Gradino in salita

Parliamo di come affrontare uno scalino in salita. Non parliamo necessariamente di uno scalino artificiale (quello in foto per esempio non lo è). Parliamo di un ostacolo che crei un leggero dislivello positivo (esempio classico, come in foto, tronco o pietra che fa accumulare terra e crea un discreto scalino).

Come già nelle scorse settimane ho voluto scegliere per le fotografie un tratto bello viscido, con uno scalino creato da un tronco bagnato di traverso e foglie ovunque.



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Queste condizioni, come tutti sappiamo, sono tra le più ostiche se si parla di questo tipo di ostacolo.

Come abbiamo visto per le salite ripide sarà fondamentale gestire i pesi. In salita infatti avere un peso troppo avanzato genera una perdita di grip al posteriore, un peso troppo arretrato genera un impuntamento.

Prima di iniziare vi invito a rivedere il topic sul bunny hop, in particolare la parte su come alzare la ruota posteriore.

Ebbene sì, la tecnica ideale per salire su qualunque scalino sarebbe saltarci sopra.

Ovviamente la buona riuscita dipende dalla capacità ci ciscuno di bunnyhoppare (se io so saltare da fermo 30 cm potrò salire su scalini fino a 30 cm). Dipende però anche dalla velocità di approccio, se troppo bassa (come in salita appunto) il bunny hop risulta molto più difficoltoso. Inoltre dobbiamo considerare che se siamo in salita l’ostacolo risulta ancora più alto di quanto sia in realtà. Sappiamo infatti che se abbiamo uno scalino di 30 cm su una salita, e noi arriviamo abbastanza veloci da poterci saltare sopra, dovremo staccare le ruote ad una certa distanza da tale scalino. Per questo motivo lo stacco avverrà ad una altezza ancora minore della parte bassa del gradino. In pratica il nostro solito scalino di 30 cm risulterà essere di 35-40 ecc ecc in base alla pendenza.

Davanti a quanto appena detto in molti storceranno il naso. Eppure vi assicuro che è proprio questo il sistema più rapido per superare un ostacolo e se il terreno, la velocità e le nostre capacità ce lo permettono sarebbe ideale usarlo.

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Detto questo andiamo a vedere quella che è invece la tecnica da utilizzare quando non riusciamo a saltare sul nostro ostacolo. Tale tecnica è molto più utilizzata perchè più semplice e sicura. Inoltre è necessaria se venissero a mancare le condizioni elencate nel paragrafo precedente.

Il gioco sta nel far salire prima una ruota e poi l’altra senza farle sbattere sul bordo dello scalino. Per farlo però dovremo sfruttare il corpo, e non la pedalata. Infatti se pensiamo di avere un tronco bagnato come quello in foto, notiamo subito come, anche pedalando con tutta la forza, la ruota posteriore non potrà mai avere grip sufficiente ad aggrapparsi al legno e salire.

Proprio per questo motivo sarà nostro dovere accompagnare con il corpo le ruote al di sopra dello scalino.

Mi raccomando come sempre di utilizzare rapporti agili in modo da essere sempre pronti a rilanciare.

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Ruota ant.

É importante che sappiate gestire un minimo l’impennata, o almeno che siate in grado di alzare la ruota anteriore quel tanto che basta a salire sull’ostacolo. È inoltre importante che siate in grado di farlo su qualunque pendenza. Come sappiamo infatti, all’aumentare della pendenza, siamo facilitati in questa operazione. Infatti l’anteriore si alza nel momento in cui la proiezione del baricentro esce dalla zona compresa tra le due ruote (o meglio il contatto ruota-terreno) e supera la ruota posteriore. Ovviamente visto che siamo in salita la proiezione del baricentro è per forza di cose spostata indietro, e più sarà ripido il terreno e più sarà arretrata la nostra proiezione (per quello nello scorso articolo dicevo di tenere le spalle basse e stare avanzati, per riportare il baricentro nella zona compresa tra le ruote).

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Se è vero che alzare l’anteriore in salita è molto semplice, non è altrettanto immediato saper gestire l’alzata. Se infatti noi andassimo a “tirare”, e cioè ad arretrare con le spalle, allo stesso modo in pianura ed in salita, per i motivi spiegati poc’anzi, avremo una impennata controllata nel primo caso ed un ribaltamento quasi istantaneo nel secondo.

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Proprio per questo sarà fondamentale provare e riprovare ad alzare la ruota anteriore (una volta di più una volta di meno) su diversi terreni e pendenze. Solo in questo modo avremo una confidenza tale con la nostra bicicletta, da alzare l’anteriore il giusto nel momento del bisogno.

Quando parlo di giusto intendo che l’ideale sarebbe alzare l’anteriore il minimo possibile per farlo appoggiare sopra lo scalino senza urtare lo spigolo ma a pochi cm da esso. In questo modo infatti andremo a variare il meno possibile la nostra posizione e i nostri carichi e ad avere direzionalità fin da subito (staremo infatti meno tempo possibile con la ruota anteriore per aria).

 

Ruota post.

