Il giorno prima della gara con Clementz, Fontana e Wildhaber: la tensione sale. Bike check.

Seconda giornata insieme a tre top rider sui sentieri di Finale Ligure per prepararsi in vista della gara che comincia domani. La tensione agonistica comincia a farsi sentire.



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Dopo la bella giornata di ieri abbiamo deciso di fare il bis e ci siamo dati appuntamento alla stessa ora nello stesso posto con Jerome, Marco, Renè, Anka e Pauline per percorrere tutti i sentieri delle prove speciali ancora una volta. Come al solito, Jerome ha già un piano su quando andare in quale posto e noi lo seguiamo con il nostro furgone.

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Si comincia dal Dolmen, la PS1. Pronti partenza via! I tre pro scattano come se non ci fosse un domani e si fanno tutta la discesa senza fermarsi. L’hanno ormai memorizzata per bene e avere Jerome davanti può essere d’aiuto nello scovare qualche linea più veloce. È incredibile come il francese ti riesca a descrivere ogni speciale per filo e per segno, spiegandoti dove passare e come fare ad essere più veloce.

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C’è da dire che quest’anno la prova di Finale Ligure é molto discesistica, con sentieri spesso piuttosto incazzati e veloci dove un errore di traettoria ti manda nel bosco (successo a me oggi nella PS3), quindi per chi lotta per la vittoria (non io) é essenziale avere in mente i punti critici del percorso, cosa non facile con 5 sentieri diversi lunghi ciascuno diversi chilometri.

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Una prova speciale su tutte procura non pochi grattacapi ai partecipanti della gara: la Capra Zoppa. Non solo perla sua tecnicità, ma anche per il fatto che il passaggio di così tanti riders cambia la sua conformazione e che sempre nuove linee spuntano nel bosco. Inoltre é l’unico sentiero che si percorrerà sia sabato che domenica, con probabili condizioni di bagnato nel secondo giorno.

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I nostri tre eroi la provano due volte, e qui si fermano a guardare e a provare le nuove linee. Sarà anche l’unica PS che oggi percorrono due volte.

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Oggi non c’è tempo per una pausa pranzo, dato che tutti vogliono finire di girare nel primo pomeriggio per riposarsi in vista di domani. Compriamo focacce e pizza in una panetteria e mangiamo mentre risaliamo in furgone verso le Manie. Il morale è alto, ma cominciano a venire fuori le preoccupazioni per la gara, legate al fatto di voler fare bene e di evitare di cadere allo stesso tempo.

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Io sono il cocchiere del furgone mentre gli altri girano sulla PS4. Proprio quando arrivano giù vedo sul cellofono una SMS della direzione gara che annuncia di togliere le sponde della PS4 che rallentavano la prima parte di discesa, a causa del proprietario del terreno che oggi, casualmente, si é accorto che il sentiero entra di 20cm nella sua proprietà e non vuole far passare nessuno.

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Ci mettiamo l’animo in pace e facciamo l’ultima risalita della giornata per percorrere la PS3. Siamo tutti un po’ stanchi, forse l’unico ancora in forma è Renè. Il sentiero è molto diverso da ieri, più scavato, sabbioso e con tante sponde sfondate. Su una di queste mi parte l’anteriore e cado, senza conseguenze se non quella di dichiarare la giornata in sella terminata, perlomeno per me, ma anche gli altri sono della stessa idea. Nel frattempo abbiamo perso Jerome e chi era in furgone con lui, dovrebbero nel frattempo essere in albergo a rilassarsi.

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Se vi interessa saperlo, in due giornate di riding non abbiamo avuto un solo difetto tecnico, se non una foratura di Jack che era in giro senza camera d’aria e ha dovuto fermare qualche rider di passaggio per riuscire a tornare giù (era in fondo al gruppo). Secondo me questo è un fatto che parla per la qualità dei materiali attuali, considerando che i sentieri sono rocciosi e mettono a dura prova bici e persone.

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Non mi rimane che augurare in bocca al lupo a Jerome, Marco e René per la gara. Se volete seguire un duello molto interessante segnatevi due numeri di partenza: Nino Schurter 160, Marco Aurelio Fontana 161. Partiranno verso le 10 e Marco ha promesso di dare tutto per riuscire ad arrivare davanti a Nino almeno in una PS. Qui trovate l’ordine di partenza e i relativi orari. Domani state sintonizzati su MTB-Forum perchè vi proponiamo una quasi-diretta che non avete mai visto prima!

Lascio la parola a Jack Bisi che ha chiesto a Fontana e a Wildhaber i segreti del setup delle loro bici.

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Karim Amour di passaggio

Bike check Fontana

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Telaio: Cannondale Jekill 160mm
Forcella: Rock Shock Pike solo air 160mm
Freni: XX
Ruote: Enve 26 carbon
Copertoni: Schwalbe Magic Mary e Rock Rizer
Gruppo: Sram XX1, corona 34t senza guidacatena
Manubrio: Gravity Light, larghezza 760
Stem: gravity 50 mm
Reggisella: Telescopico Reverb
Sella:Prologo
Pedali: Shimano XT
Peso: sotto i 13

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Set up personali

Fino ad un po’ di tempo fa facevo fatica ad abituarmi all’utilizzo del reggisella telescopico. Difficilmente lo facevo scendere completamente perché nei rilanci ero abituato a pelare la sella e ad usarla come punto di riferimento, stesso vale per le sezioni di percorso molto veloci in cui la sella tra le gambe mi dava sicurezza. Ormai utilizzando più spesso questa bici mi sono abituato ad un utilizzo di questo specifico componente in modo molto più on-off. In discesa tutto giù, in pedalata tutto su. Visto che fin da ieri mi avete incalzato sull’argomento telescopico nell’xc vi dico il mio pensiero. I percorsi stanno diventando sempre più tecnici in coppa ma le bici, per come sono concepite adesso, non avrebbero un reale vantaggio dall’abbassamento della sella. Quello che voglio dire è che le geometrie che utilizziamo in xc non sono adatte ad una guida con la sella bassa. Se tutta la bici andasse in una direzione un po’ diversa, diventasse più stabile, più guidabile in discesa ecc, a quel punto i telescopici potrebbero iniziare davvero a diventare un accessorio utile, forse non fondamentale come nell’enduro, ma sicuramente un aiuto tangibile dai rider nella guida.

