[Test] Mavic Crossmax wheel-tyre system

Eccoci un mese dopo la presentazione ufficiale di queste ruote, che trovate qui. Ometterò la presentazione e i dati relativi a pesi, prezzi, ecc. poiché potrete trovarli nel topic appena linkato, le scarpe Crossmax sono invece sottoposte ad un periodo prolungato di test, aspettiamo fine stagione per darvi un resoconto anche di quelle. Il tempo a nostra disposizione per cercare di romperle sta finendo e queste ruote/gomme sono state nostre compagne di viaggio in tutto questo periodo. Ho avuto modo di girare molto (14-15 uscite) e su terreni molto diversi, dai bike park con sponde e salti artificiali, a sentieri tracciati da chi cammina e nei quali il nose press sembra essere l’unica mossa per fare i tornantini super stretti in sella, infine ho fatto anche un bel po’ di salita per capire come andavano questi materiali in tutte le condizioni possibili.

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Le ruote da me utilizzate erano le 26″, montate sulla mia fedele Gt Force Carbon, bici leggera e pedalabile a cui comunque non faccio trattamenti di favore (come potrete notare dalle foto).

Salita

In questo frangente le gomme hanno decisamente un’importanza maggiore  sul buon funzionamento della bici rispetto alle ruote, che comunque girano bene al pari delle altre ruote in commercio a patto di regolare bene i registri del pacco dei cuscinetti, soprattutto al posteriore. Durante il test non abbiamo mai avuto problemi di sorta, di indurimento della ruota o di gioco sul posteriore. Non abbiamo mai dovuto regolare la ghiera apposita, quindi per noi, almeno su scala mensile, il sistema è risultato funzionante. Rimangono comunque alcune incognite nel capire se sia il più funzionale sul lungo termine e come mai altri marchi riescano a creare ruote che non hanno bisogno di stringere una ghiera “abbastanza ma non troppo”.

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Come già anticipato nella presentazione il copertone posteriore si è dimostrato davvero molto scorrevole (merioto forse anche del cerchio piccolo che lo rende molto rotondo e riduce la superficie di contatto al terreno). Anche con pressioni basse si lascia pedalare bene. Confermiamo il buon comportamento sull’asciutto e sull’umido e l’ottima trazione. Durante il corso in Val Brembana sono riuscito a salire (dopo svariati tentativi) su una zona tecnica, rocciosa, sporca, che metteva davvero a dura prova la trazione del posteriore. Confermiamo anche l’inconsistenza su terreni bagnati (anche in salita) nei quali i tasselli piccoli e l’impronta larga facilitano molto lo scivolamento dello stesso. L’anteriore dal canto suo non è la gomma più scorrevole del mondo, risulta penalizzante, rispetto al posteriore, nei tratti scorrevoli. Del resto abbiamo già spiegato cosa avessero in mente i ragazzi di Mavic durante la progettazione. C’è da dire che il grip dell’anteriore di cui abbiamo parlato nella presentazione (e che confermiamo) aiuta quando la salita si fa molto tecnica. Si avrà infatti facilità nell’impostare una traiettoria e tenerla anche su fondo molto accidentato. Ottima la risposta delle ruote su rampe da fare a tutta con un’ottima rigidità e un buon grip anche sotto sforzo. La spalla del copertone posteriore, nonostante sia più bassa dell’anteriore, offre comunque un buon comfort anche su scalini/ostacoli presi ad alta velocità ed in piedi sui pedali, aiutando a mantenere a terra la ruota e a non perdere trazione.

Schematicamente: Ottimo sistema ruote gomme per salite tecniche, “normali” su salite scorrevoli.

Discesa tecnica/lenta

Anche qui le ruote non vengono stressate particolarmente. Bisogna dire che nonstante i pochi raggi piatti e la raggiatura radiale sul lato cassetta, la ruota posteriore non soffre di una rigidità fastidiosa. Risulta cioè precisa e scattante ma senza risultare eccessivamente ballerina. Confermo insomma quanto detto nella presentazione da questo punto di vista. La gomma anteriore e la carcassa di entrambe hanno giocato un ruolo fondamentale nell’ottimo funzionamento che hanno queste ruote in condizioni di terreno lento e trialistico.

