[Test] Bos Deville 160 TRC

Bos è un’azienda francese produttrice di sospensioni che deve la sua nascita ad Olivier Bossard, ai tempi ingegnere per SUNN Bikes, che ha collaborato nello sviluppo del marchio di bici francese quando i rider da loro sponsorizzati erano gente del calibro di Anne Caro Chausson, Nico Vouilloz, Fabien Barel e Cedric Gracia. La passione di Bossard per il rally l’ha portato a lavorare con team del calibro di Mitsubishi, Subaru e Renault, per poi tornare ad occuparsi di sospensioni per mountain bike in tempi recenti.

Bos è considerata un marchio di nicchia, vuoi per la sua attuale scarsa diffusione (le cose dovrebbero cambiare in Italia con il nuovo importatore), vuoi per la cura nella realizzazione dei prodotti. Ricordiamo che proprio quest’anno Bos ha presentato un ammortizzatore ad aria da abbinare la Deville, il Kirk. Pensato per l’enduro, questo ammo é in fase di test da parte della nostra redazione.



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Bos ci ha mandato, tramite il suo distributore italiano DSC, una Deville 160 TRC da provare. Si tratta di una forcella ad aria da Enduro, che abbiamo montato su una Santacruz Bronson Carbon.

Caratteristiche

Come dice il nome, la Deville ha 160mm di escursione fissa, quindi non è abbassabile. È una forcella espressamente pensata per l’enduro, quindi per un uso gravity, ma il suo peso di 2090 grammi non costituisce un ostacolo a lunghe salite pedalate. La cura costruttiva salta all’occhio appena si guardano i pomelli per le regolazioni, tutti in alluminio e ben gestibili con o senza guanti.

È dotata di quattro regolazioni:

  1. ritorno.
  2. Compressione alle basse velocità.
  3. Compressione alle alte velocità.
  4. TRC, che rimpicciolisce la camera d’aria rendendo la forcella molto più progressiva (dettagli sotto).

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In merito alla compressione ricordiamo che per “alta” e “bassa” velocità si intende quella di affondamento della forcella, per un approfondimento vedere questo articolo del Tech Corner. Il pomello del ritorno è posizionato in coma allo stelo destro, mentre i due controlli della compressione sono in fondo allo stesso stelo.

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Il pomello rosso controlla la compressione alle alte velocità, quello grigio alle basse.

I due pomelli che vedete nella foto qui sopra regolano la compressione con 28 click ciascuno. Il fine tuning è dunque molto ampio, a seconda delle esigenze del rider. I pomelli si lasciano girare senza fatica con le dita e i click sono ben marcati e dunque facili da contare. Le differenze nella compressione si notano bene ogni (circa) 3-4 click.

Sulla parte superiore dello stelo sinistro si trova la valvola per l’immissione dell’aria e la levetta del TRC (Twin Rate Curve). Questo si attiva muovendola di soli 45°. Il suo effetto é quello di rimpicciolire la camera dove si trova l’aria, rendendo la sospensione molto più progressiva. Diciamo che è un comando pensato per quando si pedala in salita, o quando si affrontano discese molto ripide e lente, perchè la forcella, indurendosi, affonda di meno. La sua sensibilità iniziale rimane invariata.

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Il perno passante è di 20mm, con un sistema di chiusura a vite a cui si aggiunge un quick release sullo stelo destro. Il perno si lascia svitare grazie ad una leva estraibile dalla parte terminale del perno stesso. Gli steli sono da 34mm.

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Bos produce anche degli adattatori per i perni da 15mm. Per chi ha una ruota con passaggio da 15mm, non c’è dunque bisogno di cambiare il mozzo o il suo adattatore (spesso quest’ultima é un’operazione ostica). Internamente la Bos Deville funziona con idraulica a bagno aperto.

In azione

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La prima cosa che si nota usando la Deville è la sua sensibilità. La forcella è molto burrosa, sensibile ai piccoli urti, non sembra neanche una forcella ad aria. Anche da fermi, basta appoggiarsi leggermente sul manubrio perché lei reagisca. La conseguenza di questa caratteristica è una ruota anteriore che sta ben incollata al terreno e che non trasferisce le vibrazioni delle piccole asperità al rider.

Il secondo aspetto che ci ha convinto subito è quando sia sostenuta, nel senso che sul ripido non affonda per il cambiamento della distribuzione dei pesi sulla bici. L’escursione è ancora lì, quasi tutta da usare quando serve. Chi gira spesso su lenti sentieri alpini sa apprezzare questa qualità.

Ma forse la cosa di cui sentivamo da qualche stagione la mancanza era la regolazione della compressione alle alte e alle basse velocità. Certo, non è una cosa con cui tutti vogliono confrontarsi, perché richiede del tempo per trovare il proprio setup preferito, ma se si vuole adattare la propria forcella al proprio stile di riding e soprattutto ai sentieri che si affrontano normalmente, non c’è niente di meglio che avere i due magici pomelli della Bos Deville. Dimenticatevi delle tre posizioni della compressione prefissate, che trovate nelle maggior parte delle forcelle della concorrenza. Qui è richiesta una fase di prova un po’ più lunga, ma una volta che avrete stabilito il feeling con la Deville sarà un gioco da ragazzi indurirla o ammorbidirla quando necessario.

