[Video] In MTB da Courmayeur a Chamonix

[Comunicato stampa] Courmayeur, 21 marzo 2014. Questa storia inizia ieri mattina, verso le 9,00 a Courmayeur, sulla terrazza panoramica di Punta Helbronner, 3462 metri, davanti a una vista incredibile che si apre sulla catena più alta delle Alpi, e si conclude alcune ore dopo, alle 15,00 davanti ad alcune birre ghiacciate, nel dehors di un bar sulle piste di Chamonix.



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Tra queste due parentesi di quiete, un’avventura da brivido, che meritava sicuramente un brindisi. A festeggiare era un gruppetto di persone stanche, con il volto cotto dal sole, ma piene di entusiasmo. Un particolare rivelatore: vicino a loro, invece delle consuete paia di sci, c’erano tre mountain bike.

Mariano Pettavino, Andrea Arena e Monica Specogna, tre maestri di mountain bike del Team MbAdventure, hanno compiuto ieri un’impresa notevole: l’attraversamento in bicicletta – 17 km interamente sulla neve – della Vallée Blanche, che unisce, come un meraviglioso nastro candido, Courmayeur a Chamonix.

I tre hanno ripetuto la storica impresa che lo stesso Pettavino, assieme ad altri due compagni, Ezio Ronco e Claudio Piccioni, compì nel 1990. Ventiquattro anni fa la discesa in bike della Vallée Blanche è stata una prima mondiale. “Quest’anno abbiamo portato a casa un altro record” racconta Mariano Pettavino. “Monica è stata la prima donna ad avere portato a termine una simile prova. Eravamo accompagnati da due guide alpine con gli sci, Anna e Sabina: la sicurezza del tracciato era nelle loro mani”. Il gruppo ha  raggiunto Punta Helbronner di prima mattina, su una cabina a loro riservata delle Funivie del Monte Bianco. Conosciute come “L’Ottava meraviglia del mondo”, in pochi minuti trasportano dalla frazione di La Palud, a pochi km da Courmayeur, alla vetta d’Europa, attraversando un paesaggio di incomparabile bellezza.

La Vallée Blanche è oramai uno degli itinerari classici del freeride e dello scialpinismo, e uno dei più apprezzati in assoluto, ma pochi oserebbero tentare di attraversarla in mountain bike. In ghiacciaio è inciso in profondità da seracchi e crepacci che lo rendono totalmente impraticabile in estate. In inverno le nevicate abbondanti riempiono le cavità e le nascondono alla vista. Davanti agli occhi si spalanca una vallata incantata, coperta da una coltre soffice, che però nasconde tante insidie: basta un passo falso, e la neve cede, rivelando l’abisso sottostante. “Noi ci muoviamo in superficie, ma non sappiamo se  sotto di noi ci sono un metro o 20 metri di vuoto, la tenuta della neve è fondamentale” spiega Mariano Pettavino.

All’epoca della prima traversata, nel 1990, uno dei ciclisti scivolò in un crepaccio, restando fortunatamente aggrappato alla bicicletta rimasta di traverso sull’apertura, e venne tratto in salvo dai compagni. Questa volta non ci sono stati incidenti, la discesa è andata benissimo. L’equipaggiamento è stato fondamentale: i tre ciclisti hanno utilizzato:

– Bike Whistle Blackfoot – full suspended 150/150;
– Equipaggiate con Gruppi Shimano XT, componentistica PRO;
– Gomme chiodate Schwalbe – Ice Spiker Pro con 361 chiodi per gomma montate su
– Accessori POC, Camelbak ed abbigliamento Montura e Biotex;
– Riprese video effettuate con telecamere XTC 400 e XTC 280/300 Midland.

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