La posizione in sella

Oggi finalmente saliamo sulla nostra bicicletta!

Come detto andiamo per gradi quindi oggi andremo ad analizzare quella che è una corretta posizione in sella. La posizione che assumiamo è di fondamentale importanza per tutta una serie di motivi legati alla guida. Tra i più importanti abbiamo la giusta distribuzione dei pesi sulle due ruote, il miglior sfruttamento degli appoggi che offre la bici, un utilizzo pieno e sicuro del nostro mezzo.
Tradotto, significa una guida più fluida, più veloce, PIU’ SICURA, meno stancante.



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Partiamo dall’alto e andiamo verso il basso per non perderci nemmeno un pezzo.

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Testa: Ricordiamoci che dove va la testa (e in particolare lo sguardo) va il nostro corpo e la nostra bici. Se noi fissiamo intensamente un albero per cercare di evitarlo inevitabilmente ci finiremo contro. Se noi guardiamo invece la nostra linea corretta, ignorando l’albero, faremo quasi certamente una linea pulita lasciando la corteccia intatta. Altro concetto fondamentale sullo sguardo, me lo sentirete ripetere fino alla nausea perchè è l’errore + comune del mondo!!!!
BISOGNA GUARDARE SEMPRE LONTANO, testa alta signori! Bisogna visualizzare la traiettoria che si vuole andare a percorrere e guardare quella, senza fissarsi su ostacoli o altri elementi poiché come detto è il miglior modo per prenderli.

Braccia: le braccia devono essere leggermente flesse e CON I GOMITI RIVOLTI VERSO L’ESTERNO, in questo modo avremo un “sag” naturale se così vogliamo chiamarlo e avremo una mobilità migliore a livello del gomito, riuscendo nel contempo a sviluppare la maggior forza possibile. Le braccia inoltre sono la nostra forcella più efficiente. Qualunque bici, anche quelle da discesa, hanno massimo forcelle da 200 di escursione, 20 cm. Pensate quanta escursione di può donare il vostro braccio tra la posizione di piena estensione (braccio steso di fronte a voi) e quella di massimo piegamento (mano davanti alla spalla, gomito largo)…. mezzo metro?? Forse anche qualcosa in più. Utilizzatela bene questa escursione perchè è lei che fa copiare alla ruota anteriore il terreno!!!
Una cosa importantissima, quando andiamo a regolare l’inclinazione delle leve freno, facciamolo in modo che in posizione di guida (in discesa), non vi siano angoli tra il polso e il dito che va verso il freno. questo permetterà una presa salda ed efficiente, evitando al contempo ogni possibile complicazione tipo infiammazioni o affaticamento eccessivo del polso e della mano.

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Tronco: Il nostro busto dovrà essere sempre in una posizione rilassata (non incurvato). La posizione del tronco determina lo spostamento del baricentro (avanti-dietro) e quindi è l’elemento che gestisce la distribuzione dei pesi sulle ruote ant/post. Dalle foto che ho caricato potete vedere 2 laterali, una in posizione in discesa, l’altra in piano. Se guardate la forcella ha la medesima escursione in entrambe le fotografie, il che significa che il sag è il medesimo e cioè la forza applicata è la stessa. Questo cosa significa in soldoni, che sia in discesa che in piano, con un leggero spostamento del tronco (avanti indietro) vado a caricare sempre allo stesso modo le 2 ruote; assicurandomi così il grip necessario. (Ricordo che il grip è dato dall’attrito che ha la gomma con il suolo, e l’attrito aumenta all’aumentare del carico imposto dalla gomma sulla superficie su cui appoggia. Quindi più carico = più grip).

Potrete notare anche che se andiamo a posizionare il baricentro di un uomo all’incirca al livello dell’ombelico, in entrambe le foto il mio cade esattamente a metà tra le 2 ruote. Questo significa che quando sono in posizione carico le ruote allo stesso modo (carico ripartito 50 – 50), che assicura il grip e la stabilità migliore. Ovviamente più pende il sentiero più dovremo arretrare ma considerando sempre l’idea di mantenere il nostro baricentro a metà tra le ruote, o comunque all’interno dello spazio compreso dai due punti di contatto delle ruote col terreno. Pena cappottamenti in avanti / indietro. (Fisicamente infatti quando il baricentro di un corpo esce dalla zona di contatto col terreno del corpo stesso questo si inclina e cade, cioè cappotta!!)

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Gambe: le gambe devono stare leggermente piegate, sempre per il discorso del “sag” naturale. Nello sconnesso è preferibile tenerle leggermente aperte (quindi ginocchia leggermente rivolte verso l’esterno) per permettere alla bici di muoversi sotto di noi lasciandole un po’ di gioco anche laterale (es se prendo il bordo laterale di una pietra con la ruota posteriore la bici tenderà a scartare da una parte, questo leggero gioco mi permetterà di lasciar muovere solo la bici e di rimanere quindi sulla mia linea, una posizione con gambe strette costringerebbe tutto il corpo ad effettuare lo scarto laterale perdendo quindi la linea scelta.). Questo vale solo per i pezzi molto sconnessi, e l’apertura delle gambe deve essere lieve, mi raccomando non andate in giro come i tamarri in motorino che fanno prendere aria alle parti basse, oltre a non essere produttivo è anche rischioso per le ginocchia!!!

“INGREDIENTE SEGRETO”
Il piede va sul pedale all’altezza giusta.

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Quando noi andiamo ad utilizzare i pedali a sgancio, questi ci costringono ad avere una certa zona del piede all’altezza del perno del pedale. Tale zona è proprio quella parte + cicciotta da cui partono le dita. In pratica la zona metatarsale. Questa forzatura non vi è con i pedali flat, ebbene, sarebbe ideale imporsela. Questo ci permetterà infatti di avere una marea di vantaggi che vedremo in questa puntata e anche nelle prossime. Per prima cosa con scarpe morbide il piede potrà andare ad avvolgere il pedale, in secondo luogo, ed aspetto più importante, andremo ad avere una escursione in più sulle ruote.
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Quella data dalla rotazione della caviglia. (Foto) Se qualcuno di voi avesse il 15 (europeo) o meno di piede gli potrei dire che questa escursione è quasi trascurabile, ma visto che non credo che nessuno abbia un piede da neonato, posso certamente affermare che questa escursione sarà rilevante, e permetterà di andare ad utilizzare il polpaccio come una molla (per altro molto più funzionale dell’intera gamba sui piccoli urti) che potrebbe cambiare la vita a chi fino ad ora non teneva in considerazione questo aspetto. Inoltre questa pressione continua effettuata sui pedali per mezzo della rotazione della caviglia vi farà rischiare meno di perdere i pedali sullo sconnesso, dandovi anche più sicurezza nella guida.

Alla prossima!!
Jack

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