Il rispetto di luoghi sacri ed inviolabili

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Quello che leggete nel titolo è un estratto di questa intervista al presidente veneto del Cai Renato Frigo. Il luogo “sacro e inviolabile” sarebbe la ferrata Dibona, sul monte Cristallo, che l’impavido Iron Mike ha osato scalare in una giornata di ottobre partendo alle 2 di mattina. La sua colpa: essersi portato sulle spalle una croce chiamata mountain bike.

Innanzitutto viene da chiedersi come un luogo “sacro e inviolabile” sia raggiungibile da una ferrata, che di “sacro e inviolabile” non ha assolutamente niente, perché è un modo per portare sui monti chi non è capace di arrampicare facendosi sicurezza da solo.

In secondo luogo, se il “sacro e inviolabile” si riferisce al fatto che lassù ci andavano dei poveri disgraziati mandati dall’esercito italiano a combattere l’ennesima guerra inutile, più di 100 anni fa, allora viene da chiedersi come mai centinaia di strade militari costruite durante quel periodo non siano “sacre ed inviolabili” ma anzi, spesso siano aperte al traffico di fuoristrada.

Non può mancare poi lo stupore di tanta indignazione quando nel video si mostra una discesa in un ghiaione deserto in cui compare un bell’ecomostro sotto forma di funivia dismessa e lasciata lì ad arrugginire.

Alcuni parlano poi di “rispetto” della montagna, manco fosse una persona. Anche se fosse una persona, chi avrebbe più rispetto di due appassionati che partono alle 2 di notte in un giorno fuori stagione per compiere un itinerario che hanno preparato e sognato a lungo? Forse le orde di sciatori schiamazzanti che invadono le Dolomiti ogni inverno? O quelli in scarpe da città e fantasmini che arrivano in cima al Lagazuoi in funivia?

L’impressione che viene data da quell’intervista è che il Cai odori di naftalina. In un’epoca storica in cui la gente guarda più il cellulare che quello che gli sta attorno, in particolare i giovani, sarebbe piuttosto il caso di chiedersi come far amare la montagna anche alle giovani generazioni. La mountain bike è un modo per stare all’aria aperta divertendosi, senza le lungaggini noiose di una passeggiata con i genitori. È anche un modo per entrare in contatto con la natura e con problematiche legate ai sentieri. Problematiche che forse il Sig. Frigo non conosce, visto che il contributo del Cai si limita troppo spesso al pitturare qualche roccia e albero di bianco e rosso.

Di associazioni che si occupano di manutenzione di sentieri ce ne sono anche fra i mountain biker. Basterebbe interessarsi dell’argomento per saperlo.

Commenti

  1. Vettore2480:



    Avete letto quale sarebbe l'idea del CAI (ma anche di tanti altri enti)?
    "I ciclisti già hanno già a disposizione infiniti itinerari di strade forestali e silvo pastorali". La prospettiva non è così allettante, se continuiamo a stuzzicarli, iniziamo pure a comprarci le gravel.
    questa non è l'idea del CAI... ma del Sig. Frigo che probabilmente o ignora o non riconosce quello che è l'orientamento del CAI verso la MTB che non contempla di percorrere solo strade forestali... il problema è che non sa di cosa parla, parla a nome del CAI dicendo cose diverse da quello che dice il CAI, vive in un territorio dove la gestione dell'attività MTB è stata gestita con l'ignoranza del bigotto (divieti a manetta). Non è una critica ai veneti ma a chi ha gestito la cosa...
  2. mirc0:

    questa non è l'idea del CAI... ma del Sig. Frigo che probabilmente o ignora o non riconosce quello che è l'orientamento del CAI verso la MTB che non contempla di percorrere solo strade forestali... il problema è che non sa di cosa parla, parla a nome del CAI dicendo cose diverse da quello che dice il CAI, vive in un territorio dove la gestione dell'attività MTB è stata gestita con l'ignoranza del bigotto (divieti a manetta). Non è una critica ai veneti ma a chi ha gestito la cosa...
    Mah, fino all'altro ieri avrei detto la stessa cosa, ma dopo aver letto quello che ha postato un altro utente in un altra discussione (link qui sotto), direi che la posizione ufficiale del CAI non è che si discosti sostanzialmente da ciò che afferma il tizio in questione.

    https://community.mtb-mag.com/t/divieti-e-multe-nel-parco-della-lessinia.412294/post-9414323
  3. capataz:

    "Problematiche che forse il Sig. Frigo non conosce, visto che il contributo del Cai si limita troppo spesso al pitturare qualche roccia e albero di bianco e rosso."
    fino a questa frase mi avevi stupito perchè ero d'accordo con te....poi sei anche tu caduto nel solito qualunquismo da bar. Dammi la tua mail che ti mando la relazione delle attività di sentieristica e cartografia della mia sezione (Parma) del 2023.
    Forse il "troppo spesso" è fuori luogo e imputabile, credo, all'enfasi dell'intervento di @marco
    Però concordo con te, se si vuole aprire un dialogo e cercare la giusta convivenza di diversi interessi, l'atteggiamento accusatorio (da entrambe le parti) non porterà a nulla ;-)
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