[Fotoreport] Mont-Sainte-Anne World Cup XC: Schurter in volata, Pendrel per distacco

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Il rossocrociato vince anche contro la sfortuna (foratura) e brucia Hermida al fotofinish. La canadese dà luogo a una progressione inarrestabile con la sua nuova full (26″ o 27.5″ ??). Tra gli Under23 si rivede sul podio intermedio il nostro Kerschbaumer



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Dopo il poker iniziale – Pietermaritzburg, Houffalize, Nove Mesto e La Bresse – la quinta carta della World Cup, contrassegnata dalla foglia di acero canadese, è stata servita sul banco di Mont-Sainte-Anne, nello stato francofono del Quebec, location che fin dal 1991 ha sempre ospitato una prova di Coppa del Mondo XC, eccezion fatta per le due annate nelle quali vennero organizzati i Campionati del Mondo (1998 e 2010).
Contrariamente alle prime quattro manche di Coppa, sul tavolo da gioco canadese si sono accomodati solo alcuni dei protagonisti del Cross Country mondiale. Chi ha rinunciato lo ha fatto principalmente a causa degli onerosi costi di trasferta, ma anche per preparare al meglio l’appuntamento olimpico di Agosto.
Così come l’anno scorso, non si è quindi visto il francese Julien Absalon (Orbea Racing Team) e neppure il suo connazionale Jean-Christophe Peraud (AG2R La Mondiale). Tra le donne, assenza della leader femminile Julie Bresset (Team BH-SR Suntour), della polacca Maja Wloszczowska (Team CCC Polkowice) e della nostra Eva Lechner (Team Colnago Sudtirol), che ha preferito disputare i Campionati Italiani su strada. Tra i Men Under23, importante defezione del capoclassifica Alexander Gehbauer.
Il percorso è il solito di sempre, misurava 5.09 km con 230 metri di dislivello, due impegnative salite, tratti filanti e velocissimi alternati a “rocky garden” e sezioni boschive costellate di radici.

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Under 23
I primi a cimentarsi nella competizione, alle ore 9.30 locali, sono stati i Men Under 23. Buone notizie per l’Italia, con un ritrovato Gerhard Kerschbaumer (Team TX Active-Bianchi) che con la sua Methanol 29 SL ha centrato un convincente secondo posto, nonostante un paio di cadute a causa del terreno scivoloso per la pioggia. Vittoria per l’olandese Michiel Van Der HeiJden (Rabobank Giant Offroad Team), che su questi tracciato aveva vinto due anni fa nella categoria Junior. Terzo posto per il tedesco Markus Schulte-Luenzum (Focus Mig Team).

 

Qui i risultati della gara e la Classifica generale di World Cup della categoria U23 Men.

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Elite Women
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Alle ore 11.30 locali, sotto un leggera pioggia, con una temperatura di 18° C e quasi totale assenza di vento – misurato a soli 3.4 km/h – prendeva il via la competizione delle 41 Women Elite, chiamate a percorrere quattro giri del percorso da 5.9 km, oltre alla tornata di lancio.
Gara dalle poche emozioni iniziali, con la statunitense Georgia Gould (Luna Pro Team) che prendeva immediatamente il comando delle operazioni, seguita dalla campionessa locale Marie-Helene Premont e dalla ceca Katerina Nash (Luna Pro Team). I distacchi dopo il giro di lancio erano già pesanti, e per alcuni somigliavano addirittura a pietre tombali sotto cui seppellire i propri sogni di gloria. Dietro alla Gould transitavano la Premont a 29”, l’altra canadese Catharine Pendrel a 45”, la Nash a 46”, la norvegese Gunn-Rita Dahle (Multivan Merida Biking Team) a 59” e la russa Irina Kalentieva a 1’13”.
Poi succedeva pochissimo. Nel corso del primo giro la Pendrel superava la connazionale Premont, nel secondo la Nash si fermava presso la tech zone per farsi sistemare la tacchetta della scarpa destra, ripartendo senza perdere posizioni ma incalzata da vicino dalla Dahle, che infatti la sopravanzava nel corso della tornata seguente.
Il quarto nonché ultimo giro riservava una brutta sorpresa alla Gould, che trovatasi evidentemente a corto di energie e con qualche crampo di troppo si vedeva sorpassare dalla Pendrel, molto più pimpante anche grazie all’incitamento del suo pubblico. Terza la Premont, davanti ai tifosi di casa. Un guaio meccanico faceva perdere una posizione alla Dahle a favore della Nash. Brava anche l’altra canadese Emily Batty (Team Subaru – Trek), sesta in rimonta.

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Grazie al forfait della francese Julie Bresset, la Pendrel si installa al comando della graduatoria di Coppa con 940 punti. Seguono la Bresset a 750, Gun-Rita Dahle a 678, la polacca Maja Wloszczowska – altra grande assente qui in Canada – con 670 punti e la Nash con 659.

