[Test] Bianchi Methanol 29 SL 1

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Iniziata la distribuzione presso i concessionari lo scorso dicembre, Bianchi ha messo a disposizione di Mtb-Forum uno dei modelli XC più attesi della stagione 2012, la Methanol 29 SL, tra l’altro nella sua configurazione più evoluta, la 29.1, con gruppo Sram X0 al completo e componentistica leggera e sofisticata.
Il telaio della 29 SL eredita i medesimi materiali e soluzioni tecniche della “sorellina” da 26 pollici. Fibra di carbonio Toray ad alto modulo con tre differenti trame (40T-30T-T700) e finitura unidirezionale, tubazioni di tipo TWT “Triple Wall Tube” per orizzontale e obliquo (monoscocca senza giunzioni con materiale posizionato in modo da formare tre pareti sottili), ERC Embedded Reinforcement Construction (nervature di rinforzo integrate nella struttura di carbonio della zona sterzo e movimento centrale), T-NET protection (rete in titanio posizionata in fase di stampaggio nella parte inferiore del tubo obliquo, per proteggerlo dall’impatto con sassi e detriti scagliati dalla ruota anteriore), reggisella integrato, tubo sterzo conico 1.5″-1.1/8″, movimento centrale Press Fit 30 per scatola da 73 mm, forcellini in carbonio con adattatore integrato post mount da 160 mm, foderi posteriori bassi asimmetrici, foderi posteriori obliqui sagomati a “S” per meglio assorbire le sollecitazioni verticali, fermaguaine in carbonio, piastrina antirisucchio in alluminio sul fodero basso destro nella zona del movimento centrale, possibilità di tagliare il canotto reggisella integrato per utilizzare un tradizionale reggisella da 31.6 mm.



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Il telaio è prodotto in tre misure: 43, 48 e 53 cm centro/fine, come la maggior parte dei monoscocca, siano essi da 26 o 29 pollici. Indubbiamente racing gli angoli, che lo rendono compatto e reattivo, molto simile nel dimensionamento alla sorellina da 26 pollici (qui il confronto geometrico). L’altezza del movimento centrale da terra è risultata pari a 305 mm, un valore che abbassa ulteriormente il baricentro di questa mtb, nell’evidente tentativo di massimizzarne la maneggevolezza. Il peso dichiarato per questo telaio, in misura 48 verniciato, è di 1.200 grammi, un valore di tutto rispetto considerato anche il reggisella integrato.

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Allestimento
La bici in prova è la versione 29.1 della Casa di Treviglio, ossia quella più prestigiosa del catalogo Bianchi, che prevede anche un allestimento 29.3 con componenti meno evoluti. Quella da noi testata monta gruppo Sram X0 al completo, forcella Rock Shox Sid 29 RL 100 mm con lock-out al manubrio, attacco manubrio e piega FSA, freni Magura MT6 con rotori da 160 mm, ruote assemblate con cerchi ZTR Crest kit tubeless, mozzi Carbon Ti X-Wheel, raggi Sapim CX-Ray bladed, nipples ergal, sganci rapidi Carbon Ti X-lock in titanio ed ergal CarbonTi, coperture tubeless Hutchinson Python 29×2.10 (per tutti i dettagli si rimanda alla scheda tecnica a fondo pagina).

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Rilevazioni effettuate
Interasse: 1.118 mm (misura telaio 48)
Carro posteriore: 437 mm
Altezza movimento centrale: 305 mm
Peso rilevato bici completa: 9.29 kg (senza pedali, misura telaio 48)
Peso ruote in ordine di marcia (inclusi quick-release, dischi, viteria e pneumatici): anteriore 1.640 gr, posteriore 2.050 gr
Peso pneumatici: 670 gr ciascuno
Sviluppo metrico ruota: 2.265 mm

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Sintesi dei test
Altezza e peso del tester: 180 cm, 70 kg (senza abbigliamento)
Bici in prova: misura 48 (tutti i dettagli nella scheda tecnica a fondo pagina)
Periodo della prova: dal 15 Gennaio al 5 Febbraio 2012
Uscite effettuate: 6
Tempo totale di percorrenza: 18h.20min.
Distanza percorsa: 348 km
Dislivello in salita: 6.453 m
Percorsi effettuati: prevalentemente Cross country, con salite di breve e medio sviluppo. Fondo asciutto o appena fangoso per i primi 265 km, poi neve e ghiaccio

