Cambio rotto? Cosa controllare perchè non succeda di nuovo

di Daniel Naftali

La rottura del cambio posteriore è uno degli incidenti più comuni che possono capitare ad un biker. Pietre, sassi, rami o cespugli sono sempre pronti ad aggredire il nostro povero cambio…



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Spesso però la rottura non è imputabile solo alla sfortuna o alla fatalità. Talvolta infatti la causa è da ricercare in errori di montaggio, di regolazione, dal forcellino storto o dalla gabbia piegata.

E’ quindi importante, per evitare che il problema si ripresenti, fare una serie di controlli per accertarsi la rottura sia stata effettivamente accidentale e non dovuta a qualche problema che se non risolto, porterà inesorabilmente alla rottura anche del nuovo cambio.

Cosa causa la rottura?

Le cause che portano alla rottura di un cambio posteriore sono molteplici.

Spesso la rottura è causata da agenti esterni. Le cadute ad esempio possono causare il piegamento o la rottura del forcellino e del cambio stesso. Un cambio anche solo storto a causa di una caduta, è facile che venga risucchiato nei raggi, con le conseguenze facilmente immaginabili. Anche rami, sassi, arbusti possono spingere il cambio nei raggi o addirittura strapparlo via, anche se il design dei nuovi deragliatori è ottimizzato per ridurre l’ingombro laterale ed evitare che i rami si impiglino.


Shimano SLX rotto in prossimità del attacco. Si noti come il cambio sia stato risucchiato all’indietro, come dimostra l’incisione nella parte posteriore del forcellino.

Esistono poi fattori congeniti, legati ad esempio ad una catena troppo corta, al forcellino, alla gabbia o al parallelogramma del cambio storto o ad una cattiva regolazione dello stesso. Anche l’utilizzo di rapporti non adatti, come ad esempio l’incrocio corona grande-pingone grande in discesa, sono fattori che facilitano la rottura del cambio.

Se andiamo a vedere un certo numero di cambi rotti, scopriamo generalmente un cambio si danneggia per i seguenti motivi:

Finisce dentro i raggi, si incastra e viene risucchiato dal movimento della ruota. La rottura più comune e più devastante, specialmente se avviene quando si va veloce. Oltre al cambio spesso si rompono anche il forcellino, spesso si danneggiano uno o più raggi ed in alcuni casi anche la catena può piegarsi, a causa della torsione che subisce durante il trascinamento.
Si rompe o si piega a causa dell’impatto contro corpi estranei (impatto contro una roccia).
Si ha un cedimento strutturale, come una molla che si rompe o si sgancia, una gabbia che si cricca, evenienze molto rare, che solitamente sono la conseguenza di precedenti colpi che il cambio ha subito.

Quando si rompe un cambio, la prima cosa da fare è cercare di capirne le cause. Si è trattato di un incidente, o c’è qualcosa che non va nella trasmissione? Per evitare ulteriori rotture ed entrare in un circolo vizioso rompendo anche il nuovo cambio è bene effettuare alcuni controlli.

La lunghezza della catena

La prima cosa che si deve controllare è che la catena sia sufficientemente lunga. Una catena troppo corta, sull’incrocio più estremo, può letteralmente strappare il cambio o farlo finire dentro ai raggi.

La lunghezza della catena non va verificata soltanto in condizioni di bici scarica, ma va controllata anche con la sospensione posteriore compressa. E’ infatti frequente che, alla compressione della sospensione posteriore, coincida un allungamento della distanza pignoni-corone. Il deragliatore quindi deve compensare questo allungamento “stirandosi”. Visto che oltre un certo limite il deragliatore non riesce a compensare, se la catena è troppo corta questo si può strappare.
Il risultato è che, quando la sospensione subisce una forte compressione e allo stesso tempo ci si trova con l’incrocio pignone grande-corona grande, il deragliatore si rompere, venendo strappato in avanti o finendo nei raggi.

Ci siamo occupati diverse volte della corretta lunghezza della catena, per ci limiteremo solo ad un breve riassunto.

Nel caso di guarnitura tripla, la procedura come abbiamo visto la settimana scorsa, è la seguente:

Mentre nel caso di guarnitura doppia:

Naturalmente il sistema più rapido per accertarsi che la catena non sia troppo corta è quello di posizionare l’incrocio pignone più grosso-corona più grossa, mandare a fine corsa la sospensione posteriore e verificare che il deragliatore, anche in questa configurazione, non sia eccessivamente teso.

Allineamento del forcellino

Il forcellino è il supporto, solitamente sostituibile, che ha il compito di fissare il deragliatore al telaio. Il forcellino è fatto di un materiale piuttosto duttile in modo che in caso di imprevisto si possa spaccare, preservando il telaio. Spesso però la rottura, specialmente con deragliatori Shimano di tipo Shadow, non interessa il forcellino, che può quindi essere riutilizzato.

Un forcellino però può in realtà essere piegato, anche se a prima vista ci sembra dritto. Un forcellino piegato è infatti difficile da individuare ad occhio, ma anche un piccolo disallineamento può causare il malfunzionamento del cambio o avvicinare pericolosamente la gabbia ai raggi, aumentando il rischio che questa possa essere risucchiata dalla ruota.