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Le protagoniste
1- Catharine Pendrel (Luna Pro Team): porta in gara una nuova full (da 26″ oppure da 27.5″, le immagini non hanno chiarito) dalla livrea che farebbe la felicità di Eddie Van Halen, anche perchè ha il controllo elettronico delle sospensioni con push-button al manubrio e batteria Shimano Di2 collocata sotto l’ammortizzatore. La canadese parte come sempre a medio regime, poi innesta le marce alte e – ancora come sempre – dà luogo alla solita rimonta che questa volta le frutta il primo gradino del podio. Efficace e sicura più che mai anche sui suoli resi viscidi dalla pioggia, allunga in graduatoria e potrebbe mettere le mani sulla Coppa già da settimana prossima, data la più che probabile assenza di Julie Bresset.
2- Georgia Gould (Luna Pro Team): stessa squadra e quindi stesso marchio di bici della vincitrice (Orbea) ma telaio front 29er. Si rivede nei quartieri alti dopo qualche gara in sordina. Parte come un razzo, non sbaglia nulla ma a 2 km dalla fine si trova senza propellente per mettere le sue ruote davanti a tutte. Anziché la bandiera a stelle e strisce, è costretta a sventolare bandiera bianca. Brava comunque.
3- Marie-Helene Premont: gioca il jolly nel fil-rouge casalingo, sperando che la sua Rocky Mountain 29er la assista come il pubblico partigiano. Purtroppo la canadese – carriera in parabola discendente – non è in grande giornata, pedala un po’ legnosa e sbaglia qualche passaggio di troppo, perdendo terreno dalla Gould e le speranze di vittoria con il passare dei minuti.

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4- Katerina Nash (Luna Pro Team): completa il tris del Luna Pro Team, ma in sella a una front 26”. Sfortunata quando è costretta ai box per affidarsi alle cure del calzolaio, fortunata quando la Dahle rallenta per noie meccaniche. Quest’anno, però, è sempre tra le protagoniste.
5- Gunn-Rita Dahle (Multivan Merida Biking Team): conduce la sua front Merida 29er con la grazia e l’eleganza di un cigno. Dopo la sua vittoria a La Bresse, mette un altro tassello pesante in classifica, salendo dal quarto al terzo posto nelle generale.
6- Emily Batty (Team Subaru-Trek): che la canadese non sia un fulmine sul bagnato lo sanno tutti. Con la pioggerella fa la gara del gambero, cercando di salvare il salvabile con la sua front 29er, sbagliando tuttavia parecchio in discesa. L’amico Sole le regala una insperata asciugatura del tracciato, che dal secondo giro le permette di trasformarsi in canguro, applaudita dal proprio pubblico.
7- Lea Davison (Specialized Racing Team): il suo miglior piazzamento di quest’anno, naturalmente in sella a una front 29er, dato che Specialized ha praticamente ordinato ai suoi atleti di correre con le “big wheels”, full o front che siano. L’americana corre una gara regolare, senza sbavature, lontana dal podio ma ben inserita nel pacchetto delle inseguitrici. La rivedremo sicuramente a Windham, nella gara di casa.
8- Irina Kalentieva (Topeak Ergon Racing Team): che la piccola “matrioska” russa non fosse in gran forma lo si era già visto ai recenti Campionati Europei, corsi tra le mura amiche di Mosca. Rigorosamente gommata 26”, l’abbiamo vista scivolare sulle pietre e perdere terreno un po’ ovunque. Se sta preparando l’Olimpiade, è sulla strada sbagliata.

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Qui i risultati della gara e la Classifica generale di World Cup della categoria Elite Women.

Qui il replay della gara Elite Women.

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Elite Men

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La competizione più attesa, quella degli Elite Men, partiva alle ore 14, con una temperatura di 22°C, cielo soleggiato e vento a 2.8 km/h. Per i 71 partenti, cinque giri e tornata di lancio.
Dopo la “doppia coppia” Schurter-Absalon (vincitori rispettivamente a Pietermaritzburg e Nove Mesto l’elvetico, a Houffalize e La Bresse il francese), c’era molta curiosità nel vedere chi si sarebbe aggiudicato questo quinto round, data la scelta di Absalon di non intraprendere le due trasferte oltreoceano.
Lo start-loop era favorevole a Nino Schurter (Scott-Swisspower Mtb Racing Team), che partiva a cannone e metteva 23” tra lui e gli inseguitori, vale a dire il ceco Jaroslav Kulhavy (Team Specialized Factory) con il nostro Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory) a ruota, l’altro elvetico svizzero Florian Vogel – compagno di squadra di Schurter – lo spagnolo José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team) e poco più indietro il suo connazionale Carlos Coloma (Wildwolf Trek Pro Racing).

