Le Gole dell’Infernaccio, Palazzo Borghese e il sentiero Zappacenere

Se è vero che “la fortuna aiuta gli audaci” è anche vero che “l’eccezione conferma la regola”.
Ed è da queste verità che voglio raccontare una nuova storia.
Tutto ha inizio l’8 luglio quando il Professoraccio decise nuovamente di sfidare la montagna.
Per dire la verità le premesse erano tutte dalla sua parte: qualche settimana prima, aveva vinto in solitaria le insidiose creste della Sibilla. Aveva poi conquistato la più ambita meta dei Laghi di Pilato.
Sulle ali di tanto entusiasmo, decise di provare in solitaria una nuova grande impresa!
L’idea era quella di inoltrarsi in una delle zone meno accessibili e meno frequentate dell’intero gruppo dei Sibillini.
L’itinerario prevedeva infatti la risalita delle Gole dell’infernaccio fino a Passo Cattivo. Da qui, voleva proseguire tentando le Creste in direzione sud, per poi calarsi nella Valle di Foce percorrendo il sentiero Zappacenere.
Così come era stato studiato sulla carta, il progetto prevedeva di scalare 2300 metri di dislivello in circa 45 km. Il tempo di percorrenza era stato stimato in circa 6 ore alle quali bisognava aggiungere il tempo delle varie soste.
Per realizzare l’impresa era necessario addentrarsi in luoghi i cui nomi (Infernaccio, Passo Cattivo, Zappacenere, ecc.) sono tanto affascinanti quanto sinistri ed inquietanti.
Ma la buona sorte non fu dalla parte dell’audace Professore! Gli Dei, gelosi custodi della montagna, respinsero il malcapitato e, anzichè mandargli fulmini e saette, infierirono contro di lui spezzando la catena del suo generoso compagno di avventura.
Andare avanti non era più possibile…bisognava solo ripiegare indietro, azzerando in un solo colpo tutte le fatiche che fino a quel punto erano state sofferte (incompiuta).

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Ma il Professoraccio non lascia mai cose in sospeso! Sa’ che un lavoro iniziato va sempre portato a termine.
Per il secondo tentativo non fu necessario aspettare molto tempo….breve consulto con Kona(n) e tutto fu deciso per il 14 luglio.
L’appuntamento è per le ore 6,30 sulla piazza di Sarnano.
Il tempo di caricare i potenti mezzi e partire alla volta di Rubiano, porta d’ingresso per le Gole dell’Infernaccio.
La giornata è splendida e le condizioni meteo promettono bene.
Pochi minuti per organizzare la partenza ed ecco già i due avventurieri seduti sulla loro sella pronti per la scalata delle Gole dell’Infernaccio.
L’arrivo alle “Pisciarelle” annuncia l’ingresso nelle selvagge gole.

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Subito ci si accorge delle grandi difficoltà che bisogna affrontare: una valanga causata dalle abbondanti nevicate dell’inverno ha chiuso l’imbocco delle gole. E’ necessario farsi largo tra mucchi di neve ancora non sciolti, detriti e alberi spezzati dalla furia della natura.

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Usciti dall’Orrido, il sentiero si fa molto piacevole, ora su una sponda, ora sull’altra del impetuoso torrente. L’ambiente è molto selvaggio: a destra le pendici della Priora, a sinistra quelle più severe della Sibilla….in mezzo il torrente che scorre impetuoso e nascosto tra la fitta vegetazione.

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A Capotenna inizia una parte molto dura del percorso: una lunghissima salita che rapidamente sale fino a Passo Cattivo e, da qui, prosegue sopra le creste oltre i 2000 metri di quota.
Il sentiero s’inerpica subito con forte pendenza e rapidamente si guadagnano diversi metri sul livello del mare.
Le Gole dell’Infernaccio si fanno sempre più lontane man mano che il sentiero prosegue la sua marcia verso monte:

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La salita fino a Passo Cattivo non concede sconti. Lunga, a tratti molto ripida e su fondo particolarmente scosceso. Non concede mai tregua, tira sempre senza mai allentare la presa.
Le fatiche sono tuttavia alleviate dagli splendidi paesaggi che sia aprono in tutte le direzioni:

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Qui la pace è assoluta……. Il verde dei prati, i profumi estivi della montagna, il silenzio tombale che solo questi posti possono regalare!
Nonostante la bella stagione, qui non si incontra anima viva. Sembra incredibile….. ma nell’intera vallata si incontrano solo le Guardie Forestali con il telescopio puntato sulle cime per seguire gli spostamenti dei camosci.

