Manubrio: meglio largo o stretto?

Bentrovati, come tutti i mercoledì, all’appuntamento settimanale con il tech corner!

Nell’articolo di oggi ci occuperemo della larghezza del manubrio e di come questa influisca nella guida e nella posizione in sella della nostra mountain bike.



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Manubri larghi: solo una moda?

Negli ultimi anni sul mercato si stanno imponendo manubri sempre più larghi. Se una volta un manubrio da 700mm era già largo, oggi sono moltissimi i produttori ad offrire manubri di anche 800mm. Se una volta manubri così ampi erano utilizzati prevalentemente per le discipline gravity, oggi manubri da 710, 740mm e oltre vengono utilizzati anche per discipline pedalate quali l’enduro e l’all mountain.


Largo va bene, ma qui si esagera!

In molti considerano quella dei manubri larghi una moda, ma in realtà non è proprio così. L’aumentare della larghezza del manubrio è stata una diretta conseguenza dell’evoluzione delle moderne mountain bike che negli ultimi anni stanno proponendo angoli sterzo molto più aperti che in passato. Come vedremo in seguito infatti larghezza manubrio e angolo di sterzo sono correlati, ovvero una bici con un angolo sterzo molto aperto si guida meglio con un manubrio più largo.

In salita

Cominciamo con l’occuparci di come la larghezza del manubrio influisca sulla pedalabilità della nostra bici. In realtà questo parametro non è così importante durante la salita. Manubrio largo significa busto più basso, quindi sotto certi aspetti è anche vantaggioso, ad esempio sulle salite ripide e tecniche. Inoltre la posizione con le braccia più aperte, quindi più rilassata, per molti è piacevole in salita, garantendo maggior comfort, senza contare poi la maggior stabilità dell’avantreno sui tratti tecnici a bassa velocità in cui risulta più facile tenere una traiettoria rettilinea senza sbandare per la fatica o per gli ostacoli.

Il problema invece riguarda essenzialmente l’aerodinamica. Una posizione con le braccia vicine offre una superficie frontale inferiore e di conseguenza una posizione aerodinamica più favorevole (la resistenza del vento per un ciclista è seconda solo alla resistenza dovuta pendenza), mentre una posizione con le braccia maggiormente allargate offre un maggiore effetto vela. Sarà quindi sui tratti di pianura o quando si pedala in controvento che si potranno percepire degli svantaggi.

Manubri stretti ed impugnature posizionate vicinissime alla pipa: i nostri cugini stradisti ci insegnano che la posizione aerodinamicamente migliore è quella con le braccia strette, in modo da tagliare l’aria minimizzando la superficie frontale.

In discesa

In realtà i maggiori effetti di un manubrio largo si percepiscono in discesa. La larghezza del manubrio influisce essenzialmente su due fattori: si aumenta il braccio di leva e si avanza la posizione del busto.

Il braccio di leva maggiore offerto da un manubrio più largo fa si che a parità di rotazione della ruota il manubrio più largo compia uno spostamento longitudinale maggiore. Questo significa due cose: da un lato per curvare bisogna muovere maggiormente le braccia, dall’altro che le sollecitazione indotte dal terreno alla ruota per determinare una certa rotazione del manubrio, devono farlo muovere di una lunghezza maggiore, permettendoci quindi di contrastarle più agevolmente.

Il disegno rappresenta come l’arretramento di un estremo (D e d) a parità di angolo di rotazione sia inferiore per i manubri più stretti.

Altro effetto della larghezza del manubrio riguarda la posizione in sella. Proviamo ad impugnare un bastone, prima con le mani vicine e poi allontanando le mani verso le estremità: il bastone si avvicinerà al nostro busto. Questo è proprio l’effetto che si ottiene con un manubrio più largo, in cui le manopole sono più lontane e quindi il nostro busto (a parità di OV e attacco manubrio naturalmente) si troverà necessariamente più avanti.

A questo punto è chiaro come un manubrio più largo faccia si che la ruota anteriore sia più stabile. Per via del maggiore braccio di leva, come abbiamo visto in precedenza, le sollecitazioni indotte alla ruota dalle asperità del terreno si trasformano in un movimento più ampio del manubrio, movimento che noi riusciremo a contrastare più facilmente e con meno forza. Questo quindi significa che un manubrio largo garantisce una migliore direzionalità specialmente sui tratti scassati, ovvero risulta più facile far tenere alla ruota anteriore la direzione che vogliamo e seguire le traiettorie che decidiamo noi.

