[Test] Bianchi Methanol 29.2 FS 2014

Di nuovo una Bianchi nei test di Mtb-Forum.it. Questa volta in test è la Methanol Fs 29.2, una full, modello 2014, con ruote da 29 pollici, escursione anteriore e posteriore da 100 mm.



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Una bici presentata ad Eurobike 2012 , che già l’anno scorso abbiamo avuto modo di testare, rivista e corretta per la versione 2014 in alcuni particolari, alcuni dei quali avevamo già evidenziato lo scorso anno come rivedibili, pur nel contesto di un progetto già allora ben riuscito.
Anche quest’anno la Fs 29.2 è il modello intermedio della gamma Methanol full da 29”, ha un costo di listino di 5.490 euro e un prezzo per il solo telaio (1970 gr. dichiarati, ammo escluso) pari a 3.490 euro. Già qui emerge una prima sostanziale differenza rispetto alla versione 2013. Un costo di listino superiore di 200 euro per la bici completa, ma un costo del solo telaio inferiore di 500 euro. Una forbice di ben 700 euro investita in componentistica riveduta e corretta. In meglio, come vedremo più avanti.
La Methanol Fs 29.2 avuta in test è montata sostanzialmente come da catalogo, che potete vedere qui.

Il cuore della bici, il telaio Methanol FS, simbolo del brand Bianchi, è sostanzialmente identico a quello della versione 2013, livrea a parte.

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Vi rimandiamo pertanto alle considerazioni relative a tecnologie e geometrie esposte nel test dello scorso anno focalizzando la nostra attenzione sulle novità 2014.

Allestimento

Nel comparto delle sospensioni troviamo una Fox Evolution Serie Float 29 CTD con steli da 32mm ed escursione da 100mm e un ammortizzatore posteriore Fox Float Evolution Series 165/38mm, entrambi regolati da comandi remoti sul manubrio indipendenti e selezionabili sulle tre posizioni Fox CTD (Climb/Trail/Descend). Già qui una prima differenza rispetto alle versione precedente che montava sospensioni Magura.

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Nella trasmissione, troviamo cambio posteriore Shimano Xtr e deragliatore Shimano Deore 2x10v, comandi Shimano Xtr, impianto frenante Formula Rx con dischi Formula a sei fori entrambi da 160 (peso rilevato 87 gr.), guarnitura doppia FSA SLK 38/24 con movimento centrale BB30, stessa marca di reggisella e manubrio, entrambi SLK carbon e attacco manubrio da 100mm SLK in alu. Sella Fizik Tundra 2 (peso rilevato 227 gr.).

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Ruote Crank Brothers Cobalt 2 con perni passanti anteriori e posteriori da 15 e 12 mm..
Peso rilevato delle ruote, pari a 1426 gr. l’anteriore e 2075 gr. il posteriore, compresi i copertoni Hutchinson Black Mamba 2.0 (peso rilevato 495 gr.), i dischi Formula da 160/160 (87 gr. l’uno) e il pacco pignoni Shimano Xt 11-36 (336 gr.). Peso delle ruote calcolato per differenza quindi, pari rispettivamente a 844 gr. e 1157 gr. per un totale di 2001 gr.

La prova sul campo

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Il test si è svolto in 10 uscite diverse per un totale di 586 km, inclusa una competizione endurance di 6h, cercando i diversi frangenti di utilizzo che si possono trovare in una competizione, su percorso utilizzato usualmente per i test onde poter cogliere di volta in volta pregi e difetti delle bici testate.

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Tratti scorrevoli, lisci o sconnessi, cambi di pendenza repentini, salite pedalabili, discese lente tortuose e guidate, sono state le situazioni in cui la Methanol 29 Fs è stata messa alla prova, con l’eccezione della 6h quasi tutta pianeggiante e scorrevolissima.
Così come nel test dello scorso anno, la stagione non ha fornito un terreno adatto alle caratteristiche dei copertoni. Gli Hutchinson Black Mamba 2.0 tubeless ready, sono infatti copertoni semislick da utilizzare per fondi asciutti e compatti. Al posteriore il poco grip si può anche gestire, a parte nelle fasi lente di trazione e in tratti molto pendenti. All’anteriore, usati in condizione di viscido, bagnato e fangoso, pregiudicano nettamente la tenuta laterale e la decelerazione a ruota dritta, non permettendo alcuna confidenza, né errori di sorta.

