[RCM] PumpTrack ep. 1: bike check

Inizia una serie di articoli su un argomento che sta diventando sempre più attuale e su cui ricade l’interesse di molti, il pump track.

Questo tipo di attività è una allenamento fenomenale a livello di tecnica e di allenamento fisico (provate a fare un po’ di giri in pump a tutta e ditemi quanto durate…. 2-3 minuti ad esagerare).



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La pista utilizzata prevede gobbe e curve paraboliche, in alcuni casi sono previsti anche drop, salti, wallride ecc. Ad ogni modo il gioco è quello di sfruttare il terreno per prendere velocità senza utilizzare la pedalata, ma “pompando” in gergo, e cioè stantuffando con gambe e braccia al momento giusto per incrementare la velocità.

Andiamo con ordine. Visto che non sono ancora così diffuse queste strutture, andremo a valutare in primo luogo (dalla prossima puntata) come creare un pump track e che misure dovrà avere. In questo modo permetteremo a chi ha un giardino un po’ grosso o uno spazio in cui girare, di creare il proprio pump track personalizzato. Ricordiamo inoltre che lo stesso concetto sta alla base delle piste da bmx quindi se ne avete qualcuna vicino casa non esitate ad andarci per allenarvi!

Dicevamo che la progressione inizierà proprio dalla creazione del pump track per poi vedere un po’ di tecniche da utilizzare all’interno dello stesso. Non perdete quindi le prossime puntate dove sviscereremo tutti questi argomenti.

Oggi parleremo velocemente delle caratteristiche che una bici deve avere per andare bene in pump track poiché ci sono davvero tante idee sbagliate al riguardo e per fare in modo che possiate trovarvi pronti per iniziare a bomba la prossima settimana!

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Tipologie di bici

Le bici da pump track ideali non sono altro che le bmx, cruiser, front da dirt o 4x. Le prime due, totalmente rigide con ruote da 20 e 24 rispettivamente sono appunto le bici usate sulle piste da bmx. Vanno bene sia bmx da race (meglio) sia da freestyle. Le cruiser si avvicinano di più alle mtb pur rimanendo bici rigide e avendo ruote più piccole. Infine le front da 4x e dirt sono vere e proprie mtb con geometrie però simili a cruiser o bmx. Ricordatevi che le bmx, pur avendo ruote piccole, hanno taglie e struttura adeguata all’uso degli adulti. Non abbiate paura di sentirvi compressi sopra una biciclettina tipo crusty il clown. Le taglie delle bmx si misurano in pollici (equivalenti al top tube) e già con un 21” o 21,5” siamo comodi sulla nostra bmx.

Lo stesso vale per i cruiser. Anche le mtb hanno le taglie quindi andremo a scegliere anche qui ciò che più ci aggrada. Consideriamo sempre che le taglie sono relative alla specialità. Se in enduro o crosscountry o discesa uso una M userò una M anche in dirt/pumptrack (a parità di casa produttrice). Non preoccupatevi se il top tube è leggermente più corto o il virtuale è diverso dalla bici che usate di solito. Sarà normale usare una bici più corta di quella che usiamo per pedalare anche perché altrimenti ci troveremo a dover manovrare un barcone lunghissimo. Troppe volte ho visto scegliere la bici da pumptrack-dirt-street-ecc considerando i parametri di quando si pedala, e troppe volte ho visto prendere bici enormi (dimostratesi poi poco efficienti).

L’ordine con cui ho scritto le varie tipologie non è casuale. Si passa dalla bmx, la bici più cattiva e reattiva possibile, con le sue ruote piccole e una risposta violenta alle sollecitazioni è la più difficile da “far funzionare” ma quella che permette di spingere di più e accelerare più velocemente.

Il cruiser conserva la reattività, o quasi, della bmx con la stabilità di ruote più grosse. L’accelerazione sarà minore a parità di spinta ma una volta trovata la propria velocità limite sarà meno faticoso tenerla.

Le mtb da dirt (ruote 26”) sono molto vicine ad un cruiser ma hanno la forcella ammortizzata e sono spesso più pesanti e resistenti. La risposta sarà leggermente meno brutale ma la comodità maggiore. Iniziamo inoltre ad avvicinarci come posizione e dimensioni generali ad una bici da enduro o discesa. Le front da 4x sono quanto di più vicino possiamo trovare ad una bici da enduro (tanto che molti telai nativi da enduro possono andare bene nel 4x e viceversa) come risposta e guida. Sicuramente è la bici più facile per chi viene dalla mtb classica ma anche la meno efficace in linea generale per via del carro più lungo, della forcella ammortizzata e di una impostazione generale votata ad essere utilizzata sulle piste da 4x che, normalmente sono paragonabili a piste da bmx in discesa, ma con l’eventualità di avere tratti tecnici o scassati all’interno della pista, rock garden compresi.

