convalescenza di Gee Atherton

Aggiornamenti sulla convalescenza di Gee Atherton

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Gee Atherton negli ultimi tempi fa quasi più notizia dal letto di ospedale che dalla bici. Dopo la lunga riabilitazione dalla rovinosa caduta sulle rocce di casa nel 2021, il britannico si sta riprendendo dal brutale crash alla Rampage 2023, in cui si è fratturato il cranio e la spina dorsale. Queste le sue parole.

Aggiornamento sull’infortunio: dopo l’incidente alla Rampage dello scorso anno, ero piuttosto malconcio. La prima priorità era tornare a casa, scoprire quali fossero i danni e vedere come ripararli. Come al solito, non è mai così semplice come si spera, ma con un buon team di persone abbiamo iniziato il processo piuttosto lento di rimettermi in sesto.



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Come potete vedere dalle foto, è stato un po’ faticoso, ma ora le cose procedono bene. La fisioterapia sta andando bene e sto contando i giorni che mi separano dal ritorno all’azione. Come sempre, grazie all’incredibile squadra e a tutti coloro che mi stanno sostenendo”.

Gli auguriamo una pronta guarigione e speriamo di vederlo in sella il prima possibile, magari nelle Dolomiti.

 

Commenti

  1. fafnir:

    Che io sappia infatti non lavora più per nessun marchio, ha fondato il suo. A livello di gare DH ha ormai dato, ha deciso di passare il tempo a disintegrarsi in giro per il mondo. Credo vada avanti a sponsor
    Si si infatti io mi riferivo proprio ad eventuali sponsor.. il mio discorso "aziendale" era ben riferito ad eventuali contratti con gli sponsor.
  2. impeto72:

    Urca, non pensavo di offendere qualcuno in tal modo! Chiedo venia.
    p.s.; per lavoro faccio cantieri edili da 25anni
    No no figurati, non mi sono offeso ne altro.. ho risposto in modo diretto, ma assolutamente sereno..

    Solo che mi "infastidisce" leggere questi luoghi comuni sulla sicurezza sul lavoro (stessi discorsoni politici che solitamente si fanno a ridosso della festa del 1° Maggio) senza magari aver approfondito o aver letto con attenzione i dati e le percentuali ufficiali INAIL. E ripeto, molto spesso è colpa del lavoratore stesso..
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