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Una scelta comunque consapevole, quella di Bianchi, che preferisce far testare una bici nella conformazione con cui esce sul mercato, in un componente comunque agevolmente sostituibile e solitamente sostituito in ogni caso a seconda degli usi, delle stagioni e dei gusti personali.
Almeno all’anteriore rimane comunque preferibile montare copertoni che pur pagando qualcosina in termini di scorrevolezza, forniscano il giusto grip in frenata e in curva e che siano un minimo versatili, adattandosi a condizioni diverse (tratti sassosi, tratti umidi, tratti scorrevoli), che in una gara si possono sempre trovare, anche nel corso dello stesso tracciato. Quel che si può perdere in tratti scorrevoli, viene sicuramente riguadagnato con gli interessi, nei tratti guidati, in termini di velocità di percorrenza grazie ad una maggiore confidenza col mezzo.

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Nonostante questo “handicap” di setup, in relazione alla stagione, la Methanol, si dimostra eccellente in ogni situazione. Scattante, rigida e reattiva. Ad ammortizzatori bloccati, sembra veramente di guidare una front. La versione 2014 della Fox, che in modelli precedenti aveva dato, anche in posizione Climb, problemi di fastidioso affondamento, soprattutto in fuori sella, appare ora se non granitica del tutto, comunque ben bloccata, permettendo efficaci rilanci specie nei repentini cambi di pendenza.

Ad ammortizzatori aperti, in posizione Trail o in posizione Descend, azionabili separatamente, la Methanol, è sorprendentemente facile da guidare, non eccessivamente comoda e rilassante, ma affatto “nervosa” e tutto sommato divertente. Sicuramente meno impegnativa della versione precedente, segno che l’allestimento Fox funziona in maniera ottimale. Asperità e sconnessioni del terreno, così come i gradini naturali, sono copiati egregiamente, mantenendo aderenza e trazione e quindi un ottimo controllo del mezzo. La forcella è graduale e progressiva nell’affondamento il che, insieme alla ruota da 29, è ottima garanzia per evitare impuntamenti.
La larghezza della piega, da 670mm, trovo sia la misura ideale come compromesso fra una buona maneggevolezza nella guida e al contempo nell’assumere una pedalata in salita efficiente in fase di spinta e raccolta ed aerodinamica in pianura.

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Migliorato anche l’impianto frenante, in questa versione Formula Rx, più potente del precedente (Magura Mt4) e anche più modulabile e meno brusco. Unico inconveniente, una corsa piuttosto lunga delle manopole freno che induce a frenare con due dita, per non veder la corsa bloccarsi sul medio posto sulla manopola.

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Probabilmente una maggiore quantità di olio nell’impianto potrebbe ridurne la corsa di quel che serve.
Confermata, rispetto alla versione precedente, la presenza dei comandi delle sospensioni separati, abbastanza facili da azionare, ben di più del comando CTD singolo di casa Fox del passato, le cui leve erano molto lunghe e scomode. Così come rispetto agli analoghi di casa Magura, presenti nella versione 2013, quelli di casa Fox, appaiono di materiale più resistente in caso di caduta. Comodi in ogni caso per far fronte a quelle situazioni in cui ad un ammortizzatore aperto è bene associare una forcella chiusa, fidando anche sulle caratteristiche di scavalcamento della ruota da 29.

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Rinnovati anche i comandi. Rispetto alla versione precedente, che montava gli Sram X9, troviamo ora i Shimano XTR, che portano degli indubbi vantaggi. Parliamo per esempio dell’immediatezza e praticità della cambiata favorita dalla funzione push/pull delle leva piccola, quella per capirci che riporta la catena su pignoni e corona più piccoli e che rimane molto comoda per azionarla anche con l’indice da davanti. Altro vantaggio dei comandi Shimano risiede nella possibilità di deragliata multipla anche verso il basso. Nei cambi di pendenza dalla salita alla discesa o alla pianura, una deragliata multipla che indurisce è piuttosto comoda.

