Gee Atherton negli ultimi tempi fa quasi più notizia dal letto di ospedale che dalla bici. Dopo la lunga riabilitazione dalla rovinosa caduta sulle rocce di casa nel 2021, il britannico si sta riprendendo dal brutale crash alla Rampage 2023, in cui si è fratturato il cranio e la spina dorsale. Queste le sue parole.
Aggiornamento sull’infortunio: dopo l’incidente alla Rampage dello scorso anno, ero piuttosto malconcio. La prima priorità era tornare a casa, scoprire quali fossero i danni e vedere come ripararli. Come al solito, non è mai così semplice come si spera, ma con un buon team di persone abbiamo iniziato il processo piuttosto lento di rimettermi in sesto.
Come potete vedere dalle foto, è stato un po’ faticoso, ma ora le cose procedono bene. La fisioterapia sta andando bene e sto contando i giorni che mi separano dal ritorno all’azione. Come sempre, grazie all’incredibile squadra e a tutti coloro che mi stanno sostenendo”.
Gli auguriamo una pronta guarigione e speriamo di vederlo in sella il prima possibile, magari nelle Dolomiti.
se ha un contratto pluriennale, loro lo devono obbligatoriamente riabilitare, ci sono assicurazioni private che ovviamente, più uno si infortuna, più lievitano. Ovviamente come nelle auto c'è il massimale economico.
Più un giocatore di calcio rompe i legamenti meno vorranno tesserarlo, ma finchè ha il contratto lo devono rimettere in sesto.
per riabilitare la frattura del dente dell'epistrofeo servono minimo 3-4 mesi e non si sa se si recupererà al 100%, un pò di limitazioni le lascia quasi sempre. Personalmente smetterei, poi sono affari suoi ecco. E' una riabilitazione difficilissima tra l'altro.
Da fisioterapista esaminatore lo terrei fuori dalla società, quantomeno da atleta, convengo con te.
Cmq siamo ot quindi andiamo avanti a parlare di gee e della sua convalescenza
Solo che mi "infastidisce" leggere questi luoghi comuni sulla sicurezza sul lavoro (stessi discorsoni politici che solitamente si fanno a ridosso della festa del 1° Maggio) senza magari aver approfondito o aver letto con attenzione i dati e le percentuali ufficiali INAIL. E ripeto, molto spesso è colpa del lavoratore stesso..