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Sulle rocce non vi erano perdite di aderenza, e addirittura abbiamo riscontrato dei segni di frenata lasciati dalle gomme su grossi roccioni in aderenza (fuori dal percorso e rifatti più volte per una foto, non potevano essere segni di altre gomme poiché nessuno è passato di lì in bici), pur non arrivando al bloccaggio delle stesse. Insomma la mescola c’è, la carcassa anche. Per l’anteriore nessun “ma”, per il posteriore invece il ma c’è, e lo avete già letto nella presentazione, dove con un solo giorno di riding avevamo già trovato il limite di questa gomma. Il fango. Il fango non viene proprio digerito da questa copertura che riempe velocemente gli spazi tra i piccoli tasselli e non riesce a scaricare il materiale in eccesso nonostante la si lasci girare liberamente affidando il lavoro alla forza centrifuga. Non c’è verso, come la ruota si riempe un po’ diventa davvero scivolosa. Ciò che di nuovo abbiamo riscontrato è che questo lavoro lo fa anche nello sporco. Aghi di pino misto a terra morbida, magari rivoltata, sottobosco, sabbione ecc. Insomma dove ci sarebbe necessità di un tassello vero che si aggrappi alla terra giro dopo giro, questa gomma entra in crisi. In frenata un piccolo disastro, in curva molto meglio (grazie ai tasselli laterali pronunciati) ma non all’altezza dell’anteriore che invece digerisce tutto da vera campionessa.

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Ovviamente questo comportamento è il prezzo da pagare la grande scorrevolezza di cui gode la Roam XL. I tecnici Mavic sapranno sicuramente di queste lacune ma hanno fatto scelte precise, condivisibili o meno.

Discesa scorrevole

Le ruote non fanno una piega. I copertoni d’altro canto non deludono e mantengono le loro caratteristiche appena elencate. In questo frangente però abbiamo iniziato a sentire una sensazione spiacevole al posteriore. Il copertone posteriore tende a spanciare visibilmente nel momento in cui si entra in una curva o su un appoggio e la pressione al suo interno non è molto elevata. É capitato di girare con pressioni anche molto basse (su percorsi molto lenti), nell’ordine degli 1.4-1.5 bar al posteriore, 1.3 all’anteriore. A queste pressioni, ottime per percorsi al limite del trialistico, ci si trova a derapare e a perdere lattice dal cerchietto della gomma posteriore anche per semplici curve su asfalto impostate ad alta velocità.

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Si avvertivano anche perdite di aderenza e flessioni eccessive durante semplici bunny hop o nel momento in cui si fosse andati a prendere un appoggio. Insomma se siete amanti dei sentieri trialistici e delle pressioni basse state attenti nei trasferimenti perché il posteriore patisce davvero una guida aggressiva.

Discesa veloce (e scassata + salti/impatti grossi)

Qui le ruote finalmente possono dire la loro, contribuendo alla rigidezza/comfort del mezzo. Diciamo fin da subito che su questo frangente le ruote sembrano davvero ben fatte. Rigide al punto giusto, comunque confortevoli (grazie anche alle coperture di sezione abbondante) e abbastanza resistenti agli abusi. Dico abbastanza perché se da una parte hanno retto tranquillamente anche salti molto grossi come quello che vedete in foto (road gap Frabosa, 4 mt di altezza per 5 di lunghezza, ho mandato la foto ai tecnici Mavic e la loro risposta è stata “sono gialle ma non sono Deemax, speriamo che tengano perché non le abbiamo progettate per questi abusi”, ma sinceramente per me una bici da enduro deve resistere anche a salti grossi), hanno subito un po’ gli impatti violenti su rocce e ostacoli vari.

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Il cerchio posteriore in particolare presenta ad oggi un bozzo abbastanza evidente che non pregiudica comunque nè il funzionamento nè la tenuta di pressione da parte del tubeless. Tenevo pressioni basse,  però non darei la colpa a quello, piuttosto alla scelta del cerchio piccolo e stretto. Probabilmente la gomma si è deformata eccessivamente a causa di questo strano comportamento lasciando il cerchio al contatto diretto (o quasi) con qualche ostacolo più duro di lui. Vi ho appena parlato anche della gomma che spancia in appoggio. Sullo sconnesso vero tipo dh, e in condizioni un po’ estreme come cambi di direzione repentini utilizzando radici come appoggi o atterraggi in contropendenza, questo fenomeno dello spanciamento si è presentato in modo evidente anche con pressioni maggiori e più vicine a pressioni di sicurezza.

