[Test] Commencal V3 Supreme DH

Questa volta tocca al mezzo da DH della casa di Andorra.

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Nonostante siano ormai passati a GT dall’anno scorso, tutti ricordano questa bici come il mezzo della famiglia Atherton. Anche le grafiche utilizzate riprendono quelle della livrea dei fratelli (e sorella) inglesi.

Partiamo proprio da qui, l’impatto estetico. Visto che le bici sono ormai dei gioielli e costano come tali, anche l’occhio vuole la sua parte. Questo concetto sembra ben insito nella mente di chi ha realizzato le grafiche, a mio avviso molto azzeccate e “racing” su un colore veramente bello quale il “giallo fluo opaco”. Proprio questa finitura particolare rende la bici diversa dagli altri fluo (lucidi) in circolazione e quindi ancora più distinguibile dagli altri mezzi a due ruote. Anche il montaggio proposto da Dangerzone risulta davvero gradevole alla vista e a mio avviso molto racing.

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Visto l’appariscenza del telaio, il contrasto dato dai pezzi “all blacks” dona quel tocco di serietà alla bici che la fa apparire come un mezzo cattivo e non “giocoso”. Anche le ruote, che tendono leggermente al marroncino con un colore che potremmo definire “fumè”, riprendono gli steli della forcella e le zone grigie delle grafiche sul telaio e non stonano affatto. Inspiegabile il guidacatena rosso ma si vede poco e non disturba.

In pratica quando tiravo già dal furgone questa bici non c’era rider (e non solo) nel parcheggio che non si girasse a dargli un occhio. Per qualcuno questo è un pregio, ad altri non interessa. Ritornando al discorso delle bici-gioielli penso sia comunque importante sottolinearlo.

Analisi statica e montaggio

Telaio

Potete vedere le geometrie nell’immagine sottostante (da sito commencal)

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Il telaio si presenta con la sua linea new school con pesi concentrati in basso, ammortizzatore e mov centrale rasoterra, angolo di sterzo aperto e un grande lavoro di progettazione per irrigidire le zone cardine. Impressionante è l’asimmetria della zona della culla che contiene la sospensione per permettere di avere una grande rigidità della zona stessa e di far stare, contemporaneamente, il guidacatena e tutti gli altri componenti della trasmissione, lasciando comunque spazio anche per gli ammortizzatori più voluminosi da dh.

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Il passaggio cavi interno inoltre rende la linea della bici davvero bella e protegge i cavi durante le cadute.

Non molto furbo il foro di uscita del cavo del freno posteriore che obbliga all’uso di una fascetta per farsí che il cavo di non tocchi il disco posteriore. Si perde così un po’ della pulizia visiva del complesso.

Le saldature son ben fatte e regolari, così come la verniciatura. Nonostante tanti colpi e “sassate” infatti, il colore ha retto bene, mostrando qualche segno di cedimento solo sotto al mov centrale dove probabilmente avrò impattato qualche pietra durante il test.

Molto bello esteticamente e funzionale il parafanghino che copre l’ammo, purtroppo nega l’accesso alla regolazione del ritorno. Visto che io amo poter regolare al volo il ritorno in base a ciò che sto facendo, l’ho smontato per comodità. Il montaggio e smontaggio è comunque molto rapido e affidato a due piccole brugole.

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La rigidità del carro è palese e sempre apprezzata. Ho notato che è possibile variare con adattatori la lunghezza del carro stesso. Purtroppo non avendo i pezzi per farlo non ho potuto sperimentare ma apprezzo la possibilità offerta da queste soluzioni che senza stravolgere la bici permettono di avere un mezzo più reattivo e agile (carro corto) o più piantato e stabile sul veloce (carro lungo)… o una via di mezzo come il mezzo provato da me.

Le geometrie del telaio sono azzeccate e danno un feeling immediato sul mezzo. C’è da dire che essendo una bici da dh va usata come tale, caricando molto l’anteriore e “fidandosi” del mezzo, ma approfondiremo l’argomento più avanti.