 

Caratteristiche salienti

Come avrete capito le bici ideali sono rigide o al massimo ammortizzate all’anteriore. Questa seconda opzione è consigliabile per chi si sente più sicuro con questa configurazione o per pumptrack non perfettamente raccordati; cioè in cui le gobbe o le curve hanno scalini, rigonfiamenti o imperfezioni.

Da qui il passo è breve per capire che le nostre amate full, che spesso ci salvano da situazioni difficili, sono solo controproducenti.

Nel “pompare” tutto ciò che è sospensione, tutto ciò che assorbe energia invece di trasferirla a terra è un male. Ecco che vediamo subito come la sospensione posteriore sia solo una zavorra.

Da un punto di vista geometrico l’ideale è avere un carro molto corto per poter avere una trasmissione della spinta maggiore possibile. Il top tube sarà abbastanza corto così come l’attacco manubrio e i pesi saranno abbastanza spostati al posteriore per avere un controllo totale del mezzo e per poter stare in una posizione simile a quella che adottiamo in discesa con i nostri mezzi più agguerriti. Il bello è che non è necessario avere bici particolarmente leggere per divertirsi e soprattutto che bici adatte al pump track possono essere assemblate spendendo relativamente poco. Il mercato dell’usato offre poi un mondo di offerta adatta a cifre più che abbordabili (sotto i 500€).

Analizzeremo ora in modo preciso quello che dobbiamo cercare da una bici se ne vogliamo fare una .
Ovviamente io per le foto avevo a disposizione la mia bici, montata in ottica Dirt. Partiremo da lì per analizzare cosa va meglio e cosa peggio nelle altre bici sopracitate.

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Telaio e freno post

Le caratteristiche principali richieste ad un telaio sono lo slooping accentuato per permettere alle gambe di utilizzare tutta la loro escursione (aiutate dal fatto di mantenere la sella molto bassa). Inoltre più il carro sarà corto e più saranno facili le manovre quali manual o comunque più sarà responsivo in fase di spinta o di bunny hop. Ideale la predisposizione per singel speed quindi con forcellini orizzontali o mobili, meno roba c’è meno roba si rompe.

Altre caratteristiche importanti del telaio stanno nell’angolo di sterzo abbastanza chiuso (69-70 per le bici da dirt, 67-68 nelle 4x, 72 e passa nelle bmx e cruiser). Questo permetterà di avere bici agili e scattanti. Non dobbiamo avere assorbimento delle asperità quindi sarà inutile e dannoso andare a ricercare un angolo di sterzo aperto.

Ormai i freni a disco sono ovunque ma in realtà non è così fondamentale avere una frenata precisa e sicuramente anche un v-brake può andar bene allo scopo (in ottica risparmio). Occhio però che spesso quello che risparmiamo sui freni lo spendiamo in ruote perchè ormai è difficile trovare cerchi buoni per v-brake. Un buon compromesso quò essere un freno meccanico. Per quanto riguarda il freno anteriore non ne abbiamo la necessità. Se qualcuno lo vorrà montare per sicurezza ok ma sappiate che il mio consiglio è quello di non montarlo, soprattutto se non siete perfettamente in grado di gestire la frenata o tendete a frenare quando vi impaurite. Un freno anteriore pinzato nel momento sbagliato può fare grossi danni. Se non c’è non fa danni (e in pump non prendiamo mai velocità eccessive né abbiamo spazi di frenata risicati).

Nel 4x il freno ant serve, così come il cambio. Valutate quanto usate la bici in una e nell’altra modalità e vedete voi cosa vi conviene fare.

In BMX e sui cruiser i dischi non esistono. Qui troviamo un u-brake al posteriore e basta (a volte all’anteriore ma di solito dura poco). Questo tipo di freno è veramente poco funzionale, rallenta più che frenare realmente. Bene da una parte perchè dovrete prendere dimestichezza con il guidare la bici in modo svincolata dalla frenata, male dall’altra perchè non è sicuramente il componente più sicuro sul mercato. Cerchi cromati (se ne trovano in commercio) e pattini adeguati possono aiutare le performance ma non aspettatevi di avere una frenata da freno a disco. Il bloccaggio è una cosa sconosciuta a questo tipo di impianto frenante.

