Etna Tour 2014, parte 1

 Coppettina di gelato da 1/2 Kg a Zafferana Etnea: 4,30 €

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Colazione con granita alla mandorla e caffè + brioscina da 2 hg. a Catania: 2,00 €

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Surfare sulla cenere dell’Etna per 1200 m  di dislivello, con “prima traccia” sul canale degli Svizzeri e altri 1200 m su sentieri bellissimi e sul Salto del Cane con Happykiller non ha prezzo!

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Ho passato qualche settimana agitata a causa di un problemino scoperto durante un eco-cardio, e quindi con la testa poco propensa a lasciarmi far fatica… non riuscivo nemmeno a salire al Mottarone, sono sceso dalla bici anche su una normalissima salita asfaltata… volevo lanciare la MTB giù dal bosco! Poi mi sono tranquillizzato, ho lasciato un po’ decantare il tutto e quindi ho ricominciato a pedalar sereno. Qualche giretto in zona e la sensazione che niente in me fosse in disordine ha cominciato a pervadermi.

L’Amico Happykiller dopo avermi ingolosito con le foto è arrivato persino alle minacce pur di farmi “scendere” in terra Sicula! Ho letto il suo bellissimo report (anteprima ancora da pubblicare) del giro di due giorni sull’Etna da lui effettuato e ho così deciso di approfittare del weekend lungo del 2 Giugno e sono volato a Catania.

La logistica preparata da HK prevede un primo pernottamento a casa di un tipo che non ho ben capito chi sia. Poco male, ci offre un locale con 2 materassi a terra, lenzuola, bagno, chiacchierata sui programmi dell’indomani, buonanotte e andiamo a letto. La mattina la bella famigliola, marito-moglie-figlioletto e due cani enormi, scoreggioni e bavosissimi, ci offre anche un’eccellente prima colazione. Salutiamo e partiamo. Durante il breve viaggio chiedo a Kicco dove avesse conosciuto il tizio: “boh non so chi sia”…come non sai chi sia? Abbiamo dormito a casa di UN perfetto sconosciuto che ha ospitato in casa sua DUE perfetti sconosciuti?

Poi mi chiarisce che sono io che non conosco i moderni meccanismi di condivisione presenti sulla rete.

La mattina l’appuntamento con due amici Siracusani, conosciuti da HK in questi mesi di permanenza sicula, è a Zafferana Etnea, dove lasciamo le auto e partiamo, non prima di qualche mio smadonnamento per problemi alle pastiglie dei freni: ma dico io, controllare a casa no eh? l’avrei anche fatto ma cara grazia che son riuscito a preparar tutto in tempo per prendere l’aereo!

Saliamo verso Milo e, attraversandola penso a quale potrebbe essere la casa del maestro Battiato e mi trovo a canticchiare tra me e me “La Cura”. Seguiamo una bella strada asfaltata che, con pendenze amichevoli e attraversando diverse colate laviche ricolme di fiori, conduce al Rif. Citelli.

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Poco prima di quest’ultimo ci raggiunge in auto il nostro amico ospitante sconosciuto con al seguito moglie-figlio-cane e cognato. Si carica in spalla figlio-zaino+zaino-acqua, e con una bici da almeno 20kg si aggrega a noi. Restiamo un po’ perplessi… Lasciamo l’asfalto e ci inoltriamo lungo una sterrata in direzione di Piano Provenzana. Subito capisco che oggi dovrò dar fondo a tutte le mie forze: la traccia che mi ha inviato Happy dice ca. 55 Km con più o meno 2000 m di dislivello e, anche se le pendenze non sono proibitive, il fondo coperto da uno spesso strato di cenere è molto faticoso da pedalare.

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Meglio, molto meglio, vanno gli amici FATdotati.

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L’ambiente è incredibile: è tutto coperto da una cenere nera, ma nonostante ciò la vegetazione è rigogliosissima. Io e Kicco ci attardiamo a far foto; ripartiamo e, pronti-via troviamo Mister X che torna indietro turbato?!

