[Test] Lapierre Spicy Team

Autore: Francesco Mazza

La Lapierre Spicy è tra le bici più utilizzate in ambito Enduro race, probabilmente per il fatto che gli sviluppatori del marchio francese, tra cui Nicolas Vouilloz, vivono con grande entusiasmo e interesse il mondo delle gare. Nico, la leggenda che detiene il record di titoli iridati in DH, non solo contribuisce ai test del prodotto, ma è una delle menti a cui è affidata l’intera progettazione. Una bici realizzata da un racer per i racers. Infatti proprio con la Lapierre Spicy Team, il reparto Enduro del team Lapierre Gravity Republic formato dallo stesso Vouilloz e da Adrien Dailly, correrà la stagione 2015 del circuito Enduro World Series.



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Abbiamo espresso una prima valutazione della Spicy Team all’interno della comparativa di 15 bici Enduro effettuata a novembre. Il problema dei talloni che toccano il carro, che si presenta con alcuni rider, ha giustamente penalizzato molto il voto complessivo della Spicy, nonostante le ottime doti che ha dimostrato. Abbiamo quindi prolungato il periodo di prova della Spicy affidandola a uno dei tester che non hanno riscontrato problemi di interferenza tra il carro e i talloni, proprio per valutare il mezzo al netto di questo elemento. Circa 2 mesi di test, dai tecnici percorsi alpini fino ai rinnovati tracciati di Finale Outdoor Resort, dove abbiamo spremuto la Spicy Team per diversi giorni, grazie all’ospitalità di Ride On Noli.

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Analisi statica

Il telaio della Lapierre Spicy Team ha un triangolo anteriore in carbonio, la cui costruzione prevede l’utilizzo di fibre unidirezionali, con un impiego diversificato di fibre 24t, 30t o 40t in base ai risultati richiesti: le prime determinano la robustezza del telaio, mentre le ultime sono responsabili della sua rigidezza. Il materiale del carro è invece la lega di alluminio Supreme 6, con la quale Lapierre incrementa la robustezza del telaio, pur consapevole dell’aumento di peso che ne deriva. I pivot sono dotati di cuscinetti oversize, che ruotano su perni serrati tramite espansori, per aumentare la rigidezza del cinematismo e quindi prolungare la vita dei cuscinetti stessi.

Il sistema di sospensione è il collaudato OST+, un Virtual Pivot basato sul sistema Horst, sul quale Lapierre lavora ormai da diversi anni, affinando il posizionamento degli infulcri per ottimizzarne la resa. “Solo” 150 i millimetri di escursione a disposizione. Meno della maggior parte delle sue antagoniste, ma più che sufficienti in ogni situazione in cui l’abbiamo messa alla prova.

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Caratteristica saliente della Spicy Team (opzionale anche sulla Spicy 527) è il sistema e:i Shock Auto, il sistema di gestione elettronica della sospensione posteriore. Grazie al supporto dell’elettronica infatti, la Spicy Team è in grado di gestire autonomamente le 3 posizioni Open, Pedal e Lock dell’ammortizzatore Rock Shox Monarch RT3. Al posto della classica levetta blu del Floodgate, il Monarch ha infatti un piccolo motore elettrico che, in base agli impulsi ricevuti dal cervello elettronico del sistema e:i Shock Auto, cambia la regolazione del Floodgate sulla posizione necessaria in base alle condizioni di guida del momento.

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Il piccolo computer che elabora i dati è posizionato accanto allo stem, in una posizione riparata da eventuali urti. Questa intelligenza elettronica (da qui l’acronimo e:i Shock) riceve i dati da due sensori, posti uno all’interno del movimento centrale, e l’altro sulla forcella. Quello nel movimento centrale, più precisamente all’interno del perno delle pedivelle, indica al computer quando il rider sta pedalando, predisponendo la chiusura dell’ammortizzatore e la sua riapertura nel momento in cui si smette di pedalare. Quello sulla forcella invece segnala al computer eventuali urti che, in base alla loro entità, permettono al computer di valutare la modalità Pedal piuttosto che la modalità Open. Sul computer è presente una spia, che indica con il colore verde la posizione Open, con il giallo la posizione Pedal e con il rosso la posizione Lock. Con il pulsante sul lato del computer si può passare dalla gestione automatica a quella manuale, in ciascuna delle tre posizioni.

