[RCM] Cose da non fare Vol.2

I ritmi cittadini stanno tornando prepotentemente della vita di tutti. Le vacanze, per molti di noi, sono andate e non ci resta che tornare a lavorare e ad allenarci con le nostre amate mtb. In un momento come questo mi concedo un’altra puntata creata apposta per farvi sorridere, una puntata in cui vedremo una nuova carrellata di cose da NON fare analizzando comportamenti di alcuni rider trovati in giro per l’Italia questa estate.

Come al solito il mio intento non è quello di offendere nessuno e spero che, se mai ci leggessero coloro che stanno nelle foto, possano stare al gioco e trovare uno spunto per migliorarsi. Ci tengo anche a precisare che i ragazzi e le ragazze raffigurati non sono miei corsisti ma personaggi sconosciuti trovati sui sentieri. Ovviamente ad un corso cercherei di mettere a posto la situazione istantaneamente evitando qualunque rischio per il partecipante (es casco messo bene, 1 dito sul freno ecc ecc)



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A parte il fatto di utilizzare un solo guanto (abbastanza inspiegabile, se uno ama girare senza i guanti gira senza, se uno vuole sentirsi più protetto o preferisce i guanti gira con… perchè uno si e uno no?), che comunque non pregiudicherebbe la guida in modo eccessivo, a parte un manubrio da 64 di larghezza che sicuramente non aiuta questo omone sul veloce, a parte tutto questo e tanto altre “caratteristiche” che non possiamo definire davvero errori, vediamo come il problema che vorrei mettere in evidenza è il settaggio delle leve freno ed in generale del manubrio.

Ok che la larghezza risicata della piega non permetteva di avere tanto spazio, però ci sono vari escamotage per riuscire a piazzare le leve freno in posizione corretta. Ricordiamo infatti che è la parte da regolare in primis poiché quella più utilizzata sulla nostra piega. Come vediamo inoltre il ragazzo frena con il medio sulla mano “guantata”, mentre con l’indice sull’altra. Questione di abitudine, c’è chi frena col medio e avrà necessità di una regolazione della leva diversa da quella descritta, nessun problema. Chiaro è che se si frena col medio lo si fa sempre, e quindi si regola la leva di conseguenza. Utilizzare il freno come lo sta facendo lui con la mano senza guanto è quantomai controproducente. Come vedete tira la leva senza utilizzarla al meglio, senza utilizzare tutto il braccio offerto dal leveraggio del freno. Abbiamo detto più volte che il freno andrebbe messo in modo tale da frenare con un solo dito (ipotizziamo indice) in modo che questo sia sulla estremità ricurva della leva. In questo modo con poco sforzo si riesce a generare una discreta forza e a creare un frenata potente.

 

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Qui invece i problemi sono più evidenti. Il rider viaggia completamente seduto e con un piede giù e uno su, classica posizione di riposo che possiamo utilizzare su asfalto o mentre ci accingiamo a fermarci ad un semaforo, ma che poco rende su discese sterrate di qualunque genere. Abbiamo sempre detto di dover stare in piedi, è più sicuro, dona più controllo, evita fastidiosi dolori in zone non sospette. Diciamo che un approccio alla disciplina del tipo visto in foto facilmente sarà traumatico e spesso rovinarsi un giro in bici o un’esperienza per un approccio così sbagliato è un peccato.

Altra cosa da notare. La bici che il rider ha preso a noleggio è montata con tutti i crismi. Notate come le leve siano ben distanziate dalla manopola per permettere di frenare al meglio con un solo dito. Tanto di cappello al noleggiatore.

Peccato che al malcapitato qui presente nessuno abbia spiegato che per frenare bastava un dito. Ecco che quindi tutta la mano si avvinghia al freno manco fosse una morsa. Da notare come la mano destra del rider sia completamente avviluppata intorno alla leva. Questo tipo di presa non permetterà certo di avere un buon controllo!

 

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Lui mi faceva veramente paura. Tralasciamo gli scarponcini da montagna che sicuramente non offrono gran grip sui pedali. Parliamo invece del casco e della mascherina (che non c’è).

Utilizzare un integrale per fare discesa è vivamente consigliato, a mio avviso è una delle protezioni principali che abbiamo. Mi capita spesso nei giri pedalati di girare col caschetto aperto e il livello di protezione percepito è nullo rispetto a quando ho l’integrale, la velocità va di conseguenza. Ad ogni modo il senso dell’integrale è quello di proteggere tutto il cranio e il viso (dall’inglese “full face” è esplicativo di quanto detto). Il casco va allacciato bene deve essere della propria misura e bla bla un sacco di cose che si dicono sempre. Quello che non viene mai detto è che il casco va messo nella posizione corretta! Un casco integrale non lascia intravedere la fronte e soprattutto scende, con la mentoniera, oltre il mento: altrimenti che mentoniera è!?

Il malcapitato qui in foto non sarebbe protetto affatto in caso di caduta e facciata. Vedete come il mento risulti scoperto, in caso di botta ciao ciao mascella.