Sospensioni

Partiamo dalla forcella, sicuramente il pezzo forte di questa bici. L’azienda BOS da sempre mi affascina, la forcella Idylle RaRe non faceva eccezione (RaRe sta per “race ready”). Inoltre, essendo un forte sostenitore dell’aria non potevo che essere curioso del funzionamento di questo gioiellino della tecnica. Già alla vista si vede la cura dei particolari come gli scarichi di materiale sull’archetto per risparmiare peso. Dalla prima tastata si sente che la forcella ha un ottimo scorrimento e che l’idraulica lavora perfettamente senza risucchi o rumori di sorta.

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Quello che realmente mi stupisce è che non ci sia nemmeno una indicazione sulle regolazioni, che dovranno essere inoltre fatte con un cacciavite o una chiave inglese, e mai a mano. Sinceramente non apprezzo questo tipo di approccio. Se lo vediamo in ottica super race in cui il nostro meccanico mette le mani sulla bici e noi ci limitiamo a girare sulla pista non ci vedrei niente di strano. Ma diciamo che se sono in giro a fare freeride devo necessariamente portarmi dietro cacciavite piatto e chiave inglese altrimenti non potrò regolare la forcella al volo nel momento in cui mi trovassi lontano dalla base.

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Trovo poi che aggiungere un piccolo adesivo con l’indicazione della regolazione su cui si sta andando ad agire ed in che modo influirà la nostra azione di regolazione potesse essere un ottima mossa da parte di Bos. Stesso dicasi per le regolazioni con “pomelli” da fare a mano invece che con attrezzi. A parte questo la forcella risulterà rigida e davvero performante (ma ne parleremo meglio dopo), un bel prodotto che, durante l’utilizzo, fa completamente dimenticare i disagi della fase di setting.

Per quanto riguarda l’ammortizzatore posteriore la bici mi era stata fornita inizialmente con ammo Bos Void. Innovativo ammortizzatore ad aria realizzato per la discesa. Tale ammo ha però ceduto durante il photoshooting (probabilmente per un difetto del singolo ammortizzatore).

Sono riuscito ad usarlo qualche volta e il risultato, se pur sufficiente, non mi ha entusiasmato. Purtroppo vista la rottura successiva non sono in grado di dire se questo funzionamento “mediocre” sia stato influenzato da un problema dell’ammortizzatore.

In sostituzione del Bos mi è arrivato un Fox rc4 Kashima con molla da 400lb. Decisamente diverso il comportamento con questo tipo di ammo. La bici è risultata da subito più performante e sensibile in discesa. Anche il comportamento della sospensione è cambiato leggermente, immagino per una maggiore linearità dell’ammo a molla.

Freni

Hope V2. Lavorazioni al top e estetica da urlo. Nonostante non ami la pastosità delle leve (sono abituato a Formula che hanno una risposta più secca e potente, a mio avviso con Hope sembra sempre di avere l’abs inserito) i freni si comportano bene e non danno grossi problemi in frenata in condizioni normali.

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Brutta sensazione invece con dischi sporchi o bagnati. I freni iniziano a fare rumore (come se stessi tritando qualcosa) e si percepisce una vibrazione sulla leva come se si stesse frenando a scatti. Detto questo però la frenata non risente mai di tale rumore o percezione rimanendo sempre potente e precisa. I dischi erano autoventilanti (cioè in pratica due dischi appaiati con una fessura in mezzo per far raffreddare meglio l’impianto). Sinceramente su una bici votata al racing con sospensioni ad aria e montaggio top avrei visto meglio dei dischi normali (flottanti magari) e leggeri piuttosto che questi.

Ruote

Le Crank Brothers sono veramente belle e particolari dal punto di vista estetico. Sono altresì veramente poco funzionali poiché troppo poco rigide ed a mio avviso non adatte ad essere montate su una bici del genere. Nelle curve veloci, calcando un po’ la mano, potevo sentire il copertone posteriore andare a toccare lateralmente il carro (si vede una striscia lucida in cui il copertone è rimasto segnato dal contatto con il carro posteriore, nella foto si vede la flessione indotta dalla sola forza di una mano). Insomma, belle sì, ma non abbastanza rigide per risultare performanti. Ottimi i copertoni Maxxis High Roller 2, entrambi in mescola 42shore, in particolare all’anteriore è un copertone davvero consigliato.

