[Test] b’Twin Rockrider 8 XC

Il marchio ciclistico b’Twin è nato nel 2006 in sostituzione del precedente logo Decathlon che figurava sui prodotti della celebre casa francese, ormai multinazionale specializzata in attrezzature sportive di ogni genere. La gamma di biciclette è veramente ampia, e include anche modelli realizzati per le competizioni, come lo è questa mtb Rockrider 8 XC.
Il telaio è realizzato in carbonio unidirezionale ad alto modulo, con lavorazione monoscocca. Sull’obliquo capeggia la scritta “Made in France”, ma è difficile pensare che il telaio non arrivi da Taiwan, cosa che non rappresenta certo un difetto vista la tecnologia in essere nelle industrie di quel Paese.



.

Il tubo sterzo a sezione costante da 1.1/8” congiunge un orizzontale a struttura quadrangolare, il cui diametro diminuisce progressivamente all’avvicinarsi del piantone sella, e un obliquo anch’esso squadrato e massiccio in zona sterzo, che assume poi una forma arrotondata ed ellittica nell’innesto con la scatola del movimento centrale. Il carro posteriore è classicheggiante, con i foderi obliqui ellittici e quelli bassi con sezione verticale più ampia rispetto alla loro dimensione laterale. Il forcellino posteriore sinistro presenta un ponticello interno di rinforzo, oltre all’attacco disco che qui è del tipo “international standard”. Guaine e tubazioni corrono tutte esternamente, raccolte nella parte inferiore del top tube.

Il telaio è prodotto in tre misure (M, L, XL, corrispondenti a 18, 19 e 21 pollici), la più piccola delle quali è accreditata per 1.190 grammi di peso. Un valore che non fa gridare al miracolo della leggerezza, ma che comunque non penalizza le prestazioni in fuoristrada, dove è sempre richiesta una certa robustezza strutturale. Gli angoli si attestano entro la fascia standard dell’XC racing, 71° e 74° per sterzo e sella.

Allestimento
La bici in prova rappresenta il modello più racing della casa francese per quanto concerne l’ambito Cross country e granfondo. Tuttavia, basandosi sul medesimo telaio, b’Twin offre anche una versione “8 XC replica”, assemblata con componenti di gamma intermedia e prezzo inferiore di 900 euro rispetto alla sorella maggiore.

Questa 8 XC è ancora equipaggiata in configurazione 2011 (per tutti i dettagli si rimanda alla scheda tecnica a fondo pagina). Trasmissione Shimano XT 3×9, cambio Shimano XTR “shadow”, ruote Shimano MT65, più idonee al Trail biking che non alle competizioni XC, ambito per cui è stato progettato il telaio, perfettamente assecondato dalla forcella Rock Shox SID Race 100 mm. Comparto frenante affidato ad Avid con i suoi Elixir R. Non mancano pezzi marcati b’Twin, come sella, reggisella, manubrio, stem e manopole. Il contatto con il terreno è affidato a una coppia di Hutchinson Cobra 26×2.10 tubeless, già latticizzati in quanto la bici proveniva da test effettuati precedentemente da altri.

Va detto che la versione 2013 di questa 8 XC riceverà aggiornamenti alla trasmissione – che dovrebbe passare al sistema 2×10 – e alle ruote, che saranno maggiormente orientate all’utilizzo racing. Il nostro test è comunque risultato utile per saggiare principalmente le qualità telaistiche della bicicletta, oltre ovviamente a quelle prestazionali in genere.

Rilevazioni effettuate
Interasse: 1.078 mm (misura telaio “L”)
Carro posteriore: 425 mm
Altezza movimento centrale: 310 mm
Peso rilevato bici completa: 10.48 kg (pedali inclusi, misura telaio “L”)
Peso ruote in ordine di marcia (inclusi quick-release, dischi, viteria, pacco pignoni, pneumatici e lattice): anteriore 1.845 gr, posteriore 2.280 gr
Peso quick-release: 129 gr (61 ant + 68 post)

Sintesi dei test
Altezza e peso del tester: 180 cm, 70 kg (senza abbigliamento)
Bici in prova: misura “L” (tutti i dettagli nella scheda tecnica a fondo pagina)
Periodo della prova: dal 10 Maggio al 8 Giugno 2012
Uscite effettuate: 7
Tempo totale di percorrenza: 25h.46min.
Distanza percorsa: 536 km
Dislivello in salita: 9.925 m
Percorsi effettuati: tipici del Cross country e Marathon, con tutti i tipi di fondo, incluso fango liquido e adesivo

Identikit
In ordine alfabetico le principali caratteristiche riscontrate sul campo, per una sintesi immediata del profilo di questa bicicletta.

