La scrubbata

Oggi faremo un balzo in avanti nella scala di difficoltà. Non temete, dopo torneremo verso le basi, voglio però premiare anche chi ha già preso confidenza con i salti e vuole provare qualcosa di nuovo.
Parliamo della “scrub”. Con questo termine si identifica un movimento per il quale rider e bici di inclinano già sulla rampa e “assorbono” il salto. Cioè si sollevano il meno possibile. Nasce da “Bubba Stewart”, fortissimo rider di motocross, che per primo ha utilizzato ed estremizzato questa tecnica sui propri salti.

La tecnica è molto complessa anche se non prevede di togliere mani e piedi dal manubrio (il che spesso complica le cose). Ho voluto spiegarla per prima perché non è realmente una tecnica da dirt, ma più da discesa. Serve infatti molto su salti presi ad alta velocità, per evitare di atterrare lunghi oltre il landing, tipica situazione da gara dh (in cui infatti tale tecnica si vede sempre più di frequente).
La possiamo usare indifferentemente su salti o su drop anche se nel secondo caso avremo meno spazio in cui piegare la bici per “assorbire” il salto e quindi tale tecnica risulterà meno efficace (ma più facile).



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Il gioco è cercare di inclinare il più possibile la bicicletta in modo che manubrio e pedali siano all’altezza minore possibile in fase di uscita, e soprattutto in caso di “kick”, per evitare di essere spinti dalla rampa verso l’alto. Una parabola alta infatti fa perdere molto tempo poiché fa percorrere più strada. Non basterà però inclinare la bicicletta perché dovremo anche poi tornare in posizione durante il salto.

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Approccio e stacco
Arriviamo sul nostro salto più stesi del solito con gambe e braccia. Diciamo tutti gli arti quasi tesi. Mentre inizia la rampa andremo ad accucciarci proprio per cercare di assorbire e neutralizzare il più possibile la spinta che ci viene data dalla rampa. Una volta finita l’escursione utile degli arti andremo a inclinare la bicicletta sotto di noi per accentuare questo movimento. Per farlo dobbiamo spingere contro il telaio col ginocchio che rimarrà sopra (es se pieghiamo il manubrio a sx spingeremo col ginocchio dx e viceversa), e verso il basso col braccio che rimarrà sotto (piego il manubrio a sx spingo col braccio sx). A questo punto le spalle saranno rimaste abbastanza ferme e la bici sarà inclinata sotto di noi.

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Per capire il movimento da fare, provate ad andare dritti su asfalto cercando di inclinare il più possibile la bici (senza curvare però), simulando proprio il movimento appena spiegato
Nei video si vede come i rider quasi compiano una curva sulla rampa. Si tratta solo dell’estremizzazione della manovra. La bici essendo molto inclinata va a cercare di curvare, i rider si trovano poi a dover correggere questo comportamento in aria. Se non si estremizza troppo il movimento questo non avviene.

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Fase aerea
Ora arriva la parte più difficile. Ci troveremo in aria con la bici completamente storta ma dovremo atterrare più dritti possibile. Per prima cosa aspettatevi una leggera rotazione del posteriore dalla parte opposta a cui inclinate la bici (come prima inclino il manubrio verso sx avrò una scodata verso destra). Questo movimento viene infatti indotto proprio dall’inclinazione della bici durante l’uscita. Per spiegarlo basta notare come nella prova di prima (di andare dritti con la bici inclinata) ci sia una propensione del mezzo a girare dalla parte in cui la incliniamo. In pratica più riusciamo ad emulare quel movimento meno la nostra bici si andrà a scomporre.
Il gioco una volta usciti sarà di contrastare proprio questa rotazione. Per farlo andiamo a schiacciare con il braccio che durante l’uscita risultava piegato. Già con questo movimento la ruota anteriore e conseguentemente la bici si raddrizza. Ora va riallineata con il landing. Per fare questo cerchiamo di stendere anche le gambe per prepararci al landing e portare avanti le spalle. Questo movimento di avanzare farà abbassare l’avantreno della bici (che come scritto nella puntata dei salti deve comunque atterrare per primo). La coda della bici lo seguirà. Difficilmente riusciremo ad atterrare perfettamente dritti (su salti grossi si hanno più possibilità avendo più tempo per correggere). Infatti uscendo già storti potremo solo minimizzare l’effetto della piega. Atterrando con l’anteriore e caricandolo come spiegato poc’anzi riusciremo però ad avere un atterraggio comunque fluido e senza impattare col posteriore (certo non dovrete essere troppo storti altrimenti c’è poco da fare.).

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Dove provare
I salti più facilmente “scrubbabili” sono quelli con kick bassi, come quello in foto (primo salto della DH di Morzine). Infatti una rampa di quel tipo permette di utilizzare gli arti e l’inclinazione della bici senza andare ad intaccare la traiettoria del tronco, che rimane praticamente rettilinea. In questo modo è come se il mio corpo non avesse spinte verso l’alto e quindi in pratica è come se quel salto non esistesse perché “gli passo attraverso” o meglio le mie gambe e le mie braccia mi permettono di passare senza farmi cambiare traiettoria a tronco (quindi testa spalle e sedere).
Quindi i salti con kick bassi e i drop sono i migliori alleati per provare questo tipo di tecnica. Più difficile è poi metterla su salti con rampe che sparino verso l’alto perché difficilmente riusciremo ad evitare che le spalle cambino traiettoria, cioè non riusciremo ad assorbire tutta la spinta data dal kick. Questo significa che in aria ci andremo, e dovremo anche andarci il più bilanciati possibile.
Mi raccomando quindi di andare per gradi e di approcciare i salti con una certa velocità, poiché questa tecnica serve proprio per annullare gli effetti di questa.

[VIDEO=2509]Jack Bisi – Scrub Raida Come Mangi[/VIDEO]

Ingrediente segreto
Lo sguardo. Non mi stancherò mai di dire che lo sguardo deve essere in avanti, lontano. Non pensate nemmeno di girare le testa o lo sguardo per inclinarvi altrimenti andreste a innescare una rotazione da cui risulterebbe assai difficile uscirne.
Mi raccomando, sguardo lontano a cercare il landing e poi a vedere cosa c’è dopo!

Jack

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