E qui arriva il brutto… Se a sbagliare con l’anteriore sono relativamente in pochi, o comunque capita di rado a tutti, a bloccarsi con il posteriore che struscia contro lo scalino, ma non ne vuole sapere di salire, ne ho visti molti.

L’errore più comune è quello di concentrarsi ad esprimere la potenza massima nei pedali sperando che la ruota faccia presa. Come già accennato, in presenza di legno bagnato, rocce, fango, sabbia, foglie ecc ecc la gomma non ha alcuna possibilità di grippare e per questo motivo scivola.

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Foto crash

C’è da dire che se anche la gomma riuscisse a grippare la tecnica di schiantarsi a tutta forza contro uno scalino e pedalare non sarà comunque redditizia. Avremo infatti un impatto che ci farà perdere velocità, abbrivio, inerzia… tutte componenti che in salita si fanno sentire… eccome!

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Il sistema migliore sarà dunque quello di alzare anche la ruota posteriore, come fatto per l’anteriore e portarla all’altezza del piano alto del nostro gradino. Per fare questo dovremo caricare l’anteriore (mentre è già sopra lo scalino!) alzandoci sui pedali un istante e spingendo con le gambe, come già spiegato per il bunny hop. Se come vi ho detto avete riletto il topic c’è tutta una parte che spiega l’utilizzo delle gambe. In breve spiega come alzare la ruota posteriore spingendo con le gambe come se dovessimo saltare a piedi pari, e ruotando le caviglie per non perdere contatto con i pedali ecc ecc. Inoltre possiamo assecondare questo spostamento di carico e il salto seguendo il movimento con le spalle. In questo modo il tronco rimane sempre inclinato allo stesso modo senza il rischio di alzare il sedere lasciando basse le spalle e indurre una coppia che inneschi un possibile ribaltamento in avanti (se trovassimo per esempio un ostacolo o spingessimo troppo con le gambe).

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Il movimento da fare è proprio quello descritto, con l’aggiunta di un piccolo trucchetto. Quando avremo alzato abbastanza il posteriore (e saremo molto caricati sull’anteriore) potremo spingere con le braccia in avanti, facendo scorrere la bici sotto di noi e facilitando così l’atterraggio del posteriore sopra (e non contro) allo scalino.

Ovviamente essendo noi in salita, e con l’anteriore su un piano ancora rialzato, il tutto risulta molto più difficoltoso, ma è chiaro a tutti come questo sia l’unico modo di salire un po’ ovunque.

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Ovviamente per fare questo l’anteriore dovrà avere un minimo spazio (almeno la lunghezza della bici) prima di incontrare nuovi scalini o altri ostacoli. In questo modo potrà infatti scorrere avanti con la spinta delle braccia.

 

Gestione del peso

Come abbiamo detto inizialmente dovremo leggermente arretrare per alzare la ruota anteriore. Uno volta che il davanti è salito ci riporteremo ad una posizione centrale. Poi mentre il posteriore sta per impattare contro l’ostacolo dobbiamo avanzare bruscamente e alzarlo, affinchè salga, come spiegato, senza farci rallentare. Mentre poi il posteriore è in aria dovremo nuovamente spingere con le braccia (e far scorrere la bici sotto di noi) e tornare ad una situazione di centralità. Il mio consiglio è anche di “esagerare leggermente” con lo spingere la bici per riatterrare col posteriore già leggermente arretrati come peso. Non così arretrati da impennare nuovamente, ma abbastanza per dare il grip necessario a ripartire senza il rischio di scivolare (se ad esempio fossimo leggermente “corti” e riatterrassimo sullo spigolo del nostro scalino.)

Mi raccomando anche di tenere lo sguardo avanzato perchè come sempre stabilizza!

Per quanto riguarda invece la pedalata sarebbe l’ideale riuscire a cordinarsi ed arrivare con il proprio piede dominante davanti quando bisogna alazare l’anteriore. Non sempre è tuttavia possibile quindi è auspicabile riuscire a tirare su il post anche con l’altro piede davanti. In ogni caso prendiamo un minimo di abbrivio prima dello scalino per poter stare quella frazione di secondo senza pedalare e pensando solo a tirare su la ruota dietro, sia che siamo nella nostra posizione, sia che siamo con i piedi invertiti. L’importante è non fare mai la manovra con i pedali posizionati in verticale. Pena l’urto degli stessi contro lo scalino e l’immediato stop!

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(nel fotoalbum trovate come sempre le sequenze per intero!!! check it out)

 

Ingrediente segreto.

Per chi ha il canotto telescopico… il mio consiglio è di abbassarlo un pelo approcciando questo tipo di ostacolo. Basteranno un paio di cm per far sì che le gambe non risentano troppo di una posizione sbagliata nella pedalata, mentre avremo molto più spazio per caricare la spinta e far salire il posteriore!!

 

 

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Jack

ps. tenete d’occhio la bacheca che a brevissimo ci saranno grosse sorprese e finalmente potremo iniziare a fare un pò di corsi fisici!!!!!!

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