E’ quindi opportuno verificane la planarità dell’attacco cambio rispetto alla ruota con l’apposita dima:

Dima per forcellini Park Tool

La procedura è la seguente. Si rimuove il deragliatore e si avvita l’apposita vite della dima sull’occhiello del forcellino. Utilizzando la ruota come riferimento (che deve essere dritta, altrimenti è opportuno raddrizzarla) si controlla, prendendo almeno 3 punti di riferimento, che la distanza tra l’asta della dima e la ruota sia costante. E’ previsto un apposito perno di riferimento regolabile per facilitare il lavoro.

Come utilizzare la dima. Se il perno di riferimento sfiora la ruota per tutta la sua circonferenza, il forcellino è dritto.

Se il forcellino risulta storto, facendo forza con la dima si può raddrizzare, riportandolo in asse. Conviene procedere per gradi nel raddrizzarlo: è infatti importante, per non snervare il materiale, non superare il punto di complanarità.

Un forcellino in alluminio non si può raddrizzare infinite volte, perché si snerva. Non dimentichiamoci poi che un forcellino raddrizzato risulta più debole e tenderà quindi a stortarsi con più facilità. Dopo un po’ di volte che lo si raddrizza, sarebbe il caso di sostituirlo con uno nuovo.

Ispezione del deragliatore

In alcuni casi invece la rottura interessa solo il forcellino. Il deragliatore si stacca, ma seppur magari con qualche riga o qualche segno, può essere ancora utilizzabile.

Anche se esternamente può sembrare a posto, un deragliatore può essersi comunque piegato quando si è rotto il forcellino. L’unico modo per verificare che sia ancora utilizzabile è quello di montarlo e di verificare il corretto allineamento della gabbia rispetto al piano della ruota, o per lo meno, anche se rimane un po storto, accertarsi che il tutto funzioni correttamente.

Il deragliatore può stortarsi in tre zone:

Nella zona dell’attacco del forcellino: tipico nel caso di forcellini molto robusti, si tratta di un danno difficilmente recuperabile.
Nella zona del parallelogramma: anche in questo caso raddrizzare il cambio spesso è impossibile. Come nel caso precedente, se il deragliatore funziona correttamente, allora si può lasciare così, altrimenti va sostituito.
Nella zona della gabbia: che se è in alluminio è possibile raddrizzare con delle pinze, una morsa oppure a mano. Il carbonio invece non si piega, quindi se avete un cambio con gabbia in carbonio e questa non è rotta, vuol dire che è dritta. Se rimane comunque storto, vuol dire che il parallelogramma o l’attacco si sono piegati. Non dimentichiamoci che per molti modelli esistono le gabbie sostitutive e che quindi si può ricorrere alla sostituzione, anche se spesso non è molto conveniente (il costo della gabbia può essere pari a quello dell’intero cambio).

Per verificare che il cambio sia dritto, bisogna effettuare un semplice controllo visivo a deragliatore montato.

La verifica consiste nell’appurare che la gabbia sia parallela alla ruota, sia in senso verticale, che longitudinale. Bisogna infatti anche controllare che la gabbia non risulti torta e che la catena entri sulla puleggia inferiore senza strisciare, cosa che potrebbe causare malfunzionamenti e salti della catena.

Verificato il corretto allineamento della gabbia, si registra il deragliatore. Se il tutto funziona correttamente, significa che siamo stati fortunati ed il deragliatore non ha subito danni.

Se la gabbia risulta storta, si può cercare di sistemare il deragliatore piegandola a mano o con delle pinze, oppure con l’aiuto di una morsa. Se non è tanto storto, spesso si può recuperare.

Regolazioni del deragliatore

Spesso il motivo per cui un deragliatore viene risucchiato nei raggi è che non è registrato correttamente.

Sembra banale, ma nell’uso può capitare che la vite del finecorsa superiore possa allentarsi, facendo si che il deragliatore si avvicini pericolosamente ai raggi, con il rischio che la catena si incastri tra pignoni e raggi e il cambio venga risucchiato

Quando si monta un nuovo deragliatore, ma anche quando nell’uso si sente la catena tendere a cadere verso i raggi, bisogna sempre accertarsi che il registro sia regolato correttamente, ovvero che la puleggia superiore sia allineata con il pignone più grosso. In discesa poi ci si dovrebbe abituare a non utilizzare il pignone più grosso, perché anche le vibrazioni possono far finire la catena contro i raggi.

Un’altra regolazione che spesso si trascura è la distanza del deragliatore dai pignoni. Un deragliatore troppo vicino ai pignoni, specialmente in condizioni di fango, può incastrarsi e strapparsi.
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Per regolare la distanza dai pignoni, esiste un apposita vite di registro nella parte posteriore del deragliatore. Si inserisce il pignone più grosso e si avvita o svita la vite fino a che la distanza della puleggia superiore del deragliatore è all’incirca pari a 3mm. Qui in figura la distanza è leggermente superiore, per avere un pochettino di margine in più. Il deragliatore comunque non va tenuto troppo lontano, altrimenti la cambiata risulta meno efficiente.

Con questo è tutto. Se i controlli hanno dato esito positivo, significa che la rottura del cambio è stata pura e semplice fatalità e quindi, almeno che non siate particolarmente sfortunati, non vi dovrebbe più capitare.

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