La cambiata

Settimana molto triste… è arrivato il freddo e le prime piogge. Prima o poi doveva capitare.
Visto che ora le discese saranno infangate e sicuramente i park sono ormai chiusi possiamo inziare a parlare di argomenti utili a tutti coloro che vogliono anche salire. Inizia quindi una carrellata di tecniche di guida per chi ama i sentieri montani (o collinari) e vuole affrontare sia le salite che le discese naturali con estrema sicurezza (per chi se lo stesse chiedendo Sì! Ci sarà anche il nose press).

Come in ogni cosa però bisogna iniziare dalle basi, per questo motivo questa prima puntata “all mountain” verterà sulla cambiata (con cambi tradizionali, quindi non roba con rotismi interni al telaio o ai mozzi o alle pedivelle).
Cambiare le marce è fisicamente molto semplice. Si schiaccia un bottone/levetta o si gira una manopola, nel mentre si pedala, e via la marcia è cambiata. Farlo però correttamente è tutto un altro discorso. Chi è agli inizi avrà notato come approcciando con la marcia sbagliata una salita o una discesa si sarà trovato a pedalare a vuoto, o a bloccarsi per una marcia troppo dura, o a cambiare sotto sforzo, producendo dei rumori che Skrillex potrebbe tranquillamente usare in qualche sua canzone dubstep. E visto che tutti prima o dopo abbiamo iniziato ad andare in bici, tutti ricordiamo le cambiate sotto sforzo e la catena che ci insulta o ci manda a quel paese e si rompe.



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Per prima cosa è fondamentale avere i cambi (ant e post) ben regolati, ma per questo dovete guardare nel tech corner e cercare i topic più adatti. Una volta che la trasmissione sia regolata al punto giusto vediamo le informazioni che dobbiamo sapere.
Per cambiare dobbiamo pedalare, non è possibile cambiare a pedali fermi, ed è meglio che anche l’impulso della cambiata avvenga mentre i pedali stanno girando per rendere più graduale e meno traumatico per la trasmissione il cambio di rapporto.
Inoltre è ideale non cambiare “sotto sforzo”. Con questo termine si intende quella situazione in cui il movimento della pedalata è molto lento e in cui stiamo applicando una grande forza sul pedale, quindi sulla catena (mentre pedaliamo la catena è praticamente sempre sotto sforzo, l’importante è che mentre cambiamo questo sforzo non sia eccessivo). Questo aspetto è ancor più importante nelle cambiate con il deragliatore anteriore. La maggiore distanza tra le corone e il fatto che l’imposizione della cambiata sia data sulla zona superiore della catena, cioè dove questa viene sollecitata maggiormente poiché è la zona in cui viene trasmesso il moto, rende molto più dannossa per la catena una cambiata sbagliata.
I tecnici Sram mi spiegavano che quando si sbaglia una cambiata e si innesta una marcia “sotto sforzo” ho un momento flettente enorme sulla catena. A volte si possono piegare le maglie, se anche questo non avvenisse però il carico che imponiamo viene trasmesso ai pernetti su cui ruotano le maglie della nostra catena, deformando la sede degli stessi (in modo non visibile a occhio) e creando quindi dei giochi eccessivi tra perno e maglia. Alla lunga questo porta alla rottura della catena.
Chi usa la tripla davanti (quindi 3X8, 3X9, 3X10) sappia che può usare tutta la cassetta posteriore con la corona centrale, di norma poi si dice di poter utilizzare la metà inferiore della cassetta con la corona grossa e la metà superiore con quella piccola.
Per quanto riguarda la doppia (2X10) lo spettro di cassetta con cui si possono usare le due corone anteriori varia in base alla stessa. Nel senso che non vi è una regola generale e assoluta, ma visto che ci saranno delle sovrapposizioni di marce si può usare quella come campanello di allarme per cambiare la corona anteriore.
Per chi usa la singola anteriore non ci sono problemi di incroci(curatevi solo di piazzarla nel punto giusto per la linea catena, deve stare dove starebbe di base un 32 o una corona centrale di una tripla).

