[Test] Norco Sight C1 29

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Quando a fine ottobre Norco ha presentato la nuova versione della Sight, non ho esitato un singolo istante a chiederne una in prova dato che non mi succedeva da diverso tempo di restare così colpito da una novità, non solo per le geometrie all’avanguardia ma anche per le caratteristiche dei componenti selezionate con ottimo criterio, come le quote del cockpit, la lunga escursione del reggisella, le gomme più robuste e una serie di altri dettagli che approfondirò in seguito. La nuova Sight è talmente aggressiva che ha diviso l’opinione dei lettori dato che molti ritengono che abbia tradito la sua classificazione di all mountain per sconfinare abbondantemente nella categoria enduro. Considerazione effettivamente coerente, tuttavia la nuova gamma Norco prevede anche una nuova versione della Optic che è una trail aggressiva e polivalente, quindi ha senso sbilanciare la Sight verso la discesa per non creare sovrapposizioni. Questo inoltre lascia presagire che la Range sia in procinto di essere rinnovata con un’impronta ulteriormente aggressiva, magari importando soluzioni dalla Aurum, ricalcando quanto avvenuto recentemente con altri marchi che hanno proposto bici da enduro chiaramente derivate dalle loro DH.



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I prodotti Norco sono nuovamente disponibili sul mercato italiano grazie al distributore europeo Ride Solution che ha sede in Austria ma si avvale di personale italiano. Ci hanno cortesemente fornito una Sight in taglia M nella versione con ruote da 29 pollici in allestimento C1, che rappresenta il gradino appena sotto al top di gamma. Il test è durato 6 settimane e si è svolto prevalentemente sui tracciati dell’area di Finale Ligure, con risalite sia pedalate che meccanizzate grazie alla disponibilità di Ride on Noli, oltre a qualche giro sui trail di Sestri Levante.

Dettagli

  • Materiale telaio: carbonio e alluminio
  • Formato ruote: 29″ o 27.5″
  • Geometrie variabili: no
  • Corsa anteriore: 160mm
  • Corsa posteriore: 150mm
  • Interasse ammortizzatore: 185×52,5mm trunnion
  • Offset forcella: 42mm
  • Trasmissione: 1×12 (32t / 10-50)
  • Mozzo posteriore: Boost 148×12
  • Mozzo anteriore: Boost 110×15
  • Attacco portaborraccia: sì
  • Disponibilità del solo frameset: sì
  • Garanzia: 5 anni
  • Peso: non dichiarato
  • Peso rilevato con bilancia Park Tool: 14,67kg

Norco ha ripreso il medesimo design lineare che caratterizzava la precedente gamma, rendendolo ulteriormente armonico e ottenendo così un’estetica aggressiva e al contempo elegante. La gamma di allestimenti della Sight 2020 prevede sette opzioni, ciascuna delle quali disponibile sia con ruote da 27.5″ che da 29″, come quella in test. Tre di questi allestimenti hanno telaio in lega di alluminio mentre gli altri quattro sono montati su un telaio con triangolo anteriore in fibra di carbonio e carro con foderi superiori in fibra di carbonio e foderi inferiori in lega di alluminio. Il telaio è solido e gli spessori non sono stati ridotti in favore della bilancia ma piuttosto votati alla robustezza e all’affidabilità, come si nota anche dal peso complessivo della bici che non è certo trascurabile.

Tradizionalmente Norco utilizza un quadrilatero con giunto Horst come sistema di sospensione e la Sight 2020 non fa eccezione, adottando questo schema nella sua declinazione più classica, con una biella massiccia che comprime l’ammortizzatore posizionato in verticale davanti al tubo sella. Norco ha lavorato sia con FOX che con RockShox per realizzare un tune specifico per i diversi ammortizzatori montati sui vari allestimenti allo scopo di ottimizzarne il comportamento in combinazione con la curva di compressione piuttosto lineare del cinematismo della Sight. Ben calibrata la quota di anti-rise con la sospensione che resta adeguatamente neutra in frenata mentre la quota di anti-squat non è particolarmente efficace nello stabilizzare la sospensione durante la pedalata e rende necessario azionare il blocco dell’ammortizzatore.

