Il Diretur sulla Scalpel 29 semina Marco Aurelio Fontana

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Fontana non ce la fa a tenere il passo del Diretur in discesa. Foto di Ale Di Lullo.

Come promessovi nel post della presentazione della gamma 2012 di Cannondale, oggi mi sono dedicato alla prova della nuovissima Scalpel da 29 pollici, con 100 mm di escursione anteriore e posteriore. Visto che la volevo provare veramente e non su argini o colline moreniche o del Morello che dir si voglia, sono andato ben due volte in cima ad un monte qui delle Deux Alpes e ho portato il nuovo mezzo Cannondale in ambiente alpino. Non soddisfatto, ho portato con me Marco Aurelio Fontana (clicca per l’intervista), il razzo italiano del XC, per fare una sorta di benchmarking e vedere quanto mi facesse andare di più una 29 pollici. Devo ammettere che i risultati sono stati ottimi, come potete anche vedere nella foto qui sopra Fontana arrancava dietro di me mentre io volavo in sella ad una 29.
[NdR: é sarcastico, Marco è un manico pauroso e neanche in sella ad una moto gli starei davanti o dietro].

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Andiamo alle cose serie. Per il primo giro decidiamo di prendere la seggiovia, dato che il fotografo Ale Di Lullo, che qui ringrazio per la pazienza,  ci seguiva e non poteva portarsi tutto l’ambaradan fotografico su una salita abbastanza tosta. Come detto, decidiamo di prendere un sentiero alpino non preparato, quindi con rocce, tornantini stretti e parti ripide. Abbasso la sella della Scalpel, mi aggancio ai pedali ed eccomi in sella ad una bici superagile e con una forcella rigida e precisa che di più non si può. La posizione di guida è centrale, molto da trail piuttosto che da gara, con un anteriore abbastanza alto da non intimorire il rider sui passaggi rocciosi.

La Scalpel 29 in prova

Visto che Marco era dietro di me e mi voleva passare ci siamo presi a sportellate nei tornantini, cosa che con i ruotoni riesce particolarmente bene. Scherzi a parte, la bici è corta e agile tanto quanto una 26 pollici, grazie al fatto che gli ingegneri della Cannondale, nella persona di Peter Denk e del suo team, sono riusciti a dare alla Scalpel 29 lo stesso passo ruota della Scalpel da 26 (vedere la presentazione gamma 2012 per i dettagli).

Anche il nose press riesce bene e ho avuto la sensazione di avere in mano una bici che ben si trova sui sentieri. Non so fino a quanto sia merito dei ruotoni, fattostà che la Scalpel 29 è un progetto ben riuscito, perlomeno in discesa. Veniamo quindi al secondo giro, quello con la salita. Intanto beccatevi questa foto per capire dove siamo andati a provarla.

 

Diretur & Fontana in ambiente alpino. Foto di Ale Di Lullo.

Per il secondo giro ho deciso di espiare le mie pene per purificarmi dallo mio scetticismo nei confronti delle 29, visto che la mia evangelizzazione non ha seguito i binari canonici predisposti dai vari santoni forum-onni-presenti: sono andato a mangiare, sono partito subito dopo con il solleone, lo stomaco pieno e su per la salita più ripida possibile. Purify!

Il Diretur solitario. Foto di Ale Di Lullo.

A dir la verità la salita più ripida possibile l’ho presa per sbaglio, ma noncurante del battito a 180 e del sole allo zenith mi sono arrampicato per circa 600 metri di dislivello con pendenze a volte maggiori del 20%. E qui è venuto fuori che la Scalpel 29 non è una bici da agonismo ma piuttosto da escursionismo: l’anteriore piuttosto alto tende ad alzarsi, la posizione abbastanza compatta e il passo breve ovviamente non aiutano ad ovviare al problema, piuttosto una posizione in punta di sella mi ha fatto passare le rampe più ripide.

La rapportatura non mi ha creato problemi, il carro posteriore, una volta chiuso il pro pedal che sulla Scalpel ha un bell’effetto, non si muove ed evita quindi l’affondamento dell’ammo. Sulla Lefty è presente anche il lockout dal manubrio, cosa che però non ho usato dato che non ero su asfalto.

La trazione delle gomme è stata ottima, pur non essendo particolarmente tassellate. I freni Avid 9 da metà discesa in poi fischiavano da svegliare i morti. Davanti montavo un disco da 180mm, dietro da 160mm. Si tratta dei nuovi Avid del 2012.

Arrivo in cima, tiro il fiato e mi ributto sul sentiero di prima, godendo come un riccio. Durante le due discese non ho notato particolari flessioni dei ruotoni, ma avrei bisogno di più tempo per studiare meglio il comportamento della bici, cosa che spero di fare a breve dato che la stessa Scalpel 29 dovrebbe arrivarci in test fra circa un mese.

Colgo l’occasione per ringraziare il team di Cannondale Italia (Simone, Manuel e Renato) per la bella occasione dataci per presentare e provare le bici 2012 e per fare in bocca al lupo a Marco Aurelio Fontana che domani parte per il Canada dove sabato si terrà la prossima coppa del mondo di XC (visibile su Freecaster sabato sera da noi grazie al fuso orario).

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