In giro con Sardegna Freeride

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Prima discesa della giornata. Fondo bagnato, sentiero completamente nuovo per il valoroso sceriffo Muldox. Il valtellinico si tiene a ruota di Rococco sulla cosidetta “DH”, come nella sua malsana usanza quando non è il primo della fila. La scena che mi si presenta poco dopo, quando arrivo al luogo del misfatto, è di distruzione e dolore. La Rose Beef Cake dello sceriffo giace piegata in un’insolita posa su alcune rocce bagnate, Muldox si tiene le costole e bofonchia qualcosa da sotto il casco integrale, ammaccato anche lui, come scopriremo poco dopo. Sceriffo KO? La Rose, in compenso, si piega ma non si spezza:



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Oggi, durante il nostro viaggio attraverso la Sardegna (qui trovate gli altri report) ci dedichiamo esclusivamente alla discesa in compagnia di Rococco, alias Roberto, il boss di Sardegna Freeride, Marco Yeti, due mitici forumendoli della primora come Sputnik e Excalib65, e il moderatore/amplificatore Lepus. Nonché Edo, ex downhiller convertitosi all’all mountain dopo un contatto non molto amichevole con il terreno.

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Sfiga volle che proprio stamattina la pioggia facesse visita alla Sardegna, così le prime discese sono state piuttosto umide. La siccità degli ultimi mesi aveva reso i sentieri molto polverosi, fino ad ieri, così oggi la polvere si è tramutata in quella pastina malefica che, spalmata sulle rocce infisse nel terreno, le rendeva saponette. Il primo a farne le spese è stato lo sceriffo. Stasera però, dopo una pizza accompagnata dall’immancabile insalata mista e la Ichnusa da 66cl, sembra essere ok, non ha neanche voluto fare visita al pronto soccorso.

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Lo sceriffo dolorante ma stabile

Il posto che fa da base a Sardegna Freeride, per il freeride meccanizzato presso Domus Novas, è da favola: un agriturismo perso fra i monti del Sulcis Iglesiente, posto in un reticolo di sentieri e strade sterrate ereditate da secoli di estrazione mineraria. Un paradiso per la mountain bike, reso tale anche dal lavoro dei ragazzi come Roberto e Excalib65 che prima scoprono sentieri abbandonati, poi li ripuliscono ed infine li mantengono. Purtroppo l’agriturismo era chiuso, abbiamo però pranzato a base di pane carasau, salame, pecorino e caprino nel cortile, dove è situata pure una panoramica piscina. Ah già, verso le 14 il sole era ricomparso.

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Nel giro di poco tempo i sentieri e le strade si sono asciugati, così ci siamo divertiti a saettare attraverso questi bellissimi boschi, non prima di una risalita sul Defender, ideale per creare dei sani calli al sedere. Le strade non sono delle migliori, una sopratutto mi ha ricordato la Bolivia. La discesa però ripaga di ogni saltello in macchina.

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Ecco, non mi ricordo più il nome di questo monte, so solo che la discesa è un susseguirsi di curve su terreno boschivo morbidissimo, “moquette” come dicono i local. Veramente fantastico.
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Giunti in fondo al sentiero, eccoci qui a goderci  il sole delle 6 di sera.
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Ovviamente lo sceriffo non perde l’occasione per spiegare a Yeti come fa la Rose Beef Cake a passare su una sequenza di massi. Per dirla come fa lui: “Brrrrrrr”, si capisce dal labiale di questa foto.
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Come avrete notato non ci sono tante foto d’azione. È troppo difficile fermarsi durante una bella discesa, così ce le siamo godute senza troppe pause. Per chi le volesse sperimentare, consiglio di contattare Roberto sul suo sito Sardegna Freeride, ne vale veramente la pena!
Le foto sono in parte mie e in parte di Lepus.
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