Happykiller: Come mi ci sono ritrovato con il mio zaino in equilibrio precario sulla canna mentre spingo faticosamente la mia bici sulla sabbia tra le betulle, con sulla schiena un bimbo di un anno circa col ciuccio? Cosa ci fa un bimbo sconosciuto sulle mie spalle a 1700 m alle falde di un vulcano nero? Ho anche pannolini + litri d’ acqua e una citola per il cane in un secondo zaino. Che strano sogno è questo?! 

Per quanto io curi nei dettagli più minimi l’ organizzazione dei giri, dalla logistica degli itinerari, traccia principale ed alternative, punti di appoggio, di ristoro, d’ approvvigionamento idrico, prezzi, sconti, tempistiche e coordinazione con le esigenze di ciascun partecipante, talvolta capitano imprevisti talmente strani che proprio rimango basito.

Quello era il figlioletto di un ragazzo un po’ matto che aveva ospitato me e Yura la notte precedente e aveva deciso di accompagnarci intorno all’ Etna con una bici da 20 kg un vecchio cane, il suo bimbo di 14 kg. Sulla schiena e acqua per sé per il bambino e per il cane !

Il cane aveva seguito altri pedoni, il padrone stava tornando indietro a cercarlo con il figlio in spalla, lasciata la bici a monte. Per velocizzare le operazioni mi sono caricato il bebè sulla mia schiena e via. Trovato il cane abbiamo potuto proseguire con un occhio preoccupato all’ orologio. Il giro è molto lungo, non possiamo rischiare altre perdite di tempo.

Il cielo minaccioso ha dato un soffio di buon senso per far desistere dal proseguire il nostro intrepido Mister X, evitando quindi la parte più pericolosa del giro su sentieri nella lava.

Che cose strane che capitano

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…Arriviamo all’ora di pranzo a Piano Provenzana. Durante la sosta gli amici Siculi, intimoriti dalle previsioni, dalle nuvole minacciose e dalla lunghezza del percorso restante, decidono di rinunciare al giro completo; io guardo Kicco e gli dico: “sono sceso dallo Sperone della Brenva sotto una tempesta, son salito alla Pioda di Sciora sotto al temporale, non son certo arrivato fin qui da Varese per rinunciare a causa di un po’ d’acqua!” Lui ride, guarda come muovono le nuvole, vede un pertugio azzurro e serenamente mi dice che proseguiamo.

Non avevo dubbi! Oltretutto so che ci sono diversi bivacchi lungo il percorso e che arriveremo comunque in un albergo con acqua calda e cena servita, ho una Guida d’eccezione che ha appena effettuato lo stesso giro qualche settimana fa: sono tranquillo.

I nostri due amici scenderanno su un sentiero dal Rif. Citelli con MisterX-bimbo-cane, il quale per non farsi mancar nulla, non prende la variante soft ma la DH, buca, fa esplodere la forcella e perde il cognato!

Gli altri nostri due compagni saliranno poi in auto all’albergo prenotato per la sera, per fare assieme la salita di domani. Proseguiamo io e Kicco quindi, salendo dapprima lungo una mulattiera che attraversa una colata che nel 2002 ha distrutto anche alcuni edifici. Il fondo è sempre molto faticoso.

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Scavalchiamo la colata spingendo e portandola in spalla per qualche breve tratto ed entriamo in un “mondo nuovo” dai contrasti incredibili. Colate laviche nere si alternano a boschi verdissimi. Mi faccio ridare da Kicco il 35 mm. che mi ha gentilmente scarrozzato fino ad ora (e che mi scarrozzerà ancora in salita).

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Ora si sale su un bellissimo single quasi tutto pedalabile che ci condurrà ad un colle tra il Monte Nero e l’Etna. Il tempo sembra tenere, nuvoloni si alternano a squarci di sereno che mi esaltano.

