riuniamo al primo gruppo per un picnic sulla spiaggia.

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Dopo la sosta ristoratrice si riparte ed il gruppo si divide nuovamente: chi vuole può fare una variante più lunga, con una salita lunga e martellata dal sole ed una discesa molto tecnica. Chi non se la sente può fare un giretto più breve. Un po’ spaventato dalla descrizione del tracciato, scelgo comunque la prima opzione. Per fortuna un forte vento ci rinfresca ed alcune soste per le foto rendono la salita molto rilassata. Arrivati in cima alla forcella, una discesa sempre molto ghiaiosa ci porta all’imbocco di un singletrack, tecnico ed un po’ salitoso.

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La vegetazione, non contenta di accarezzarci gli avambracci animata da una strana voglia di lasciare il segno, nasconde spesso ostacoli che sarebbe invece bene vedere in anticipo: queste sono occasioni in cui il gusto della scoperta può essere piuttosto amaro!

Nelle discese più larghe e tranquille freno con un po’ di costanza in più. Sarebbe bello avere guanti senza dita per vedere se la ricerca di Magura sull’ergonomia, in collaborazione con l’università tecnica di Dresda e con i molti visitatori degli stands Magura alle fiere ha avuto effetto positivo. Una corretta forma per la leva non è solo questione di comodità, ma dalle ricerche emerge che è facile tirare con forza maggiore una leva con un corretto profilo. La leva è un pochino più alta di quella a cui sono abituato ed attraverso il guanto da un feeling che a me piace molto. Solo per il modello più costoso e leggero dei freni la leva è in carbonio, ottenuta con una tecnica di nome Carbolay, che orienta le fibre lungo le direzioni di maggior sollecitazione.

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Estendendo il discorso dell’ergonomia, una cosa che i questo freno non si nota è il rumore. Da questo punto di vista la scelta di adottare solo pastiglie organiche si è rivelata vincente ed il mio impianto con dischi Storm SL si è dimostrato molto silenzioso.

Conclusioni

Il primo breve contatto con il nuovo nato della casa di Bad Ulrach è stato molto convincente per le scelte e le soluzioni tecniche adottate, che fanno proprio pensare ad un prodotto costruito da bikers per i bikers. In particolare è lodevole lo spirito d’iniziativa nella ricerca del materiale più adatto, sfociata nella proposta del primo freno con pompa in carbonio – o meglio Carbotecture, dato che non è proprio la stessa cosa.

Anche per quanto riguarda le prestazioni sul campo, il freno si comporta molto bene in tutti gli ambiti che definiscono il “performance factor” di Magura, a partire dal peso di 279g per il freno davanti completo di disco Storm SL da 160mm. Anche modulabilità ed ergonomia mi sono molto piaciute aumentando la voglia di provare il freno a lungo, magari cercando di portare al limite potenza e stabilità.

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