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Cambio

Il manettino X0 e il cambio X9 dh con gabbia corta, gruppo a 10 velocità, svolgono il loro lavoro perfettamente. In quasi due mesi di utilizzo no ci ho mai messo le mani.. e non mi son certo risparmiato in quanto a salti, fango o botte varie.

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Componentistica restante

Pedivelle Truvativ Descendant, manubrio Race Face, manopole Odi, guidacatena Gamut, reggisella Truvativ e sella Nukeproof. Tutti i componenti erano ben bilanciati e funzionali badando sicuramente di più alla performance che non all’estetica o alla ricercatezza (spesso eccessiva a mio avviso) di pezzi di nicchia. Solo il guidacatena mi ha dato qualche problema (forse errato montaggio) ad inizio test.

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Impressioni di guida

Come anticipato la posizione in sella è davvero confortevole per chi è abituato ad avere una guida da DH. Come su ogni nuova bici che non si conosce il primo approccio è quello di essere cauti e rimanere leggermente arretrati. Così ho fatto anche con questo mezzo ma l’avantreno, sin dalla prima curva, mi ha fatto capire che una guida sottomessa e “paurosa” non è adatta a questa bici. Più si pensa di dover arretrare e più in realtà dovremo stare centrali. É sicuramente una bici che, grazie al mov. centrale basso e un angolo di sterzo molto aperto (63°) permette veramente di impattare contro qualunque ostacolo senza sbalzarci oltre il manubrio. La stabilità è ottima così come la percorrenza di curva. La posizione in sella offre sicurezza e invita a spingere questa bici al limite del grip delle gomme.

Per quanto riguarda i salti anche qui la bici risulta bilanciata in aria e “leggera” da muovere/gestire. La posizione da DH (molto avanzata), obbliga ad avere già una certa confidenza col volo per poter gestire al meglio la bici, arretrare prima del salto o in atterraggio significherebbe non avere controllo e quindi è decisamente da evitare.

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La lunghezza del carro (io l’avevo in posizione media) è adeguata anche a piste abbastanza strette e tortuose. Mi sarebbe piaciuto provarla anche con il carro alla massima lunghezza per capire quanta agilità andrebbe a perdere. Sicuramente quella regolazione è da tenere in considerazione in ottica gare, per poter cucire la bici e le quote geometriche in base al percorso.

Il movimento centrale è molto basso (il che rende stabile e agile la bici allo stesso tempo) ma, proprio per questo motivo, non è stato raro impattare con pedali o bash contro qualche roccia durante le discese più dissestate.

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Vado a sensazione e non a grafici perchè penso che sia più importante saggiare una sospensione che non guardare estasiati delle curve generate da programmi di calcolo che non sempre tengono conto del comportamento dell’ammortizzatore e delle regolazioni utilizzate. La curva di compressione mi è parsa decisamente lineare nella prima parte per diventare abbastanza progressiva verso la fine con ammo ad aria (solo leggermente progressiva con ammo a molla).

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Questo sistema offre un buon assorbimento e una reattività ottima. Diciamo però che è più reattiva che schiacciasassi. Penso che questo tipo di comportamento possa essere apprezzato da chi pensa di usarla in ambito race, in cui ad un confort inferiore si preferisce una bici più pronta in uscita di curva e più leggera da muovere nello stretto. É inoltre una bici indicata per chi ha una guida molto attiva e “saltella” da una parte all’altra del percorso, meno per quei rider che trovata la linea migliore ci passano sopra qualunque cosa passi sotto le ruote. Non è indicata invece per chi ci vuole andare a spasso la domenica nel bike park senza allenamento e facendosi metà delle piste seduto.

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Come avevo anticipato, con l’ammo ad aria Bos questa reattività sui salti e alle “spinte” mi ha colpito molto, d’altra parte l’assorbimento degli ostacoli è risultato davvero un po’ scarso per una bici da DH (e ho provato anche a settare il sag ben oltre il 30% indicato dalla casa). Inoltre come succede anche con tutti gli altri ammortizzatori ad aria, la temperatura di esercizio fa cambiare sostanzialmente il comportamento della sospensione. In teoria più un ammo è grosso meno si nota questo comportamento, in realtà si può comunque percepire un irrigidimento della sospensione dopo pochi impatti e quindi una gestione difficile delle regolazioni che vanno fatte “a caldo”. Ad ogni modo non so se questa poca sensibilità fosse data da un problema dell’ammo (che come detto ha ceduto a metà della prova) o se fosse insita nell’ammo stesso. Sarebbe ottimo poterne provare un altro anche su un’altra bici più avanti nella stagione.