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Nel corso del primo giro, Hermida aumentava l’andatura e si insediava in seconda piazza, a 16” da Schurter. Fontana teneva botta in terza posizione, a 52” dal battistrada, comandando un quartetto composto, oltre che da lui, anche da Vogel, Kulhavy e Coloma. Purtroppo il nostro “Fonzie” non era al meglio della condizione, e pur dando il massimo perdeva sempre una manciata di secondi a giro rispetto ai suoi avversari. Così al terzo passaggio, con Schurter e Hermida a 14”, Kulhavy saliva in terza posizione a 58”, Vogel, Fontana e Coloma viaggiavano tutti di conserva a 1’20”. Il terzo giro non portava alcun mutamento nelle posizioni di classifica, facendo solo aumentare i distacchi dal quarto posto in giù.
Al quarto passaggio, Schurter era costretto a fermarsi ai box per una foratura posteriore. Hermida ne approfittava senza fare tanti complimenti, proprio mentre un temporale rovesciava violenti scrosci di pioggia. Schurter ripartiva dalla tech zone con 14” di ritardo, che però recuperava prima delle finish-line con un’azione veemente, sbalorditiva poiché condotta con il terreno fradicio e scivoloso. dalla pioggia. Il temporale faceva fiorire il “local rider” Max Plaxton, che si issava in quinta posizione, mentre lo spagnolo Sergio Mantecon Gutierrez (Wildwolf Trek Pro Racing) conquistava la settima e il sudafricano Burry Stander (Team Specialized Factory) l’ottava.

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Quinta e ultima tornata palpitante, con la coppia Schurter-Hermida al comando, l’elvetico deciso più che mai, l’iberico esperto e consapevole del proprio potenziale. Mossa vincente di Schurter, che entrava per primo sul corto rettilineo finale e lanciava una volata cui Hermida non poteva replicare efficacemente. Fontana chiudeva nono, precedendo il team-mate Manuel Fumic.

 

Con questo successo, Schurter rafforza la propria leadership nella classifica generale di Coppa, nonostante lo zero rimediato in Francia. L’elvetico è primo con 950 punti, seguito da Kulhavy con 785, da Burry Stander con 688, da Absalon fermo a 650 e da Josè Hermida con 605 punti, che risale in quinta posizione dalla precedente ottava, dove adesso si trova il nostro Marco Aurelio Fontana.

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I protagonisti
1- Nino Schurter (Scott-Swisspower Mtb Racing Team): è in gran spolvero da tre mesi, periodo nel quale non ha mai fallito un appuntamento importante, eccetto il ritiro a La Bresse del mese scorso. Parte fortissimo, accumula un discreto vantaggio che gli viene azzerato dalla foratura, sfortuna cui però risponde con una classe e un orgoglio smisurati. Con la sua front 27.5” impartisce lezioni di guida e stile a tutti. Le sue traiettorie sono così pulite che non sporca nemmeno le gomme. Sarà dura batterlo settimana prossima.
2- José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team): grazie anche alla sua front 29er il “pistolero” conquista il suo primo podio stagionale e per poco non sale sul gradino più alto. La pioggia gli bagna le polveri, nel duello finale con Schurter rimane senza munizioni ma è comunque consapevole che per la battaglia dei “Cinque cerchi londinesi” potrà essere tra i migliori cecchini.

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3- Jaroslav Kulhavy (Team Specialized Factory): non è quello del 2011, quando ipotecava le vittorie fin dal primo giro. Qui sembra gigioneggiare per il tracciato con l’aria da eterno sonnambulo, svogliato e svegliato da chissà quale torpore. Invece mena parecchio sui pedali della sua full 29er, il cronometro gli dà ragione. Non ha i mezzi per insidiare il duo di testa, però tiene a debita distanza gli inseguitori. Vedremo come si comporterà a Windham, dove ha sempre vinto negli ultimi due anni.
4- Carlos Coloma (Wildwolf Trek Pro Racing): qui in Canada la Spagna sembra essersi rivitalizzata, perché dopo la bellissima prestazione di Hermida arriva questa di Coloma, che finora aveva raggranellato due 14esimi, un 32esimo e un 39esimo posto nelle prove di Coppa. Solo merito della sua Trek 29er?
5- Max Plaxton: il miglior risultato della sua carriera lo conquista tra le mura amiche. Bravo anche a La Bresse, dove si parla francese come a Mont-Sainte-Anne. Vedremo come se le caverà settimana prossima con l’inglese – anzi, con l’americano – a Windham.
6- Sergio Mantecon Gutierrez (Wildwolf Trek Pro Racing): compagno di team e connazionale di Coloma, ne segue le orme in tutto e per tutto. Si esalta quando il meteo volge al brutto.
9- Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory): “Fonzie” sciorina il consueto “silver shot” in partenza, guida sempre con lo sguardo e la grinta di chi vede il traguardo a 20 metri anche se mancano 20 km. Forse nel finale si accontenta, ma va bene lo stesso, il podio finale di Coppa era già sfumato in Francia, con la doppia foratura. Il prossimo weekend sarà ancora lì davanti a duellare con i migliori, c’è da scommetterci.

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Qui i risultati della gara e la Classifica generale di World Cup della categoria Elite Men.

Qui il replay della gara Elite Men.

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