Intervista a David Assyag, Kali Protectives

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Abbiamo incontrato recentemente David Assyag, co-fondatore del brand KALI specializzato in abbigliamento tecnico per MTB, Moto e Snowboard.
E’ stato molto piacevole incontrare David, che vive in Francia quasi al confine con l’Italia ed è responsabile della divisione europea del marchio californiano, ma soprattutto ci ha colpito lo spirito con cui KALI sta affrontando la propria “mission” aziendale: portare i propri prodotti ad un livello protettivo superiore allo standard di settore. Infatti, non appena abbiamo iniziato la nostra chiacchierata David ha subito puntualizzato che KALI non è nata per essere un’azienda di marketing improntata solo sulla vendita del proprio marchio. Al contrario, lui e gli altri due fondatori (Brad Waldron e Mike Wilson, ndr) hanno per prima cosa sviluppato una nuova tecnologia che permettesse di disperdere quanto più possibile l’energia in caso di impatto così da limitare quella che infine si dissipa sul soggetto, garantendo così un maggiore livello di protezione.
Una volta focalizzati sulla tecnologia, non rimaneva che spostarsi verso la produzione ed il lancio del primo prodotto non poteva che essere un casco da DH/Enduro. Scopriamo quindi insieme a David Assyag i segreti di KALI e poi entriamo nel dettaglio con Andrea Bruno ed il punto di vista del distributore e rider italiano.



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D: Sono rimasto colpito da come tu e gli altri due fondatori avete iniziato questa nuova avventura. Parlaci in dettaglio di come è nata e cosa è oggi KALI.
R: Si certo, in effetti è molto semplice. Mike lavora sul lato marketing, porta avanti la nostra immagine da San Diego in California, dove vive. In principio si dedicava a gare di velocità in moto, mentre oggi è uno di quei matti che partecipa al RAAM (Race Across America, ndr). Brad invece è il capo ingegnere della “band”, gestisce KALI USA ed è a lui che dobbiamo le nostre conoscenze in campo di materiali compositi. La sua formazione l’ha avuta in ambito aerospaziale ma la sua vera passione sono le bici, infatti è cresciuto facendo DH in California. Per quanto mi riguarda invece, sono il responsabile di KALI EUROPE e lavoro sul design dei prodotti e sulle grafiche. Il mio team è veramente eccezionale, abbiamo dei ragazzi sia europei che americani ed in questo modo riusciamo a venire incontro ai gusti di entrambi i mercati. Il mio background è leggermente differente rispetto agli altri fondatori, sono anche io un ingegnere ma la mia vera passione è la tavola, quindi skateboard e snowboard. Ho lavorato a lungo in quest’area e seguivo la produzione di caschi per alcuni grossi marchi di settore. La MTB è venuta dopo per me e devo ancora migliorare tanto (comunque se la cava già molto bene per essere solo da pochi mesi in sella e soprattutto non ha paura di nulla, ndr). KALI per noi è nata dall’idea di creare una nuova tecnologia e poco dopo ha visto la luce la Composite Fusion Technology, una tecnologia che ad oggi ci contraddistingue, e subito dopo è nato il brand KALI. Oggi siamo un’azienda guidata dalla ricerca tecnologica, il nostro obiettivo è quello di produrre prodotti con il maggior livello di protezione.

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D: E’ bello vedere un’azienda gestita da sportivi che praticano direttamente gli sport per i quali producono il materiale. KALI non sembra essere da meno, visto che tutti avete praticato e continuate a praticare diversi sport tra cui MTB, MX e snowboard. Parlaci anche un po’ di te.
R: Sono cresciuto facendo skateboard fino all’età di 13 anni, poi con gli studi mi sono trasferito ad Annecy vicino alle Alpi dove ho potuto fare tanto snowboard. Ho lavorato poi per Salomon e Scott per la divisione sport invernali, sono state esperienze davvero importanti per me dato che mi hanno dato la possibilità di viaggiare, incontrare tante persone dai distributori, ai marketing manager fino agli atleti sponsorizzati. Il giorno poi che ho provato una moto da cross me ne sono innamorato, quel giorno lo ricordo bene perché sono caduto nel gap di un salto doppio…i miei amici ancora ridono per quell’episodio. Da quel giorno però non ho mai smesso di andare in moto da cross, non faccio gare ma giro per divertirmi con gli amici.

D: Come è stato scelto il brand?
R: Il nome KALI viene direttamente da Charlotte (la moglie di Brad Waldron, ndr), lei ce l’ha proposto e noi non abbiamo fatto altro che sceglierlo. E’ piaciuto subito a tutti, le ragioni principali sono il significato, è la Dea della distruzione e della rinascita, il fatto di essere un nome molto corto e quindi facilmente riproducibile con un logo ed infine perché si pronuncia allo stesso modo in tutto il mondo.

