Non sono parole mie, quelle del titolo, ma quelle che Omar Di Felice, ciclista noto per le sue pedalate estreme, scrive in un post su Facebook, riferendosi alle sue esperienze sulle strade italiane e a quelle di pro del calibro di Wout van Aert, il quale aveva lanciato uno sfogo su Strava dopo una pedalata in bici da corsa nella zona a sud di Como.
Uno sfogo che trova riscontro nei commenti, sia su FB che su Strava, e nelle più disparate esperienze di chi si trova ad usare una strada italiana in bicicletta. È un argomento che si ripropone in continuazione, in particolare dopo gravi incidenti, ma che rimane attuale visto che non viene risolto.
Cosa ne pensate?
Però abbiamo la fortuna di abitare in un paese stupendo per chi ama la bici, e se proprio dovessi scegliere se andare in bici tra gente "educata" sui piattoni olandesi , probabilmente mi martellerei le palle dopo 2km..! :pirletto:
Devo comunque ammettere che ho pure incrociato grupponi di ciclisti suicidi che filavano in statale alle 18 di sera, con il traffico da rientro, che ti chiedi chi glielo fa fare. O sempre grupponi di ciclisti sulla strada Marosticana, tra Bassano e Thiene, quando a fianco c'è una meno trafficata strada, forse meno dritta e rettilinea (noiosa, tra l'altro), ma probabilmente più sicura.
Di mio, quando giro in BDC (cioè, con la gravel in assetto stradale) cerco di evitare le strade troppo frequentate, anche allungando il giro di parecchio. Non è solo per il traffico, ma anche per l'inquinamento, il rumore, la sensazione del "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie", solo che potremmo fare l'equivalenza con "si sta come di domenica sulla provinciale i ciclisti".
https://youtube.com/shorts/eZTofyrVnA4?feature=share