[Test] Transition Scout Carbon

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Transition Bikes è un brand giovane, sia nel senso che è stato fondato all’alba del terzo millennio, sia perché creato e gestito da giovani rider. Lo stile che Transition lascia trasparire dalla sua impronta aziendale è infatti quello di un gruppo di ragazzi che vivono la MTB come puro divertimento, come si può notare anche dal loro sito web, dove i proprietari e lo staff sono protagonisti di tutte le foto e i video action pubblicati. Questo mood si riflette in modo evidente nei loro prodotti, semplici, concreti e finalizzati al divertimento in discesa. Non fa eccezione la Scout Carbon, la Trail bike da 27.5″ del brand statunitense, che abbiamo messo alla prova insieme alla sorella maggiore Patrol Carbon, di cui pubblicheremo il test la prossima settimana e al quale seguirà una breve comparativa.

Transition propone la Scout Carbon in 3 allestimenti improntati in modo assolutamente simile tra loro, con i principali componenti della stessa marca e modello ma in versione e quindi valore economico differente. Protagonista del nostro test è il kit 3, ovvero il più economico dei 3 allestimenti, in colorazione Orange Blood. Abbiamo messo alla prova la Scout Carbon su diversi trail alpini e abbiamo approfittato del servizio shuttle di Ride on Noli e dell’ospitalità dell’Hotel Deutsche Familien per spremerla in discesa sui percorsi di Finale Outdoor Resort.



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Dettagli

Materiale telaio: carbonio
Formato ruote: 27.5”
Geometrie variabili: no
Corsa ant/post: 140/125mm
Mozzo posteriore: 142×12
Mozzo anteriore: 100×15
Interasse ammortizzatore: standard (190x51mm)
Trasmissione: 1×11 (32t – 10-42)
Attacco per deragliatore: sì, supporto fornito in dotazione
Attacco portaborraccia:
Colorazioni disponibili: Gravel Gray e Blood Orange
Disponibilità del solo frameset:

Analisi statica

La Scout Carbon è interamente realizzata in carbonio, fatta eccezione per la biella che comprime l’ammortizzatore, che è in lega di alluminio. Il telaio ha le medesime caratteristiche per tutti e 3 gli allestimenti. Il cinematismo si basa su un giunto Horst: Transition lo ha spiritosamente battezzato GiddyUp, che è la parola di incitamento ai cavalli in equitazione. Il sistema GiddyUp fornisce alla Scout Carbon 125mm di escursione con una curva leggermente regressiva fino in zona sag e successivamente parecchio progressiva. Transition consiglia un sag abbondante, precisamente al 33%, per sfruttare efficacemente tutta la corsa della Scout che, anche grazie ai due spessori inseriti di serie nella camera Debonair dell’ammortizzatore, sembra più di quella che realmente si ha a disposizione. Il valore di antirise è ben calibrato e la sospensione si mantiene sufficientemente operativa anche durante la frenata. Il valore di antisquat è neutro e di conseguenza la stabilità in pedalata è molto buona anche ad ammortizzatore aperto.

L’ammortizzatore su tutti gli allestimenti della Scout Carbon è un RockShox Monarch RT3 Debonair, quindi nel tradizionale standard “legacy” e non metrico, dotato di regolazione della compressione sulle 3 posizioni Open, Pedal e Lock. La posizione Lock offre un bloccaggio quasi completo, mentre la posizione Pedal è ben calibrata per essere stabile in pedalata ma sufficientemente sensibile per assorbire le asperità del terreno quando si pedala off road.

Di provenienza RockShox anche le forcelle di tutti e 3 gli allestimenti proposti da Transition, nello specifico delle Pike da 140mm di escursione dotate di decals in tinta con la livrea del telaio. Per i kit 1 e 2 la Pike è in versione RCT3, mentre per il kit 3 oggetto del test la pike è in versione RC.

La trasmissione è fornita da SRAM con cambio, comando, cassetta e catena GX a 11 velocità, abbinati a una guarnitura RaceFace Aeffect con corona da 32 denti e movimento centrale filettato. Il telaio è dotato di supporti ISCG per chi volesse montare un guidacatena o un rockguard.

Anche i freni sono marchiati SRAM e si tratta del modello Guide su tutti e 3 gli allestimenti, con rotori Centerline da 180mm su entrambe le ruote. Le versioni sono differenti in base agli allestimenti, con gli Ultimate sul kit 1, gli RSC sul kit 2 e la versione base R sul kit 3 che abbiamo provato. Non solo gli Ultimate ma anche gli RSC e gli R hanno la nuova pinza S4 che rispetto alla versione precedente migliora sensibilmente l’affidabilità di questi ultimi, avvicinandoli maggiormente alle ottime prestazioni della versione top di gamma, anche se limitati dai pompanti realizzati con tecnologia e materiali di qualità inferiore.