Assolutamente trascurabile la presenza di un semplice deragliatore Deore. Funziona bene esattamente tanto quanto l’XT o l’XTR montati su altre bici testate (inclusa quella personale di chi scrive).
La rapportatura (38-24 e 11/36), anche a fronte di pendenze importanti, appare sufficiente, a condizione di avere comunque una buona gamba, così come non ci son mai stati problemi di impennarsi dell’anteriore su pendenze importanti, segno che le ruote da 29, unite ad una posizione racing molto caricata sull’anteriore, rendono la Methanol immune da problemi in tal senso.
Migliorata, infine, la soluzione dei perni passanti delle ruote, rimuovibili nella precedente versione con due distinte chiavi torque e ora sostituiti con dei quick release, la cui presenza su una bici da gara può essere necessaria per un cambio ruote al volo (per chi se lo può permettere) o comunque per una riparazione più agevole e rapida.

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I punti deboli della Methanol avuta in test sono,nell’ordine: copertoni e peso del mezzo. Riguardo ai copertoni, è un inconveniente di poco conto, potendoli comunque utilizzare con profitto in condizioni di asciutto o comunque in competizioni di breve durata a circuito, ove un peso limitato (495 gr.) può giustificare il rischio da correre in termini di affidabilità. Consigliabile in stagioni umide o in gare lunghe e impegnative una soluzione più affidabile in termini di peso e di aderenza soprattutto in piega.

Riguardo al peso del mezzo, pur dimagrita rispetto alla versione precedente di ben 410 gr. (di cui 200 abbondanti sulle ruote), un peso da 10.9 kg senza pedali, rimane ancora un filo alto in termini di assoluta competitività. Se è un eccesso trascurabile su salite pedalabili o comunque compensato dall’efficienza generale del mezzo in competizioni lunghe, per competizioni brevi e tirate, quali xc e granfondo brevi, magari con presenza di rampe impegnative, sarebbe opportuno un ulteriore calo. Una sella più leggera (di serie Fizik Tundra2, pero rilevato 227 gr.), senza eccedere in leggerezza potrebbe già togliere almeno un etto, ma soprattutto il peso delle ruote potrebbe far valutare un montaggio con delle assemblate custom, che se pur meno affidabili di ruote standard, se più leggere di 4/5 etti, farebbero una grossa differenza in termini prestazionali.

Inconvenienti riscontrati

Montaggio cavi molto corto. In caso di caduta con rotazione importante del manubrio, c’è il rischio di strappar via qualche cavo.

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Conclusioni

La Bianchi Methanol 29 Fs in versione 2014 è una delle migliori bici da gara testate. Reattiva quando serve, comoda e permissiva all’occorrenza. E’ sicuramente indicata per percorsi tecnicamente lunghi ed impegnativi. Non per nulla l’abbiamo usata in una endurance da 6 ore, corsa come solitario (il tester ha vinto la sua categoria) che pur molto facile tecnicamente, per la durata, lasciava preferire una bici più comoda di quanto può essere una front. Anche in ottica di gare almeno sopra le tre ore (generalmente caratterizzate più da salite lunghe e pedalabili che da rampe assassine), anche con dislivelli importanti, può essere una soluzione certamente consigliabile, mentre per gare brevi e a tutta, soprattutto le xc, forse una front, o comunque un mezzo più leggero si lasciano preferire. Per chi affianca a qualche gara, vissuta magari in ottica non esasperatamente agonistica, anche giri escursionistici lunghi ed impegnativi, ma pedalati tipo trail, la Fs2 è certamente una eccellente opzione, unendo un peso piuma, in ottica non agonistica, ad ottime doti di guidabilità anche in passaggi un po’ più impegnativi.

Prezzo bici completa: 5.490 Euro
Prezzo telaio: 3.490 EUR
Bianchi.it
Qui, l’album: http://fotoalbum.mtb-forum.it/showalbum.php?id=36922

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