Ammortizzatore che nel caso dell’allestimento C1 in test è un RockShox Super Deluxe Select Plus DebonAir da 185mm di interasse per 52,5mm di corsa, con attacco trunnion e levetta a due posizioni. La posizione Firm consente appunto di ottimizzare la stabilità della sospensione in pedalata ed è adatta anche alle salite sconnesse dato che non blocca completamente l’ammortizzatore ma gli concede un’adeguata capacità di assorbimento degli urti. La levetta è in una posizione che le consente di essere raggiunta abbastanza facilmente mentre si è in sella.

In abbinamento all’ammortizzatore troviamo una forcella RockShox Lyrik in versione Ultimate RC2 DebonAir con cartuccia idraulica Charger 2, quindi regolabile sia alle alte che alle basse velocità in compressione. Alle geometrie del telaio decisamente aggressive, che analizzeremo in seguito, Norco ha giustamente abbinato un offset della forcella molto corto, optando per la versione da 42mm. Le nuove Lyrik montano di serie il perno Maxle Stealth con testa a brugola, quindi senza leva quick release, in luogo del tradizionale Maxle Ultimate con leva.

Le ruote sono DT Swiss M1700 con mozzi Boost e cerchio in alluminio dalla larghezza interna di 30mm. Sono equipaggiate con coperture Maxxis Minion con carcassa rinforzata EXO+ e tripla mescola 3C MaxxTerra, un DHF da 2.50″ WT all’anteriore e un DHR II da 2.40″ WT al posteriore. Le ruote vengono montate di serie con camera d’aria ma per il test mi sono state fornite in configurazione Tubeless, per la quale è sufficiente inserire le apposite valvole e il liquido sigillante dato che i cerchi sono già nastrati.

La trasmissione è marchiata SRAM con una serie di componenti misti Eagle, prevalentemente del gruppo X01 con cambio, comando e cassetta, mentre la catena è GX e la guarnitura, con corona da 32 denti, rivela la propensione discesistica con le pedivelle Descendant in lega di alluminio 7K, da 170mm di lunghezza. Controcorrente invece l’adozione del movimento centrale PressFit rispetto alla suddetta vocazione discesistica che prediligerebbe la versione filettata. Completa la trasmissione il guidacatena e*thirteen TRS Race con paracolpi.

Di casa SRAM anche i freni, con un impianto Code RSC che conferma l’impronta discesistica della Sight sottolineata da Norco con la scelta degli allestimenti. Seppure non impeccabili, i Code risultano nettamente più performanti dei G2 e adeguati alla guida aggressiva della Sight, soprattutto considerando i dischi Centerline dal diametro generoso con 200mm all’anteriore e 180mm al posteriore, dove la pinza viene montata direttamente sul carro grazie al supporto PM180mm.

Il cockpit è formato da componenti di diversi marchi e nel complesso garantisce una geometria indubbiamente aggressiva e discesistica, con un manubrio Deity Ridgeline in lega di alluminio da ben 800mm di larghezza, 35mm di diametro e 25mm di rise, abbinato a un solido attacco manubrio marchiato Norco da 40mm di lunghezza. Le manopole sono delle Ergon GE10 Evo.

Ergon anche la sella, una SM10 Sport, che non posso definire particolarmente comoda dato che ha avuto bisogno di diverse ore di “rodaggio” per ammorbidirsi e dare finalmente sollievo alle mie ossa ischiatiche. Il reggisella è l’ultimo modello di RockShox Reverb Stealth, dotato di sistema Vent Valve per lo spurgo dell’IFP, ed è azionato da una leva 1x. Il piantone sella particolarmente corto ha consentito a Norco di optare per escursioni lunghe mantenendo ancora abbondante margine di inserimento. Ciascuna taglia prevede un’escursione specifica con la S che monta la versione da 150mm, la M e la L che montano la versione da 175mm e la XL che monta quella da 200mm. Le specifiche dell’allestimento indicano 170mm di escursione per le taglie M e L ma trattandosi dell’ultimo modello di Reverb l’escursione è salita a 175mm.

La posizione verticale dell’ammortizzatore e la forma lineare del telaio lasciano abbondante spazio per il portaborraccia che può alloggiare borracce dalla capienza significativa con 620ml per la taglia S e 750ml per tutte le altre taglie. Utilissimo e intelligente il secondo supporto a due viti collocato sul lato inferiore del top tube che chiaramente non è destinato al portaborraccia ma ai portaoggetti compatibili con questo attacco, allo scopo di avere con sé una camera d’aria e i vari attrezzi necessari senza bisogno di stringere delle cinghie direttamente attorno al telaio. Il sistema è talmente semplice che, anche senza dover acquistare soluzioni già pronte come per esempio il B-Rad di Wolf Tooth, lo si può facilmente realizzare artigianalmente con una strap con velcro e sagomando/forando una placchetta di plastica o di metallo come base o persino mutilando un vecchio portaborraccia.

