27,5″ e 29″: come scegliere al meglio i componenti per i nuovi diametri di ruote

Nell’era delle ruote da 27,5″ e 29″, sono tanti i bikers che si trovano a montare una nuova bicicletta con diametro ruote diverso dal 26″. C’è chi cambia per curiosità, chi perchè convinto della superiorità dei nuovi diametri di ruote, chi perchè, volente o nolente, è costretto a cambiareperchè le 26″ stanno diventando sempre più difficili da trovare.

Che si compri una bici completa e la si voglia upgradare o che si voglia montare il nuovo mezzo pezzo per pezzo, una domanda sorge spontanea: ci sono degli accorgimenti nella scelta dei componenti che è meglio prendere? Cosa è meglio montare su una 27,5″ o una 29″?


I freni


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Più le ruote sono grandi, più i freni sono stressati, quindi la scelta corretta dell’impianto e del diametro dei dischi è molto importante per avere una frenata efficiente.

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Il succo del discorso è piuttosto semplice: a parità di disco, il diametro di ruota maggiore determina un braccio di leva più lungo.  Il fatto di avere un braccio di leva maggiore, impone al freno un maggiore stress. In parole povere serve più “forza” per ottenere la stessa risposta in frenata.

Attenzione, non parliamo di energia dissipata (quella è sempre uguale e dipende dall’inerzia del biker e della bici) o di dissipazione del calore (anche questo è un argomento “caldo” e complicato da trattare), ma parliamo di risposta in frenata, ovvero il modo in cui il freno “morde”.

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Immaginiamo di voler ottenere una decelerazione pari alla massima aderenza dello pneumatico, la forza A. A è uguale per entrambe le ruote (vedremo meglio nel capitolo gomme il perchè questa ipotesi, anticipiamo solo che su una bici con ruote più grosse in genere si montano gomme più scorrevoli). Per sviluppare la stessa forza A il freno della ruota più grande dovrà sviluppare un maggior momento M, per farlo dovrà quindi applicare più “forza” sul disco, ovvero i pistoncini dovranno esercitare una maggior pressione.

Il risultato? La frenata su una ruota più grande risulta meno potente, meno “netta” e decosa. Sarà qundi necessario applicare più forza sulla leva freno.

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Un impianto più potente è una soluzione per migliorare la forza frenante sulle bici con ruote più grosse, ma spesso è sufficiente montare un disco più grosso

La soluzione a questo “problema” (che poi può anche essere un vantaggio, visto che migliora la modulabilità) è duplice:

  • Da un lato si possono usare freni più potenti e meno modulabili, per ottenere una pinzata più decisa che compensi la perdita di potenza dovuta al maggior braccio di leva.
  • Dall’altro si può intervenire sul diametro dei dischi. Disco più grande significa maggior leva per la pinza freno, quindi maggior momento frenante a parità di forza esercitata dal rider.

Il sistema più semplice è ovviamente il secondo, ovvero incrementare il diametro dei dischi. Tra 26″ e 27,5″ non ci sono particolari differenze in termini di frenata, quindi in linea generale va bene mantenere la stessa misura. Se però passiamo da 26″ a 29″, allora consiglio di incrementare il diametro di 20mm. Se siamo abituati a montare dischi 180mm anteriore e 160 posteriore, conviene passare a 200 anteriori e 180 posteriori.

Le gomme

Anche la scelta delle gomme va diversificata quando si passa a bici con diametri di ruota differente.

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Più le ruote sono grosse, più varia l’impronta a terra degli pneumatici. Sappiamo bene che sulle ruote da 29″ l’impronta a terra è più allungata, di conseguenza è maggiore la superficie di copertone a contatto con il terreno. Questa caratteristica comporta alcuni vantaggi, in primis una maggiore trazione, un miglior grip in frenata ed in curva. Dall’altro però maggiore superficie di contatto significa anche maggior attrito e quindi resistenza al rotolamento.

La scelta degli pneumatici dovrà quindi essere ponderata in base al diametro di ruote.

Su di una 29″ sarà opportuno, specialmente al posteriore, montare una gomma più scorrevole, meno tassellata e magari più stretta. Le prestazione di una gomma scorrevole da 29″ (trazione, frenata, tenuta in curva) sono simili a quelle di una 26″ più tassellata e si ha la stessa resistenza al rotolamento. Montando la stessa gomma si avrebbe più grip, ma anche più attrito.

Sulle 27,5″ le differenze sono minime. Si può optare per qualcosa di leggermente più stretto e scorrevole, ma non aspettatevi radicali differenze. Personalmente consiglio di utilizzare le stesse gomme a cui siete abituati, ovviamente a patto che vengano prodotte anche in questo formato.