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Ruote e gomme

Il discorso vale per tutte le misure e quindi per tutte le bici oggetto della nostra discussione.

Le ruote sono un componente molto importante perché determinano l’agilità e il potere di accelerare della bici. Ruote leggere permettono di avere un’ottima accelerazione. Così le ruote piccole delle bmx, grazie al loro momento di inerzia minore, permettono di avere un’ottima risposta. Anche la rigidità è fondamentale perché, più del telaio, influenza il trasferimento della spinta al suolo e conseguentemente l’accelerazione. Insomma più che in pedalata qui ci servirà avere ruote rigide, se poi sono leggere tanto meglio. Controllate spesso i raggi perchè, per via delle continue spinte, sono molto soggetti ad allentarsi. I cerchi non serviranno particolarmente robusti perchè, a meno di errori eclatanti, non ci dovrebbero essere impatti con pietre o zone anguste. Inoltre le gomme come vedremo saranno molto gonfie e quindi anche un cerchio leggero ma “morbido” può fare bene il suo lavoro.

Le gomme sono fondamentali, come spesso accade. Sarà importante avere gomme leggere e scorrevoli. In caso di pump track in cemento o legno sarà l’ideale avere gomme completamente slick. In caso di pump track in terra dovremo valutare la fattura dello stesso e, in caso di pump fatto benissimo potremo optare per gomme slick. Se invece vediamo che il pump presenta curve o zone in cui dovremo stare in piega fuori dalle paraboliche, o che presenta paraboliche basse o poco inclinate che non possono essere affrontate a tutta, allora sarà meglio scegiliere una gomma più tassellata, ma sempre privilegiando la scorrevolezza. Gomme da xc per le mtb possono andare bene in questo secondo caso.

Pressioni gomme. Normalmente si tendono a tenere pressioni molto alte per evitare spanciamenti, flessioni della carcassa e altri spiacevoli inconvenienti. Le pressioni sono quindi intorno ai 4 -4.5 bar. Una pressione così alta permetterà di avere una scorrevolezza ottima sul liscio. In caso di pump molto scassati o con raccordi fatti male potremo scendere leggermente di pressione per far sì che le gomme assorbiscano queste asperità.

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Forcella e manubrio

Qui analizziamo tutto l’avantreno. Le forcelle da dirt o 4x sono certamente le più indicate ma anche forcelle leggere ad aria possono svolgere il proprio lavoro (se si usa la bici solo in pump e non per saltare sono ok anche forcelle leggere da all mountain). Fondamentale il perno passante (15 o 20 indifferente) per maggior rigidità e sicurezza. In caso di forcelle ammortizzate il consiglio è quello di chiudere tutte le regolazioni e, precaricarle il più possibile. Come potete immaginare non servono escursioni ampie, 80-100-120 mm sono normalmente quelle utilizzate. Cercate di gestire la lunghezza della forcella in base alle geometrie della vostra bici ricordando che, a grandi linee, 2cm di escursione aumentano l’angolo di sterzo di 1 grado e che una bici con angolo più aperto sarà più pigra ma più stabile, una con angolo chiuso sarà più reattiva. Se avete sospensioni ad aria mettete dentro quanta più aria riuscite. Come abbiamo detto l’ideale è avere la bmx o il cruiser, quindi biciclette rigide. Qualcuno di voi però vorrà provare il pump track con la propria bici da all mountain o con quello che ha prima di prendere una bici apposita. Ebbene in questi casi “di prova” il consiglio è proprio quello di indurire tutto l’induribile e cercare di avere una bici più rigida possibile. Attenzione che normalmente riusciamo ad indurire di più la forcella rispetto all’ammortizzatore perchè a parità di durezza avremo bisogno di pressioni molto inferiori. Gonfiate quindi prima l’ammo fino alla pressione massima permssa e di conseguenza pompate la forcella in modo che la risposta sia simile. Avere una forcella quasi rigida e un ammo libero ha poco senso. Se avete il blocco mettete pure quello