Il chainstay è dotato di un guscio in gomma che, nel proteggere il carro dagli urti della catena, ne riduce efficacemente anche il rumore. La protezione copre abbondantemente la sezione lineare del fodero ma ne lascia scoperto il tratto che passa accanto alla corona il quale, essendo più alto della corona stessa, viene colpito dalla catena che ha sbeccato completamente la vernice su tutto il bordo. Per lo stesso motivo, Norco ha aggiunto, nei modelli attualmente in vendita, un’ulteriore protezione in gomma che copre l’ingresso della guaina del cambio all’interno del carro, un altro punto critico che nei primissimi esemplari di Sight 2020 veniva scalfito dalla catena.

Anche la parte inferiore del tubo obliquo è protetta da un robusto guscio in gomma, abbondante nella parte anteriore a coprire efficacemente la curva del telaio, ma rastremata nella parte che interessa la scatola del movimento centrale, dove il telaio stesso sfina leggermente. La parte centrale del guscio è maggiorata con uno spessore notevole che protegge adeguatamente anche dagli urti più violenti, infatti durante gli abusi del test il telaio ha sopportato diverse sassate riportando solo un leggero graffio a lato del guscio, visibile in foto.

Un altro guscio di gomma sotto al tubo obliquo, questa volta nella parte alta, vicina al tubo di sterzo, si occupa di proteggere il telaio dal bordo della sponda del cassone quando si carica la bici sul pick-up, cosa che per altro mi è capitata di fare in diverse occasioni e la protezione si è rivelata efficace. Poco sotto di esso si trova una finestrella con un supporto in plastica che, con l’ausilio di una semplice fascetta, consente di fissare le guaine che passano internamente al telaio in modo che non sbattano e non facciano rumore.

L’ingresso della guaina del cambio e delle tubazioni del freno posteriore e del reggisella avviene tramite una porta incassata nel telaio appena dietro alla scatola dello sterzo, protetta da una guarnizione in gomma che tiene le tubazioni in posizione ed evita che acqua e sporcizia entrino all’interno del telaio. Durante le prime uscite è capitato che questa guarnizione si spostasse, uscendo dalla sua sede, ma una volta che le tubazioni hanno preso forma non è più successo.

Ben curata l’uscita in fondo al tubo obliquo con una porta incassata nel telaio e sigillata da un fermo in plastica che, stretto al telaio con una vite, blocca al loro posto la tubazione e la guaina. Ambedue, dirigendosi verso il carro, vengono guidate da una fascetta stringitubo a vite, fissata su ciascun lato del perno di ancoraggio dell’ammortizzatore, che rende il passaggio molto lineare ed evita possibili sfregamenti contro il telaio che rovinerebbero la bella vernice translucida.

Geometrie

Una delle peculiarità di Norco da ormai parecchi anni è quella di prestare particolare attenzione alla configurazione delle geometrie specifiche per ciascuna taglia con il programma Ride Aligned Geometry. Difatti il brand canadese nell’impostare le diverse taglie di ogni modello non interviene esclusivamente sul triangolo anteriore, come fa l’assoluta maggioranza dei costruttori, ma modifica in proporzione anche le quote geometriche del carro e la curva di compressione del cinematismo, così da fornire a ogni rider, indipendentemente dalla sua altezza, una posizione di guida bilanciata e centrale per la massima aderenza su entrambe le ruote, offrendo quindi un’esperienza di guida il più simile possibile a rider alti 160cm su di una taglia S come a rider alti 190cm su di una taglia XL.

Come anticipato diverse volte nel corso di questo articolo, le geometrie della Sight 2020 sono decisamente aggressive, progressiste e moderne, tanto moderne da far storcere il naso ai puristi dell’all mountain, ma è solo questione di tempo perché anche gli altri marchi raggiungano queste quote, qualificando Norco come uno dei marchi antesignani di questa moderna concezione delle bici da all mountain. Di seguito la tabella con tutte le quote inerenti sia alla versione da 29 che a quella da 27.5, per tutte e quattro le taglie disponibili.