La prova
Il primo approccio con la bici è quello ottico. Ci si accorge delle “ruotone” solo ponendola accanto a mtb da 26 pollici, altrimenti il mezzo appare in sé ben proporzionato.
Salendo in sella si nota invece immediatamente che la ruota anteriore è ben più grande rispetto a quella tradizionale da 26”. In effetti ci sono circa 19 cm di sviluppo metrico in più. La posizione di guida però non è molto diversa, angolo di sterzo racing e stem inclinato negativamente avvicinano la piega manubrio a una ragionevole distanza da terra, senza mettere a disagio.

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Partendo da fermi si percepisce immediatamente l’inerzia delle ruote, che pur essendo classificabili nella fascia leggera non possono garantire quelle brucianti accelerazioni tipiche delle ruote più piccine.
Scegliere un rapporto troppo lungo, da fermi o nelle ripartenze a bassa velocità, significa perdere tempo sul cronometro perché, come si dice in gergo, si rimane “sui pedali”. A meno di possedere wattaggi da pistard. E’ difficile variare ritmo solo con le gambe, occorre utilizzare maggiormente il cambio.
Quando invece la velocità aumenta, i rilanci e le accelerazioni sono più naturali. Tuttavia per mantenere la velocità di crociera occorre pedalare senza interruzione, la mancanza del gesto atletico comporta una repentina diminuzione dell’andatura, perché l’impronta a terra degli pneumatici si sente eccome, l’attrito e l’inerzia sono ben percepibili.

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Quanto espresso per le basse andature vale anche per la salita, scorrevole o sconnessa che sia. Per “fare il tempo” è consigliabile pedalare con un elevato numero di rpm, agendo frequentemente sul cambio in base alle pendenze affrontate. Su quelle più ripide il plateau da 24 è manna dal cielo. Notevole il rendimento sullo sconnesso, dove le “big wheels” digeriscono facilmente gli ostacoli, consentendo anche un proficuo gesto fuorisella, grazie alla maggiore impronta a terra degli pneumatici da 29”. In queste situazioni la Methanol 29 ha mostrato una grande rigidità telaistica, mediante la quale è facile scaricare tutta la potenza occorrente. Il peso ragionevolmente basso della bici indubbiamente aiuta.

Nelle discese filanti si accelera facilmente, toccando ottime punte velocistiche anche senza pedalare. Sul veloce occorre anticipare leggermente i cambi di direzione e l’entrata in curva, le ruote di grande diametro tendono sempre a verticalizzare un pochino le traiettorie. Il manubrio largo 67 cm è una leva perfetta, adattissima allo scopo. Il telaio segue fedelmente la linea impostata e chiude bene le curve e i cambi di direzione desiderati. Il cronometro premia le traiettorie più esterne, azzardando quelle interne si deve forzatamente rallentare.

Nelle discese tecniche, nel misto stretto, la Methanol 29 se la cava egregiamente, mostrando una buonissima maneggevolezza, non troppo distante da quella delle 26” in virtù di un interasse contenuto. Si conduce facilmente, e le ruote maggiorate aiutano a trarsi d’impaccio nelle situazioni più difficili, dove quelle piccole potrebbero impuntarsi.

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Valutazione componenti
L’assemblaggio di questa Methanol 29 SL è spiccatamente racing, adatto a soddisfare le esigenze di chi gareggia. Pur senza sconfinare nel costoso universo esoterico, il peso finale appena al di sotto dei 9.3 kg ne certifica il carattere corsaiolo.

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La trasmissione Sram X0 a 10 velocità brilla per velocità e precisione di cambiata, apparsa nettamente migliore rispetto al già buono X9. Azzeccatissima la scelta della rapportatura anteriore 38-24, che unita al pacco pignoni 11-36, con spaziatura omogenea e progressiva, consente di avere ovunque il corretto sviluppo metrico.

