[Test] Ruote Palindrom MP1

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Verso la fine di gennaio abbiamo ricevuto in test un set di ruote in carbonio dalla ditta veneta Palindrom, destinate ad un uso XC/marathon. Parliamo delle MP1.



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Ve le abbiamo presentate già a marzo ma come preannunciato, le ho tenute in uso sino a fine ottobre per dare un feedback che andasse oltre sensazioni soggettive e influenzate da fattori che potessero avere poca attinenza con la qualità del prodotto. L’obiettivo era dare risposte il più oggettive possibile sulle prestazioni a 360° e sulla affidabilità e durevolezza nel tempo.

Ovvio, 9 mesi non sono 3/4/5 anni, anche se raramente un componente dura così tanto. La voglia di qualcosa di nuovo, spesso ce lo fa cambiare prima.

Per tutti i dettagli tecnici vi rimando quindi all’articolo di presentazione.

In azione

Le MP1 sono state usate per 9 mesi e circa 3500 km in ogni condizione, dall’asciutto polveroso al fango, con i relativi lavaggi. Lavaggi nemmeno troppo accorti nel direzionare l’acqua. Ho utilizzato pressioni via via più basse e le ho usate su percorsi limite e anche un po’ oltre la destinazione d’uso, più trail/am che xc. Vi ho montato, oltre ai copertoni con cui sono state fornite, uno Michelin Wild Grip all’anteriore e uno Schwalbe Racing Ralph al posteriore, entrambi da 2.1″.

In generale un uso da test, meno riguardoso di come si farebbe con ruote proprie. Volevo, nei limiti della ragionevolezza, metterle in crisi e portarle al limite.

Dal punto di vista prestazionale non si può che confermare quanto le prime impressioni avevano lasciato intravvedere. Sono ruote leggere, che in salita alle basse velocità sono “facili” da spingere. Non sono tirate al limite come rigidità e reattività nei rilanci, però appaiono neutre nel comportamento e “morbide” quel tanto che garantisce al complesso bici una maggior comodità e facilità di guida nello sconnesso.

In tal senso il canale interno da 27mm consente pressioni di gonfiaggio abbastanza basse, a tutto vantaggio di assorbimento delle piccole asperità, trazione e tenuta laterale. In relazione alle pressioni di utilizzo, con l’anteriore mi sono spinto anche appena sotto il singolo bar di pressione, e al posteriore intorno a 1/1.1 bar (peso del rider 74 kg),  ma pur senza aver mai stallonato la precisione di guida a quel punto ne risente, specie nelle curve molto veloci da fare in appoggio, con una sensazione di deriva, soprattutto in inserimento.

Il montaggio dei tre tipi di copertoni utilizzati è sempre stato facile non ho mai dovuto usare i cacciagomme, probabilmente anche grazie a un’efficiente conformazione del canale interno del cerchio, il cui profilo hookless senza dente ne ha sempre permesso il tallonamento corretto con una pressione intorno ai 2,5 bar e inumidendo solo un po’ il copertone. Per il tallonamento si è sempre reso necessario l’uso del compressore, ma è una caratteristica che può variare anche e soprattutto in base al copertone o alla pompa (in questo caso una Lezyne) utilizzati.

Al termine del test le ruote sono ancora perfettamente centrate, nessun raggio pare aver subito alcun allentamento. Va notato che i raggi sono tensionati tutti nella stessa maniera grazie alla asimmetria di 6 mm del cerchio che consente di avere omogeneità destra/sinistra negli angoli dei raggi.

La superficie laterale dei cerchi è molto resistente, tale da non aver praticamente alcun segno causato da eventuali urti e strisciate sui sassi. I cerchi, specie quando utilizzati a pressioni limite, hanno subito diversi colpi dovuti a fondo corsa del copertone su ostacoli come sassi e radici, ma non hanno accusato alcun danno.

Anche i mozzi Carbon-ti sono ancora perfettamente scorrevoli senza che “grattino” internamente, indice anche di una buona impermeabilità alla abbondante acqua che gli è stata rivolta. Il posteriore dopo 4 mesi aveva un leggerissimo gioco. È stato facilmente eliminato serrandolo leggermente mediante rotazione a mano della ghiera esterna al mozzo, che probabilmente si era solo leggermente allentata.

Quando ho cambiato i pneumatici ho rimosso e rimesso in sede il nastro Pur-Pop usato per sigillare il cerchio, senza che abbia perso la propria efficacia.

Conclusioni

Le Palindrom MP1 garantiscono ottime prestazioni in salita ed offrono grande guidabilità e comfort in discesa e nei tratti sconnessi, grazie ad una non esasperata ricerca della rigidità. Pur a fronte di un peso piuttosto basso (1263 grammi in totale), nel corso del test si sono dimostrate affidabili e resistenti a sollecitazioni ed urti decisi. Il prezzo è in linea con la media di prodotti assemblati similari.

Prezzo: € 1.299

Palindrom

 

Commenti

  1. Nipple in alluminio o ottone? Non ho trovato questa informazione, magari mi è solo sfuggita.
    Se sono in alluminio ricordi di aver trovato ossidazione durante il cambio gomma?
  2. fafnir:

    Nipple in alluminio o ottone? Non ho trovato questa informazione, magari mi è solo sfuggita.
    Se sono in alluminio ricordi di aver trovato ossidazione durante il cambio gomma?
    Di base usa quelli in ergal e si raccomanda di non utilizzare sigillante con ammoniaca (c'è l'adesivo di avvertimento sul cerchio). Però volendo le monta anche in ottone (o con mozzi diversi, raggi diversi etc. etc.)
  3. Billy78:

    Rocket Ron entrambi in mescola rossa? Come vanno? Avete provato anche quelli con la mescola blu? Scusate il fuori topic...
    Dubito si avverta una qualche differenza fra un Rocket Ron e l'altro...a livello di sensazioni....io li ho trovati come tutti i modelli di Rocket Ron usati in passato. Buoni al posteriore, pessimi all'anteriore. A mio gusto. Quando ti molla davanti lo fa all'improvviso e mi dà pochissima confidenza.
    fafnir:

    Nipple in alluminio o ottone? Non ho trovato questa informazione, magari mi è solo sfuggita.
    Se sono in alluminio ricordi di aver trovato ossidazione durante il cambio gomma?
    Nessun segno di ossidazione. Comunque i nippli sono una delle opzioni che scegli al momento dell'ordine. Ce ne sono di diversi tipi.
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