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Finalmente l’arrivo a Passo Cattivo: fino a qui sono stati percorsi circa 15 km e sono stati superati 1400 mt di dislivello.
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Passo Cattivo o Malopasso, un luogo per definizione sinistro ed ambiguo. Fin dai tempi più remoti era molto transitato per raggiungere i pascoli dell’alta Val di Tenna e per le normali operazioni commerciali tra le due vallate. Un luogo pericoloso, che un tempo gli abitanti della zona dovevano raggiungere per soddisfare le loro necessità vitali.

I due bikers si concedono una meritata sosta per ammirare il grande spettacolo: a destra la Valle di Visso, a sinistra la Val di Tenna. Tutto attorno le principali cime degli Sibillini: la Priora, Pizzo Berro, la Sibilla, il Monte Bove. Poco più avanti Cima Vallinfante e Cima Cannafusto. In lontananza si riconosce la sagoma del Monte Cardosa.

Il Professoraccio, mai troppo loquace per natura, a certe altitudini perde totalmente il dono della parola e nel silenzio più assoluto si concentra su così tanta bellezza!
Kona(n), come al solito, è molto impegnato in faccende fotografiche.
Ma la sosta non può durare troppo, molto lunga è la strada che bisogna ancora percorrere.
E’ necessario salire sulle creste e, da qui, proseguire in direzione sud.
Da Passo Cattivo il sentiero si inerpica fin sotto la vetta di Cima Vallinfante, superando bruscamente altri 200 di dislivello.
Nella prima parte si procede ancora in sella:
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Poi la pista si fa proibitiva e non rimane che spingere per qualche centinaio di metri!

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Finalmente l’arrivo in quota. Una lunga dorsale, quasi tutta pedalabile, accompagnerà i due fino alla spalla nord di Palazzo Borghese.

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Il sentiero sulle creste è un ottimo balcone panoramico: paesaggi mozzafiato su entrambi gli orizzonti!
A destra, il versante umbro-marchigiano e le piane di Castelluccio:

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A sinistra, il versante marchigiano e tutta la catena dei Sibillini:

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Poi l’arrivo al cospetto di Palazzo Borghese e, da qui, l’imbocco del tanto sospirato sentiero Zappacenere.
Lo Zappacenere ha uno sviluppo complessivo di circa 7 km e, partendo da quota 2100, scende fino a fondo valle (circa 900 slm).
Il sentiero dapprima scorre placido sui prati d’alta quota:

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Poi si distende sul fianco meridionale della Cima Vallelunga e della Sibilla:

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Un pastore guarda incuriosito il passaggio fuori sella dei due bikers:

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Il dolomitico sperone di Palazzo Borghese, di spalle rispetto alla direzione di marcia, regala la sensazione di pedalare su altre latitudini:

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Si alternano tratti nascosti dentro il bosco a tratti scoperti e panoramici (con vista mare nelle giornate più limpide).
Poi si prosegue con un lungo susseguirsi di tornanti sul fianco della montagna:

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Infine il sentiero precipita bruscamente fino a fondo valle:

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A fondo valle, la missione non è ancora compiuta: occorre risalire a Montemonaco e da qui, in con un lungo saliscendi, proseguire fino a Rubbiano.
Saliti a Montemonaco c’è ancora il tempo per fermarsi ad ammirare l’opera appena compiuta: in alto al centro, lo sagoma di Palazzo Borghese; sulla destra, le pendici di Cima Vallelunga e della Sibilla; lungo i fianchi di queste due montagne tutto lo Zappacenere, appena percorso nella sua interezza fino a fondo valle.

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A questo punto Kona(n) ripone la macchina fotografica nella sua custodia. Il fotografo, oramai stanco e provato, decide di godersi il meritato riposo.

Per maggiori info visitate:
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