• Prezzo concorrenziale
• Reattività
• Rigidità complessiva del telaio
• Trasmissione 3×9

La prova
Per il set-up iniziale abbiamo preferito caricare maggiormente l’avantreno – inclinando negativamente lo stem – per avere più stabilità e direzionalità nei tratti veloci, oltre a favorire la spinta su pedali.
Fin dalle prime battute emerge il carattere corsaiolo di questa mtb. Il telaio è indubbiamente rigido ed equilibrato, con una corretta ripartizione dei pesi. Il triangolo anteriore appare compatto, allo scopo di favorire la maneggevolezza. Il carro posteriore è un pochino più lungo rispetto al valore medio delle mtb racing, che solitamente si attesta sui 420 mm. La scatola del movimento centrale, a calotte esterne, trasmette tutta la forza impressa dal biker sui pedali.
Le ruote non sono certo delle saette, il loro peso si fa sentire soprattutto nelle partenze da fermo e nei rilanci alle basse velocità. Superato il loro iniziale momento d’inerzia, però, si procede abbastanza bene, più in discesa che in salita.
E’ un telaio con il quale si riesce comunque a spingere molto bene in pianura e nelle salite filanti. Rigido e sensibile a ogni piccola asperità del terreno, con risposte nitide e secche senza per questo essere scorbutico o indomabile, incassa tutto senza scomporsi, rimanendo stabile nella traiettoria voluta dal ciclista.

Sulle salite tecniche occorre invece spingere un po’ di più per superare agevolmente gli ostacoli. La rigidità della 8 XC premia i passisti scalatori, in grado di tenere una pedalata rotonda e un ritmo costante. In tal modo il carro posteriore lavora al meglio, trasmettendo la potenza erogata senza impuntarsi sugli ostacoli del terreno.

Nelle discese veloci, anche in presenza di fondo sconnesso, questa 8 XC non mette mai in imbarazzo, seguendo le linee di guida impostate. Il telaio si dimostra
Buona parte del merito va al carro posteriore, che coni sui 425 mm stabilizza notevolmente l’intera ciclistica. Ma anche le ruote MT65 fanno la loro parte, digerendo praticamente tutto, dando così dimostrazione di essere più calzanti per il Trail biking che non per il Cross country.

Le discese tecniche mettono in luce una buona maneggevolezza ciclistica e una discreta prontezza nel cambio di traiettoria, qualità smorzate anche in questo caso dalla zavorra delle masse rotanti.

Valutazione componenti
L’assemblaggio di questa Rockrider 8 XC sarebbe indirizzato al Cross country, alle granfondo e alle marathon, specialità dove si trascorre la maggior parte del tempo pedalando in salita. L’intenzione sarebbe anche buona, se soltanto le ruote di serie fossero più leggere di un paio d’etti o tre, almeno. Gli ottimistici 1.796 grammi dichiarati da Shimano per le MT65 sortiscono infatti l’anestetizzante effetto di un bagno alla camomilla per questo telaio dall’indubbia indole corsaiola. L’inerzia delle masse rotanti si sente tutta. Inoltre la scorrevolezza dei mozzi è appena sufficiente, con il posteriore che, oltretutto, ha denunciato costantemente fastidiosi vuoti nell’ingaggio dei cricchetti durante la fase di rilancio della pedalata.

La trasmissione Shimano XT è una garanzia, non fallisce una cambiata, molto comoda grazie ai trigger “2 way release” azionabili in entrambe le direzioni, tirando o spingendo la levetta nera di rilascio. Il cambio posteriore XTR, qui in versione “shadow”, ha dalla sua un peso contenuto e una grande rigidità strutturale, ma anche un XT avrebbe fatto altrettanto bene il proprio lavoro, e sarebbe il giusto complemento per omologare il comparto trasmissione, risparmiando anche qualche euro. Va poi aggiunto che la configurazione 3×9 obbliga a controllare costantemente gli incroci catena utilizzati, onde evitare guai meccanici. Presenti ormai da un paio di anni, le trasmissioni 2×10 vantano una maggiore duttilità, lasciando all’utente la massima libertà di azione riguardo alle cambiate ed evitando quei rapporti duplicati che si trovano invece nelle versioni 3×9. La doppia guarnitura, oltre a garantire una linea catena ottimale, ha poi il vantaggio di offrire un migliore “fattore Q” per quanto concerne l’efficacia della pedalata.

