[Test] Maschera Julbo Quickshift: la ventilazione reinventata

Un incredibile team di campioni della mountainbike, capaci di vincere nemmeno 24 ore prima il trofeo delle nazioni nella categoria Industry, quella dedicata ai marchi ed alle aziende, ha presentato ieri a Finale Ligure la nuova maschera di Julbo, la Quickshift.

Fabien Barel, Jerome Clemenz e François Bailly-Maître, i tre componenti del team Julbo. La Quickshift protegge bene anche dagli schizzi di champagne.

Alla presentazione erano presenti anche tutti gli atleti del team Canyon che da un anno testano sui campi gara dell’EWS questa maschera.



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Julbo introduce il concetto di maschera All-Mountain, risolvendo i problemi più comuni delle normali maschere durante le lunghe giornate di enduro, cioé l’appannamento, la poca traspirabilità e il peso.

La QuickShift utilizza il nuovo sistema SWITCH Air che permette di rimuovere i due guanciali inferiori e farsì che l’aria circoli maggiormente all’interno della maschera. Riducendo così anche la superficie di contatto con il viso si ottiene una sensazione simile a quella di indossare degli occhiali. I due guanciali sono inoltre dotati di un sistema a calamita (come concetto simile al FidLock) che permette di riposizionarli velocemente al loro posto. Questa nuova tecnologia unita alla doppia lente di ottima qualità permette di annullare il rischio di appannamento.

“Frameless” è un’altra innovazione di Julbo che consente di incastrare nella lente la montatura della maschera rendendola quasi invisibile. Il risultato è un’ampissima visibilità e un peso complessivo molto ridotto.

Con queste due migliorie il team Julbo è riuscito a creare un prodotto polivalente capace di piazzarsi nel mezzo tra gli occhiali monolente ampiamente usati in ambito All Mountain e la classica maschera utilizzata in ambito Enduro e DH.

Un’attenzione importante che Fabian ha voluto ricordare è l’aspetto estetico completamente rinnovato a partire dal logo e dall’elastico maggiorato in linea con gli altri brand e con le esigenze di un mercato sempre più attento all’estetica del prodotto.

Il test

Dopo la presentazione in “aula”, il programma della giornata prevedeva una test ride sui sentieri di Finale Ligure con gli atleti del team Canyon, Fabien Barel, Clementz e Bailly-Maître. Un fitto palmares di titoli mondiali che ti lascia a bocca aperta e un po’ intimorito ancora prima di partire in bici.

Barel in azione sui sentieri della base Nato, con la maschera QuickShift con lente chiara e casco integrale. La tabella con il numero è ancora attaccata…

Senza dilungarsi sul fatto di quanto sia stato emozionante seguire dal vivo questi campioni, la maschera è stata messa a dura prova nell’arco di più discese e tratti pedalati in salita. La temperatura era di circa 25 gradi con parecchia umidità nell’aria. La condizione di luce non era ottimale un misto di ombra / luce, tipico di quando si gira nel sottobosco.

Clementz utilizza casco aperto, e lente “specchiata” anche in condizione di poca luce.

Fin da subito, prendendola in mano, ho potuto apprezzare la qualità della Quickshift, le sue finiture e il peso ridotto. Sono partito utilizzandola con lente a specchio per provare la qualità delle lenti e completa dei due guanciali, diciamo montata come esce dalla scatola. Quando la si indossa è comoda e traspira molto bene anche se chiusa (cioè senza aver smontato i guanciali).

La vestibilità è ottima come il grip dell’elastico anche sul casco aperto. La lente può sembrare scura ma filtra bene la luce e si riesce ad utilizzarla anche in condizioni di ombra come questa.

Ho potuto apprezzare il sistema Switch Air durante le lunghe discese in cui a metà del trail si aspettava il resto del gruppo. Quando ci si ferma dopo aver “sgasato” è la situazione classica in cui il sudore impregna la maschera e si crea l’appannamento perchè non circola più aria. Si è costretti così a toglierla per poi rimetterla quando si deve ripartire sperando che non si sia appannata troppo.

Senza mai togliere la Quickshift mi è bastato rimuovere i due guanciali inferiori per permettere all’aria di riprendere a circolare pur stando fermi, impedendo che si creasse sudore e quindi appannamento sulla lente.

La Julbo Quickshift non mi ha dato modo di pensare che in discesa potesse essere meno efficace o sicura delle rivali appartenenti a brand più conosciuti in Italia. Il test è stato senza dubbio positivo, ho avuto fin da subito un ottima sensazione di comfort, visibilità e traspirabilità.

La maschera potrebbe essere utilizzata in modalità open anche durante le salite pedalate senza rischiare che si appanni. Quello che è più difficile è disabituarsi dal toglierla, perché si pensa che sia un impedimento in salita quando si pedala. In ottica Ebike o durante le lunghe speciali di Enduro più pedalate questa maschera può essere veramente rivoluzionaria: indossata in modalità open (senza guanciali) può essere utilizzata durante tutto il giro senza problemi e senza mai rinunciare alla protezione che può dare rispetto ad un paio di occhiali.

Il tester, Giacomo Dodino, atleta di enduro vive a Finale Ligure.


La maschera ha un prezzo consigliato al pubblico a partire da: 99,95 euro

Per maggiori informazioni: www.julbo.com

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