Cerchi in carbonio: sono tutti uguali?

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Il mondo delle ruote in carbonio è sempre più vasto. Se fino a qualche tempo fa i cerchi in fibra di carbonio erano un prodotto di nicchia, questo “nuovo” materiale sta prendendo sempre più piede.



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Il mercato oggi offre sempre più prodotti e soluzioni differenti, con prezzi molto variabili: un cerchio in carbonio oggi può costare dai 200€ di un prodotto cinese ai 1000€ e passa euro di un Enve. Parliamo di una differenza di prezzo considerevole (5 volte tanto!), ma ci sono anche delle differenze sostanziali tra questi due prodotti o si paga solo il nome?

Insomma, i cerchi in carbonio sono tutti uguali? O ci sono delle differenze? Cerchiamo di scoprirlo nell’articolo di oggi.

Larghezza del canale

Quando si sceglie un cerchio, il primo parametro da valutare è la larghezza del canale.

Ad oggi il trend è quello dei cerchi larghi, con canali veramente generosi (anche 35-40mm per enduro), seguendo un po’ quella che è la moda delle gomme fat e semifat. In quest’ottica l’utilizzo del carbonio comporta indubbi vantaggi: grazie a questo materiale è possibile realizzare cerchi belli larghi, dal peso contento e soprattutto con una buona resistenza. Con l’alluminio infatti è possibile realizzare cerchi larghi relativamente leggeri, il problema è però che per tenere i pesi bassi bisogna usare sezioni molto sottili. Il risultato dell’utilizzo di sezioni molto sottili è che il cerchio alla prima pizzicatura si piega o si bozza. Con il carbonio non ci sono questi problemi, perchè il rapporto peso/resistenza del materiale è decisamente superiore.

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Cerchi larghi quindi, ma siamo sicuri che il cerchio wide sia veramente il Mantra delle ruote da mtb moderne?
I vantaggi del cerchio largo ci sono e sono tangibili, ma ci sono anche degli svantaggi. Il cerchio largo è vero che permette di tenere la gomma più morbida e più squadrata, migliorando quindi la trazione ed il grip, ma è anche vero che una gomma troppo allargata, con i talloni molto distanti tra loro, rischia di non lavorare poi correttamente in curva, con i tasselli laterali che non risultano perpendicolari al terreno in piega e quindi tendono a scappare.

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Non dimentichiamoci poi del problema delle pizzicature. Su molte gomme (Minion DHF ad esempio) il bordo di un cerchio largo va spesso a coincidere con la zona vuota tra i tasselli centrali e quelli laterali. Il risultato è che in caso di pizzicatura del copertone, questo si taglierà con estrema facilità, andando il cerchio a lacerare la carcassa in una zona con spessore ridotto e quindi più delicata.

Largo è quindi meglio? Si e no, dipende molto dallo stile di guida. Per un uso ricreativo il cerchio largo può essere meglio: più comfort, più grip. Per un uso race o particolarmente aggressivo un canale relativamente più stretto (24-26mm per enduro) può dare quella reattività che rende la bici più sicura e precisa in curva ed alle alte velocità.

Hooked o hookless?

Con l’avvento dei cerchi in carbonio è stato sviluppato, analogamente al mondo delle auto e delle moto, il sistema hookless.

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Per chi non lo sapesse, un cerchio hookless è un cerchio il cui tallone non presenta il tipico uncino a forma di J rovesciata pensato per ospitare il tallone della gomma. Il tallone di questi cerchi è quindi dritto, come quello nella foto qui sopra (cerchioni Enve).

Come fa la gomma a non uscire? Tutta la tenuta è affidata al tallone della gomma e ad un cerchio leggermente più grande del normale (parliamo di mm) che tira e fa aderire al massimo il tallone del copertone.

I vantaggi del sistema hookless sono essenzialmente tre:

  • Il cerchio costa meno, perchè con il carbonio è molto più facile realizzare un tallone dritto piuttosto che uno a J. Il discorso del costo è però relativo, visto che alcuni cerchi hookless costano più di molti cerchi hooked
  • Il tallone è più robusto, soprattutto in caso di impatto. Spesso, per ridurre i costi, la J sui cerchi in carbonio viene ricavata fresando il materiale. Questo significa che le fibre non sono continue, ma vengono interrotte con conseguente indebolimento della struttura.04La parte sporgente della J che va ad avvolgere il tallone della gomma è quindi facilmente soggetta a danneggiamento e rottura. Rimuovendo questa protuberanza il cerchio è più robusto.
  • Il fatto che il cerchio sia leggermente più grande nel diametro facilita il tallonamento delle gomme tubeless, perchè la spalla della gomma rimane più aderende e si hanno meno perdite d’aria.

