Gee Atherton cade su un salto enorme alla Rampage

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Gee Atherton non è nuovo a cadute mostruose, come quella di qualche anno fa da cui si è ripreso dopo una lunga riabilitazione. Molti erano sorpresi di vederlo nella lista dei partenti alla Redbull Rampage 2023. Purtroppo il britannico è caduto in prova su un salto enorme durante una giornata di vento in cui la maggior parte degli altri atleti aveva deciso di non girare. Non solo, quel salto è difficile perché l’atterraggio è molto “sotto” alla parete di roccia, rendendo problematica la stima della giusta velocità di approccio.

È stato elitrasportato in ospedale, sembra che riesca a muovere le dita dei piedi. Questo il video della caduta, postato da lui stesso:



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Commenti

  1. Bah non capisco questa ondata di moralisti che giudicano quello che fanno questi atleti, come se fossero obbligati sotto tortura a fare quello che fanno.
    Senza pensare che magari a loro piace lanciarsi da gap del genere, lo cercano perché se la sentono di farlo,per l'adrenalina e l'emozione che suscita.
    Rischiano la vita, si ok, ma non credo stia a noi giudicare. Nella vita di tutti i giorni mettiamo in atto dei comportamenti per cui potremmo mettere a rischio la nostra vita senza rendercene conto, ma nessuno ci giudica. Basta pensare ogni volta che ci mettiamo alla guida di una macchina.
    Poi mi viene da ridere a leggere commenti della serie che "per buttarsi giù dal canyon basta avere fortuna e coraggio", come se chiunque di noi potesse farlo, avendo i sopracitati requisiti.
    Di nuovo si giudica senza sapere cosa c'è dietro, la preparazione di questi atleti, quello che fanno durante l'anno (non solo rampage), il fatto che si costruiscano minuziosamente le linee, tutte le prove che fanno, la velocità di ingresso e uscita dai gap...si certo la tecnica non serve a nulla, basta la fortuna!
    C'è molto di "non visto" come in tutte le cose, come negli sport motoristici per esempio.
    Capisco che nell'era dei social e degli influencer la gente si sia abituata a giudicare solo quello che vede senza cognizione di causa, senza farsi domande, senza voler approfondire.
    Scrivendo questo mi sono convinto, prossimo anno vado anche io alla rampage, coraggio ne ho e fortuna me la sento! :smile::smile::smile:
  2. Moebius:

    Mi dissocio dal coro da "ma chi glielo fa fare", "a questo gli puzza la vita", "se le cerca", ecc.

    Se non fosse per persone come Atherton, in questa e in mille altre discipline, se nessuno avesse mai avuto il coraggio di cercare di spingere oltre i limini conosciuti anche rischiando l'incolumità personale, non ci sarebbe stata mai evoluzione delle capacità umane.

    Tutti gli sport hanno progredito grazie a persone che hanno talmente voglia di spingersi oltre da mettere in conto la possibilità di farsi male, o di farsi molto male, o anche di lasciarci la pelle.
    Se non ci fosse stato Paul Preuss, adesso il 7c non sarebbe alla portata di nessuno.
    Se non ci fosse stato Patrick De Gayardon, il volo planato con la tuta alare sarebbe rimasto solo un sogno.
    Di Alex Honnold cosa vogliamo dire?

    Si potrebbe continuare all'infinito. Anche Kyle Strait è nella lista dei partenti, e se non sbaglio ha picchiato duro anche lui non molto tempo fa.

    Io vorrei avercelo, il coraggio di riprovarci anche dopo aver sbattuto la faccia per terra.
    :}}}:
  3. Burìk:

    Al di là di tutto, anche la Rampage serve. Le tecnologie più avanzate sono state sviluppate anche grazie ad essa. E' un po' come chiedersi a che serve la ricerca spaziale, che per dirne una ci ha dato la risonanza magnetica.


    Esatto. Al di là delle opinioni personali, è oggettivo che anche la Rampage serve. Le tecnologie più avanzate sono state sviluppate anche grazie ad essa. E' un po' come chiedersi a che serve la ricerca spaziale, che per dirne qualcuna ci ha dato la risonanza magnetica per quando ci fracchiamo su un albero, il GPS che tutti usiamo per i nostri giri, i materiali avanzati come kevlar e carbonio che usiamo per protezioni e telai. Questi droppano venti metri perché noi comuni mortali si possa droppare venti centimetri in sicurezza total
    eh già, infatti i crash test delle auto - per permettere a noi comuni mortali di fare i 30 in città con i limiti attuali - li fanno con volontari umani raccattati qua e là invece che con i manichini, senza contare il fatto che l’unica protezione indossata era quella che non si vedeva (il paraschiena voglio pensare che lo indossasse) ....... io non discuto il livello di preparazione fisica e mentale (non è che parti da casa e ti lanci, questo è poco ma sicuro) ed il coraggio che ci vuole a buttarsi giù da un salto del genere, ma che questo porti vantaggi per l'umanità proprio non ci credo..... vogliamo dire che è un mestiere come un altro solo molto pericoloso? Diciamocelo e poi crediamoci, ma il solo fatto che lo facciano in 18 al mondo su 8 miliardi di persone mi fa pensare che non sia proprio indispensabile……. Come ha detto qualcuno è uno spettacolo, c’è a chi piace e chi ne fa a meno; a me piace la MTB ma questo, onestamente, non lo considero parte di questo sport
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