[Test] Ghost AMR Lector 7700

In occasione della Transardinia, traversata da N a S della Sardegna, sono stato dotato della Ghost AMR Lector 7700. Una bici che la stessa casa tedesca definisce da “all mountain tour”.
In effetti questa etichetta si sposa bene per questa bicicletta e per l’utilizzo che ne è stato fatto durante il test, che l’ha vista impegnata in 7 tappe consecutive per un totale di 430km e 12000mt di dislivello attraverso praticamente tutte le situazioni possibili a livello di di terreni e situazioni pedalatorie: asfalto, strade bianche, salite tecniche, pietraie, singletracks, discese tecniche e discese veloci.
Insomma, un test sicuramente probante per qualunque bici.

[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/image.php?id=138477&s=576[/img] Partenza
[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/image.php?id=139842&s=576[/img] Arrivo



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Analisi Statica

La Lector 7700 è una bici con 120mm di escursione av/ar con geometrie “marathon”. Triangolo anteriore in carbonio e carro posteriore in alluminio con biella superiore in carbonio; scatola del movimento centrale Press-Fit in composito, sospensione 4-bar, tubo sterzo tapered 1 1/8″-1,5″, deragliatore anteriore E-type le principali caratteristiche del telaio.
Il montaggio, molto equilibrato prevedeva invece: Forcella Fox 32 120mm con sistema Fit e perno passante da 15mm, ammortizzatore Fox Rp23, gruppo completo Shimano XT con dischi dei freni da 180mm, ruote assemblate con mozzi Shimano XT e cerchi Alexrims FD19 su raggi DtSwiss da 1,8mm. Per quanto riguarda la componentistica si tratttava di pezzi marchiati Ghost, con manubrio lowrize da 680mm in carbonio ed un imponente reggisella in carbonio da 34,9mm, su cui era montata una Sella Royal Seta. Per concludere, pneumatici Schwalbe NobbyNic 2,25 evo.Il tutto per un peso di poco superiore ai 12kg ed in una veste grafica grigio/nero/gialla che personalmente ho trovato molto sobria ed elegante, con tutti i componenti personalizzati in questi colori, cerchi compresi.
La bici è arrivata già ben regolata ed in effetti non ha necessitato praticamente di alcuna regolazione se non l’impostazione della pressione degli ammortizzatori per avere il giusto Sag.
Va subito detto che la bici provata, in taglia “Large” (20,5″) era molto “giusta” per me, obbligandomi ad estrarre molto il reggisella per avere una corretta altezza sella. Mentre l’attacco manubrio sarebbe stato più corretto di un cm o due più lungo. Probabilmente la taglia corretta sarebbe stata la 22″ (Xlarge), ma in nessun momento ho avuto l’impressione che la bici fosse troppo piccola. Piuttosto, la taglia utilizzata ha estremizzato alcune sensazioni in particolari situazioni di guida di cui parlero’ più avanti.
Qualche dubbio solo riguardo i posizionamento dei cavi, sotto l’obliquo, in una posizione molto esposta, ed il loro fissaggio al telaio tramite dei passacavi tenuti da viti, anche loro piuttosto esposti e soggetti a vibrazioni. Tanto che una delle viti di fissaggio è andata persa dopo soli due giorni, lasciando i cavi in quel punto staccati dal telaio, in una posizione piuttosto pericoloso per evenutali “agganci” di rami che avrebbero potuto strappare tutto.

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Altro dubbio, relativamente al giro affrontato per il test sono state le coperture: Le Nobby Nic da 2,25 non sono state sicuramente le coperture ideali per la Transardinia. Il loro grande volume d’aria ed impronta a terra combinato col basso peso non le rende coperture particolarmente resistenti alle forature, e questo mi ha costretto a tenerle sempre ad alte pressioni, in particolare il posteriore che ho tenuto quasi sempre vicino alla pressione massima. Questo ha reso ovviamente la bici molto nervosa sulle pietre e dava poca confidenza sul brecciolino, consigliando molta prudenza.
Il fatto che tutti i miei compagni o quasi montassero tubeless e che il giro fosse di 7 giorni continuativi è stato l’altro elemento che mi ha consigliato di tenere pressioni alte, in modo da minimizzare le forature ed il consumo di camere d’aria, in zone in cui non c’è certo affollamento di rivenditori. Nonostante questo ho forato 5 volte in 7 giorni. Quasi sempre per spine microscopiche che nemmeno rimanevano conficcate nel copertone. Questo a riprova che grandi sezioni e poco peso hanno il loro rovescio della medaglia.
Intonate nei colori anche le manopole, che seppur combinando due mescole di gomma diverse sono risultate molto dure fornendo in ogni caso un buon grip.