La forcella Rock Shox SID Race 100 mm è lo strumento perfetto per chi desideri un componente affidabile, ampiamente tarabile e leggero. Il cannotto in ergal a sezione costante da 1.1/8” aggiunge solo pochi trascurabili grammi rispetto a quello in carbonio.

I freni Avid Elixir R sono potenti e ben modulabili, con una frenata sempre facilmente gestibile e pronta laddove richiesto, sebbene il loro punto di stacco alla leva sia leggermente variabile, probabilmente in funzione della temperatura di esercizio dell’impianto.

Le coperture tubeless Hutchinson Cobra hanno un battistrada piuttosto scorrevole, dalla resa ottimale sui fondi asciutti e compatti. I tasselli ravvicinati mettono invece in crisi sul fango, dove si intasano pesantemente, facendo scadere le prestazioni. Sui fondi viscidi, come sassi e radici, la loro tenuta è scarsa. La carcassa particolarmente rigida costringe a tenere basse pressioni di esercizio per far lavorare al meglio lo pneumatico. All’anteriore occorre molto carico per garantire una buona tenuta, tanto che abbiamo dovuto inclinare negativamente l’attacco manubrio e regolare il rebound della forcella su un valore molto prossimo alla soglia veloce.

Le manopole di serie tendono a ruotare troppo facilmente sul manubrio, sfilandosi parzialmente dal medesimo. Consigliabile incollarle con del mastice, oppure fissarle apponendo del filo di ferro alle loro estremità. Inoltre, essendo in gomma caricata al nerofumo, sporcano un po’ le mani.

Azzeccata la scelta della sella, con carrello in lega di titanio, cromo, niobio e alluminio. L’imbottitura è perfetta, né dura né cedevole, distribuita dove serve. Un bel prodotto.
Simpatico l’accostamento cromatico della viteria in alluminio anodizzato per le bussole porta borraccia, il pendino del cambio e il collarino reggisella.

Inconvenienti riscontrati nel corso della prova
Nessuno.

Scheda tecnica
Telaio: b’Twin carbonio unidirezionale ad alto modulo
Forcella: Rock Shox SID Race 100 mm, cannotto in ergal a spessore costante 1.1/8”, Motion control, lockout con comando poplock al manubrio
Serie sterzo: Cane Creek integrata 1.1/8”
Curva manubrio: b’Twin XC alluminio, 31.8 mm, larghezza 580 mm
Attacco manubrio: b’Twin XC alluminio, inclinazione +/- 6°, diametro conchiglia 31.8 mm, estensione 110 mm, viteria in acciaio
Manopole: b’Twin in gomma
Comandi: Shimano XT trigger “2 way release”, 3×9 speed
Freni: Avid Elixir R, rotori 160 mm
Deragliatore: Shimano XT
Cambio: Shimano XTR Shadow, gabbia lunga
Guarnitura: Shimano XT, corone 44-32-22, pedivelle 175 mm
Movimento centrale: Shimano XT 68 mm
Pacco Pignoni: Shimano XT 9 speed, 11-34
Catena: Shimano XT
Reggisella: b’Twin Rockrider in carbonio, diametro 31.6 mm, testa in lega di alluminio, morsetto fissaggio sella a doppia vite
Sella: b’Twin Titanio, carrello in lega Ti-CrN-Al
Ruote: Shimano MT65 tubeless, raggi sfinati 2.0/1.8/2.0, nipples ottone
Coperture: Hutchinson Cobra Tubeless Light, 26×2.10
Pedali: Xpedo MTB M-Force XMF3CC, corpo in acciaio inox, asse cavo CrMo
Portaborraccia: Elite Moro, bussole porta borraccia in ergal
Batticatena: b’Twin neoprene
Misure disponibili: M, L, XL
Colorazioni disponibili: solo quella in prova
Garanzia: 5 anni sul telaio, 2 anni sui componenti
Prezzo: 1.999,95 euro

www.btwin.com
www.decathlon.it

Storia precedente

[Foto] Worldcup DH Fort William: tre britannici i più veloci nelle qualifiche

Storia successiva

La Specialized Demo 8 Carbon di Sam Hill

Gli ultimi articoli in Test