L’allestimento kit 3 della Scout Carbon monta ruote assemblate con cerchi RaceFace AR27, da 27mm di larghezza interna e diametro 650b, tenuti in tensione da 32 raggi per ciascuna ruota su mozzi SRAM MTH 716 all’anteriore (15×100) e MTH 746 al posteriore (142×12). Le ruote sono completate da copertoni Maxxis Minion EXO da 2.3″ di larghezza, in versione DHF per l’anteriore e in versione DHR II per il posteriore, entrambe montate con camera d’aria. Questa accoppiata di copertoni piace molto a Transition che, variando solo la scelta della mescola ma in questa stessa configurazione, l’ha adottata praticamente su tutta la gamma: Smuggler, Scout e Scout Carbon, Patrol e Patrol Carbon. Una scelta che ha trovato riscontro anche nei miei gusti personali e che si adegua perfettamente al carattere discesistico della Scout.

La combo di manubrio e attacco è affidata a RaceFace con standard 35mm su tutti e 3 gli allestimenti, con un mix di componenti Turbine e Next per i kit 1 e 2, mentre sul kit 3 del test troviamo dei modelli più economici con un manubrio Rise 35 da 760mm di larghezza per 20mm di rise, sorretto da uno stem Aeffect 35 da 50mm di lunghezza.

Il reggisella telescopico è un KS LEV Integra da 150mm di escursione. Al momento dell’ordine si può scegliere l’escursione del reggisella in base alle proprie preferenze tra 125, 150 e 170mm. Lo stesso si può fare per il RockShox Reverb Stealth presente sui kit 1 e 2. Il LEV è azionato dal praticissimo comando remoto Southpaw che offre una leva tra le più ergonomiche sul mercato, con posizione pluriregolabile.

Il passaggio dei cavi è interno al telaio. Le porte di accesso in zona sterzo sono ben posizionate e indirizzano i cavi in modo ordinato verso il manubrio. Sul lato sinistro sono dotate di tubazioni guida interne che accolgono la guaina del cambio e il tubo del freno posteriore tenendole salde in posizione ed evitando rumorosità e possibili infiltrazioni di acqua e sporcizia. La porta di accesso sul lato destro, preposta ad accogliere la guaina del comando remoto del reggisella telescopico, non è invece dotata di guida interna e in questo caso avrebbe avuto senso posizionare almeno una guarnizione esterna che bloccasse il cavo in posizione, evitando rumore e infiltrazioni. A protezione del telaio da eventuali sfregamenti nella zona di sterzo, Transition predispone dei pezzi di tubazione in neoprene inseriti su cavi e guaine.

La protezione batticatena è robusta e abbondante e protegge adeguatamente il chainstay ma non il fodero alto, dove comunque non ho riscontrato alcun danno alla vernice dato che lo spazio per il passaggio della catena è ampio. La parte inferiore del tubo obliquo non è invece dotata di protezione in gomma ma di una sottile pellicola trasparente sopra la quale il distributore italiano Tribe ha posizionato della pellicola Shelter per la bici fornita per il test. L’uscita dei cavi dal telaio, in quel punto, è fissata con un fermo a brugola. Il sistema di sospensione con ammortizzatore verticale consente un abbondante spazio per il portaborraccia.

Geometrie

Salita

La posizione in sella è comoda e ci si sente perfettamente “dentro” alla bici grazie alle geometrie che la rendono piuttosto lunga e bassa. Dato il peso di 13kg tondi, più simile a quello di una bici da Enduro che a quello di altre concorrenti con pari destinazione d’uso e fascia di prezzo, la Scout Carbon non brilla per leggerezza, nonostante ciò e nonostante i copertoni aggressivi, si lascia pedalare senza eccessiva fatica sulle lunghe salite scorrevoli, anche su pendenze impegnative. Il blocco praticamente totale di entrambe le sospensioni aiuta a non disperdere energie pedalando su fondi lisci e compatti, anche quando si vuole scattare in piedi sui pedali.

