Le 10 scuse del mountain biker lento

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Classica uscita in compagnia della domenica: ritrovo presso il parcheggio del cimitero, dove c’è sempre la famosa fontanella per riempire le borracce. La maggior parte dei biker arriva in auto, con bici attaccate su nei modi più fantasiosi, o pigiate nel baule come dei profughi di guerra. Si vedono solo le facce assonnate dei compagni di pedalata attraverso i finestrini, fin quando questi non escono dall’abitacolo e si mostrano nella loro interezza. Ed è qui che comincia la sfida intrinseca in ogni uscita in compagnia. Notate bene che non conta niente quanto “rilassato” sia il giro. La competizione fa parte dell’andare in mountain bike come la suocera fa parte di ogni matrimonio.



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Dicevo, la sfida comincia guardando come sono abbigliati gli altri. Da Mr. Troy Lee Design, che sembra non essersi ancora tolto il pigiama ma in verità ha addosso 500 Euro di materiale sintetico made in Bangladesh, a Mr. Mapei, con la maglia del famoso team, ormai preistoria del ciclismo, a cui vengono abbinate delle scarpe Shimano color indefinibile e dei calzini color carne che a furia di lavarli si sono ritirati e lasciano scoperto il malleolo, trasformandosi in fantasmini, perfettamente al passo coi tempi.

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Mr. Troy Lee si sente ovviamente molto più fico ma, soprattutto, molto più veloce di chiunque altro presente sul piazzale. Purtroppo per lui, a breve si comincia a pedalare. O a scendere, nel caso si prenda una funivia o uno shuttle. Ecco quindi le scuse più in voga per mascherare la propria lentezza.

Non ho mai tempo per allenarmi (o “esco solo una volta a settimama”).
Sottoscuse di reportorio: il lavoro, la famiglia, il morbillo, le emorroidi croniche, la fidanzata, il cane, il capo stronzo o la clamidia.

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La mia bici è pesante
Di solito è una bici nuova o quasi, allo stato dell’arte, ma è stata scelta pesante perchè nel 2001 tutti pedalavano la Stinky da 18 kg senza battere ciglio quindi è da fighetta prendersi una bici leggera.

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Non voglio farmi male (o “lunedì devo andare al lavoro”)
Personaggio ai confini fra sportivo Sky, o da divano, e quello che vorrebbe fare veramente qualcosa invece che guardare gli altri muoversi. Non ha ancora capito bene da che parte del televisore si trovi e cerca disperatamente il pacchetto di patatine di fianco a sè.

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Mi fa male il fegato
Sostituire “fegato” con qualsivoglia altra parte del corpo. Di solito, se si ha la sventura di dover ascoltare il malcapitato durante dei tratti in salita, farà riferimento ad un’imminente operazione chirurgica, della durata non sotto le 5 ore e spesso comprendente un trapianto.

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Quand’ero giovane andavo anche io come te!
In verità l’unica differenza fra i due biker è la circonferenza della pancia. L’anagrafe li divide per soli due mesi o giù di lì.

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Eh ma tu hai le gomme scorrevoli
Frase pronunciata su una ciclabile della Val d’Adige a Nonnocarb, che girava in fat bike con gomme da 4.8 pollici.

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Non conosco il sentiero
Tipica sentenza da discesa, quando il gruppo aspetta l’ultimo. A dire il vero nessuno della compagnia era mai stato sul Strumpfkatzen tirolese, ma per gentilezza gli dicono “Eh si”.

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Soffro di vertigini
Indipendentemente se si tratti di una strada militare larga 4 metri o di un sentiero da capre sul Monte Sventura, il vertigo-biker andrebbe applaudito per il suo sprezzo del pericolo e il tentativo di superare i propri limiti. Peccato spinga la bici durante il 90% del percorso e un giro di due ore diventi un’Odissea per tutti gli altri.

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Dovevo riprovare il passaggio
1. Non riesce a fare sto “passaggio”.
2. Ferma tutto il gruppo.
3. Li dispone a lato di tutto il “passaggio”, obbligatoriamente con le mani fuori dalle tasche e già pronte a prenderlo al volo.
4. Tranne uno, che deve fare la foto.
5. Tranne due, il secondo deve fare il video.
6. Dopo un quarto d’ora di preparazione parte per fare il “passaggio”, ma si ferma subito, rifacendosi alla scusa “Non voglio farmi male”.
7. Inserire insulto a piacimento.

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Sono in carenza di zuccheri (o “andiamo a mangiare polenta e osei”)
Di solito è lo stesso biker che ti dice che quand’era giovane andava come te. Ha sempre fame, ed è già difficile schiodarlo dal chiosco del piazzale del cimitero alla mattina. Il chiosco è stato aperto da un furbo egiziano che vende anche Döner Kebap e che, dopo aver provato a vendere crisantemi alla truppa ogni domenica mattina, ha capito che poteva fare più soldi saziandoli.

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Queste gomme non hanno grip
Il tipo della Mapei ha ancora su le Corratec bicolore del 1998, quelle semislick al centro (ormai pelate completamente) e guarda con compassione Mr. Troy Lee con le Maxxis Minion DHXR2C3 in mescola supermorbida che arriva per ultimo.

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Avete altre scuse da segnalare? Scrivetele qui sotto!

Foto di copertina di matt1721

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