Allora c’è solo da guadagnarci con i cerchi hookless? In teoria si, ma c’è un problema: l’aderenza e la tenuta del copertone dipendono solo dal tallone della gomma. E’ quindi molto importante che ci sia una perfetta accoppiata, ma purtroppo nel mondo della bici non ci sono gli standard e le normative precise del mondo delle auto e moto, quindi ogni produttore fa un po’ quello che vuole. Il risultato è che l’accoppiata non è sempre perfetta con tutte le gomme.

Non dimentichiamoci poi che se per qualsiasi motivo il tallone della gomma si rompe (e non è una cosa così impossibile), la gomma fuoriesce dal cerchio.

Altezza del cerchio

Spesso trascurata, anche l’altezza del profilo del cerchio è un parametro importante da valutare, soprattutto sulle ruote in carbonio.

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L’altezza è importante, perchè determina la flessibilità del cerchio. Il carbonio è infatti un materiale che ha un’elevatissima elasticità, può quindi piegarsi e flettere in maniera piuttosto evidente senza subire danni e per moltissimi cicli (non risente della fatica).

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Viene quindi da se capire come un cerchio dal profilo basso sia più flessibile. Prendiamo come esempio gli Stan’s Bravo. Si tratta di cerchi progettati per essere molto flessibili longitudinalmente, in questo modo possono assorbire meglio le sollecitazioni verticali migliorando comfort e trazione. Una soluzione ideale per le front o per bici nervose che diventerebbero troppo reattive con dei cerchi eccessivamente rigidi.

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Di contro, dei cerchi ad alto profilo, come gli Ibis 741, saranno molto più rigidi verticalmente e renderanno la bici più nervosa e reattiva. Più adatti forse ad un uso race per “incattivire” bici altrimenti troppo burrose e sedute.

Cerchi di qualità e cerchi low cost: ci sono differenze?

Navigando sul web o visitando il nostro forum, si trovano moltissime discussioni sui cerchi in carbonio cinesi. Senza stare a parlare di marche e modelli, sappiamo bene che acquistando direttamente dalla cina (o da Taiwan) è possibile acquistare due cerchi praticamente identici come larghezza, tipologia di spalla (hookless) e peso ai più blasonati prodotti di alta gamma.

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Sulla carta insomma questi cerchi in carbonio sembrano non avere nulla a che vedere rispetto agli Enve, ad esempio, giusto per citare uno dei produttori più famosi. Però costano 5 volte meno.

L’affare della vita? Si e no… Nulla toglie che in relazione a prezzo questi prodotti possano essere comunque validi, tuttavia le caratteristiche tecniche e la modalità costruttiva non hanno nulla a che vedere con i prodotti di alta gamma, come gli Enve che abbiamo citato prima.

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Prendiamo un tipico esempio… In molti cerchi economici il tallone è realizzato sovrapponendo e poi tagliando una serie di fogli di carbonio. In un cerchio di qualità il tallone è realizzato curvando i fogli su se stessi. In questo modo il tallone risulta molto più resistente in caso di impatto perchè si evita che l’ostacolo (una pietra in genere) possa conficcarsi tra gli strati causando la separazione degli stessi (delaminazione).

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Non solo, certe volte i cerchi vengono realizzate in più parti poi incollate insieme. Ecco ad esempio come si spiegano rotture come quella in foto, il cui la parte dove si avvitano i nipples sembra scollata dal resto del cerchio.

Insomma, abbiamo capito che tra un cerchio da 1000€ ed uno da 200€ c’è differenza e non è solo il marketing a giustificare questa differenza di prezzo. Realizzare un buon cerchio in carbonio non costa poco e quindi il prezzo di mercato è per forza di cose alto.
Ad ogni modo non esistono solo cerchi cinesi e cerchi da 1000€ l’uno, ci sono moltissimi prodotti che si inseriscono a metà di questa forbice. Ecco che quindi, se non siamo disposti a spendere un capitale per le nostre ruote, che rivolgendoci comunque a prodotti di qualità, possiamo montare le nostre ruote con una spesa tutto sommato ragionevole. Non ce la caveremo certo con 200€ a cerchio, ma non saremo neppure costretti a spenderne 3000.

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