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Il lattice riduce il rischio di pizzicature e forature e quindi ci permette di usare gomme più leggere

Ultimo ma non meno importante è il peso. Più la ruota è grande, più è importante che la gomma sia leggera. Sappiamo bene che l’inerzia delle masse in rotazione dipende dal quadrato del raggio, quindi il peso sulle masse periferiche è molto importante ai fini della reattività della bici. Sarà quindi fondamentale trovare il giusto compromesso, ovvero la gomma che sia sufficientemente robusta per le nostre esigenze ed allo stesso tempo la più leggera possibile.

Per ridurre il rischio di forature o pizzicature, consiglio fortemente di utilizzare gomme tubeless o tubeless ready, montate con l’apposito liquido senza camera. Sono dell’idea che su di una 29″ le gomme tubeless siano praticamente obbligatorie, sia per ridurre il peso, sia per aumentare l’affidabilità visto che si tende sempre a montare gomme leggere per ridurre l’inerzia.

Le ruote

Le ruote sono un componente estremamente importante di una bici. Soprattutto quando si parla di ruote “oversize”, è fondamentale che siano quanto più leggere possibili.

Se da un lato il peso è fondamentale per ridurre l’inerzia, lo è anche la resistenza. Ruote più grosse sono anche più delicate: essendo maggiore la distanza del cerchio dal mozzo è più facile che si pieghino o rompano. Per questo motivo consiglio di non andare al risparmio sulle ruote, specialmente se state assemblando una 29″: si può risparmiare su altro, ma sulle ruote è meglio evitare i compromessi.

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Cominciamo subito con una constatazione: se vogliamo la stessa robustezza e puntiamo su prodotti della stessa fascia di prezzo, una ruota più grande sarà per forza di cose più pesante. Lo dice la fisica, non c’è nulla da inverntarsi. Una ruota più grande ha più materiale ed è più stressata, quindi se vogliamo la stessa robustezza il peso dovrà essere maggiore, poco da fare.

Quindi non credete a chi vi propone ruote da 27,5″ o 29″ più leggere di quelle da 26″: saranno anche più delicate.

La scelta dei componenti va quindi ben ponderata. L’ideale è riuscire a ridurre al massimo il peso delle masse periferiche, il che significa montare un cerchio più leggero. Da un punto di vista prestazionale, su ruote “maggiorate”, specialmente da 29″, è meglio montare un cerchio di altissima gamma (magari in carbonio) e dei mozzi più economici e pesanti. Consiglio insomma di investire maggiormente sul cerchio, poi sui raggi e solo dopo, se il nostro budget lo consente, sul mozzo.

Ricordiamoci anche che dei buoni raggi ed una buona raggiatura incrementano notevolmente la rigidità di una ruota, e la rigidità è un punto critico sia sulle ruote 650b che su quelle da 29″. Mettere pochi raggi è un buon sistema per risparmiare peso, ma attenzione che pochi raggi rendono la ruota meno rigida.

Fondamentale è poi che il cerchio sia tubeless o tubeless ready, in modo da poter latticizzare i copertoni con facilità e risparmiare altri preziosi grammi di camera d’aria (oltre ad evitare le pizzicature).

La forcella

Sappiamo tutti che la rigidità di una forcella dipende da diversi fattori (da come è realizzata, dal diametro degli steli, dalla presenza di un perno passante), ma dobbiamo sapere che, a parità di caratteristiche costruttive, una forcella più lunga è meno rigida e precisa.

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E’ una questione fisica: la stessa forcella in versione 27,5″ o 29″ è meno rigida perchè sono più lunghi i foderi ed è maggiore il braccio di leva.

Dobbiamo quindi scegliere bene la nostra forcella.

Innanzitutto è molto importante, sia sulle 27,5″ che sulle 29″ la presenza di un perno passante: il perno incrementa notevolmente la rigidità torsionale, il grosso punto debole delle forcelle lunghe.

Se, a parità di escursione, vogliamo però mantenere la stessa rigidità, dobbiamo passare a forcelle più massicce. Il caso tipico è quello delle biciclette da all mountain. Prendiamo una bicicletta da 140mm da 26″: questa si guida discretamente anche con una forcella da 32mm di steli. Prendiamo poi una bici simile, sempre 140mm, ma con ruote da 29″: per avere la stessa precisione di guida dovremo ricorrere ad una forcella da 34 o 35mm di steli.

Consiglio quindi di valutare le proprie esigenze: se per XC e marathon gli steli da 32mm (e magari un perno passante) sono più che sufficienti anche per 650b e 29″, nell’AM può essere preferibile passare ad una forcella con steli più grossi, anche se si è abituati a guiadare una forcella più “esile”. Personalmente dai 130mm per una 29″ e dai 140mm per una 27,5″ consiglio una forcella da 34 o 35mm di steli. Il peso dei nuovi modelli è ottimo, l’incremento in termini di rigidità considerevole.