Bike Setup Guide

Norco mette a disposizione sul suo sito la Ride Aligned Bike Setup Guide, un programma di calcolo che consente di ottenere delle linee guida per determinare la giusta taglia, il setup delle sospensioni, la corretta pressione dei copertoni e le misure del cockpit secondo il proprio stile di guida, semplicemente inserendo la propria altezza e il proprio peso in ordine di marcia. Secondo i risultati emersi dal programma avrei dovuto utilizzare una taglia L, mentre mi sono trovato perfettamente a mio agio sulla M, pur preferendo in genere bici lunghe. Per quanto riguarda la pressione dei copertoni ho preferito utilizzare circa o.2 bar in più rispetto a quanto consigliato dal programma.

Molto simile invece il setting della forcella che ho determinato dopo diverse prove, utilizzando la stessa pressione e aggiungendo soltanto due click di frenatura in compressione alle basse velocità e un token per evitare i fondocorsa che, con i due di serie, mi capitavano di frequente. Ho dovuto invece velocizzare molto il ritorno, con ben 5 click in più. Per quanto riguarda invece il setting dell’ammortizzatore, seguendo le indicazioni ho ottenuto un’ottima regolazione bilanciata tra sag, intorno al 27%, e una discreta resistenza al fondocorsa ma la sospensione risultava leggermente nervosa. Diminuendo la pressione di circa 15psi, con un sag attorno al 31/32%, la sospensione esalta le prestazioni discesistiche della Sight con un assorbimento eccellente, peggiorando tuttavia nella gestione dei fondocorsa, quindi ritengo che la soluzione ideale sia quella di diminuire la pressione inserendo un ulteriore spacer per aumentare la progressività sul fondocorsa e migliorando nettamente l’assorbimento nella parte centrale dell’escursione.

In azione

La sensazione che si prova appena saliti sulla Sight 2020 è quella di aver fatto improvvisamente non uno ma almeno due passi avanti nella propria scala delle abilità di guida. Le aspettative che avevo su questa bici erano alte e dal primo momento mi sono reso conto che la realtà superava anche le aspettative. Una combinazione di velocità e stabilità, come se alle velocità a cui ero abituato tutto sembrasse più lento, la sensazione di sicurezza è amplificata e ciò consente di spostare il limite più in avanti, mantenendo al contempo tutta la maneggevolezza che serve per sentirsi in pieno controllo.

Il peso gioca un ruolo significativo nel guadagnarsi la vetta. Certo non si tratta di un peso concretamente eccessivo ma va considerato che quello in test è l’allestimento quasi top di gamma e che verosimilmente gli allestimenti inferiori paghino lo scotto di un peso ulteriormente alto. In ogni caso la scorrevolezza delle ruote migliora le prestazioni generali in salita e, a dispetto dei dati sulla carta come peso e geometrie, la Sight si pedala discretamente bene sulle lunghe salite scorrevoli, a patto di non avere troppa fretta, come si farebbe con una aggressiva enduro moderna piuttosto che con una all mountain. La posizione in sella è comoda e non disturba nemmeno su dislivelli importanti. La sospensione oscilla sensibilmente quindi la posizione Firm dell’ammortizzatore è imprescindibile in salita.

Al pari di molte moderne bici da enduro da 29″, si comporta molto bene nelle salite tecniche e scassate, risultando intuitiva e maneggevole ma soprattutto capace di ingoiare ogni ostacolo e superare ogni gradone con molta semplicità restando stabile e precisa nelle traiettorie. Alzandosi in piedi sui pedali si riescono a superare brevi tratti estremamente ripidi e sconnessi con una facilità che nemmeno una trail bike sa offrire, ma ovviamente richiede notevoli energie e non è fatta per affrontare dislivelli significativi su terreni di questo tipo, per i quali sono decisamente più adatte le trail bike leggere.

Come anticipato, la maneggevolezza della Sight, a dispetto delle geometrie lunghe e distese, è davvero ottima e la bici risulta immediata e facile da far girare anche nello stretto. In questo gioca un ruolo fondamentale la realizzazione delle taglie con misure specifiche dettate dal Ride Aligned Geometry, che pone effettivamente il rider nella posizione più bilanciata possibile, a prescindere da quale sia la sua taglia di bici, allo scopo di avere il peso, e quindi il grip, distribuito equamente su entrambe le ruote. Vantaggio che si apprezza anche nelle curve senza appoggio, dove si può spingere su entrambe le ruote mantenendo aderenza e quindi velocità e precisione in traiettoria.