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Nonostante in xc utilizzi un manubrio da 65 mm, su questa bici che mi permette andature elevate anche in zone scassate preferisco di gran lunga un manubrio largo e una pipa corta. Un set up che mi permetta insomma di guidare al meglio anche nel tecnico e sul ripido. Ho fatto accorciare il mio manubrio da 80 (di serie) a 76 perché la trovo una buona misura che mi da confidenza. In alcune zone più strette in questa gara potrebbe starci anche un manubrio da 74 ma fin’ora non ho avuto grossi problemi quindi non andrò a toccare quel set up.

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Come forcella uso questa Pike solo air. Nei giri all mountain è comodo avere due escursioni sulla forcella, ma nell’enduro trovo che abbassare la forcella vada spesso a snaturare un po’ la bicicletta, la sensazione è di non avere una posizione comoda in salita con l’escursione minore quindi normalmente propendo per una forcella con escursione singola risparmiando un po’ sul peso.

Per me che sono 68kg utilizzo circa 60 psi all’interno. Prima la tenevo leggermente più morbida ma confrontandomi con Jerome ho deciso di indurirla leggermente per avere più controllo sul ripido tecnico e per insaccarmi meno nello scassato ad alta velocità. Ho anche velocizzato leggermente il ritorno per avere  una forcella più pronta in fase di assorbimento.

Sul cross country utilizzo una forcella abbastanza dura, quando sono passato ad utilizzare bici con tanta escursione ho trovato che i settaggi che mi ricordavano l’xc non permettevano alle sospensioni di essere usate al meglio, sono andato così ad ammorbidire via via. Oggi sto tornando un po’ sui miei passi perchè mi rendo conto che per la mia guida è meglio una bici decisamente reattiva che uno schiacciasassi (NDR.Non stentiamo a crederlo, Fontana è un grillo che saltella da una parte all’altra del percorso!)

Al posteriore questo ammo lavora davvero bene. Non ti so dire il valore di pressione che tengo all’interno della camera positiva, ma so che è leggermente inferiore rispetto alle tabelle della bici.

Su questo ammortizzatore è fondamentale gonfiare prima la positiva e dopo la positiva, insomma bisogna attenersi alle istruzioni per evitare casini ed avere la risposta migliore.

Come corona ho scelto un 34, probabilmente anche con il 36 non avrei grossi problemi ma mi han detto che in alcune salite ci sono tratti ripidi e quindi, non avendo il cronometro in quelle zone, con un paio di denti in meno potrò salire con calma e risparmiare energie per le speciali.

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Sono molto contento anche delle gomme Schwalbe, le nuove Magic Mary all’anteriore e Rock Rizer al posteriore, le nuove gomme enduro della casa teutonica. La carcassa è supergravity, una carcassa praticamente da discesa che mantiene il peso della gomma sotto il chilo. Questo mi permette un ottimo grip e una relativa tranquillità per quanto riguarda l’affidabilità. Uso un compound intermedio poiché con le morbide non mi sento scorrevole, per il mio stile di guida preferisco una gomma che mi permetta di rilanciare al meglio e che mi dia quel filo di scorrevolezza in più.

Per la pressione vado a caso, non è vero, scherzo, ma diciamo che vado a sensazione (NDR di mano) e non seguo numeri o tabelle particolari.

Le gomme sono montate su cerchi ENVE in carbonio, davvero rigidi e performanti.

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Bike check Renè Wildhaber

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Telaio: Trek Remedy 29, aluminum frame
Forcella: Pike solo air
Freni: XO trail
Ruote: Easton Heaven 29 carbon
Copertoni: High roller II ant.- Minion F post.
Gruppo: XX1, corona con powermeter
Manubrio: Truvativ Carbon
Stem: Truvativ
Reggisella: Reverb
Sella: Bontrager carbon
Pedali: Mallet
Peso (circa 13kg)

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Set up personali

Ho iniziato la stagione con la 26, poi ho provato la 27.5 e ora sto provando la 29. Quest’ultima impone davvero una guida diversa e fino ad oggi non l’ho provata in gara. Anche qui sono stato indeciso sul da farsi fino all’ultimo. Ho pensato però di provare la 29 in gara per capire che feeling può darmi durante una competizione, quando la tensione alle stelle e la stanchezza si fa sentire. Diciamo che potrò imparare molto da questa prova per scegliere al meglio le bici per le tappe della prossima stagione. L’utilizzo del Powermeter mi sta aiutando tanto anche negli allenamenti, anche se devo dire che faccio ancora fatica a capire tutti i dati che questo strumento invia al mio Garmin da polso. Trovo che questo possa essere uno strumento importante e spero di trovare qualcuno che mi aiuti ad analizzare al meglio tutti i dati che derivano di lì.

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Per la pressione delle gomme vado “alla mano”, uso una carcassa single ply (EXO) e probabilmente domani monterò un hig roller II anche al posteriore.

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