[Test] Casco iXS Metis

La svizzera iXS ci ha mandato da provare uno dei suoi caschi integrali Metis. Pensato appositamente per le discipline Gravity, questo casco ci ha colpito positivamente.



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Appena si toglie il Metis dalla scatola si notano le sue forme piuttosto spigolose, che ricordano in un certo modo alcuni caschi da Formula uno. Le grafiche sottolineano gli spigoli e sono ben realizzate. Sapendo che molti comprano un casco integrale per via del suo aspetto, dobbiamo dire che iXS ha lavorato bene, con una bella combinazione di colori ma soprattutto con una calotta dalla forma un po’ diversa dal solito.

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Il Metis è disponibile in quattro taglie (vedere sotto per i dettagli), noi abbiamo provato la M. Il materiale della calotta é l’ABS, ovvero acrylonitrile butadiene styrene, cioè plastica, materiale che rende un casco più pesante di uno in fibra di vetro o in carbonio perché, a parità di peso, è meno resistente. Stiamo comunque parlando di un centinaio di grammi o poco più di differenza e di caschi tutti omologati EN1078 & CPSC. Diciamo che la differenza più grande nell’efficienza di un casco omologato la dà il suo comfort e il fatto che si muova il meno possibile in caso di caduta. A livello di costi, un casco in ABS costa di meno nella produzione di uno in fibra perché per questi ultimi, come per i telai, c’è bisogno di una forma in cui il casco viene messo in un forno apposito per un periodo più o meno lungo.

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Al di là delle grafiche, si nota appena si indossa che questo casco è stato pensato per chi in bici va forte: le imbottiture sono molto generose e premono sulla faccia per bene, rendendo di fatto il casco inamovibile. La stessa cinghia non ha nessun quick release in plastica, ma un passaggio attraverso i classici due anelli in metallo. Più laborioso da chiudere, ma molto più sicuro. Per aiutare l’operazione di chiusura iXS ha munito il secondo anello di una piccola cinghia che aiuta a separarlo dalla prima (considerate che questa operazione si fa alla cieca, dato che la cinghia è sotto il mento). La parte rimanente della cinghia può poi essere fissata con un bottone rosso per evitare che sballonzoli sotto il casco.

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La visiera è regolabile in altezza, purtroppo la nostra vite di regolazione era sfilettata fin dall’inizio del test (il casco era nuovo). C’è da dire che anche completamente giù, la visiera non dà problemi di visibilità dato che non è eccessivamente lunga.

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Molto facile l’operazione di rimozione delle imbottiture, assicurate alla calotta del casco attraverso dei bottoni. Il fissaggio a questi bottoni è molto solido: non abbiamo mai avuto problemi di imbottiture che si muovessero dalla loro posizione, quando per esempio ci siamo messi il casco da sudati.

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Come vedete dalla foto qui sotto, se il casco comincia ad emanare odori sgradevoli un passaggio in lavatrice delle imbottiture è presto fatto.

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Abbiamo provato il Metis esclusivamente facendo downhill: per questo scopo è stato pensato e, dobbiamo dire, ci siamo trovati molto bene. Il casco è ben fermo sulla testa, la visuale è ottima, pur essendo la mentoniera ben coprente. Certo, si suda. La ventilazione è molto limitata, ma questo non è quello che si cerca in un casco integrale pensato per fare discesa.

In condizioni umide, come quelle degli ultimi giorni, la mascherina si appannava in fretta, ma stiamo parlando di un’umidità pari quasi al 100%, dato che eravamo in giro nelle nuvole basse.

Non ci sentiamo di suggerirlo come casco da usare nelle competizioni enduro: troppo coprente e troppo caldo per i rilanci di quella disciplina.

Ci sentiamo di consigliarlo a chi fa discesa: il rapporto qualità prezzo del Metis è molto buono e la sua estetica non passa inosservata.

Per vedere un test comparativo fatto da Freeride Magazin con la Tüv tedesca, in cui il Metis esce vincitore nella fascia di prezzo 100-150 Euro, cliccare qui.

Peso rilevato da noi: 1140 grammi
Disponibile nelle seguenti taglie
:  S 55-56 cm, M 57-58 cm, L 59-60 cm, XL 61-62 cm.
Certificazione: EN1078 & CPSC.
Prezzo: 149.95 Euro

Sito iXS per le diverse colorazioni.

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