I dischi dei nostri freni si consumano con il tempo. Pur essendo in metallo, l’attrito necessario per fermare noi e la bici, unito allo sporco di un giro in fuoristrada, consuma la pista frenante. Non per niente su tutti i dischi troviamo uno spessore minimo, sotto il quale diventa pericoloso continuare ad usarli perché c’è il rischio che cedano.
Nel video qui sotto trovate un disco Shimano Icetech. Quando è nuovo, il suo spessore è di 1.8 mm. Il disco in questione è arrivato a 0.8 mm, e poi si è rotto. Fortunatamente per il possessore si trattava di un disco montato sulla ruota posteriore, quindi la ruota si è bloccata e lui non è caduto. I danni meccanici non si sono fermati al disco, perché anche la pinza freno si è rovinata.
Anche i presunti vantaggi sul miglior raffreddamento grazie alla maggior conducibilità termica dell'alluminio mi lasciano perplesso o comunque poco percepibili, vista la relativamente poca superfice esposta.
Altro discorso in caso di quei modelli con le alette che si protendono fuori dalla pista frenante, in quel caso sono d'accordo sul secondo punto.
Tengo a precisare che è solo il mio punto di vista, condivisibile o meno.
Durano meno? Pazienza, per me non è un grosso problema se mi danno il vantaggio sulla dissipazione termica più efficace.
Io ho avuto sia l'RT66 di solo acciaio, l'RT86 senza alette di raffreddamento oltre la pista e un vecchio modello con le alette (non ricordo più il codice). In pratica, anche senza alette, il corpo centrale a stella in alluminio anodizzato nero (il colore non è casuale) contribuisce ad una migliore dissipazione del calore (anche perché rispetto ad un RT66 ha più superficie oltre alla migliore conducibilità).
È importante usarli con le pastiglie alettate IceTech per ottenere il massimo rendimento.
Magari per molti sono dettagli (non siamo mica professionisti), ma arrivare in fondo ad una lunga discesa ripida con la sensazione di non avere quasi più freni non è bello.