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Il sistema è alimentato da una batteria relativamente compatta, la cui carica ha una durata dichiarata di 25 ore di utilizzo. Non abbiamo mai portato la batteria a fine carica per poter confermare questo dato, ma ci siamo limitati a un paio di ricariche preventive, per evitare di restare senza energia durante le uscite. La posizione della batteria, studiata per lasciare spazio a un eventuale portaborraccia, non è delle più felici a livello estetico. Dà più l’idea di un accessorio applicato in seguito, piuttosto che di una parte integrante del telaio. Siamo certi che si sarebbe potuta studiare una soluzione più in armonia con il telaio e altrettanto funzionale.

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La forcella è una Rock Shox Pike RCT3 Solo Air. Burrosa ma sostenuta, rigida e reattiva, lavora in perfetta simbiosi con la sospensione posteriore, il cui comportamento ha caratteristiche del tutto simili. La colorazione “all black” si integra perfettamente con la livrea della bici.

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L’intera trasmissione è XX1, il top di gamma di casa SRAM, fatta eccezione per la cassetta che è una XG1195, ovvero appartenente al gruppo X01. La corona è di 30 denti e rende l’intera gamma di rapporti sufficientemente agile.

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Anche le ruote Rail 50 sono di casa SRAM. I cerchi sono in lega di alluminio dal canale di 23mm di larghezza interna, montati con valvola Tubeless. Sono ruote rigide e robuste, i cui mozzi però non hanno brillato per scorrevolezza. Le gomme sono Michelin da 2.35 con carcassa Tubeless Ready e in versione Reinforced: l’anteriore è una Wild Rock’r con mescola Magi-X mentre la posteriore è una Wild Grip’r con mescola Gum-X. Entrambe le gomme hanno fornito grandi prestazioni in discesa, aggressive e robuste, sempre in pieno controllo, ma queste caratteristiche si pagano in salita con una scarsa scorrevolezza.

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L’attacco manubrio è marchiato Nico Vouilloz Signature. Una piccola firma che rappresenta il grande lavoro fatto da Nico nella creazione di questa bici, che sarà la sua arma per le EWS 2015.

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Il manubrio è un Truvativ Blackbox Lapierre da 750mm per 20mm di rise. Si tratta del manubrio Blackbox realizzato per Clementz dove, per ovvi motivi di brand, è stato sostituito il nome Jerome Clementz con quello di Lapierre. Qui troviamo le leve dei freni SRAM Guide RSC sui quali, grazie ai collarini MatchMaker, sono collocati in modo ordinato anche il comando del cambio e il comando remoto del reggisella telescopico Rock Shox Reverb Stealth da 125mm di escursione.

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Le pinze dei Guide RSC a 4 pistoncini offrono una buona potenza. Utilizzano rotori SRAM Centerline da 200mm all’anteriore e da 180mm al posteriore. Il freno posteriore dispone del collettore Connectamajig per scollegare e ricollegare velocemente la tubazione dalla pinza, in caso si voglia rimuovere il freno dal passaggio interno al telaio, senza necessità di spurgare l’impianto.

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Il passaggio interno dei cavi è molto curato. Un’apposita sede incassata nel telaio ospita una guarnizione nel punto di ingresso del tubo idraulico del freno, così come per quello del Reverb sul lato opposto del tubo di sterzo, e un fermaguaina in ergal per il cavo del cambio.

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La parte terminale del tubo obliquo e la scatola del movimento centrale sono protetti da un robusto guscio in carbonio, molto resistente agli impatti, che ricopre e protegge anche il tratto di guaina del cambio che fuoriesce dal tubo obliquo per proseguire lungo il chainstay.

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Geometrie

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Salita

In salita, o in più in generale in tutte le situazioni in cui occorre pedalare, la Spicy Team è risultata una delle migliori bici mai provate per quanto concerne il settore Enduro. Già nella comparativa di Novembre ha ottenuto punteggi molto alti sia sotto la voce “salita tecnica” che sotto la voce “salita scorrevole”. Durante tutto il periodo di test abbiamo solo potuto confermarne le doti di pedalatrice.

