[Test] Cannondale F-Si Team

Qualche settimana fa vi abbiamo presentato la nuova mountainbike da XC di Cannondale: la F-Si. È stata presentata alla stampa nell’ambito della gara di coppa del mondo di Albstadt, Germania. In quell’occasione avevamo potuto provarla sui sentieri della cittadina tedesca e durante una breve granfondo prevalentemente su sterrati. Terminato il weekend di gare, siamo tornati verso casa con una F-Si nel bagagliaio, con lo scopo di provarla sui sentieri di casa. Non solo. Il tester sarebbe stato un atleta che gareggia nella coppa del mondo U23: lo svizzero Ulisse Fieschi.

Analisi statica e allestimento

Il modello in prova è la F-Si Carbon Team, cioè la bici che Marco Aurelio Fontana e Manuel Fumic usano in gara. L’allestimento è quello che vedete in foto, qui trovate la lista completa dei componenti. Il peso senza pedali è di 8.50 kg rilevati da noi, il solo telaio ha un peso dichiarato di 960 grammi in taglia M. Il prezzo indicativo per la bici completa è di 6.999 Euro (indicativo!). Potete vedere il resto della gamma qui.



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I dettagli tecnici della F-Si, geometria compresa, sono stati spiegati esaustivamente nell’articolo di presentazione, ora ci teniamo concentrarci sulla prova sul campo. A livello di facilità di manutenzione/cambio volante in gara, ci sono due particolari che vorremmo fare notare.

IMG_2190IMG_3447Il primo è dato dalla facilità con cui è possibile estrarre la pinza del freno anteriore dalla Lefty. Si svitano di qualche giro le due viti con una chiave esagonale del 5 ed è così possibile tirare verso l’alto la pinza per creare lo spazio sufficiente a togliere la ruota.
La leva dello sgancio rapido posteriore, invece, nei suoi ultimi giri di avvitamento (per chiuderlo) va a toccare i due foderi e richiede dunque una spinta laterale con le dita, rallentando il processo di cambio ruota. Qui basterebbe avere una leva meno curva verso l’interno per ovviare al problema.

Salita

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La F-Si è stata costruita per andare il più veloci possibile in salita, i numero riguardanti il suo peso parlano chiaro. Peso che però è solo una delle componenti critiche per un mezzo da gara, l’altra essendo la rigidità. La nuova Lefty si conferma il punto di riferimento a questo proposito, ed è molto apprezzata la sua altezza ridotta rispetto ai modelli precedenti. Finalmente non è più necessario montarci un attacco manubrio molto negativo per avere un altezza da terra che eviti alla ruota anteriore di impennarsi. Una modifica, questa, resasi necessaria visti i foderi posteriori molto corti, e quindi il peso del rider che grava più verso il retrotreno. Questo è anche uno dei motivi per cui il nostro tester ha spostato la sella il più avanti possibile, dato che il reggisella piegato sposta ulteriormente il rider verso la ruota posteriore.

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Reggisella che però ha un indiscusso vantaggio: quello di mangiarsi via le vibrazioni provenienti dal terreno, rendendo la bici più comoda, soprattutto quando le ore in sella diventano tante, come durante una granfondo.

La geometria complessiva della bici, e soprattutto i foderi molto corti, la rendono molto agile nelle salite tecniche e tortuose: girarla nello stretto è molto facile, come nel classico tornantino in salita. Le gomme latticizzate Schwalbe Racing Ralf offrono una buona trazione sull’asciutto, sul bagnato il loro basso profilo richiede dei colpi di pedale ben dosati e un’oculata scelta delle linee.

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Ch scrive è ormai abituato da tempo a girare sui circuiti XC con l’1×11, ma ci rendiamo conto che in Italia spesso questa bici viene acquistata per correre delle granfondo, dove la rapportatura potrebbe essere insufficiente. Bisogna dire che questa è la team replica. Chi volesse un po’ più di versatilità in termini di trasmissione può sempre scegliere il modello Carbon 1, dove è presente la doppia con 38×24 e il pacco pignoni 11-36. Il telaio è identico, il prezzo si aggira sui 5.299 Euro.

Discesa

Questo è l’ambito dove la F-Si ci ha impressionato maggiormente. Grazie alla geometria molto aperta (parliamo di una bici da XC) sembra quasi di essere in sella ad una bici da trail, soprattutto nelle curve veloci in cui è facile impostare la propria linea e tenerla fino in uscita.

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La Lefty, anche in questo frangente, non è più una sorpresa in merito alla sua rigidità, abbiamo però apprezzato la maggior compressione alle basse velocità che evita che la forcella si insacchi sul ripido. L’insieme telaio + ruote ci è parso ottimo in termini di rigidità e precisione di guida, ma la differenza maggiore con altre bici da XC sta proprio negli angoli più aperti, soprattutto quello di sterzo (69.5°), e all’offset passato da 45 a 55mm.

Viste le velocità che si riescono a prendere con la F-Si, si porta al limite la sua stabilità per due fattori: le gomme e il peso complessivo della bici. Avremmo infatti preferito un set di gomme da 2.25″, più sicure in discesa e più adatte ai percorsi delle gare XC attuali (ricordiamo che il tester corre in coppa del mondo). Su terreni molto sconnessi e veloci la bici non ci è sembrata così stabile come altre per il peso decisamente contenuto. Va detto che si tratta di situazioni limite che, se uno vi ci si trova spesso, consiglierebbero l’acquisto di una full suspended.

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Abbondante lo spazio fra gomma e telaio, che abbiamo potuto apprezzare sui percorsi fangosi. Lo spostare la trasmissione di 6mm verso destra si è rivelata un’ottima soluzione per poter lasciare al rider la scelta delle gomme da montare.

Conclusioni

Con l’intenzione di creare l’arma definitiva da XC, Cannondale presenta con la F-Si una bici più polivalente di quello che si potrebbe credere a prima vista. La F-Si si trova a suo agio sia sui moderni e tecnici percorsi di gara di coppa del mondo di XC che sui sentieri di allenamento e nelle Granfondo. In discesa può fare la differenza, grazie alla sua geometria aperta. Delle gomme più larghe e una trasmissione doppia ne aumentano il range di azione.

Cannondale.com
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Foto di azione di Ale Di Lullo

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