Nell’affrontare tratti veloci e scassati è sufficiente scegliere una linea e lasciar correre la bici dato che l’ottima stabilità, in buona parte fornita dalle geometrie aggressive dell’avantreno, permette di non curarsi molto di cosa passi sotto alle ruote. Se i tratti sconnessi sono invece pianeggianti e quindi piuttosto lenti, lo sterzo perde di precisione diventando più pesante a causa dell’angolo molto disteso. Per quanto concerne la sospensione posteriore invece vale ciò che ho scritto in merito al setup dell’ammortizzatore: sotto al 30% di sag la sospensione risulta più reattiva e leggermente nervosa mentre appena sopra al 30% diventa piacevolmente plush, fagocitando ogni ostacolo, a patto di inserire un ulteriore spacer per evitare i fondocorsa.

Nei tratti tecnici e ripidi la Sight rende tutto più semplice grazie all’avantreno ben schiacciato a terra, sempre in presa e facilmente direzionabile che favorisce la maneggevolezza e il controllo in totale confidenza. Il retrotreno semplicemente segue le linee impostate caricando l’avantreno e grazie alla lunga escursione del reggisella e all’angolo sella sufficientemente verticale, la posizione della sella lascia abbondante spazio di manovra al corpo anche quando il trail è veramente impegnativo.

Conclusioni

Tecnicamente, e secondo i miei gusti anche esteticamente, la Sight 2020 è una bici decisamente riuscita. Norco ha osato molto e il risultato l’ha premiata, con una bici che anticipa i tempi e indica la direzione che prenderanno le all mountain dei prossimi anni, sempre più vicine alle enduro attuali, che a loro volta hanno ormai intrapreso la strada delle mini DH. La nuova Sight ha geometrie aggressive e all’avanguardia, ottime caratteristiche ed è montata bene, chiaramente non nel senso del valore economico dei componenti, alcuni dei quali di media gamma, ma nel senso delle caratteristiche scelte con criterio e adeguate all’ottima qualità del telaio, e nonostante ne derivi un peso complessivo non trascurabile per una bici da all mountain, l’esperienza di guida è talmente di alto livello che qualsiasi altra cosa viene presto dimenticata.

Allestimenti e prezzi

Sight C SE:  €9.999
Sight C1:  €6.999
Sight C2:  €5.599
Sight C3:  €4.599
Sight C telaio:  €2.999
Sight A1:  €4.599
Sight A2:  €3.599
Sight A3:  €2.799

Norco

 

Commenti

  1. stilgar:

    però gira e rigira, sarà un impressione, ma per bici am/enduro torniamo sempre a quella soglia intorno ai 14/15 kg. anche perchè su una 29 come questa non monti gomme leggere, e due copertoni da 29 robusti a prova di pizzicatura/foratura sono 2 kg se va bene.
    poi come dici giustamente tu, qualcosa si può limare, ma il rapporto di solito si avvicina a 1 euro al grammo per scendere.
    concordo che a livello di geometrie, i 14/15 kg di una am/enduro di oggi non sono rapportabili allo stesso peso di bici con geometrie "vecchie".
    Concordo in toto con quanto scrivi @stilgar
    Io con la Rallon (modello 2019 quindi 150-160) sono a ca. 14,5 compresi i pedali.
    Montata Fox 36 - Dpx2 - X01 e ruote DT1501 quindi non proprio base...
    Probabilmente con le gomme originali (Maxxis DHF e Aggressor) era forse un paio di hg in meno ma tagliavo e foravo spesso.
    Guardando i vari modelli delle varie marche, anche i più costosi, non ci si discosta molto da questi pesi.
    Personalmente ritengo, sulla base della mia esperienza di questi mesi di utilizzo, che il limite dei 14 kg. da pedalare è più psicologico che altro e come giustamente afferma @frenk : se la geometria e le cinematiche sono ben studiate si pedalano bene comunque (e lo dico io che son pippa eh), certo non si può pretendere di fare dei temponi ma tali mezzi non sono fatti certo per quello. In discesa però regalano una sicurezza ed un piacere di guida assoluti.
    In quanto alla catalogazione del segmento delle varie bici credo ci sia un pò di confusione tra Trail - AM - Enduro
    Questa Sight (bellissima a mio avviso) Norco la definisce come AM (la trail è la Optic da 125/140 e la enduro è la Range 150/170) e quindi pensata per un uso ideale che, per come lo intendo io, è principalmente in montagna e su sentieri naturali. Quindi con sollecitazioni anche piuttosto gravose sia per telaio che per i vari componenti. Da ciò il peso che necessariamente per una 29'' non può essere alleggerito più di tanto.
    Altro esempio, per restare in casa Orbea che conosco meglio, è la nuova Occam 2020, una 29'', che viene definita trail, con ecursione 140/150 e che pesa ca. 13,2 Kg. senza pedali, "solo" 0,8 kg. di differenza con la nuova Rallon 2020 (160-170).
  2. fafnir:

