Il ritorno di Dainese nel mondo dei caschi da MTB

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Dopo quasi 20 anni dall’esordio nel mondo dei caschi da mountain bike con il famoso D-Raptor, Dainese fa ritorno a questo segmento con un prodotto decisamente particolare, anzi due per essere precisi, un integrale, il Linea 01, e un half shell, il Linea 03. Entrambi incredibilmente leggeri, ventilati e ricchi di feature dedicate alla protezione del rider, alcune delle quali decisamente innovative. Oltre ai nuovi caschi, Dainese presenta la nuova linea di abbigliamento HDR e il nuovo modello di ginocchiera Rival Pro.



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In attesa della prova sul campo di cui mi occuperò nei prossimi mesi, in questo video Davide Brugnoli, product manager di Dainese, ci spiega tutti i dettagli dei nuovi prodotti in compagnia del nostro “epico” Stefano Udeschini che ho incontrato allo stand Dainese del MTB Connection Summer di Andalo in qualità di guida e di brand ambassador del marchio.

Linea 01

  • Certificazioni: CPSC 1203, CE EN1078, ASTM F1952-DH, ASTM 2032-BMX, AS/NZ 2063
  • Protezione: EPS a doppia densità, MIPS
  • Sicurezza: TwiceMe
  • Mentoniera con esoscheletro integrato nella calotta
  • Chiusura con FidLock
  • Liner antimicrobici in fibra di bambù
  • 30 aperture di ventilazione
  • Peso: 570 grammi in taglia M
  • Prezzo: €279,95
  • Disponibilità: metà novembre

Linea 03

  • Certificazioni: CPSC 1203, CE EN1078, AS/NZ 2063
  • Protezione: EPS a doppia densità, MIPS
  • Sicurezza: TwiceMe e Recco
  • Chiusura con FidLock
  • Liner antimicrobici in fibra di bambù
  • 18 aperture di ventilazione
  • Peso: 370 grammi in taglia M
  • Prezzo: €149,95 senza MIPS – €179,95 con MIPS – €199,95 con MIPS+
  • Disponibilità: metà novembre

Rival Pro Knee Guard

  • Protezione principale in Auxagon
  • Protezione aggiuntiva con calotta in acciaio
  • Pannelli laterali in EVA
  • Fascia elastica fissata alla protezione
  • Alta traspirabilità
  • Alta ergonomia
  • Disponibilità: metà agosto

Dainese

 

Commenti

  1. frenk:

    Non è il caso di aggredire, come al tuo solito. Ad essere integrato è l'esoscheletro della mentoniera, ergo la mentoniera stessa. Si tratta infatti di un casco integrale (termine che indica che si tratta di un unico pezzo), se fosse stato un casco componibile lo avrei specificato nell'articolo e lo avrebbe specificato Davide nel video, mostrando sicuramente il sistema di aggancio e le due parti separate.
    Infatti io avevo capito chiaramente che fosse l'esoscheletro integrato. E stavo chiedendo un chiarimento, credo legittimo.
    Se ti è parso che il mio commento fosse aggressivo, potresti rileggere il commento a cui ho risposto, che mi sembrava derisorio?
  2. AleRen:

    Ciao,
    diversi degli esempi citati sono sí caschi componibili, ma in buona parte (fatta eccezione per il Super 2 e 3R) sono certificati ASTM, quindi regolari per le competizioni enduro e downhill, il che li mette naturalmente sul piano dei caschi integrali dal punto di vista della certificazione/accettazione per le gare.
    Nel caso volessimo fare un distinguo di categoria tra componibili e non sicuramente possiamo dire che il sistema di regolazione sia più popolare su quelli componibili naturalmente. Però non è un fattore che “pregiudichi il comfort” in senso stretto. Faccio un altro esempio: se prendiamo 2 caschi della stessa, piccola categoria, Fox Dropframe e Giro Tyrant, possiamo vedere come Fox abbia deciso di utilizzare imbottiture a compressione per uno mentre Giro abbia inserito il regolatore. È stata più una questione di “filosofia di pensiero” nella concezione del prodotto piuttosto che un altro.
    Per la distinzione tra integrali veri e integrali "di compromesso" non ne farei una questione di livello delle certificazioni ma proprio di costruzione e di destinazione d'uso. Converrai quindi anche sul fatto che i caschi integrali, effettivi e per definizione (motorsport, DH etc.), fanno affidamento esclusivamente sul dimensionamento della calotta e delle imbottiture per determinare sicurezza (intesa come ritenzione e calzata) e comfort nonché per individuare le taglie. Non è il sistema di chiusura a rotella in sé che pone un limite alla sicurezza e al comfort ma il sistema di ritenzione nel suo complesso, basato esclusivamente su una fascetta in materiale plastico che viene poi in ultima analisi azionata dalla rotella, che è decisamente un sistema poco coerente con un integrale vero, in termini di affdabilità e comfort, mentre diventa indispensabile per i caschi componibili che di fatto sono un compromesso nato dall'esigenza di poterli convertire ai caschetti open face dai quali derivano. Compromesso che vediamo anche nei Dropframe e Tyrant che hai citato, che essendo di base degli open face ma con maggiore appoggio sulla nuca e sul viso, possono optare per entrambe le soluzioni. Assodato che per un integrale vero, il sistema di ritenzione a rotella è di fatto pleonastico, chiudere la digressione per tornare a parlare dei nuovi caschi di Dainese.
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