D: Recentemente ho potuto provare alcuni dei prodotti KALI e ne sono rimasto positivamente colpito dalla qualità produttiva. Quali sono i punti di forza del vostro marchio e perché suggeriresti di passare a KALI?
R: Questa è un’ottima domanda, perchè KALI non è nata per essere solo commerciale. Il nostro brand esiste perché abbiamo creduto nell’innovazione tecnologica che ci permette oggi di fare uno stampo di uno strato di EPS a doppia densità direttamente all’interno della calotta. So che è difficile metterlo in parole semplici ma ciò significa che lo strato di “polistirolo”, con cui la calotta interna è formata, è più morbido in alcune aree in modo tale da controbilanciare urti di grossa entità. La cosa importante è che lo strato di ESP non è assemblato all’interno della calotta esterna, come avviene nella maggior parte dei prodotti in commercio, bensì viene iniettato direttamente al suo interno. Questo ci permette di far combaciare perfettamente le due calotte, interna ed esterna, così da essere solidali per poter assorbire al meglio l’energia generata da un impatto. Ma non ci siamo fermati qui, abbiamo introdotto anche un sistema costituito da piccoli coni nella calotta interna in grado di dissipare l’energia sui lati del casco invece che direttamente sulla testa. Costruiamo caschi da molto tempo e quando abbiamo introdotto la nostra tecnologia sapevamo di poter ottenere risultati mai raggiunti, aumentando il livello di protezione di questa tipologia di prodotti.

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D: Avete una linea di prodotti completa dalla MTB, alle Moto fino allo Snowboard. Come viene influenzata la produzione da ogni linea produttiva e come apportate la vostra tecnologia su tutte le linee?
R: E’ davvero molto complicato, penso sia la cosa una della procedure più delicate nel nostro settore. Abbiamo tantissimi prodotti e continuiamo a progettarne di nuovi. La nostra linea di caschi da moto è fantastica, anche se al momento per il MX il mercato di riferimento sono gli Stati Uniti. Per il mercato europeo ci stiamo concentrando molto sulla MTB, volevamo avere una linea completa per tutte le discipline ed ora finalmente ci siamo riusciti. Per ogni segmento introduciamo i nostri contenuti tecnologici dal top di gamma in giù, ma il nostro obiettivo è quello di portare su ogni singolo prodotto KALI la nostra Composite Fusion Technology. Ad esempio ora stiamo per lanciare AKAL il primo casco da snow con la tecnologia Composite Fusion Plus (la stessa utilizzata per l’Avatar 2, ndr). Uscirà nel 2013 e sarà un grande prodotto, ne sono sicuro (per ulteriori info ed approfondimenti sulla Composite Fusion Technology potete utilizzare questo link, ndr).

D: Nel vostro team di atleti potete contare su grandi nomi, tra cui il nostro Andrea Bruno e la nuova star del FMB mondiale, Antoine Bizet. Parlaci in dettaglio dei vostri atleti.
R: Andrea ed Antoine sono dei top rider, ma soprattutto sono diventati dei veri amici e delle persone molto importanti per KALI. Contiamo molto sul feedback dei nostri rider, poterlo fare poi con atleti del calibro di Andrea Bruno, che stimo e ammiro sia come sportivo che come persona, è fondamentale. Non a caso proprio Andrea ci ha proposto alcune idee che svilupperemo insieme a lui ed un domani vedranno la produzione, ci saranno belle sorprese per i nostri clienti. Anche con Antoine abbiamo un grande rapporto, fin dal primo momento sapevamo che sarebbe stato uno dei migliori al mondo nella sua disciplina ed i recenti risultati (secondo posto alla Rampage 2012, ndr) lo hanno dimostrato. E’ molto determinato, si allena tantissimo e ha sempre voglia di superare i limiti. Siamo molto contenti come KALI sta lavorando con le sponsorizzazioni e con noi ci sono altri grandi atleti tra cui Jarryd McNeil, medaglia d’argento agli X-Games per il best whip, Brice Izzo, star del FMX, e Josh Bender, altro top rider della MTB.

D: Cosa proporrà KALI prossimamente?
R: Sul nostro nuovo casco Avatar 2, un casco carbon da DH/Enduro di soli 780 gr., andremo ad inserire una visiera aggiuntiva con il supporto universale per le telecamere sportive. Poi per il futuro vorremmo concentrarci maggiormente sull’Enduro, sia da un punto di vista di protezioni che di caschi, ma anche sulle bici da corsa. Non voglio dire troppo sui nostri piani, ma stiamo lavorando su sette nuovi prodotti quindi ci saranno diverse novità.