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Il manubrio, o meglio il rize del manubrio, diventa fondamentale in questo caso. Non avendo sag né davanti ne dietro sarà questo a gestire totalmente i pesi avanti-indietro. Un manubrio più alto significherà quindi una guida più alta e la possibilità di stare avanti, sarà necessario nel momento in cui davanti avremo una forcella bassa. Ad esempio in foto vedete sulla mia bicicletta una forcella da 65 e un manubrio con rise di 3,5”. Un set up strano ma a ben vedere molto simile alle bmx, che hanno forcelle rigide e telai bassi con manubri altissimi. I cruiser sono vie di mezzo con manubri alti, spesso con travesino. Infine in 4x (ma molti anche in dirt) utilizzano escursioni maggiori e quindi manubri più bassi. La larghezza del manubrio è molto soggettiva ma consiglio di non esagerare per poter spingere al meglio. In foto vedete un manubrio da 72cm di larghezza, per me il giusto compromesso tra spinta e controllo. Cercate il vostro set up ideale ricordando quanto siano fondamentali questi parametri.

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Trasmissione, pedali e sella

La trasmissione è in realtà poco importante. Come abbiamo detto non dovremo prendere velocità pompando. Un consiglio che sento di darmi è quello di puntare su bici singlespeed per non avere problemi di sorta tra rotture e sgranamenti. Inoltre utilizzare corone e pignoni più piccoli possibili (a parità di rapporto) permetterà di avere più luce a terra e non avere problemi di interferenze in caso di errore o di salti atterrati “corti”. Ormai nelle bmx lo standard è il 25 ant e il 9 post. Ovviamente al variare delle ruote varia la rapportatura a parità di sviluppo metrico. In mtb potremo quindi montare il 25 con dietro un 11 o 12. Il problema è che rapporti come 10 o 11 si possono montare (con linea catena corretta e pignone da single speed) solo con mozzi appositi. Se avete quindi in mente di modificare una coppia di ruote che avete già ci sono due possibilità. La prima e migliore da un punto di vista funzionale è quello di montare un pignone da 12 e valutare l’acquisto di una corona da 25 o 27/28 a seconda

del rapporto desiderato. Il secondo metodo, che permette di recuperare eventualmente anche una guarnitura già in possesso, è quello di utilizzare la classica 32 e scegliere il pignone posteriore al meglio (normalmente 13-14-15).

Non conviene utilizzare rapporti molto corti perché in caso si volesse dare una pedalata, ad esempio se stiamo perdendo il ritmo, è meglio farlo “lentamente” e non frullare con le gambe; questo per motivi di stabilità e per la possibilità di recuperare molta velocità con un solo giro di pedali ben dato.

I pedali consigliati sono i FLAT. Come detto spesso da un punto di vista didattico sono molto migliori perché obbligano caviglia e gamba in generale a lavorare al meglio.

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La sella non serve a niente, se non a pararci le parti basse in caso di errore. Andremo quindi ad abbassarla il più possibile e a scegliere, possibilmente, una sella piccola che non entri in contatto con polpacci e ginocchia. Mi raccomando di metterla vicina alla ruota posteriore ma non troppo. Lasciate un piccolo spazio in modo tale che non vi sia la possibilità che pantaloni o peggio parti del corpo restino incastrate. Importante anche l’inclinazione. Qui la bici andrà su e giù continuamente cambiando inclinazione ogni pochi secondi. Da valutare però che gli errori, e quindi l’eventuale uso della sella è normalmente legato alla fase di discesa (errore salti, errori a copiare o pompare le gobbe ecc). Sarà quindi conveniente inclinare la sella in quel senso, metterla parallela al top tube può essere una buona idea, puntarla verso il manubrio (altezza manopole) un’altra funzionale.

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Ingrediente segreto: Fate girare l’economia!!

Spesso conviene prendere una bici di gamma mediobassa o media ma usata che non armare la propria bici in ottica pumptrack. Se abbiamo una full già partiamo svantaggiati perchè non avremo la possibilità di avere una bici performante. Dovremo poi prendere delle gomme lisce, o meglio delle ruote di scorta se vogliamo continuare a usare la nostra bici per giri pedalati e vogliamo cambiare al volo le ruote per andare in pump. Anche il fatto di dover sempre settare le sospensioni in modo diverso (durissime per pump e normali per giri off road) non ci aiuta e se sbagliamo in pump la possibilità di cadere è elevata, il che significa rotture. Spesso, appunto, conviene cercare qualche buon usato che ci faccia risparmiare tempo, soldi (in ottica del lungo periodo), e che ci permetta davvero di lavorare al meglio con questo stupendo mezzo che è il pump track.loghi 2013

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