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Con il Fox RC4 il comportamento cambia sensibilmente. La bici assorbe decisamente meglio, senza però perdere troppo dal punto di vista “prontezza” su salti e uscita di curva. Un accoppiamento migliore dal mio punto di vista, che rende la bici più performante e più “friendly”.

La forcella invece, pur ad aria, lavora davvero in modo egregio. In frenata l’idraulica lavora bene ed evita quei fastidiosi spostamenti di carico. Anche la rigidità è ottima e l’assorbimento degli ostacoli come l’atterraggio da salti e drop sempre impeccabile.

Conclusioni

I LIKE (componente o aspetto della bici che mi è piaciuto di più)

1st- Forcella Bos Iidylle RaRe !

2nd- Posizione in sella da vera DH.

3th- cambio x9 DH, sempre perfetto.

 

I DISLIKE (componente o aspetto della bici che non mi è piaciuto)

1st- Ruote Crank Brothers SAGA

2nd- Foro di uscita del cavo freno post.

3th- Guidacatena con qualche problema di regolazione e perchè rosso??

 

I WOULD CHANGE (cosa sostituirei e con cosa)

Ruote che flettono con delle belle ruote rigide da dh per poter rendere davvero preciso il tutto!

 

I ADVICE IT TO (a chi la consiglierei).

A chi cerca una bici per fare DH e ha una guida leggera e attiva, siano gare o uscite con amici, bisogna essere pronti a dare tutto durante le discese e a non risparmiarsi. Questa bici va guidata a tutta, solo così renderà davvero a chi l’ha sottomano!

 

[expand title=”Montaggio, peso e prezzo”]

– Reggisella Stylo T20 Arretramento 0mm. Doppio Clamp Diametro 31.6 Lung. 400mm

– Colotte GXP PRESS FIT MTB per scatole da 92 mm (foro diam. 41) senza filetto

– Guarnitura Truvativ Descendant 165mm. 36T mov. 83

– Serie Sterzo Cane Creek Tops ZS/44/28.6/H8/K

– Serie Sterzo Cane Creek Bottoms ZS/56/30/H4/K

– Telaio Commencal VIP Supreme DH 2013 – Taglia M – Colore Neon Yellow

– Forcella BOS Idylle Rare Air 2013

– Ammortizzatore BOS VOID Ad Aria 2013 – Taglia 240×75 – Colore Black

– Ruote Wheelset Crank Brothers Sage 2 26″ Green 20mm 150/12mm

– Attacco Manubrio Holzfeller Down Hill Diretto inc. 0° diam. 31.8 50mm Nero

– Camera MTB Maxxis High Roller II 26×2.4 42a ST Dual

– Freno Hope Tech V2 Anteriore 203 mm Vented Special Edition Green

– Freno Hope Tech V2 Posteriore 203 mm Vented Special Edition Green

– Cassetta SRAM Power Glide 1070 10V. 11-26

– Distanziali SS Nuke Proof Turbine Spacer 1.1/8″ – 10mm

– Sella Nuke Proof Plasma Core Saddle CrN Ti Rails Black

– Manubrio Race Face Atlas Rialzo 0.5″ Laghezza785mm. Colore Stealth

– Cambio SRAM X9 “Type 2” 10V. Gabbia Corta Colore Grey 2013

– Comando SRAM Trigger X0 Posteriore 10V. Rosso

– Guidacatena Gamut P30 VPP ISCG-05 Nero

– Set Bulloni Corone FSA 12 pz Silver

– Manopole Lizard Skins Lock On Moab Nera

– Kit 2 Ogive 2 Spinotti 2 Rondelle per tubazione freni Hope

– Chiusura Sella Thomson 34.9 mm Nero

– Catena SRAM PC 1071 10V. Hollow Pin Power Lock Sram/Shimano Compatibile

Peso: 17,6 kg (senza pedali)

Prezzo: 7 499.00€

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