[Bolivia Report] Urmiri

[VIDEO=928]Bolivia | Urmiri: i trail dei cactus[/VIDEO]



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Siamo tornati nella civiltà di La Paz dopo 3 giorni entusiasmanti di mountain bike. Come prima cosa siamo andati ai piedi della montagna più alta della Bolivia, il Sahama. Una distesa di bizzarre rocce ci ha accompagnato durante una bucolica pedalata ed un’ancora più bucolica notte in tenda a 4800 metri di quota.

 

Se alla sera, attorno al fuoco, la temperatura sembrava umana, di notte questa si è abbassata continuamente: prima mi son svegliato a mettere su il cappello di lana, poi le calze, poi i pantaloni, poi la felpa, e alla fine ecco l’alba con il sole salvatore che ci ha riscaldato le ossa.

La luce, come al solito, è stata una cosa al di là del bene e del male, cosicché abbiamo fatto foto fino al tramonto.

 

Al mattino ci siamo messi in macchina per raggiungere Urmiri, una magica località persa fra le Ande con un albergo senza elettricità ma con delle acque termali perfette per le nostre ossa scricchiolanti e le gambe e braccia graffiate. Ovviamente, prima di infilarci in acqua con la doverosa birra, ci siamo sparati qualche sentiero della zona, una cosa che da sola vale l’intero viaggio in Bolivia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I sentieri vengono usati dagli abitanti del posto per raggiungere i propri villaggi, quindi sono tenuti molto bene e sono superfluidi, anche se spesso  molto stretti ed esposti (ai cactus).

Ieri abbiamo poi scoperto un nuovo sentiero, sempre ad Urmiri, una vera libidine di curve e panorami mozzafiato. Da ringraziare il progresso che sta arrivando fino a qui, infatti la strada per arrivare in cima al sentiero è stata costruita per collocare un’antenna per i cellulari.

E come al solito, dopo una dura giornata in bici sotto il sole cocente e l’aria fina delle Ande, ci attendeva l’acqua termale di Urmiri. In questa foto la vedete a mezzogiorno, quando siamo andati a farci una siesta dopo una levataccia mattutina.

 

Oggi, per tornare a la Paz, la nostra guoda Alistair non ha scelto la via più semplice, ma quella più bella: dopo 2 ore passate a sobbalzare in macchina siamo arrivati a 4300 metri sopra una valle che poi termina con la città boliviana, e da lì ci siamo mangiati migliaia di metri di dislivello su un sentiero spettacolare con uno slalom fra i cactus alla fine e tornantini che avrebbero fatto felice lo sceriffo Muldox.

Visto che adesso è ora di andare a mangiare, vi saluto, non prima però di aver caricato le foto delle bici di Jerome e Renè e altre foto sparse dei tre giorni appena trascorsi. Domani mattina (sabato pomeriggio in Italia) sarò di nuovo online per rispondere ad eventuali domande, dopodichè partiamo per Sorata, dove non so se abbiamo internet, per altri 3 giorni. E non dimenticatevi che stiamo girando un video, in cui potrete rivivere tutto il nostro viaggio.

A presto!

Marco

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