Anche BMC in difficoltà

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Ormai è noto che il mercato delle biciclette stia attraversando un momento difficile. Ora è interessato anche il produttore di biciclette BMC con sede a Grenchen, in Svizzera. A causa del calo della domanda l’azienda ha presentato domanda per un possibile lavoro a orario ridotto (la versione svizzera della cassa integrazione), ma non è ancora chiaro se questo verrà effettivamente introdotto.



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Il CEO di BMC David Zurcher conferma la richiesta di lavoro a orario ridotto: “Il consiglio di amministrazione e la direzione dell’azienda si sono adattati tempestivamente a questa situazione e hanno adottato le misure preventive adeguate e apportato gli adeguamenti necessari”.

Diversi dipendenti sono stati licenziati nell’autunno 2023 ed il motivo risiede negli enormi problemi di consegna nel 2022 che hanno portato anche a conseguenze a lungo termine, poiché alcuni ordini hanno potuto essere consegnati solo l’anno successivo.

Tutto il mercato si aspetta che le oscillazioni della domanda prima al rialzo e poi al ribasso si stabilizzino nuovamente, e che la situazione ritorni alla normalità. Ma ci vorranno almeno ancora 12 mesi come riferito da più aziende.

Per questo motivo è stata avanzata la richiesta di lavoro ridotto: “Vogliamo solo essere pronti quando se ne presenta la necessità“, dicono da BMC.

In Svizzera BMC non è l’unica a lottare con l’attuale situazione del mercato. Nell’autunno del 2023 il produttore di biciclette elettriche Flyer ha chiuso per la prima volta il suo reparto Adventure a Huttwil e alla fine ha licenziato quasi un quarto dei dipendenti della sede.

L’azienda DT Swiss, con sede a Bienne (10km dalla sede di BMC a Grenchen) ha invece rifiutato di fornire dati sulla propria attuale situazione economica al quotidiano Grenchner Tagblatt.

Sede DT Swiss a Biel

 

Commenti

  1. lorenzom89:

    ... Per dimostrartelo ti faccio l'esempio di thok, 4 soci si mettono d'accordo e tirano su in pochi mesi un azienda di ebike, l'azienda è in piemonte e credo conti non più di 50 dipendenti. È un business facilmente scalabile, basta aumentare gli zeri dei bonifici verso l'azienda di taiwan che fa i telai e acquistare più pezzi con cui montare le bici ed ecco che con quasi zero rischio puoi passare da vendere da 1000 bici a 10 000 a 100 000.
    Tra l'altro la storia della progettazione e R&D non regge, ad esempio la prima mig di thok era palesemente una copia della whyte (azienda inglese poco conosciuta da noi)...
    È tutta roba tua questa, o hai chiesto consulenza a red ronnie?
  2. GIUIO10:

    Non vedo scritto nella storia dell'azienda che la Mig sia stata copiata da una White.
    Non vedo neanche il numero di dipendenti: c'è scritto da 11 a 50.

    Per tua conoscenza, la Mig è stata presentata nel 2016, in quegli anni White non aveva alcuna ebike.
    Per tua conoscenza, il numero di dipendenti da 11 a 50 serve a identificare una Media Impresa.

    Per essere costruttiva una discussione possibilmente non deve avere la presenza di attori pallonari.
    Guarda la whyte 160 da enduro di quegli anni. La somiglianza è imbarazzante, carro, tubo verticale, zona canotto, tutto identico eccetto ovviamente zona motore e batteria.
    Lo feci notare nel forum griglio anni fa e in tanti mi diedero ragione.
  3. Boro:

    Nel 2020 un pacco di pasta di qualità media costava meno 60 cent adesso siamo sopra 1 euro.
    Si chiama inflazione, era dalla fine dagli anni 90 che non la sperimentavamo più così forte e ce la siamo scordati.
    L'inflazione è indotta e noi consumatori possiamo molto in questo senso. Ma come al solito la maggior parte delle persone non ha idea di quanto possa condizionare il mercato con le proprie scelte.
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