La trasmissione

Altro punto critico è la trasmissione. Diametri di ruote differenti hanno diverso sviluppo metrico a causa della diversa circonferenza, il che significa che per avere un’analoga gamma di rapporti, bisognerà utilizzare corone differenti.

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La regola è piuttosto semplice: più la ruota è grande, più dovrà essere piccola la corona. Svilupperemo meglio l’argomento dei rapporti in relazione alle dimensioni della ruota in un prossimo articolo, per ora ci basti sapere che:

  • Se su una 26 o 27,5 siamo abituati ad una guarnitura doppia con 24T e pignone da 36, su di una 29″ dovremo mettere il 22T.
  • Se utilizziamo un monocorona 1x10V, sappiamo che il 36-36 di una 26″ è simile al 34-36 di una 27,5″ che a sua volta è simile ad 32-36 di una 29″. Insomma, dobbiamo scendere di circa 2 denti tra i diversi formati di ruote per avere rapporti simili.
  • Anche se utilizziamo un gruppo 11V, la regola dei 2 denti sulla corona è valida: il 32-42 di una 26″, il 30-42 di una 27,5″ ed il 28-42 di una 29″ sono molto simili. Lo stesso discorso è valido anche per il 34, 32 e 30. Il consiglio è insomma di mettere su di una 29″ il 28 o il 30, su di una 27,5″ il 30 o il 32T a seconda che si preferiscano rapporti più agili o più lunghi.

Approfondiremo comunque meglio l’argomento più avanti, per ora c’è già abbastanza carne al fuoco!

Il manubrio

Ruote più grandi hanno un maggior effetto giroscopico ed una maggiore inerzia. Senza scendrre nel dettaglio, diciamo che semplicemente far ruotare una ruota più grande è più difficoltoso, ovvero serve più forza.

L’effetto giroscopico su una ruota grande è piuttosto percepibile ed è la causa di quella sensazione di instabilità dell’avantreno tipica delle 29er con manubrio stretto ed angolo sterzo molto verticale.

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Per rendere quindi più stabile e precisa la guida, a ruote più grandi deve corrispondere un manubrio più largo. Non è infatti un caso che moltissime 29er da AM montino manubri anche da 740mm nonostante le escursioni e la destinazione d’uso per niente discesistiche.

Tra 26″ e 27,5″ non c’è tantissima differenza (l’inerzia dipende dal quadrato del raggio), per cui si può utilizzare la stessa misura di manubrio sui due formati, al limite allargando di un paio di cm sulla 650b. Sulla 29″ invece bisogna andare più decisi: un manubrio largo migliora moltissimo la guidabilità della bici, quindi non ci si deve far spaventare e puntare su di una piega bella lunga. Personalmente sono dell’idea che su di una 29er da XC 680mm sia il minimo, al limite scendere a 660mm per i riders con spalle strette. Per marathon o escursionismo tranquillo 710mm è una misura ottimale, mentre per AM meglio stare da 740mm in su.

Ovviamente bisogna anche valutare l’ampiezza delle spalle, ma esistono manubri con elevati back sweep che, seppur larghi, si adattano bene a riders bassi o con le spalle strette.

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Manubrio flat e bello largo, perfetto per le nuove ruote da 27,5″ o da 29″

Ultimo ma non meno importane è poi il rise. Un grosso problema delle bici da 29″ è la lunghezza della forcella, che impone un’elevata altezza da terra del manubrio. Questo determina una posizione di guida spesso troppo seduta e rialzata, con problemi di sollevamento dell’anteriore o di instabilità in discesa.

Per questo motivo è buona norma cercare di tenere il manubrio più basso possibile. Gli espedienti sono molti, primo tra tutti quello di montare l’attacco manubrio con angolo negavivo. Visto che il problema dell’altezza dell’avantreno è presente su quasi tutte le 29er, soprattutto quelle con escursione generosa, conviene orientarsi sin da subito su di un manubrio di tipo flat (ne esistono specifici per 29er belli larghi e con elevato back sweep) o comunque con un rise molto basso. Alzare di 1-2cm, se eventualmente ne sentissimo la necessità, non è un problema: ci basta spostare uno o due spessori sotto l’attacco manubrio.

Per quanto riguarda il resto della componentisitica, non ci sono particolari differenze e quindi possiamo scegliere liberamente quello che più ci piace. Ricordiamoci sempre di una cosa: una buona bici non è fatta dal solo telaio, ma da tutta la componentistica che ci andiamo a montare e dal modo in cui i vari componenti lavorano tra loro. La scelta dei componenti è quindi fondamentale se vogliamo avere un mezzo leggero, performante e soprattutto adatto alle nostre esigenze.

 

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