D: Quali sono gli obiettivi di KALI per il futuro?
R: Da un lato continueremo ad espandere la nostra linea di prodotti, per venire incontro a tutte le esigenze dei rider, e miglioreremo la nostra presenza internazionale. Dall’altro, il progresso tecnologico è la nostra fonte di ispirazione e quindi proseguiremo anche su questo fronte.

D: Grazie mille David per la disponibilità, un tuo spazio se vuoi aggiungere qualcosa.
R: Grazie a tutti, l’unica cosa che posso aggiungere da parte del team KALI è: continuate a raidare e a divertirvi!

Dopo aver parlato con David ed aver approfondito le informazioni su KALI non rimaneva che parlare direttamente con uno dei loro rider e distributore italiano del brand californiano: Andrea Bruno.

D:: Andrea perché hai scelto KALI come rider?
R: La mia relazione con KALI è stata un colpo di fulmine. Quando mi è stata presentata l’idea della composite fusion, ad una fiera di settore, ho capito che c’era della sostanza e che una volta tanto non si trattava del solito marchio che va in Cina, trova il produttore, studia delle belle grafiche. Mettere caschi esteticamente “cool” in testa a qualche top rider e fare del marketing è infatti ciò che fanno gran parte delle aziende di caschi e spesso si tratta dello stesso identico casco proposto da “n” aziende. KALI ha messo al centro del suo lavoro la protezione, come dovrebbe logicamente essere per chi ti mette in testa un oggetto che dovrebbe proteggerti quanto più possibile. Una scelta più difficile che fare ciò che fanno tutti.

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D: Perché lo hai scelto come distributore?
R: Direi per lo stesso motivo. Sono un rider e credo fermamente che un casco dovrebbe proteggerti quanto più possibile. Abbiamo anche noi caschi “tradizionali” ma per essere coerente con la sua politica, ora che sta crescendo, Kali sta lavorando per applicare la Composite Fusion a tutta la gamma. Non ultimo i prezzi: il rapporto prezzo/qualità di Kali è vincente, soprattutto se si bada al sodo.

D: E’ nato prima l’uovo o la gallina… ovvero, quale delle due scelte è arrivata prima?
R: La prima. Cercavo uno sponsor e quando ho capito la differenza tra indossare un Avatar e un casco tradizionale (come avevo usato sino ad allora) avevo già deciso che avrei voluto indossare quel casco per correre, a prescindere dalla proposta che avrei ricevuto.

D: Come stai cercando di indirizzare lo sviluppo di nuovi prodotti? Come e soprattutto per chi?
R: KALI è una azienda giovane. C’è molto fermento, ci sono molte idee. Posso solo dire che lo sviluppo è solo all’inizio e che dal 2014 cominceremo a vedere alcune novità dove ci sarà un po’ di “Italian Style”. La cosa positiva è che c’è molta comunicazione tra me e il team KALI e un confronto molto costruttivo. Credo vedrete cose interessanti.

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D: Come fai a valutare i nuovi prodotti e quali sono le cose su cui focalizzi la tua attenzione?
R: Misuro tutto in termini di protezione, praticità, durata e tiro le mie conclusioni, portando i miei suggerimenti.

D: Cosa pensi che distingua KALI da tutti gli altri marchi di caschi e protezioni sul mercato?
R: Dalla reale volontà di proporre un livello di protezione superiore, ponendo in primo piano la tecnologia e le leggi della fisica, in secondo piano l’oggetto in sè. Questo è un punto su cui si vedranno bei miglioramenti perchè viviamo comunque in un mondo che spesso da più peso all’immagine. Il principio non cambia, cambierà l’attenzione verso dettagli sino ad ora non tenuti, talvolta, nella dovuta considerazione.

D: Visto che parteciperai allo sviluppo di alcuni prodotti, come vedi il tuo ruolo in questo contesto e come pensi KALI possa migliorare?
R: Io sono solo uno dei tanti che aiutano KALI, così come porto il mio contributo ad alcune altre aziende di settore. In questo momento storico della MTB, pratico la disciplina che sta attirando l’attenzione di tutta l’industria. Sperimento in prima persona idee e soluzioni per migliorare i prodotti, le loro “performance”, il comfort piuttosto che la praticità. Cerco di trasmettere le esigenze che un biker può avere nella pratica della mtb a 360 gradi e mi diverto anche a farlo!

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