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Nonostante il poco allenamento mi sento un leone oggi, non mi pesa il far fatica, non mi pesa lo zaino nonostante i 5 Kg. di vetro e ferro. Mi fermo spesso per scattare, mi sento ispirato ma in realtà è l’ambiente incredibile che fa tutto.

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In “breve” giungiamo al colle a ca. 2000 m. La parte più lunga della salita è fatta anche se ne resta ancora parecchia e tanti, tanti chilometri. Ci prepariamo per la discesa. Ho il morale a mille e non vedo l’ora. Riconosco i luoghi delle foto di Happykiller. Nonostante tutto non abbiamo fretta e quindi ci fermiamo spesso: ma quando mai mi ricapiterà di ripassare di qui? Singletracks deliziosi scorrono lungo la colata: curve, saltini, appoggi…

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Giungiamo al rifugio Timparossa. Breve sosta e poi di nuovo via esaltati come due bambini a Gardaland, tanto che per un attimo perdiamo il sentiero. Breve consulto del GPS e vediamo che la traccia è poco sotto di noi e allora giù free in mezzo ai faggi! Intercettiamo un sentierino appena accennato che si snoda in lungo la bellissima faggeta e decidiamo di seguirlo anche se la sterrata programmata è più bassa.

Dopo qualche su e giù il sentiero ci sputa su una colata lavica ENORME… fatichiamo in un dedalo di rocce con sali-scendi spacca gambe. Sono un poco avanti rispetto a Kicco che si ferma a scattare. Io non ne ho voglia, mi guardo attorno immerso nei miei pensieri e mi chiedo che razza di potenze inimmaginabili abbiano potuto combinare tutto ‘sto casino! Penso anche che ogni tanto serve proprio niente per assaporare meglio il tutto.

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Kicco mi chiede quanto manchi a scendere alla sterrata: “ormai ci siamo” dico più volte mentendo. Vedo dal GPS che dovremo fare ancora parecchi su e giù. Ma come sempre prima o poi, un passo dopo l’altro, si arriva al dunque. Passiamo al bordo di un cratere chiamato la Grotta del Lamponi e finalmente vediamo la sterrata che scende.

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Solitamente le sterrate in discesa le evitiamo come la peste. Questa però ha un fascino tutto suo, sarà anche per la fatica appena fatta per attraversare quell’apocalisse! Raggiungiamo un’altra colata recente e decido di fermarmi a mangiar qualcosa.

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Mi siedo, mi guardo intorno e mi par d’essere su Marte… solo che su Marte non ci sono fiori!!! Monto il tele e dico a Kicco di andare…

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Attraversiamo bellissimi boschi, querce, faggi e abeti… nei pressi di due belle baite la discesa finisce. Ci riportiamo in assetto da salita e ci avviamo, lungo la pista Altomontana. Siamo sul versante settentrionale dell’Etna, le pendenze sono anche potabili, ma c’è sempre quella maledetta cenere che non ti fa andare avanti! Ogni tanto ci fermiamo, la scusa è quella di far foto… in effetti dopo aver rischiato di prender pioggia, il cielo si apre regalandoci una luce meravigliosa.

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Siamo di nuovo a ca. 2000 m. Passiamo dal Rif. Galvarina e so che quindi la salita è finalmente finita!  Scendendo incontriamo un gruppetto ragazzi mal combinati che sta salendo al rifugio (incustodito). Oltre a degli improbabili enormi borsoni uno di loro sulla sabbia trascina un trolley! Ma non sanno che gli zaini li hanno inventati apposta? Proseguendo per la discesa, vediamo le righe zigzaganti che per 5/6 chilometri hanno lasciato le ruotine inadeguate della valigia e scoppiamo a ridere. In breve tempo giungiamo quindi in albergo, dopo un ultimo tratto di salita blanda, che ci pare durissima. Sono distrutto ma incredibilmente felice.

A casa scoprirò che i km sono stati ca. 58 per un dislivello in salita di 2191 mt. E’ proprio vero che la testa comanda tutto. Presto report e foto della seconda, incredibile giornata sull’Etna.

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