Nonostante il peso, che certamente non è elevato ma è comunque sopra la media delle concorrenti di pari gamma, nonostante i mozzi non troppo scorrevoli e la gommatura aggressiva, sulle salite scorrevoli la Spicy Team si fa pedalare piacevolmente, anche grazie alla posizione di guida molto bilanciata. Inizialmente ci ha dato l’impressione di una bici faticosa, ma controllando i tempi di risalita sui percorsi noti, sui quali abbiamo un riferimento rispetto ad altre bici, ci siamo accorti di aver abbassato diversi record personali. La sensazione di fatica in realtà dipende dal fatto che la Spicy è aggressiva anche in salita e induce a tenere ritmi piuttosto alti.

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Sulle salite tecniche abbiamo apprezzato le geometrie ben calibrate che permettono una guida dinamica sempre in pieno controllo. La quota di angolo di sterzo piuttosto alta per una Enduro race, con un reach abbondante e uno stack tra i più bassi, facilitano la padronanza del mezzo anche sui passaggi più ostici. La gomma posteriore inoltre non manca certo di grip e di trazione.

Un ulteriore vantaggio in pedalata è fornito dal sistema e:i Shock Auto. Il fatto di avere una gestione automatica dell’ammortizzatore, che governa in tempo reale e in modo intelligente il sistema di sospensione, aumenta notevolmente le performance, e quindi il divertimento, senza distrarre il rider dalla guida. Questo vantaggio è particolarmente apprezzabile nei tratti di percorso caratterizzati da continui saliscendi, dove il passaggio tra le posizioni Open, Pedal e Lock avviene frequentemente.

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Discesa

Ci è capitato di pensare che il rendimento della Spicy Team in salita fosse anche condizionato dalla voglia di arrivare il prima possibile in cima al trail per iniziare la discesa, dato che questa bici è davvero divertente una volta che si puntano le ruote a valle. L’impronta di Vouilloz è evidente in discesa, dove la Spicy invoglia a una guida attiva e dinamica, come da scuola francese. Un buon equilibrio tra stabilità e reattività, che la rende performante in ogni condizione di guida, ma al contempo semplice e intuitiva.

Il sistema e:i Shock è determinante anche in discesa, favorendo lo scatto nei rilanci grazie al blocco immediato dell’ammortizzatore nel momento in cui si inizia a pedalare. Non occorre distrarsi andando ad agire su alcuna leva posta sul manubrio, ne’ tantomeno togliere la mano dal manubrio per cercare la levetta sul corpo dell’ammortizzatore. Ci si concentra sulla guida, risparmiando preziose energie che altrimenti verrebbero in parte assorbite dall’ammortizzatore stesso: una soluzione decisamente apprezzabile in ambito race.

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La buona maneggevolezza, che rende la Spicy Team così intuitiva e semplice da guidare, si apprezza nei tratti tortuosi e tecnici, dove si riesce agilmente a impostare la traiettoria preferita o, se necessario, a correggerla velocemente. La grande reattività del mezzo invoglia a staccare spesso le ruote da terra per superare ostacoli o per osare traiettorie aggressive. La maneggevolezza, unita alle doti di stabilità, consente di sfruttare tale reattività in piena sicurezza.

Sempre grazie alla proporzione equilibrata tra stabilità e reattività, nei tratti sconnessi la Spicy Team non si comporta come uno schiacciasassi, ma assorbe molto bene tutti gli urti, compresi i più importanti, senza perdere reattività e slancio. Per sfruttare al meglio queste caratteristiche, l’ideale è mantenere una guida sempre attiva, soprattutto con le gambe.

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Conclusioni

La Lapierre Spicy Team è una bici pensata per fornire performance in gara, ma che diverte anche nel tempo libero. Componentistica curata e geometrie che funzionano. Il sistema e:i Shock Auto rende tutto estremamente semplice, mentre il rider può dedicarsi esclusivamente a guidare e a divertirsi.

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Allestimenti e prezzi

Spicy Team: €6.999

Spicy 527 e:i Shock€4.199

Spicy 527: €3.779

Spicy 327: €2.999

Spicy Team telaio: €2.599

Il peso dichiarato è di 13,1kg, mentre il peso da noi verificato è di 13,38kg.

Lapierre

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