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Salita scorrevole

Durante il test ho potuto apprezzare la pedalabilità della bici anche su salite in asfalto di 10km di lunghezza. La bici si pedala senza problemi ed il peso contenuto uniti all’ottima scorrevolezza di pneumatici e ruote la rendono assolutamente piacevole e non faticosa. Con l’ammortizzatore opportunamente settato la sospensione si muove molto poco, a patto di mantenere una pedalata “rotonda”.
Stessa situazione su solite scorrevoli su sterrato non troppo impegnativo. Il tubo piantone da 73° consente una posizione molto efficace in pedalata.

Salita tecnica

Questa è forse la situazione più critica che mi sono trovato a gestire con questa bici. I motivi sono due: la pressione delle coperture che tendevano a far “rimbalzare” la bici sulle pietre scomponendo la traiettoria, e la pipa molto corta che, combinata con la forcella ad escursione fissa costringeva ad abbassarsi molto con le braccia sul manubrio per non far impennare l’anteriore e la rendeva un po’ nervosa da controllare nei piccoli cambi di direzione che questa situazione spesso impone. Cio’ richiedeva attenzione e concentrazione supplementare nella scelta delle linee da affrontare.
Nonostante questo, la grande sensibilità della sospensione compensava molto il problema delle coperture. Con l’ammortizzatore tutto aperto la bici si arrampicava molto bene anche sulle numerose rampe >20% che ho spesso incontrato.

Discesa Scorrevole

Nessun problema in questo frangente per la Lector, nonostante la compattezza della bici rispetto la mia taglia e le gomme ben gonfie che suggerivano grande prudenza su canaline e brecciolino.
La sospensione molto sensibile assorbiva veramente bene e ha consentito un sag generoso (25% ca) con un’ottima resistenza ai fine corsa, anche con una pressione di 180 PSi ca. L’ottimo comportamento della sospensione è probabilmente merito del rapporto di compressione 2:1 che rende possibile l’utilizzo di minor pressione nell’ammortizzatore.

Discesa Sconnessa/tecnica

In questa situazione la Lector ha espresso sicuramente il meglio di se, grazie alla pozione molto raccolta, alla sospensione davvero efficiente ed anche alla grande precisione garantita dalla Fox 32 combinata col perno passante da 15mm.
Nota di merito anche per i freni XT con dischi da 180mm: che pur avendo un piccolo “stacco” molto netto all’inizio della corsa della leva si sono rivelati molto progressivi e modulabili nella seconda parte della corsa, senza mai essere troppo “secchi” e consentendo frenate potenti senza portare facilmente il posteriore al bloccaggio. Cosa che mi preoccupava visto il rapida deterioramento dei pneumatici sui tasselli centrali. Ottima anche la resistenza alla fatica su lunghe discese continue.
Ottimo anche il comportamento su gradini di media altezza, dove l’ottima sospensione mi ha dato l’impressione di fornire ben più dei 120mm a disposizione.

Conclusioni
La Ghost AMR Lector è sicuramente una bici ideale per giri di più giorni in giro per i monti. Veramente ben riuscito l’equilibrio tra peso-escursione-geometrie, che ne fanno una bici facile da pedalare a lungo anche per grandi dislivelli e che puo’ dare soddisfazioni anche in discesa. Chiaramente in situazioni più “hard” come gradoni o pietraie l’avere qualche cm in più di escursione da più sicurezza, ma questo è anche proporzionale alle capacità tecniche del biker. In ogni caso, senza strafare, è una bici per niente penalizzante e che puo’ dare belle soddisfazioni sul tecnico.
Il triangolo anteriore in carbonio era un’incognita per quanto riguarda la tenuta su sassi e pietre per 7gg di fila, ma ha superato la prova brillantemente, nonostante i non pochi e poco rassicuranti “toc” che si sentivano provenire da qualche sasso sparato sull’obliquo dal pneumatico anteriore. Idem per un paio di cadute senza conseguenze (anche per il tester per fortuna -ndr-).
Alcuni elementi sono da rivedere a mio avviso: la scelta dei pneumatici, che su una bici votata espressamente a giri di più giorni sono da preferire più robusti anche a discapito del peso, o magari la scelta di cerchi tubeless, in modo da dare maggior flessibilità nella scelta delle coperture. Ed il reggisella in carbonio, che per un utilizzo “cross mountain” per cui si deve abbassare svariate volte al giorno si è rigato profondamente e negli ultimi giorni cominciava persino a perdere “squame” di carbonio superficiale. Probabilmente niente di grave o che ne pregiudicasse la sicurezza, ma in ogni caso non molto confortante. Il diametro di 34,9mm e la possibilità di farlo scendere per ben 30cm nel tubo sella, consente comunque di montare qualunque reggisella telescopico, scelta che sarebbe la più sensata, visto l’utilizzo votato della bici, già da subito in fabbrica. Anche se questo farebbe lievitare il peso complessivo rendendolo meno attraente sulla carta probabilmente.
Per concludere, una bici sicuramente riuscita per l’utilizzo che si propone, ad un prezzo che le fa meritare un giudizio ottimo per quanto riguarda il rapporto con la qualità.

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Geometrie
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Prezzo: 2799eu
Sito Ghost

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