Ricordiamo quindi che la posizione corretta del casco è quella in cui la mentoniera scende sotto il mento, non si vede la fronte (per capirci) che sarà interamente coperta dal casco. Quando ve lo mettete quindi, mettete una mano sulla protuberanza paramento e tirare verso il basso come si deve. Vedrete che anche la calzata e lo spazio visivo ne risentiranno positivamente. Altro aspetto di sicurezza fondamentale. La mascherina non è un accessorio da fighi, è una delle protezioni più importanti in discesa. Non esagero dicendo che in una caduta qualche anno fa mi ha salvato la vita. Non sempre, nelle discipline più pedalate, è possibile utilizzarla, anche se il mio consiglio è quello di farlo il più possibile. Spesso chi ha problemi di vista preferisce utilizzare i propri occhiali o degli occhiali da sole che magari ha fatto graduare ecc. Yari, il famoso fotografo di Raida come Mangi, utilizza lenti a contatto morbide sotto la mascherina e non ha mai avuto problemi. Esistono anche mscherine con lenti integrate o integrabili (per chi avesse bisogno di lenti graduate ecc). Insomma il tutto per dire che la mascherina non è uno strumento inutile dettato dal marketing, è davvero una protezione fondamentale per gli occhi. Inoltre se volete comunque utilizzare occhiali per piacere utilizzate occhiali sportivi di buona qualità. Gli occhiali creati ad hoc per gli action sport hanno lenti e strutture molto più elastiche e deformabili degli occhiali normali. Una caduta di faccia per il ragazzo in foto e oltre alla mascella si troverebbe anche con un frullato di occhiali e pezzi di vetro proprio ad un centimetro dall’occhio. Insomma, inutile avere protezioni anche per l’unghia incarnita quando poi le andiamo a posizionare male (vedi casco) o ci mettiamo delle bombe a orologeria sugli occhi (vedi Raiban incastrati nel casco a caso).

 

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Questo è amico del precedente, si sono posizionati il casco a vicenda cercando di metterselo peggio che potevano. Del casco abbiamo già parlato. Vorrei farvi notare come anche la posizione della aletta parasole sia importante. Normalmente vediamo come tutti la tengano alta. Anche qui non è una questione di moda ma di visibilità. A meno che non ci sia bisogno di avere una protezione dal sole su qualche pista specifica è il caso di lasciare più spazio possibile alla nostra vista. Inoltre (anche se non è il caso in foto) con una aletta posizionata come nell’immagine mostrata, sarà difficile poter guardare lontano, mossa base per acquisire stabilità e guidare in modo fluido e sicuro. Lui invece ha la mascherina (da sci, ma tanto sono identiche a quelle da bici ma si appannano meno per via della doppia lente quindi va benissimo), ottima protezione. Peccato che con la fascia della stessa posizionata in questo modo alla prima caduta la mascherina si staccherà via dal viso lasciando libero il campo. La fascetta va posizionata sul casco e regolata di conseguenza. Deve viaggiare parallelamente (o quasi) al taglio inferiore del casco. In questo modo sarà salda e totalmente funzionale.

Altri errori vari nella foto: Frenata con 2 dita per freno, scarponcini sicuramente poco gripposi sui pedali (a quel punto meglio scarpe con suola piatta e morbida tipo skate), marsupio davanti ad impedire i movimenti delle gambe, braccia belle tese e gambe piegate per raggiungere la posizione tipica di quando si va al gabinetto (decisamente poco funzionale in discesa dove bisogna caricare l’anteriore).

 

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Ok ragazzi… lui è il capo.

Qui non si tratta più di funzionalità, estetica e sicurezza, qui si tratta di disagio vero. Tenevo questa foto da un annetto nel pc pronto a regalarvi questa perla. Ricordo ancora l’incontro con colui che girava con questa bici e ricordo frasi del tipo “ è il suo cannotto originale, non ho mica fatto aggiunte!”, “perchè uso le gomme slick su sentiero? Perchè così scorrono meglio, poi queste sono da 2.5 di sezione così hanno più impronta e tengono di più, certo per farle scorrere le gonfio a 4bar, ma alla fine è un buon compromesso”.

Non c’è stato verso di spiegargli che quanto stava facendo era quantomai pericoloso per se stesso e decisamente poco educativo per le generazioni future (immaginatevi i ragazzini che vogliono girare con la sella altissima e le bici enormi per sentirsi grandi. Vedono sto simili chopper con le gomme da Harley Devison e impazziscono!). Non sono riuscito a spiegargli che il cannotto esce così lungo di serie per adattarsi a varie bici ma che è vivamente consigliato tagliarlo (e aggiungerei anche di tagliarlo a filo evitando di lasciare spessori sopra l’attacco manubrio che sono altrettanto pericolosi per sterno e costole in genrale). Non sono riuscito a fargli capire che per pedalare sui sentieri è meglio prendere gomme da crosscountry, magari semislick se non si fanno particolari percorsi tecnici e cerchiamo la scorrevolezza. Non sono riuscito a trasmettergli il fatto che quel settaggio, che lui rivendicava come ottimo e che cercava di esaltare proponendolo anche agli altri del proprio gruppo, fosse effettivamente un qualcosa di pericoloso e poco funzionale.

Per citare un famoso film e riadattarlo all’occasione…. “Lui speriamo che se la cava!”

 

 

A breve usciranno i report sulle bellissime settimane di Sauze e in Francia che abbiamo passato questa estate con i corsisti che ci hanno scelto per migliorare la loro tecnica. Le date non sono ancora finite e vi invito a dare uno sguardo e a controllare il solito -TOPIC- con le date degli eventi dove potrete trovare corsi all mountain-enduro in Val Brembana il 28-29 Settembre e ai piedi delle Dolomiti, ad Agordo  il 5-6 Ottobre. Inoltre nello stesso topic stiamo mettendo fuori le date dei nuovi POWER WEEK END, un appuntamento che finalmente riusciamo a fare nel “pre-stagione”, permettendo a chi decidesse di prepararsi al meglio già dall’inverno di ricevere gli strumenti per poter lavorare contemporaneamente sia sulla tecnica che sulla preparazione atletica. Il periodo di Ottobre- Novembre- Dicembre risulta il migliore per questo tipo di attività permettendo ai rider di sviluppare poi le proprie capacità durante l’inverno e arrivare preparati al meglio alla prossima stagione agonistica.

Jack

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