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Un consiglio che mi sento di darvi è di pedalare tendenzialmente agili. In particolare in fuoristrada una marcia bassa permette di rilanciare in caso di ostacoli e quindi di rapida decelerazione. Inoltre non sarete mai colti in flagrante con marce troppo lunghe che non riuscirete a spingere o che vi costringeranno a cambiate devastanti sotto sforzo.
Come ben sappiamo mentre pedaliamo su terreno abbastanza costante, diciamo “pedalabile”, non vi sono mai grandi problemi di cambiata. I maggiori problemi derivano da zone di percorso fatte a piedi paralleli (magari un pezzetto di discesa tecnica o veloce), dopo le quali siamo costretti a ripartire. Pensiamo di trovarci nel bel mezzo di una discesa scorrevole. Marcia lunga per poter spingere e prendere velocità dove servisse. Poi d’un tratto si entra in una zona tecnica in cui non riusciamo più a pedalare ma dobbiamo stare concentrati sulla guida e ipoteticamente ridurre la velocità. La zona tecnica ci conduce ad un guado o ad un’improvvisa zona in salita, o ad un tratto tecnico in cui dobbiamo rilanciare. Non avendo previsto la cosa ci troviamo quindi a dover pedalare in salita, o sul tecnico, o nel fango, con una marcia troppo lunga. Risultato, cerchiamo comunque di spingere la marcia, nel mentre cambiamo per cercare di alleggerire il nostro rapporto. Sentiamo provenire i famosi suoni dubstep dalla catena, magari questa viene anche risucchiata dalla guarnitura o sgrana sulla cassetta, o ancor peggio, si spezza, inoltre vediamo che (se abbiamo cambiato con l’anteriore) la corona su cui eravamo si è storta leggermente. E dopo aver fatto tutti questi danni ci rendiamo anche conto che non siamo riusciti a completare la cambiata e abbiamo ancora un rapporto troppo duro e siamo costretti a scendere dalla bicicletta.

Cosa fare dunque: seguire il consiglio iniziale che ci diceva di girare agile! Prima di entrare in una zona in cui ipoteticamente dovremo perdere velocità andiamo a scalare un po’ di marce (anche pedalando a vuoto, tanto con un solo giro di pedale si riescono a cambiare numerose marce sulla cassetta posteriore), in questo modo saremo pronti a ripartire in agilità laddove fosse necessario, se invece finito il pezzo tecnico dovessimo di nuovo spingere in discesa potremo nuovamente innestare qualche rapporto e riportare alla lunghezza giusta la nostra pedalata.
Il concetto di fondo è che per cambiare una marcia noi dobbiamo pedalare. Ipotizziamo (anche se non è vero) che per cambiare ogni rapporto noi si debba fare un giro completo di pedale. Se io tale giro lo faccio con un rapporto che è 44-11 avrò uno sviluppo metrico di 8 metri circa (considerando che la circoferenza di una ruota da 26 è circa 2 metri). Questo significa che per fare un giro di pedale completo e quindi cambiare una marcia avrò bisogno di almeno 8 metri di spazio. Ovviamente se sono nel tecnico o in salita, quindi ad una velocità molto bassa, fare 8 metri significa spendere un sacco di tempo per effettuare una cambiata. Se io invece avrò un rapporto tipo 32- 32 (molto leggero) per ogni pedalata percorrerò 2 metri, cioè lo sviluppo della mia ruota. É chiaro quindi che a qualunque velocità io sia una cambiata da un rapporto 32-32 risulta molto più veloce (e in ogni caso anche meno stressante per la trasmissione) di una dal 44-11 perchè avviene in 2 metri invece che in 8. (Non va esattamente così ma è una semplificazione accettabile e vi fa capire perchè conviene tenere marce basse.)

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Molti si chiederanno cosa fare se si sbaglia l’approccio e ci si trova in salita con una marcia troppo dura. Spingere non si può perchè non ce la faremmo, cambiare non si può perchè siamo sotto sforzo. In una situazione del genere purtroppo la frittata è fatta. Se non siete in gara il mio consiglio è di scendere e cambiare le marce facendo girare i pedali a mano per evitare di rompere la trasmissione. In caso contrario cercate di alleggerire il più possibile la pedalata, zizagate se avete lo spazio, date una pedalata forte per prendere velocità e poi una più debole (in cui cambiate poche marce per volta) per allentare la tensione. Dovete insomma cercare qualche escamotage per uscire da questa situazione, ma sappiate che ormai il danno è fatto e imparate la lezione.

Ingrediente segreto. Tenere il rapporto giusto per ciò che si sta per affrontare, non per ciò che si sta affrontando.
Tutta la pappardella che ho scritto si potrebbe riassumere in questo ingrediente segreto… la cambiata, come lo sguardo, devono precedere quello che andrete a fare. Non dovremo quindi apettare di essere in salita per scalare marcia, allo stesso modo non dovremo attendere di entrare nel tecnico e frenare per alleggerire il nostro rapporto.
Se conosciamo il sentiero potremo già portare la marcia sul rapporto più giusto per la zona successiva mentre ne stiamo finendo una, se non conosciamo il percorso teniamoci dalla parte dell’agilità per i motivi appena elencati.

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Jack

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