Il Lario dimenticato

Premessa: questo è il primo report del Gruppo Bikers Como che non narra le gesta di alcuni di noi, ma che vuole raccontare di un angolo del nostro lago ai più, ingiustamente sconosciuto.
Sono alcune settimane che penso ad una zona sopra Gera Lario, dove, a detta di saggi informatori, si possono trovare ampi spazi prativi, raggiungibili lungo belle forestali immerse nelle faggete, dove si può godere di panorami fantastici sulle nostre montagne e dove le discese finiscono a picco nel lago.
Se a questo ci si aggiunge che sono luoghi per lo più dimenticati in questa stagione, a chiunque sarebbe venuta voglia di andare a vedere di persona.
Fino a 5 ore prima della sveglia non dovevo andare da solo, ma varie incomprensioni aggiunte ai classici contrattempi dell’ultimo minuto, hanno fatto si che la magia si avverasse.
Ho volutamente detto magia, perchè per me andare per monti da solo, ha un non so che di magico, mi permette di ritrovarmi e di sentirmi perfettamente a mio agio con quello che mi circonda.
E’ bello andare in giro con gli amici, ma ogni tanto il silenzio della solitudine mi rende felice.
Ore 06.40, ultima controllata al Forum, nessuna nuova adesione.
Si parte, essendo da solo posso prendermela con un pò più di calma così poco dopo le 09.00 sono pronto per cominciare la mia avventura.

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Ho deciso di partire da Gravedona così posso scaldare le gambe prima che cominci la salita, infatti i 7 Km. di statale mi aiutano ad entrare in sintonia con la giornata.
Arrivato a Gera Lario, abbandono la trafficata strada per iniziare ad inerpicarmi verso Bugiallo.
La pendenza per ora è tranquilla, e con passo lento, perchè so che la giornata sarà lunga, inizio la mia ascesa lungo le pendici del monte Berlighera.

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La seconda parte della salita asfaltata, si rivela essere decisamente molto più impegnativa, una serie continua di rampe nel bosco, con pendenze sempre elevate, mi costringe a molte soste…ma tanto di fretta non ne ho.

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Per l’intera giornata, la mole dell’imponente parete Nord del Legnone veglierà come una madre su di me.

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Arrivato a Fordeccia incontro il sentiero n°4, o Via dei Monti Lariani, con cui ho un vecchio conto in sospeso, che solo in parte nel pomeriggio riuscirò a saldare.
Quì mi concedo una pausa un pò più lunga, primo perchè il panorama merita maggior attenzione, e secondo perchè il mio stomaco comincia a brontolare.

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Finita la pausa si riparte, ovviamente in salita, ovviamente dura.

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Finalmente dopo 3 ore di fatica arrivo in località S.Bartolomeo, fine della strada asfaltata, dove per la prima volta trovo le indicazioni per una delle mete della mia giornata…l’Alpe di Mezzo.

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Da quì in poi l’asfalto non lo incontrerò più fino a quando tornerò in riva al lago nel tardo pomeriggio.
La bella forestale che sale agli alpeggi alterna tratti durissimi e, almeno per me, assolutamente non pedalabili…

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a splendide faggete che tanto mi ricordano le montagne intorno a casa mia.

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Dopo poco meno di 4 ore arrivo finalmente in una conca sotto la vetta del Berlinghera, dove una ventina di case, anche in ottimo stato, compongono rispettivamente l’Alpe Pescedo…

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e l’Alpe di Mezzo.

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E’ ormai l’una, quindi al riparo dal vento e con il sole che mi scalda il viso, mi godo il più che meritato pranzo.
Con un ruscello in sottofondo, il silenzio dell’alta montagna ed un panorama tra i più belli del nostro lago, mi rilasso per una mezz’ora abbondante.

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Seguendo le indicazioni di uno dei miei suggeritori, lascio il mio piccolo personale paradiso, e mi dirigo verso l’Alpe Gigiai.
Sempre lungo la forestale…

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la raggiungo in poco tempo.

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Ormai è poco più di un rudere,ma oggi per me significa molto di più, in quanto è il punto più alto della mia escursione con i suoi 1630 Mt. slm, il che vuol anche dire che finalmente comincia la discesa!!!

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Un sentiero decisamente allargato dall’uomo permette di scendere velocemente lungo il costone della montagna.

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Dopo un piccolo pezzo in piano, il sentiero punta dritto per dritto il lago, e permette di attraversare un bosco di betulle in un batter d’occhio.
Si sbuca così all’Alpe Prato dove arriva la strada asfaltata che sale da Montemezzo.
Grazie sempre ai suggerimenti ricevuti, trovo un sentiero che mi permette di evitare il bitume e mi consente di raggiungere la frazione di Montalto.

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Quì devo decidere: o continuo per mulattiere e scendo direttamente verso Gera Lario o imbocco il sentiero n° 4 e punto verso Tabbiadello, paesino che si trova sulla sponda opposta della Val di Gera.
Alla fine solo solo le 15, ho ancora un bel pò di tempo, e anche se il cielo comincia a scurirsi, decido di aggiungere questa deviazione all’idea originale.
All’inizio è semplicemente bellissimo, single track tutto in leggera discesa per prati prima e nel bosco poi.

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Dopo un pò, il sentiero diventa tecnicissimo e verticale, e punta dritto al ponte nel fondo della valle che mi permetterà di attraversare quel che resta di un impetuoso torrente.

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Questo è il lato meno bello, per noi bikers, della Via dei Monti Lariani, continui su e giù spesso pedalabili solo in discesa, e che nei tratti in salita ci costringe a sfacchinate bici in spalla.

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Grazie al cielo questa volta la fatica dura poco più di un quarto d’ora, ed in breve arrivo al paesino di Pome.

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Purtroppo il meteo non è dalla mia parte, e siccome è in arrivo un bel temporale, decido di non raggiungere Tabbiadello e, una volta raggiunta l’Alpe Acqua Fresca, devio verso Argigno.

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In breve sono sui pratoni sopra la frazione, dove sorge una splendida cappelletta dedicata alla Madonna.

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Un ultimo sguardo al panorama, e le prime gocce d’acqua cominciano a picchiettare sul casco.

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Trovo una mulattiera che mi permette di evitare tutti i tornanti, ed in breve, attraversato Trezzone, arrivo sulla statale a Gera Lario.
Riprendo la Regina destinazione Gravedona, quando mi accorgo che il vento è cambiato e sta spingendo il temporale verso la Val Sassina.

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Allora rallento il ritmo e mi godo gli ultimi chilometri di questa bellissima giornata.
Arrivo alla macchina decisamente stanco, ma anche molto felice ed appagato.

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Oggi tutti i miei ringraziamenti vanno a Traian e Maurizio (Isartrail e maurizio62 nel forum), per avermi consigliato e meticolosamente spiegato questo giro.
Grazie Amici.
Alla prossima.

Partenza da Gravedona, statale fino a Gera Lario salita su asfalto fino a S.Bartolomeo e poi sempre in salita su sterrato fino all’Alpe Gigiai, discesa all’Alpe Zocca prima e Montalto poi, da quì sentiero n°4 fino all’Alpe Acqua Fresca e discesa finale ad Argigno prima, Trezzone poi ed infine di nuovo Gera Lario, rientro a Gravedona sempre su statale per circa 48 Km. e 1750 mt. di dislivello.

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