    Sintesi perfetta. Possiamo girarci intorno all'infinito o raccontarci la storia dell'orso, la verità è che tutte le nuove bici da am/enduro sono diventate dei buei inaccettabili, soprattutto perché oltre al peso è salito anche il prezzo.
    Hanno fatto le loro scelte scellerate, aumentare tutto, battute, 12v ovunque anche a costo di fare cassette da 700g, bici più lunghe della Brexit.
    Dopo si legge in giro che non si sentono i kg in più. Cazzate, i kg si sentono sempre; e quando li senti dopo aver speso queste cifre è un bel problema, hai speso i soldoni e hai un cancello in garage quindi devi tirare fuori altri soldi sperando di far calare il maiale un altro kg almeno.
    È così con quasi tutte, avrei veramente difficoltà serie a scegliere una AM montata da pedalare (pedalare veramente, no salire in qualche maniera) in questo momento, la situazione è sconfortante ovunque ti giri e a meno di non spendere 10k ti becchi i tuoi 15 kg, garantito. Ma anche spendendo di più non migliora tanto se ti va bene sei sui 14kg.
    Forse credono che dandoci il contentino/palliativo del tubo sella in piedi (che mitiga il problema, per i primi km) allora sul resto dei componenti possono metterci le scorie di fonderia.
    Mah a me non sembrano proprio dei buei inaccettabili, a te potranno anche sembrare cazzate quelle che ho detto, non lo discuto, ma è esattamente ciò che penso dopo quasi un anno d'uso della bici. Non è dall' altro ieri che uso MTB (purtroppo dico io), non sono un fenomeno e ho 57 anni quindi non proprio nel fior fiore dell' età. Nonostante ciò la bici la pedalo, la spingo, la porto anche per dislivelli importanti e sono ancora vivo. Ci sono comunque delle trail più leggere senza per forza andare su modelli AM-Enduro.
    Mi sembra come quando, qualche anno fa, facendo sci-alpinismo, arrivai in cima ad una montagna con degli "spadoni" da 105 mm. sotto al piede. Tutti i tutinati iperleggeri a prendermi per il culo perchè al posto delle pelli di foca avevo due passatoie...Certo loro correvano e sono arrivati su prima. Poi però c'era da scendere: loro scendevano, io SCIAVO con il sorrisone...;.=9/
  3. fafnir:

    Me la ricordo bene la tua yeti sb5.5 che hai usato per un anno ed era uno spaghetto cotto? Non credo. E con quella bici sei sui 12.5/13 in base al montaggio.
    Stesso discorso per la stj 29 del 2016.

    Non stiamo parlando di secoli fa, fino a un paio di anni fa i pesi erano normali e non ricordo spaghetti cotti o telai esplosi regolarmente. Secondo me la robustezza centra poco, è tutto esagerato a partire proprio dalle 12v che servirebbero ad i meno allenati, ma che vengono poi pugnalati con questi piombi.
    Peso bici: 13.3 kg. Però guarda le gomme, le aggressor Exo son durate ben poco. Ora sulla sb150 ho le black diamond da 1.2 kg e non ho bucato 1 volta in 3 mesi, e ho pressioni più basse e maggior grip. Solo di gomme ho almeno 600gr in più, ed infatti pesa sui 14.2 kg (ho però una forca da 170)
    https://www.mtb-mag.com/yeti-sb-5-5-montaggio-custom-per-prova-di-durata/
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