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Anche con il posteriore a 1.8-1.9 bar (pressioni alle quali l’assorbimento degli ostacoli e il grip sul lento diventa decisamente minore) il fenomeno si presenta quando si passa ad una guida davvero aggressiva. Capisco che la mia guida è davvero tanto aggressiva, soprattutto in quanto a spinte in compressioni e che non sono un peso piuma (92kg nudo). Trovo comunque che un comportamento di questo tipo non sarebbe per me accettabile in ottica gare. Inizierei le mie speciali con una certa pressione per finirle con una molto inferiore a causa della perdita d’aria dovuta a continui mini stallonamenti. Il fenomeno, a causa degli stessi, diventerebbe poi durante la prova, sempre più evidente.

Questa sensazione, che io chiamerei problema, trova le cause in un cerchio molto stretto montato su una ruota davvero rigida. Se questo non è un problema in assoluto, poiché sul dritto e in curva la risposta di questa ruota è davvero buona, lo diventa nel momento in cui su tale cerchio andiamo a montare un copertone troppo largo. In questo caso l’accoppiata non ci è piaciuta. L’idea del cerchio stretto e del copertone largo funziona sullo scorrevole. La gomma rimane ben tonda e la scorrevolezza è eccellente. Peccato che però il sistema risulti poi poco funzionale per rider dalla guida attiva e aggressiva (come quasi tutti in gara).

Conclusioni

Ruote buone anche se avrei preferito un cerchio un po’ più largo al posteriore, ad esempio come l’anteriore, che è comunque stretto per la categoria. Ottimo sistema per cambiare le dimensioni dei perni. In 5 minuti, con le chiavi in plastica, che non rovinano né segnano niente fornitemi da Mavic ho cambiato sia l’anteriore che il posteriore. Copertone anteriore fantastico, lo monterei tranquillamente sulla mia bici da enduro come anche sulla DH, sarebbe da provare su un cerchio un po’ più largo per vedere se può essere davvero una alternativa scorrevole per le gare di discesa.

Copertone posteriore molto sottodimensionato dal punto di vista della dimensione dei tasselli, molto sovradimensionato per quanto riguarda l’accoppiamento con il cerchio. Il comportamento potrebbe essere buono su altre ruote con canale più largo, ma non abbiamo la possibilità di effettuare questo test ora e quindi non ci pronunciamo.

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Poiché il nome, come anticipato nella presentazione, identifica la presenza di una copertura posteriore di sezione minore, direi che possiamo attendere questi sviluppi. In ottica gare, e in ottica guida aggressiva vedrei infatti meglio un copertone più stretto (magari 2.1″) con caratteristiche analoghe. Se Mavic presenterà un modello simile potrebbe davvero diventare una bella arma da gara, super scorrevole, resistente grazie al 2ply e comunque confortevole potendo scendere di pressione senza i grossi problemi riscontrati su questo appena testato.

Insomma l’idea forse più innovativa era quella del cerchio stretto dietro e largo davanti. Probabilmente è anche una buona idea sotto certi aspetti, sicuramente dovranno però risolvere il problema del posteriore che spancia, e per farlo hanno due possibilità, allargare il cerchio (e allora o allargano anche l’anteriore o crolla l’innovazione) o restringere la gomma.

In definitiva le ruote hanno un’anima davvero racing e potrebbero essere ottime alleate per le gare di enduro a patto di trovare il giusto set up per il problema al posteriore. Allo stesso modo per giri lunghi e un uso all-mountain cercherei un modo per rendere il posteriore più grippante in ogni condizione, privilegiando il grip piuttosto che la scorrevolezza.

In pratica sia che le vogliate comprare per farci le gare di enduro, sia che le compriate per andarci a pedalare, iniziate già a valutare che copertone mettere al posteriore dopo che a forza di sgommate sull’asfalto (ottima scusa per ridurre drasticamente la vita del copertone posteriore), avrete la necessità di cambiare questo specifico componente.

www.mavic.com
Dettagli e prezzi

Ringrazio Yari Ghidone e Matteo Ganora per il prezioso supporto delle mie attività. Tutte le foto che vedete derivano dal loro prezioso lavoro di supporto durante i miei corsi.

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