Al primo passaggio tecnico in salita che ho affrontato con la Scout Carbon sono rimasto sorpreso di quanto sia performante in questo ambito. Considerando lo spirito discesistico della Trail bike di Transition, non mi aspettavo che mi potesse entusiasmare così tanto nei tratti di salita sconnessi, ripidi e tortuosi, invece è proprio in questi frangenti che la Scout tira fuori il suo carattere di scalatrice. Incredibilmente precisa, maneggevole e intuitiva, offre sempre pieno controllo anche nelle situazioni più difficili e mi ha permesso di superare piuttosto agevolmente alcuni passaggi sui trail di casa che mi hanno sempre messo in difficoltà. L’escursione ridotta rispetto a molte concorrenti ha consentito a Transition di fornire stabilità alla Scout dotandola di un movimento centrale piuttosto basso, senza rischiare di pestare le pedivelle sulle rocce, nonostante il sag generoso consigliato dalla casa. La curva di compressione progressiva, unita a un tune equilibrato dell’ammortizzatore in posizione Pedal, fornisce inoltre un’elevata trazione anche nei tratti più sconnessi.

Discesa

Le geometrie aggressive e la posizione di guida dominante rendono la Scout una Trail bike particolarmente a suo agio in discesa. Intuitiva, maneggevole e ottimamente bilanciata, si inserisce in curva con precisione e facilità ed è altrettanto agile nei cambi di direzione. L’avantreno infonde sicurezza e consente di caricare adeguatamente il peso per ottenere il massimo del grip in ingresso di curva, mentre il retrotreno, piuttosto corto, permette di chiudere le curve con agilità e prontezza.

Queste doti sono esaltate nel misto, nel susseguirsi di curve tortuose e rilanci, ma sono ancora più apprezzabili nel tecnico ripido, dove la Scout offre una precisione e una maneggevolezza davvero esemplari, che permettono di scegliere linee aggressive con abbondante margine di sicurezza, quasi paragonabile a una bici da Enduro nonostante l’escursione nettamente inferiore.

Nei tratti veloci e particolarmente sconnessi, la Scout vanta un’ottima stabilità che induce a tenere velocità sostenute lasciando lavorare le sospensioni che sfruttano prevalentemente la parte centrale della corsa, offrendo al contempo assorbimento e reattività, per una guida dinamica che risponde con prontezza agli impulsi del rider, sia quando c’è da incassare urti più importanti che quando si vuole staccare le ruote da terra per superare degli ostacoli o per aggredire una traiettoria. La sospensione posteriore è talmente efficiente a dispetto di quanto ci si possa aspettare da soli 125mm di corsa, che avrebbe senso osare anche un allestimento con una forcella da 150mm di corsa, che offrirebbe ulteriore aggressività in discesa senza inficiare particolarmente le doti in salita. Piccola curiosità in tal senso: Andrea Bruno, l’ex Campione Italiano di Enduro che si occupa della distribuzione del marchio Transition in Italia con Tribe Distribution, utilizza come sua bici personale una Scout Carbon montata con forcella da 160mm.

Conclusioni

La Scout Carbon è una bici concreta, dal design semplice e dalle ottime prestazioni che trovano la massima espressione nella maneggevolezza, nell’agilità e nella precisione di guida, soprattutto nei tratti maggiormente tecnici, siano essi in salita o in discesa. Incarna perfettamente lo spirito della moderna Trail bike: instancabile scalatrice quando si punta a monte, veloce e divertente quando si punta a valle.

Allestimenti e prezzi

Scout Carbon Kit 1: €8.099
Scout Carbon Kit 2: €5.899
Scout Carbon Kit 3: €4.999 – Peso verificato in taglia M: 13,0kg
Scout Carbon Kit telaio: €2.999

Tutti gli allestimenti sono disponibili in 2 colorazioni: Gravel Gray e Blood Orange.

Transition Bikes è distribuita in Italia da Tribe Distribution

Commenti

  1. Francesco si può affermare ormai che molti marchi (almeno quelli da voi provati) hanno raggiunto un livello molto alto e tra loro equivalente?

    Mi spiego, dato il giudizio positivo che si ritrova in tutti i test è possibile affermare quanto sopra ho detto?
  2. 2 cose:

    Primo: l'articolo è ormai fuori da 3 ore e qui non se lo fila nessuno ( di solito per le prove delle enduro la guerra inizia all'istante) , bho? magari oggi si lavora...
    Eppure le trail bike sarebbero quelle piu adatte al 90% dei biker, e tutto questo per quei 2 o 3 cm che chissà perchè fanno apparire queste ottime bici come sfigate.

    Secondo: sono stupito che una bici senza gli ultimi standard ( boost, metrico etc...) riesca ad essere molto apprezzata dal tester, ma allora sono davvero necessari tutti questi cambi di standard?
  3. Bella bella in modo assurdo.... Ho letto solo test positivissimi... Ma quanto si fa pagare questo benedetto carbonio!
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