Nelle mtb moderne si tende ad avere angoli di sterzo sempre più aperti, arrivando su alcune bici da DH ad angoli di anche 62°. Maggiore angolo di sterzo (intendendo con maggiore “più aperto”) significa migliore direzionalità e stabilità sullo sconnesso, ma anche difficoltà nello sterzare e nel caricare correttamente l’avantreno. E’ proprio su questi due aspetti che un manubrio più largo può venire d’aiuto. Il maggiore braccio determinato da una larghezza maggiore, permette di curvare con minore sforzo e più facilità, rendendo quindi la bici meno faticosa da guidare. Inoltre un manubrio più largo fa si che, grazie all’impugnatura più distanziata, il busto si trovi più vicino al manubrio, più basso quindi e più avanzato. In questo modo si riesce a caricare maggiormente la ruota anteriore evitando pericolose perdite di aderenza, specialmente in curva. Insomma il manubrio largo diventa una necessità con gli angoli aperti che ci sono in giro adesso: 63-62° significa avere il mozzo ben più avanti al manubrio rispetto al solito, quindi un manubrio largo avvicinando il busto all’anteriore minimizza le conseguenze dell’allontanamento del mozzo

Steave peat: si noti come un manubrio largo aiuti a caricare bene la ruota anteriore, specialmente nelle curve

Può essere un manubrio troppo largo?

Fin’ora, da quello che abbiamo visto sembrerebbe che largo è meglio in tutti i casi. Questo è abbastanza vero, però non bisogna eccedere.

Se un manubrio largo migliora il controllo in discesa, specialmente rider bassi o con le braccia corte, possono ritrovarsi svantaggiati da un manubrio troppo largo. La guida della bici richiede che busto e manubrio siano indipendenti. Quando si curva e si piega la bici, quando si salta, quando si affrontano tratti ritmici con molte curve in rapida successione o tratti sconnessi, la bici dev’essere libera di muoversi sotto il nostro corpo. Un manubrio molto largo a parità di inclinazione della bici determina alle estremità, a causa della maggior leva, un movimento verticale maggiore. Questo movimento dev’essere compensato dalle braccia del rider e se è eccessivo impedisce al rider stesso di rimanere indipendente rispetto alla bici, trovandosi in balia di essa.

Per questo non bisogna seguire le mode a tutti i costi, ma valutare qual è la soluzione migliore per noi stessi. Non è detto che se Gee Atherton usa un manubrio da 800mm, questo sia la soluzione migliore anche per un rider di 1,70m, anzi.

Accorciare il manubrio

Per questo motivo spesso può essere necessario accorciare il manubrio. Per il taglio dei manubrio esistono essenzialmente due soluzioni: il taglia tubi oppure un seghetto con una guida, come quella in figura.

Prima di procedere al taglio bisogna ricordarsi di una cosa: una volta tagliato il manubrio non si torna indietro. Dobbiamo quindi essere sicuri che il manubrio sia veramente troppo largo.

Per fare questo è quindi importante provare, prima di procedere con il taglio, se effettivamente ci troviamo meglio con un’impugnatura più stretta. Per fare ciò possiamo semplicemente spostare all’interno le manopole, i vari comandi e leve freno presenti sul manubrio, lasciando all’esterno della manopola un pezzo di manubrio inutilizzato che sporge.

Proviamo la nuova configurazione per un paio di uscite, in modo da lasciare un certo periodo di adattamento, e se ci troviamo bene possiamo procedere con il taglio del manubrio. Personalmente consiglio di provare con degli step di 1cm per parte. Non esagerate, 2 cm di larghezza manubrio già si sentono. Se poi non fosse sufficiente basterà spostare le manopole di un ulteriore centimetro per parte.

Attenzione poi che alcuni manubri si inspessiscono verso la parte centrale: accorciandoli eccessivamente potrebbe poi non essere possibile posizionare correttamente i manettini o i collarini dei freni. E’ sempre meglio fare delle prove prima di procedere con il taglio!

E se invece volessimo provare un manubrio più largo? Beh c’è poco da fare: dobbiamo sostituirlo. Poiché i manubri non costano poco, la cosa migliore è chiedere a qualche amico o al nostro negoziante di fiducia se ha un manubrio da prestarci. Dopo un paio di uscite si potrà decidere se procedere con l’acquisto di un manubrio più largo o se quello che avevamo prima era già abbastanza.

Il back sweep

Una cosa che spesso non si considera è il back sweep. Il back sweep non è altro che l’arretramento delle parti terminali del manubrio, su cui si vanno a fissare le manopole, rispetto all’asse della parte centrale del manubrio.

Syntace Vector Carbon: un esempio di manubrio back sweep elevato (12°).

Il back sweep si misura come inclinazione in gradi della parte terminale del manubrio rispetto all’asse della parte centrale che si fissa nell’attacco manubrio. L’arretramento quindi delle manopole dipende dalla lunghezza del manubrio.

Il back sweep quindi arretra la posizione delle mani, riducendo l’effetto di avanzamento del busto verso il manubrio che si ottiene con i manubrio larghi. Di fatto quindi rimane inalterato l’effetto del maggior braccio di leva, ma viene ridotto l’effetto di avanzamento del baricentro.

Abbiamo quindi visto come se da un lato il manubrio largo comporti alcuni vantaggi, dall’altro un manubrio troppo largo può essere di impiccio.

Voi cosa preferite? Siete per i manubri larghi o preferite i manubrio stretti? Trovate che quella dei manubri larghi sia una moda o che ci siano evidenti vantaggi?

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