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I freni Magura MT6 offrono una frenata molto lineare e asciutta, quasi metallica, ma sempre prevedibile e mai esuberante. Sono ben lontani dalla progressività e dalla modulabilità di certi impianti, ma comunque frenano bene, anche con rotori da 160 mm. Sul bagnato le pasticche emettono uno stridio simile a quello di una littorina.
Corretto il dimensionamento della piega manubrio e dell’attacco, si ha sempre la padronanza del mezzo in tutte le circostanze.
Le ruote sono assemblate per contenere il peso, aspetto fondamentale per le prestazioni di una 29 pollici, che ha nelle masse rotanti il suo punto nevralgico. A parte un problema riscontrato sull’anteriore (vedi oltre), i mozzi hanno una buona scorrevolezza, con il posteriore pronto nell’ingaggio del rilancio e dal piacevole ticchettio in fase di rilascio.

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La forcella Rock Shox Sid 29 RL, con tante diverse possibilità di set up, è una certezza in tutte le situazioni, merita il massimo dei voti. Non abbiamo notato una spiccata flessione laterale, anche perché in caso di forze torsionali il primo componente a cedere era lo pneumatico anteriore, con una mescola e una tassellatura concepite per la scorrevolezza e per i fondi asciutti. Essendo praticamente privo di tasselli laterali, il Python se la cava molto bene in assenza di fango e sui suoli filanti, dove il peso molto contenuto favorisce la velocità e i rilanci. Ma non appena incontra suoli incoerenti o sdrucciolevoli, denuncia imbarazzanti limiti di direzionalità e tenuta. Scelta ottimale per l’asciutto e per contenere il peso finale delle ruote.

Inconvenienti riscontrati nel corso della prova
Anomalo indurimento dei registri di serraggio del mozzo anteriore, forse a causa delle torsioni in frenata e degli urti provenienti dal terreno. Questo strano fenomeno si è manifestato puntualmente in tutte le uscite, dopo circa 60 km di pedalata, trascorsi i quali occorreva allentare i dadi di serraggio del mozzo, che risultava parzialmente frenato. Prontamente segnalata la cosa, i tecnici Bianchi stanno analizzando l’inconveniente, peraltro a loro non direttamente imputabile.

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Scheda tecnica
Telaio: Bianchi Methanol 29 SL carbonio unidirezionale Toray ultralight ad alto modulo, tubo sterzo conico 1.5”-1.1/8”
Forcella: Rock Shox SID RL 29, 100 mm, tapered 1.5”-1.1/8”, lockout con poplock al manubrio
Serie sterzo: FSA Orbit ZS 1.5”-1.1/8”
Curva manubrio: FSA SL-K carbonio, 31.8 mm, larghezza 670 mm
Attacco manubrio: FSA SL-K black, diametro conchiglia 31.8 mm, frontalino in carbonio, estensione 100 mm
Manopole: Bianchi superlight foam
Comandi: Sram X.0 trigger 2×10 speed
Freni: Magura MT6, rotori 160 mm
Deragliatore: Sram X.0 2×10, gabbia media
Cambio: Sram X.0 carbon 10 speed, gabbia media
Guarnitura: Sram X.0, corone 38-24, pedivelle 175 mm
Movimento centrale: BB30 Press Fit 73 mm
Pacco Pignoni: Sram PG1070 10 speed, 11-36
Catena: Sram PC-1051
Reggisella: Ritchey WCS Stubby, diametro 38.35 mm, lunghezza 50 mm, arretramento 8 mm
Sella: San Marco Concor, carrello in CrMo
Ruote: Cerchi ZTR Crest 29er kit tubeless, mozzi Carbon Ti X-Wheel, raggi Sapim CX-Ray bladed, nipples ergal, sganci rapidi Carbon Ti X-lock in titanio ed ergal (in alternativa a queste ruote è previsto il wheelset completo Fulcrum Red Metal 29 XL)
Coperture: Hutchinson Python NG Tubeless Ready, 29×2.10
Pedali: Time Alium
Portaborraccia: Elite Paron in composito, viteria in ergal
Misure disponibili: 43, 48, 53
Colorazioni disponibili: solo quella in prova (nero carbonio/rosso lucido)

Prezzi
4.840 euro (versione in prova)
4.590 euro (con ruote Fulcrum Red Metal 29 XL)
1.990 euro (framekit con reggisella integrato e serie sterzo)

Info:
F.I.V. E. Bianchi S.p.A.

Via delle Battaglie, 5
24047 – Treviglio (BG)
Tel. 0363/3161
Fax 0363/303680
www.bianchi.com
[email protected]

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