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Bos consiglia due setup iniziali diversi riguardanti il ritorno e la compressione alle alte e basse velocità, a seconda se si gira per divertirsi o in gara. Partendo da questi, è facile sperimentare a proprio piacimento. Rimane il fatto che la variabile principale è la pressione dell’aria. Trovata quella giusta (sul sito di Bos c’è una tabella con i pesi e con le pressioni), il resto viene con il tempo.  Da notare che il tipico sibilo della forcella che ritorna in estensione è piuttosto accentuato.

La Deville è piuttosto progressiva verso il fondo corsa ma, anche qui, il suo comportamento è modificabile attraverso la regolazione della compressione alle alte velocità: chiudendola diventerà più progressiva, aprendola userete più facilmente tutta l’escursione. Rimangono comunque molto progressivi gli ultimi due centimetri di corsa, quelli che vi salvano quando fate un errore ed evitano che gli impatti più grossi arrivino alle vostre braccia. In fase di forti compressioni questi ultimi centimetri si fanno apprezzare alla grande, sia che si tratti di un drop che di un avvallamento preso a tutta velocità.

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Il perno da 20mm piacerà a chi é convinto che questo assicuri una rigidità tangibile alla forcella. In pratica ci sono altri fattori più importanti, secondo noi, come l’ammontare di materiale usato per la costruzione, che si ripercuote nel peso. 2,090 kg non sono un peso record, ma neanche uno da impensierire chi si pedala tutte le salite. In compenso la Deville, a sensazioni, risulta più rigida di una Rock Shox Pike o di una Fox 34.

Un aspetto che ci ha impressionato é la giocosità di questa forcella. Pompando la bici sugli ostacoli naturali che si trovano su un sentiero la Deville reagisce molto bene, dando a tutta la bici una vivacità piuttosto unica. Complice, di nuovo, la regolazione della compressione che la rende bella sostenuta e attiva in ogni situazione, se la si setta per bene.

Problemi riscontrati durante il test

Alcuni dettagli che secondo noi andrebbero migliorati:

  1. adesivi: sono molto delicati, si rigano velocemente.

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  1. La levetta del perno passante é piuttosto corta e se si serra con troppa forza il perno può risultare difficile svitarla. Bisogna dire che non serve stringere con forza, dato che il quick release evita che il perno si possa muovere dalla sede.

Sull’affidabilità non possiamo dire molto, perché stiamo usando questa forcella da sole due settimane. Anche se a ritmo intenso (la sola scorsa settimana l’abbiamo portata fuori 6 volte) questo arco di tempo non é sufficiente per verificare la sua tenuta complessiva. Comunque continueremo ad usarla, se ci fossero delle novità le posteremo qui.

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Il nostro setup

Per un rider dal peso di 71 kg nudo (quindi circa 76 kg vestito e con zaino leggero) abbiamo trovato due setup diversi fra di loro che ci sono piaciuti molto. I click si contano dalle posizioni chiuse dei pomelli.

  1. Pressione aria: 83 PSI (circa 27% di sag), ritorno 15 click, compressione alte velocità 18 click, basse velocità 15 click.
  2. Pressione aria: 93 PSI (circa 20% di sag), ritorno 16 click, compressione alte velocità 25 click, basse velocità 28 click (completamente aperta).

Il primo setup è quello consigliato dal Bos, a cui abbiamo tolto 3 click alla alte velocità. In questo caso la forcella é sostenuta, molto sensibile e decisamente progressiva negli ultimi cm di corsa.

Con il secondo setup la Deville diventa più sportiva, nel senso che trasmette di più le asperità del terreno al rider, ma nei medi e grandi impatti sfrutta meglio tutta la corsa, riducendo quella parte che con l’altro setup risultava molto progressiva. Nei tratti ripidi risulta ancora più sostenuta del setup #1.

Conclusioni

La Deville è una forcella pensata per il rider smaliziato a cui piace sperimentare per trovare il setup più confacente a seconda dello stile di guida e del terreno, grazie alle regolazioni della compressione alle alte e alle basse velocità. La sua sensibilità, insieme al non insaccarsi sul ripido, ne fanno un prodotto molto ben riuscito che strizza l’occhio a chi si muove su terreni tecnici ed alpini o fa competizioni. I racer apprezzeranno molto la progressività di fine corsa. Non possiamo che consigliarla.

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Info

Distanza dell’archetto dal mozzo: 555mm (versione da 27.5″).
Disponibile per 26″ e 27.5″.
Prezzo: 1190 Euro

Importatore e centro d’assistenza: DSC (presente anche sul forum con sezione).

Bosmtb.com 

Paragoni con la concorrenza

Molti ricorderanno il nostro test della Rock Shox Pike. Per noi, quella forcella rappresenta il punto di riferimento a livello enduro, le motivazioni potete leggerle direttamente nel test. Dobbiamo però ammettere che un rider smaliziato o più corsaiolo ha nella Bos Deville un’opzione forse ancora più interessante. Se a livello di sensibilità le due forcelle sono molto simili, quando si devono settare per il terreno o lo stile di guida la Bos rappresenta, ad oggi, il meglio che si può trovare in giro. Proprio grazie alle efficaci regolazioni della compressione la Deville è una sorta di coltellino svizzero delle sospensioni, adattabile ad ogni situazione.

D’altro canto, il rider meno infoiato non apprezzerà la decisa progressività verso la fine della corsa, che ha come conseguenza un non utilizzo di circa 2 cm di escursione se non si porta la bici al limite. Per questo tipo di biker continuiamo a consigliare la Pike.

Oggi durante le ultime prove (il rider davanti monta la Deville)
Oggi durante le ultime prove (il rider davanti monta la Deville)
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