[Test] Scarpe Giro Chamber II

In occasione della scorsa Sea Otter abbiamo scoperto che Giro aveva aggiornato le Chamber e da lí a poco siamo riusciti a farcene dare un paio da testare. Le Chamber sono scarpe per un uso gravity che hanno già riscosso nella loro versione precedente un grande successo, così gli aggiornamenti in questo nuovo modello non sono pesantissimi.

Le Chamber sono sviluppate in collaborazione con Aaron Gwin, un atleta che è abituato a tenere le tacche molto indietro. Ne segue che lo spazio per le tacchette sulle Chamber II è ben 10 mm più lungo che su tutte le altre scarpe di Giro.



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La parte più rigida della suola, quella che nella pratica determina quanto la suola flette, è stata aggiornata per migliorare sia il trasferimento di potenza che la comodità quando si cammina. Non posso fare un confronto con la precedente versione delle Chamber perché non le ho provate (qui trovate la recensione di Francesco Mazza), ma ecco cosa penso di queste scarpe nella loro forma attuale.

Caratteristiche

  • 510 grammi (numero 43)
  • 150 Euro
  • Solo numeri interi
  • Numeri 35-50 EU
  • Suola Vibram

Le Chamber sono leggermente più alte sulla caviglia rispetto alla media. L’imbottitura intorno al malleolo e nella linguetta è spessa e abbondante, si adatta bene alla forma del piede. Una solida protezione in gomma ripara bene tutta la punta senza essere troppo ingombrante.

La lunghezza dei lacci è quella giusta, quindi da un lato non penzolano in giro e dall’altro non sono troppo corti nemmeno se si usano protezioni per la caviglia. La linguetta in velcro li tiene bene in ordine e permette di regolare la tensione velocemente durante il giro: all’occorrenza si può scegliere di allacciare i lacci non troppo stretti ed eventualmente regolare la calzata con la lingua in velcro.

Come detto prima e come si vede nella foto qui sopra, lo spazio per le tacchette è enorme. La suola Vibram ha una tassellatura standard a nido d’ape.

In generale le Chamber II danno l’impressione di essere scarpe solide e durature. Ci sono diversi rinforzi e si è fatto uso massiccio di materiali resistenti all’abrasione.

Prova sul campo

Le tacchette si montano senza problemi (vale a dire senza dover tagliare via parte della suola esterna). La taglia 44 va alla perfezione a chi ha testato le scarpe, anche se trovo sia un peccato che manchino le mezze taglie. Se servisse, si può compensare un pochino con delle solette di terze parti tipo le Superfeet. Ad ogni modo le Chamber II avvolgono il piede molto bene in un’imbottitura comodissima che fa sentire il piede comodo e sicuro.

Per quello che può significare, ho provato le scarpe con pedali Look e Time e in entrambi i casi sono andate bene.

La rigidità delle suole si fa notare, il trasferimento della potenza al pedale è molto efficiente e non ci sono flessioni che assorbono energia inutilmente. Le suole rigide aiutano inoltre a sentirsi un tutt’uno con la bici e a leggere il terreno. Di contro, si perde un po’ di comfort nei giri più lunghi e nei tratti a piedi, cosa che comunque non dovrebbe fare gridare allo scandalo dato che le Chamber II sono scarpe gravity e quindi non certo pensate per essere indossate in giri da 6 ore. Per quanto mi riguarda, per recuperare un po’ di comfort nei giri più lunghi, tenevo i lacci un po’ meno stretti per poi tirate la fettuccia solo prima delle discese.

Anche i tratti a piedi non sono resi più semplici da una suola così rigida. Intendiamoci, si va sempre molto meglio che con un paio di scarpe tipiche da xc, ma credo che la cosa sarebbe migliorabile con una suola Vibram leggermente più morbida e con una tassellatura più aggressiva, anche se questo penalizzerebbe a sua volta la durata.

La protezione sulla punta è eccellente, il materiale che costituisce il rinforzo è solido ma sottile e non è fastidiosamente ingombrante. Ho usato le Chamber II principalmente nei mesi estivi e, considerando le temperature della California, posso dire che abbiano fatto un ottimo lavoro nel gestire il calore senza farmi sudare troppo.

Conclusioni

Anche se hanno un aspetto casual, le Chamber II hanno le gare nel sangue, come dimostrato da ogni dettaglio. Nei mesi in cui le ho testate hanno retto benissimo e si sono dimostrate ben fatte e costruite con materiali di qualità. Sono comodissime, a patto di non essere usate spesso per lunghi tratti a piedi. Se siete molto orientati al Gravity, il trasferimento di potenza sarà una delle cose che apprezzerete di più, assieme alla possibilità di spostare le tacchette molto indietro, per un miglior supporto della caviglia.

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